Questa storia è nata nella piccola scuola di Vho di Piadena. I ragazzi scopersero dalla finestra della classe una intensa e drammatica vita che
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guardarle, sentirono nel cuore una grande forza.
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C'era una volta (e c'è ancora) un piccolo paese disteso nel verde e al sole: nel paese c'era un palazzo alto alto e sul tetto del palazzo, nascosta
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venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che gli aveva raccontato la mamma. Il gatto era coricato su un fianco, con le zampe in fuori che
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— All'attacco! — urlava una nuvola alle compagne. — Sterminateli tutti! — ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole. Le nuvole
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Cipí e Passeri capirono che per convincere i passeri bisognava avere le prove e una notte supplicarono la luna: — O bella e gentile regina della
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Come tutte le cose brutte, anche l'inverno un giorno fini. Palla di fuoco, che aveva fatto una cura ricostituente, si era irrobustito e una mattina i
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Una mattina che mamma passera non c'era, Cipí scappò fuori dal nido e saltò in cima al camino e vide un buco fondo fondo e nero come il carbone. E
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entrarono nel grande albero fiorito, si posarono su un ramo e una vocina disse: — Ahi! mi fai male! — e subito un fiorellino si staccò e cadde a terra
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Mentre si pettinava, Cipí udí una vocina: — Ih, ih! che buffo ciuffetto hai! Si voltò di scatto, ma lí vicino non c'era che una timida margheritina
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di fuoco sta maturando certe palline rosa che saranno una bontà... — le diceva. E lei: — Chissà se un giorno potrò uscire da questo nascondiglio e
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fece scaldare dalle carezze di Palla di fuoco che faceva ormai ribollire la terra. Un chiaro mattino la passeretta disse a Cipí: — Sono guarita! Ho una
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: — Quando si dice figli di Cipí e di Passerì s'è detto tutto! — esclamò. La terza fu Piumaleggera che portò in dono una spiga intera scovata chissà
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Beccodolce arrivò trafelata: — Cibo per tutti! Venite con me! — I passeri la seguirono. Essa puntò verso un cortile e planò su una pianta: — Sotto
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Passeri. gonfiavano le piume, avvicinavano i corpi freddi e si addormentavano sperando che la danza bianca una buona volta finisse. Una sera, stanca
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tutt'intorno bagliori accecanti. A un certo punto la loro luce si fece rossa come il fuoco e sprizzando scintille azzurre, una stellina con voce gentile si
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vanno a finire nella pancia dei signori della notte! — gridò e le lasciò là con tanto d'occhi per la sorpresa. Mentre tornavano una voce li chiamò
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. Dopo quasi un'ora di fresca silenziosa solitudine siderale, la mente di Gentile si sgombrò: vi rimase soltanto, come una limpida voce presente, la
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ritrarre Maometto all'interno di una specie di finestra ad arco tondo decorata, sul cui davanzale fosse appoggiato un ricchissimo tappeto trapunto di
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, il pittore andava tuttavia considerando alcune difficoltà. Innanzitutto, quella di come trasformare il volto reclino dell'addormentata in una figura
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ciocche scure, Gentile trovò nell'alloggio una giovane donna velata, che non apparteneva al numero di servi che lui conosceva. Sedeva alla maniera
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riflessione, trovava nel piccolo una risposta rapida ed efficace, quasi divertita. Mentre i due erano assorti nel gioco, passavano silenziose per le stanze le
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15. Quella notte Gentile tornò dall'harem molto agitato. Bevve una coppa del vino dolcissimo che sempre abbondava, con altre leccornie, sulla mensa
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una chiave dalla cintura ed aprì. Entrarono, e il cancello fu richiuso. Passarono una serie di chiostri muti e deserti, uno stretto corridoio a cielo
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: sguardo di una passione molto strana. Meglio dunque, straniero, che tu abbia fatto quello che hai fatto a causa della pittura che dell'amore: morire per
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farti sanguinare l'anima, è necessario che dica la verità. Se non la dicessi, come una donnola prigioniera in una gabbia di carne, come un cuore
