Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 85 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Cipí

206476
Lodi, Mario 16 occorrenze
  • 1995
  • Edizioni E. Elle
  • Trieste
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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altrove —. E i due passeri risalirono sul tetto. — Amici, — spiegò Cipí. — Il boccone è un tranello, dobbiamo lasciarlo là. Andiamo via! E si slanciò

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— All'attacco! — urlava una nuvola alle compagne. — Sterminateli tutti! — ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole. Le nuvole

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In un altro cortile c'era un pollaio socchiuso, ma la casa dell'uomo era vicinissima: dietro i vetri si scorgeva la sua testa che tratto tratto

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venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che gli aveva raccontato la mamma. Il gatto era coricato su un fianco, con le zampe in fuori che

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Come tutte le cose brutte, anche l'inverno un giorno fini. Palla di fuoco, che aveva fatto una cura ricostituente, si era irrobustito e una mattina i

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Una mattina che mamma passera non c'era, Cipí scappò fuori dal nido e saltò in cima al camino e vide un buco fondo fondo e nero come il carbone. E

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entrarono nel grande albero fiorito, si posarono su un ramo e una vocina disse: — Ahi! mi fai male! — e subito un fiorellino si staccò e cadde a terra

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che allungava la testolina fuori dall'erba per farsi baciare da un raggio di sole. — Chi ha parlato? — disse Cipí. Il fiore, a quella brusca domanda

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aveva gli artigli e lui, zaff!, mi saltò addosso e mi strappò la coda. In quel momento i passeri smisero di ascoltare, spiccarono un volo basso e

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e, infilato il verde grembiule di fatica, erano indaffarate a nutrire i frutti che crescevano un poco ogni giorno sotto la carezza del sole. — Palla

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In pochi giorni cominciò a muovere l'ala, a uscire dal cespuglio, a fare i primi voli. Salita su un piccolo gelso apri le ali, gonfiò le piume e si

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! — Che c'è? — chiese Cipí sporgendosi fuor dalla tegola. Ma dovette ritirarsi in fretta, perché un altro vento, venuto dal mare, furioso gridava: — Uuuuu

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Un mattino, mentre il vento faceva un pisolino sul fondo della vallata, le nubi si strinsero fra loro come tanti pecoroni. — Sorelle nuvole

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Passerì si abbracciarono dalla gioia e andarono a svegliare gli altri, poi insieme fecero un giro esplorativo sulla campagna che, se non fosse stato per la

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Una fredda sera che il sonno tardava a venire, Cipí si sporse dalla tegola e vide un fatto straordinario: nel muro della casa di fronte c'era un buco

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Si fece un silenzio di tomba. E Cipí raccontò: — Fu ieri sera: stavo aspettando il sonno quando vidi calare sul tetto due stelline che con belle

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Lo stralisco

208606
Piumini, Roberto 34 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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I. Viveva nella città turca di Malatya un pittore di nome Sakumat, non giovane ma nemmeno anziano: aveva l'età in cui gli uomini saggi sanno stare in

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9. Gentile iniziò la notte inquietamente. Tentava di separare le cose nel pensiero, metterle in un ordine qualsiasi, per contemplarle con qualche

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aveva lavorato poco piú di un'ora davanti ad un Imperatore silenzioso ed immobile, che solo attraverso Kama Katuray riceveva le comunicazioni del pittore

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l'ipotesi di un macchinoso gioco di specchi che raddrizzasse l'immagine della dormiente, pensò a una soluzione elementare: sdraiarsi sul fianco, a

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un alone floreale, nella quieta luce delle torce, in un profumo di arance. — La benedizione di Allah scenda sui tuoi occhi, signore, — disse la

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muovevano nelle tre stanze, sedevano al basso tavolino che, oltre al letto di Madurer e un basso e lungo scaffale, era l'unico mobilio. Madurer era un

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, e si stese a dormire con un respiro simile al rantolo. Smaniò per qualche minuto, sudando, cercando aria e frescura. Nel buio si tolse ogni indumento

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corridoi del palazzo, che in parte Gentile conosceva. Arrivati ad un enorme cancello di legno scuro e lucido, che dava su un chiostro, l'uomo in nero tolse

