Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Penombre

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Praga, Emilio 37 occorrenze

Giovinettina bruna come una bruna notte, e malinconica come la luna! Io mi chiamo l'amore, l'amor mi chiamo, e sono il raggio e il gaudio del primo

poesia

La caravana dei desiri miei verso di voi salìa, donna divina, come una fila di camelli ebrei al limitar di mistica piscina. Oh se giungeva ad

poesia

E teco errando, pallida Sofia, come una chiesa, era piena di squilli l'anima mia ; come una selva era piena di trilli l'anima sacra alla malinconia

poesia

, alla luce dell'allegra festa, vidi brillar quella tua bionda testa, e sui tesori del tuo petto ardente piovean collane di perle d'Oriente, e in una

poesia

profumo dei fiori e dei vini; le gonne di seta, nell'ombra compresse, con lunghi bisbigli ridevano anch'esse. E Lisa, una pallida dall'occhio di foco

poesia

torso di un ginnastico e una mesta vetrina dove la mano infusero di un'etica bambina, vidi una cosa orribile vidi di un uomo il feto; quella tomba

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solo l'alato padre; si accovacciava nel nido ogni sera e tal sciogliea nell'aria la canzon solitaria, che davver somigliava una preghiera. Egli

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nelle ville, tutto è fremiti e scintille, tutto è palpiti e splendor. Musa mia, tu se' una mummia, nel mio cranio, orsù, ti sdraia; tavolozza, si

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Ancor vederti sembrami le braccia dimenare come una giovin rondine che tenti di volare, povero bimbo, piccolo cadaverin sepolto! Quel tuo vergine

poesia

Stanco son io di splendidi cieli e fronzute piante; mi annoia lo spettacolo di una beltà costante; venga il dicembre, ed operi un cambiamento a vista

poesia

disposti in vedetta. Pur questa notte una mano furtiva l'innaffiatoio rubommi in giardino! (Se fu per fame che alcun lo rapiva, Iddio nol vegga l'agreste

poesia

, ad una ad una, le pescheremo per cercar fortuna. Pietà per l'uom che pescherà la mia!... É una scarna che chiamano poesia; la è bella, e buona, ma la

poesia

arboretti è un lottar di equilibrio e di scambietti per non schiantarsi, agli schiaffi potenti opponendo gli inchini e i complimenti. E una lepida quercia a

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armoniosa più non udii fra i tremuli arboscelli, e la selva restò muta e pietosa su un nido di orfanelli. Quand'ecco di fanciulli una brigata che

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paludosi epitalami, e quando sembra, se volto in su l'irta mascella, la punta del mio sigaro una stella; quando gli archi lombardi del monastero, con

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natura, nella tua dolcezza chi mai le sventurate anime arresta?.. Il poeta languìa per l'amarezza, come un uom che morisse in una festa.

poesia

sul profumato petto come una stola. Io sospirava: - Tu porrai sovr'essa molte maschere ancor, ma è tempo perso: la malizia dell'uomo è profetessa, passa

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, la donna ha l'occhio languido e profondo, il focolare è una chiesetta d'oro. Mentre il suo raggio acuto e rubicondo cresce e svanisce, lottando col

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. E in mezzo ai santi, candido di fedi e di speranze il giglio fui; foglia a foglia mi han l'anima spartita... Ma una perla trovâr fra le mie spoglie

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profili del largo, augusto petto. E allor pensai che poiché brilla il sole sulle paludi e sulle verdi aiuole, irradiar poteva in una festa la pura

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Il marchio aspetto delle bianche chiome, a cinque lustri errando nella vita, vecchio come una quercia, e affranto come un sibarita. E lo sa Iddio se

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l'amai! Ma le trombe di Gerico tacquero una mattina: sparve dal ciel degli angeli la tinta porporina, e innanzi a un muro orribile torvo piantossi e

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rive dilette, le vette - le strette battute dal cor? Lo spettro novissimo spalanca la bocca; fratello, raccontami se il vaso trabocca; la tomba è una

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chioma dalla negra tinta: forse vi intreccia mammole a quest'ora qualche beltà nel gineceo discinta. Ed io che le avea fatto una canzone alla povera

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qualche volta piango: giacché più del mio pallido demone, odio il minio e la maschera al pensiero, giacchè canto una misera canzone, ma canto il vero

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di giornate regali il don mi offria. Un giovin Sire senza scettro d'oro, ma cui nutrian d'aromi e terra e cielo, e una corte di sogni e di speranze

poesia

l'Ideal che inseguo, e per le lagrime che Iddio mi serba; o giovinezza che già muti nome una pura armonia spirami ancora, un inno alato; pria che il verno

poesia

rischio si caccia un vile; se, ubbriacandomi come un idiota, conquisto i meriti di un'arma vuota, e posso credermi una locanda dove un incognito vive e

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vedrai venir ridendo a te; e dirti: il ciuco e il ninnolo, il masso e la beghina, son scesi a conciliabolo, una bella mattina, e han giurata impossibile

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antico, chiesi novelle: moribonda l'una, l'altra al letto davanti a pregar la madonna e tutti i santi. L'ammalata morì; fu un epitaffio breve alla porta

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invecchiar. Sarò il padre prior de' miei peccati, e una regola nuova inventerò; i miei pensosi e pallidi affigliati senza scelta di sesso annicchierò; primo

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abbaglianti, ammiccan gli occhi i santi e parlano fra lor. - Ahimè! - sussurra il martire che da una nicchia brilla: - uno spruzzo acidissimo mi entrò nella

poesia

bosco de' tuoi dilemmi? E le tue muse ?...attendono forse, per ricantare, che poggi il mobiliare una cima immortal? Tuo forse è il Dio cui volano il

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, l'orto ecco, e la oscura stanzetta della sera, ove lasciai partendo una pittura; ecco la croce nera, e i santi scarni appesi alla parete, taciti amici

poesia

! Guardate: è l'uom che sanguina da una terribil piaga; è l'uom cui l'astro suscita e cui la mota indraga; è l'uom cui l'irco secolo disse: - Per me

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, e tu m'intendi e taci: le tue carezze sono unguento steso, nettare i baci. Con te la vita è placida fiumana Che i burroni scordò onde discese: una

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brutta scena non vegga il giorno. Si terse una lagrima - poi disse : - o signore, di tenero cuore - la mamma vi fe'! Ebben, tante grazie - lasciatemi

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