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verità ad una certa linea piú amara della bocca, ad una luce piú mesta degli occhi. Fu quel mostrarsi nel volto, da una parte, e nel raccogliere sulla
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chiocciola come la punta di una pantofola. I nove marinai, lanciandosi ogni tanto brevi richiami con voci acute, fischianti, regolavano le vele per raccogliere
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era quella una passeggiata: i due frati pittori raggiungevano Prato per diversi lavori, che li avrebbero laggiú trattenuti almeno tre mesi, o forse
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di averla, la sua felicità. Era una monaca di corpo grande, mente aperta e serena: di carnagione linda e rosata, il volto quasi tondo tendeva al
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mi perdoni Iddio, perché non ti volti a guardare ogni donna, come sempre fai, a tua gran colpa. — Una malattia forse ce l'ho, mio buon fratello
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mio figliolo...» Di questi pensieri ti chiedo perdono: ma era il timore per la sofferenza di Madurer che li stillava nella mia testa, cosí come una
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e sicura, tremava come se le parole da scrivere non fossero la grave e piatta sapienza di un padre scolastico, ma quelle di una lettera di sposa
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, come facevano le bambine, spostando rapidamente la mano sul volto. E poi, sempre toccandosi, riassunse in una le due parti del gioco:
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in alto, dove una mezza dozzina di tortore, spruzzo di caglio in cielo, vorticavano bianchissime. Cercò di non pensare al frate pittore e alle sue mani
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volto, una veste azzurra, il collo bianco... Fin dal principio aveva progettato di fare in modo che, nonostante il divieto, Lucrezia vedesse come lui
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14. Bastò poi un breve messaggio, un appuntamento alle prime ombre, cavalli pronti, una strada per la collina, una casa di contadini amici e discreti
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garza bianchissima entrava una luce abbondante e uniforme, che riempiva lo spazio come un latte gassoso. L'unico accesso dal resto del palazzo era la
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concordato. Scomparve il bianco della prima parete, e al suo posto ci fu una parte montagnosa del mondo, uno spazio ben distribuito tra il vicino e l'infinito
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, un'intensa striscia azzurra, a tratti increspata, splendeva sotto il diverso azzurro del cielo. Nuvole gonfie ne coprivano una parte, venendo da lontano
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9. Una notte Madurer si svegliò gridando. Sakumat e Alika lo trovarono sudato, aggrovigliato a se stesso nel letto, in un dormiveglia violento e
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10. — Sai, Sakumat, prima avevo pensato di fare il mare anche nella terza stanza, — disse Madurer, descrivendo con la mano una linea orizzontale
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qui e là una grossa lepre avesse saltellato, o si fosse acquattata ad annusare i pericoli del campo. E il prato assorbiva quelle diversità come una
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brucare e camminava lentamente lungo quelle file aride di pietre, chinandosi ogni tanto a sfiorare con le dita una sporgenza tagliente, o la consistenza
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li per via di terra una carovana che risalga la Mariza e l'Ergene, lungo l'antica pista. In meno di dieci giorni sarete a Costantinopoli, senza
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burban tenendo una mano del figlio fra le sue, — avevo promesso un dono per la tua undicesima festa, e ti avevo annunciato una sorpresa, perché l'attesa
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; sottili ornamenti d'oro lungo il bordo, e per polena una testa di cavallo di metallo lavorato, con la criniera di argento massiccio. Come tutte le navi dei
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minareti, padiglioni chiari e catapecchie brune in contrasto, si rilevò: fiori una vastità orizzontale e complessa di vite, segni, movimenti, presenze
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profumato che scivolava nello stretto come una seconda corrente, portando gli odori dell'Asia a mescolarsi con quelli del Mediterraneo. Sulla costa di fronte
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contiene una richiesta per te. Se per qualche ragione o timore tu non vuoi essere posto davanti a una scelta, io me ne andrò dalle tue stanze, e tu mi
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