leggere. Questa è una nota delle venticinque donne illustri, delle quali ciascuna di loro dee far la Vita: di contro ai nomi ci sono i numeri
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Trenta o trentacinque anni addietro era in Pistoja una scuola di signorine, della quale si onorerebbero anche adesso le più nobili città italiane. La
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una specie di sollazzo dopo studj più gravi; o si faccia fare, ogni tanto anche a' giovani per aguzzar loro esso ingegno con qualche diletto (il che
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"Signorine, stieno attente: alla signora Sofìa che ha nome di una imperatrice, ho dato a raccontare la vita di una gran principessa; e son certa che
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La lettura di questa ventesima seconda domenica toccava ad una giovinetta chiamata Olimpia, figliuola d'un negoziante assai ricco; buona e studiosa
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"Stamani, mie care compagne, debbo raccontarvi la vita di una gran donna, di sangue reale, e famosa poetessa: l' argomento è troppo grave alle mie
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lei; come fu celebrata la sua memoria da molti letterdti in una raccolta di poesie intitolata: Il Pianto di Apollo." Finita la lettura, e cessati gli
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Felcèti. La direttrice aveva detto alle sue alunne che sarebbe stata una bella cosa, se tutte venissero vestite ad un modo, con semplice abito bianco
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"Nella città di Pistoja viveva, non troppi anni addietro, una donna chiamata Enrichetta, che potrebbe portarsi ad esempio delle buone mogli e delle
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; ed una signora si mise in capo di guarirlo da tal brutto vizio. Andava egli a dar lezione di musica ad un suo figliuolo: una mattina, arrivato all'ora
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volta vi parlai d'una infelice regina, ora vi parlo di una egregia poetessa, e virtuosa vedova. Questa fu la Torquinia Molza, nata a Modena nel 1542 da
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"Quando una donna acquista lode di casta vedovanza, è da reputarsi quasi un miracolo, essendo pieno di pericoli e di difficoltà sopra tutti gli altri
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nobile monumento, con una epigrafe in versi latini, che invita il visitatore " a spargere rose e lacrime, perchè quella tomba chiude una donna, che ebbe
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ultimi anni tenne a capo del letto le sue armi cariche e in una data occasione si mostrò abile ad adoperarle intrepidamente. Arrivata a' cento anni
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se si contentava che la dissipasse con una novelletta; ed avutane licenza, incominciò tutta lieta:
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ha ridotto a memoria una novella, che spesso mi raccontava il povero mio nonno, e che ora la vendo a voi come l'ho comprata. "In uno dei pubblici
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"La valente donna di cui oggi mi tocca a parlarvi, valorose compagne mie, si appella Anna Maria Arduino, una delle più rare donne del suo tempo
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Università che non le offerisse una cattedra. Lo stesso imperatore Giuseppe II, passando per Bologna, andò a farle visita, e le disse parole amorevolissime
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"Sei mesi fa, mie care compagne, incominciò la signora Isabellina, ebbi a ragionarvi di una duchessa, illustre massimamente per la prudenza e per l
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loro natura, con l' andar del tempo sono assai scaduti. La qual cosa è pure affermata dalla Bergalli, in quella lettera dedicatoria di una commedia di
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vera carità cristiana, essendo vissuta e morta per essa. Ell'era una povera donna, che campava a stento co' lavori di cucito: era poverissima di
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direttrice, mie care compagne, ha voluto ch' io vi narri oggi il valoroso atto di una fanciulla pisana chiamata Cinzica, il quale appena si
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giudicati una gran bella cosa; e quando, poco di poi, andò a Brescia, dove già sonava la fama di lei, vi fu accolta come un miracolo di donna, da
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la loro conversazione era lieta e piacevole; ma quando capitava l'occasione di farla diventar grave e dotta, avendo ciascuna di esse una memoria di
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il mio cuore e lo tratto proprio di gusto. Vi parlerò di una donna nobilissima, di alti spiriti, o operatrice di fatti magnanimi, dico della Clarice
