Un giorno la mamma s'accorse che nella dispensa c'era stato un topolino a rosicchiare una mela e una coscia, di pollo. La mamma pensava: -Se potessi
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C' era una volta un asino piccino piccino e tanto bello e si chiamava «Vip». Tutti gli facevano le carezze e gli dicevano: - Come sei bello, Vip
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subito aveva raggiunta l'amica. Il lettino di Bebè era di ferro, aveva un bel materasso di lana, le lenzuola sempre di bucato, una coperta pesante per
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monelli di strada, che sono la disperazione delle loro povere mamme. Un giorno vennero alle mani e si azzuffarono, come al solito, per una sciocchezza
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vero niente di tutto ciò. Lo chiamavano «Spaccamonti». Una sera la sua mamma lo mise a letto e ritornò in cucina per rattoppare i calzoncini del figliolo
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meglio lo spago, ma si buscò una buona graffiata proprio vicino all'occhio destro. Se l'era meritata!
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per la casa in cerca del portapenna. - Chi me l'ha preso? Chi l'ha visto? - gridava. Dovette andare a scuola senza averlo trova, e finì col dire una
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tua? - Enzo non rispose. Diventò rosso rosso come un peperone; e tutti capirono ch'egli aveva detto una grossa bugia. Così ormai nessuno gli crede più
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il burro. Assaggia una, assaggia due, assaggia tre volte... finì per mangiarselo tutto. Ma ora è là nella sua cuccetta, e guaisce, guaisce perchè sta
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subito la Maria. - Io voglio bene all' una e all'altro perchè sono tutti e due buoni e bravi - concluse la mamma. E i ragazzi trovarono che aveva
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Proprio! c'erano una volta cinque fratellini che si volevano un ben dell'anima, e stavano sempre l'uno vicino all'altro. D' estate andavano a spasso
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bel paio di calze quasi nuove, s'accorse che avevano una smagliatura. Oh, mamma! - esclamò la piccina - come faccio! Le mie belle calze sono già rotte
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, che dormiva ancora la grossa. Prese una bottiglia d'acqua di seltz, si accostò pian piano al viso di Gigetto e ...sbrif! Figuratevi come rimasero
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L'Emilia e la Maria avevano preso una buona abitudine. Si alzavano prestino, e, prima di andare a scuola, facevano ogni mattina una corsa nel
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infilò una per braccio. Quindi salì sulla tavola nella sala da pranzo, e poi cominciò ad agitare le braccia con le due sottane che facevano da ali
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. - E scriviamo una bella lettera! - suggerì la Maria. I ragazzi erano d'accordo. Pensarono e scrissero insieme la letterina senza copiarla e senza
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Gennarino era un bimbo sciocco e antipatico, perchè aveva sempre paura. Se gli dicevano di fare una data cosa, rispondeva - Non sono capace; ho paura
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un'amica della mamma Corrado, il signorino «Toccatutto», secondo il solito, cominciò a curiosare. In un angolo della stanza v'era, sopra una mensola
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non aveva che una bambola di stracci. Ma era contenta ugualmente, perchè sapeva che la mamma sua non aveva danari per comprargliene una di porcellana
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bene; e la maestra era ben contenta di avere una scolara di più educala e gentile.
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Tutti i ragazzi circondarono la carrozzetta. Anche Lucio e la Maria, tenuti per mano dalla mamma, si avvicinarono. Una bella capretta dal pelo lungo
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I. Il babbo scrive alla Lisetta e alla Bettína. Un giorno la Lisetta e la Bettina, due buone e care sorelle, ricevettero da Parigi, una città lontana
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Un giorno la signora maestra cundusse tutti i suoi scolari a fare una passeggiata fuori di città. - Che bel sole! - dicevano i ragazzi tutti contenti
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Quel birichino di Tonino aveva il brutto vizio di alzarsi ogni momento da tavola anche se vi erano invitati. Ma un giorno gliene capitò una che non
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Anche la Luisa aveva una bambola. Gliel'aveva regalata una signora che abitava nella stessa casa. La Luisa, felice, voleva insegnarle tante belle
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letto della povera ammalata e la curò come una donnina. Non fu contenta che quando la vide guarita.
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bestie! . . . . » 26 Un difetto di Lucio . . . » 27 Piccolo bugiardo . . . . »28 Sbadata . . . » 29 Una scorpacciata di Fifi . . . »30 Buoni e bravi
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bambole le scolare. Maestra e bidella fabbricarono una cattedra. la cattedra I tavolini e le sedie della stanza da pranzo di Bebè, la bambola, facevano
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