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18. Quell'invito assoluto, mite, riportò Gentile nel terrore. La puntura al collo non si spostava, come un neo doloroso sulla pelle del pittore. La

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farti sanguinare l'anima, è necessario che dica la verità. Se non la dicessi, come una donnola prigioniera in una gabbia di carne, come un cuore

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alla fine del corrente, e poi invece si spostava oltre uno nuovo, generato per questa o quella bravura del pittore. Finché accadde che un giorno, di

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palme come un piccolissimo dono segreto. Vagò con gli occhi sulla bassa volta colorata dell'abside, poi scese sulla croce dell'altare. Da un mese

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. Poiché ti amo, voglio però dirti che per me questo è uno dei momenti che fanno cambiare strada... Un momento di gioia e di croce. Fra Diamante lo

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quattro passi dall'ingresso, sedeva suor Marta, con il volto abbassato e le mani posate, una accanto all'altra, sulla veste bruna. A sinistra, un poco piú

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provvedevano a quel lavoro, il burban fece chiamare il pittore, e cosí parlò: — Ti ho chiamato nella mia casa per fare a mio figlio un dono insolito... Ora

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mente come un canto appena imparato: le riascoltava nel pensiero talvolta per il significato, talvolta per il suono, e all'uno o all'altro la riprendeva

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Firenze: i capelli già raccolti a cestino... Un'immagine non chiara, simile a quella di un fantasma, o di un morto. Tentò di pregare. Chiese a Dio e

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lavoro mancasse qualcosa, qualche luce fosse imprecisa, incerto un colore: pur essendo quello il migliore dei ritratti fino allora eseguiti, mancava

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14. Bastò poi un breve messaggio, un appuntamento alle prime ombre, cavalli pronti, una strada per la collina, una casa di contadini amici e discreti

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garza bianchissima entrava una luce abbondante e uniforme, che riempiva lo spazio come un latte gassoso. L'unico accesso dal resto del palazzo era la

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2. Un giorno bussò alla porta di Sakumat un capoterra grande e grosso, che portava il basso turbante caratteristico delle vallate a nord di Malatya

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un azzurro trasparente, poi un verde azzurrato, orlato di sottilissime strisce di spuma. — Facciamo qualche pesce, Madurer? — Non è possibile, Sakumat

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, — perché il mare è grandissimo, e non ce n'è mai abbastanza. Pensavo che ci avremmo messo qualche isola, e altre navi: era un progetto che mi piaceva

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11. Sulle pareti della terza stanza nacque il prato, ed era un prato a primavera. L'erba di un verde fragrante era entusiasta, corta e compatta; i

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con il recinto delle pecore. Poi vedo... — Un momento, padre. Quello che vedi, è proprio quello che hai già veduto? — Sí, mi sembra. No, aspetta

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pittore. Non aveva avuto altre crisi, ma le forze non erano tornate. Raggiunto un certo grado, anzi, avevano cominciato a diminuire. Lentamente il bambino

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«fratello» è dolce da sentire. Ti chiedo soltanto un cavallo giovane. Il mio era già vecchio quando arrivai: non sopporterebbe il viaggio fra le montagne

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dell'Egeo gli era divenuto pesante: ma ci vollero altre quattro giornate di prudente rotta, prima rasentando il Monte Santo, poi traversando d'un fiato

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3. Madurer era un bambino pallido ma non infelice. Sebbene avesse quasi undici anni, la vita rinchiusa aveva rallentato la fioritura del suo corpo, e

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Doge, muovendo il capo avanti e indietro in un assenso solenne. — Ma è il momento ora di parlarvi della ragione per cui io e gli Anziani della

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5. Costantinopoli e la sua porta d'acque gli vennero incontro come la scena di un sogno. L'odore mai interrotto di spezie e fiori si addensò, si

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Pagina 88

basse, a figure sempre piú curvilinee verso l'alto, tanto da imporre il senso ottico di un'evaporazione, di un espanso rigoglio luminoso. I colori

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Pagina 90

7. L'alloggio era completamente rivolto a Nord, verso lo stretto abbagliante, affollato di barche da pesca e da trasporto come un immenso canale

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Pagina 94

gentile amico, di parlarti di un altro motivo della tua venuta a Costantinopoli: doppia è infatti la ragione del viaggio che hai compiuto, come doppio si

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Pagina 97

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