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parlarvi di una donna valentissima e perfino laureata in legge. Basta, Dio m' ajuterà, e voi sarete benigne agli spropositi che dirò. "La illustre
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Lambertini una tesi, avendo sette professori che le argomentavano contro, a' quali rispondeva in lingua latina, ch' ella parlava con invidiabile
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sarà un miracolo, sarà però comportabile. Ascoltate, chè la Livia comincia a leggere. "Stamane mi udirete parlare di una mia concittadina, che ebbe gran
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sedere sulla solita poltrona, ed a voce piuttosto alta cominciò "Onorandi precettori e valorose compagne, a me tocca di raccontare le virtù di una
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tentare di farle prender la laurea nell'università di Bologna; e la mandò là accompagnata da una zia e dal precettore dove osservata e carezzata da tutti
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da una giovinetta italiana e studiosa? Codeste sciocche bestemmie le lasci dire a quegli stolti, i quali, ignoranti di ogni cosa buona, ignorano
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che una signora è allo specchio, sarò più chiaro e più proprio che dicendo è alla toelette; e, quel che conta più di tutto, sarà italiano: e se loro
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La signora Sofia, senz'altro preambolo, cominciò la sua lettura così: "Da una gran principessa sono discesa a parlare d'una scrittrice di commedie, e
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La signora Olimpia, alla quale sarebbe toccato a leggere questa domenica, non potè venire all' Istituto, perchè si era ammalata d' una assai grave
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"Stamani non udirete parlare nè di un' eroina, nè di una, filosofessa o professora nè di una grande artista; ma di una rara donna, che avrebbe potuto
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essere stata una commediante; ed ora che le toccava a parlare d' una cantante, andò al suo luogo con un risettino sardonico, e cominciò: "La signora
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maturo, ed ornata di buone lettere. Due raccolte di sciarande e logogrifi ho veduto io a stampa, nè so se altre ce ne abbia, l'una di Prato stampata
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diverse epistole, tra le quali una a papa Martino in lode del suo pontificato, che, non solo fu tenuta cosa eccellente dal Papa e dal Collegio dei
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Tra le fanciulle dell'Istituto pistojese ve n'era una milanese di origine, ma di famiglia accasata da molti anni in Pistoja: una giovanetta su
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la solita lettura, la qual toccava ad una vaga ragazzina, chiamata Elisabetta: la quale, come avete udito, si vergognava a leggere in pubblico; ma che
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solito; e subito fecesi avanti una ragazzina vaga e manierosa, la quale senza farsi pregare si pose sulla poltrona o incominciò: "La illustre donna onde
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"Signorine, le prego di star attente, chè oggi la signora Giannina, racconterà la vita di una santa donna genovese, la quale è l'esempio delle buone
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coronazione di Carlo V, andò a stare per qualche tempo a Roma, e nella sua casa formò una specie di accademia, dove erano scritti i più insigni letterati
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La lettura decimaquarta fu fatta la domenica quindicesima dell'anno, perchè ci era stata la Pasqua di Resurrezione; e toccava a farla ad una
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"Oh! stamani voglio un po'dir la mia anch' io" "E che vuoi dire? "Sentirete. Ci sarà descritta la vita d'una brava ricamatrice; ed io vo' far certe
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Anche questa domenica le alunne dell'Istituto eran raccolte da un pezzetto nella sala, e non si vedeva comparir la lettrice, che doveva essere una
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fusse italiano, la diede a Don Fabio Moncada siciliano, assegnandole una dote di 12,000 scudi, con un'annua pensione di 1000 scudi, trasferibili ad uno
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tutte, su quella dovesse essere anche più. E pur questa volta toccò ad una signorina chiamata Livia, la quale, senza preamboli, cominciò: "La donna
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chi le diceva una cosa, chi un'altra, quando il maestro, fatto cenno con la mano che si tacessero, disse: "Queste signorine hanno fatto bene ad
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così cerimoniosa, che tra baciar la mano, inchini, riverenze e paroline melate, era una morte l' averla dattorno. La maestra spesso l'ammoniva che è
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