UNA FAMIGLIA DI TOPI CONTESSA LARA UNA FAMIGLIA DI TOPI ROMANZO PER I FANCIULLI ILLUSTRATO DA ENRICO MAZZANTI TERZA EDIZIONE FIRENZE R. BEMPORAD &
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, che aveva passato tutta la vita a bordo, dall' età di dieci anni fin quasi a' sessanta; e quella era una storia piena di peripezie inaspettate, d
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, aveva acquistato egli pure i loro modi garbati. Un giorno, soltanto, ne fece una assai curiosa, che ricordò ai signori Sernici la sua origine plebea
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vicino e farci coraggio), c' era la famiglia Delpiano, composta solamente d' una giovane vedova, buona come un angelo, e del suo figlioletto Vittorio
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fiori di una forma inaspettata, dai colori vivi e smaglianti. La mamma di Rita e di Nello, ch' era una bella signora ancor giovane, e si chiamava la
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alla morte, raccontavano ai piccini tante cose bizzarre, che avean messo una vera febbre di novità in corpo a Moschino. Mentre alla descrizione di
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sempre una cosa che fa battere il cuore più forte del solito. E il cuore di Moschino batteva forte davvero. Le scale gli parvero eterne, benchè
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gli fece dar un balzo a dietro: era una lucertolina color di smeraldo, che corse via come se avesse visto il diavolo. - Chi sa che signore sarà, così
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come una grandinata. A un tratto, Moschino sentì accanto a sè qualcosa che lo solleticava leggermente. Si volse. Era un topo comune, d' un bigio cupo
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arnese, in paragone di sè stesso, non lo avrebbe nè anche degnato d'una risposta, se le circostanze fossero state diverse. Ma lì, in quel tristo luogo
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- Pietà! pietà! - singhiozzava nel suo linguaggio. - Mi straziano, mi divorano! Ah, orribile! orribile!... - Moschino tremava come una foglia al
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Rita chiamare con voce di pianto: - Moschino! Moschino! Dove sei, Moschino mio? - Ma la suppose una cara, un' ultima illusione della sua fantasia. Come
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quel lume gittava a quando a quando de' riflessi mobili e vivi. Una voce, la voce cara e dolce che il topino fuggiasco conosceva, gridava davvero
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badò più che tanto; ma una mattina che la Rita lo prese in mano e gli sollevò il pelo, lo vide tutto così scorticato, che faceva pietà. Gli eran
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porgeva un biscotto, una fetta di pera, un po' di latte nel piattino, un po' d' erba: tutta roba fresca, che faceva bene al topino malato di calore. Per
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dopo, una pallottola di zucchero in ricompensa de' begli esercizi, fatti con tanta precisione. - E questo? - badava a dir Vittorio, indicando Moschino
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buon cuore e, per solito, anche abbastanza ragionevole; ma l' esser egli figlio unico d'una madre vedova, la quale non vedeva che per gli occhi di lui
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cuore duro più del macigno. In quel momento una testa ricciuta di bimbo s' affacciò al balcone di dove la bestiolina era precipitata: era Vittorio. Gli
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queste birichinate! La Lilia, invece, è una sorcetta disamorata verso di noi! - Il ricordo della Ninì era sempre accompagnato di sospiri e rimpianti
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con te, fuggirei dove tu volessi, anche a costo di patir la fame.... - A questo punto Dodò, che aveva udito abbastanza, fece capolino tra una bottiglia
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una manuccia, posandola su l' orlo d' un vassoio caldo; ma divorava lo stesso, come un affamato, un pezzo di carne grassa: la Caciotta e Ragù
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Nello affettò una pera, e pigliando il centro pieno di semi, lo porse al nuovo venuto; che si mise subito a mangiarlo con bel garbo e buon appetito
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uscita, vivente e sorridente, al colpo di bacchetta d' una fata, da un ventaglio di carta di riso con le stecche di lacca intarsiate. Nello, egli
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parenti, rapiti all' idea d' assistere a una festa così completa di bimbi e di bestioline. I genitori e i parenti non sapevan che rispondere; ma
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A Rita e a Nello la mamma aveva data una graziosa canestra con un coperchio ricamato in lana a rosoni rossi per farne un nido ai loro nuovi piccoli
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ridotto il pelo di tutti i colori fuor che bianco, e più ruvido d' una spazzola di saggina. I ragazzi, aiutati da Letizia, prepararono una catinella d
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Caciotta, tutta contenta d' esser tanto bella agli occhi del suo sposo, gli sussurrava alla sua, volta, perch'era anche una gran buona topina
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persone a modo, l' uno da una parte, l' altra dall' altra, e cominciarono a mangiare adagino adagino, senza mostrarsi troppo avidi, appunto come
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- Guarda chi t' ha rubato i tovaglioli.... - La Caciotta! Ah, birbona d'una Caciotta! - esclamò la donna, e buttatasi in ginocchio, s' affrettò a
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Allora, ma allora soltanto, una testina nera e irrequieta s' affacciò timidamente di dietro un divano; fiutò l' aria in giro per sentire se c'era
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regalatale un giorno di Natale dal babbo; una puppattola che pigiata un po' sullo stomaco proferiva distintamente: papà e mammà con una vocetta nasale
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, spiccava un saltino, e su, tornava a rincantucciarsi fra' suoi libri per dormirvi qualche ora prima di ricominciare a mangiare. La Lilia, una topina che
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descriveva con la rozza semplicità degli uomini usi a non far complimenti nè con la vita nè con la morte. A una certa pagina si vedeva il bastimento
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sciocco della compagnia. Non intendeva nulla, non si curava di nulla: zuccone come ce n' è pochi, stava delle ore e delle giornate intere sur una
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, sopra ogni cosa, eran la sua bellezza: certi occhi lunghi, obliqui come quelli d'una donnina
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a nessuno, nè pure a Rita, che la trattava ancor più amorosamente degli altri, per via di quel caratterino afflitto che la faceva parere una
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mai.... - Nello portò trionfalmente Moschino al padre. - Ecco chi sonava, babbo! - diss' egli ridendo come un matto. - Ma, signor Moschino, lei una ne
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trattar il conte come trattava la Rita, e subito si mise furiosamente a baciarlo, a baciarlo, senza lasciargli tempo di dire una parola. Con uno
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' era fatta una cuccia di giornali vecchi, dove andava a sonnecchiare dopo la colazione fino all' ora del pranzo. Fin da' primi giorni aveva dimostrato
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, e amava i comodi e il benestare: oh quello sì! Specialmente dopo che una volta, per fare un salto da una sedia su la tavola da pranzo, era ruzzolato
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' libri? - Imparo, zì, zì, la storia de' topi che son vissuti prima di noi: una storia piena di buoni insegnamenti, che m' impedisce di fare troppi
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balzava in piedi; Moschino andava avanti, e tutti e due scivolavano dalla libreria e correvano balzellon balzelloni nella stanza da pranzo. Ma una sera, i
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fare, eh, canaglia?... Capisco che adesso mi toccherà una tirata d' orecchi, perchè il padrone non vuole ch' io morda nessuno; ma me la piglio di
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