I. Elemosina triste di vecchie arie sperdute, vanità di un'offerta che nessuno raccoglie! Primavera di foglie in una via diserta! Poveri ritornelli
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capelli una ghirlanda! Le mie piccole mani sono pure come quelle dei santi di cera; amo le creature non so che una povera preghiera». Le fontane cantano
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insonne, con le stelle morte?» Chiarità di una lama, o tu che fendi l'ombra maligna: io t'offro il mio cervello oscuro e tristo per disegni orrendi. Io
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lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il nostro dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo
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Il mio cuore è una rossa macchia di sangue dove io bagno senza possa la penna, a dolci prove eternamente mossa. E la penna si muove e la carta
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cuore di un usuraio, canora come l'anima di un fanciullo. Era la finestra di una torre in mezzo al mare, desolata terribile nel crepuscolo, spaventosa
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