Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il codice della cortesia italiana

184723
Giuseppe Bortone 18 occorrenze
  • 1947
  • Società Editrice Internazionale
  • Torino
  • verismo
  • UNICT
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desidereremmo esser definiti noi stessi: « È un signore! ». «È una vera signora! ». Purtroppo, però, è quello che meno spesso si ode usare: .il che

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», guardo il ballo con un certo senso di diffidenza. È uno svago simpatico, non lo nego; né alcuno mi deve insegnare quel che in esso c'è di elegante, di

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Pagina 200

È, per il gentiluomo, uno dei primi doveri. Recarsi a un convegno piú tardi dell'ora stabilita è grave mancanza di riguardo verso quelli che ci

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C'è un lutto del cuore, addolorato per una persona perduta; e ci sono i segni esteriori del lutto, ai quali non sempre corrisponde l'altro. Quanto

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un tempo in cui esso era l'elemento essenziale, indispensabile d'ogni connubio: ora - e non è certo confortante! - esso è divenuto un elemento, per lo

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Pagina 233

inviti si risponde subito, accettando o scusandosi di non potervi partecipare. Chi accetta deve farsi precedere da un mazzo di fiori: come è conveniente

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Ne ho già detto qualcosa: « Sarai accolto secondo che ti sarai presentato... ». Vi sono delle circostanze in cui ci presentiamo da noi stessi: in un

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da non aver da chiedere o da non aver da prestare. Le cose che si posson chiedere a prestito sono innumerevoli, da una somma di denaro a un libro; e

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Pagina 294

Si dice « bestemmiare come un Turco »; ma, in verità, bisognerebbe dire diversamente; perché, pur troppo, quella della bestemmia è un tristo

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Pagina 297

In verità, non mi par questo il posto piú adatto per un ricettario : ma poichè mi si è fatto osservare che un " Codice della cortesia ", destinato ad

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Né è possibile mettere in dubbio la necessità -ed anche la opportunità somma - della buona educazione. Un proverbio russo ammonisce: « Ovunque tu

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altri: dalle donne specialmente. Quanti riescono poco simpatici soltanto a sentirli parlare, perché hanno o un tono aspro di voce, o un tono

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Si dice che sono abolite; ma, in verità, sono piú in uso che mai. Un bene, o un male? La mia convinzione al riguardo è che esse sono l'olio

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La mancia è, come ho detto, la ricompensa per un servizio prestatoci; il regalo è uno dei modi - né, certo, dei meno graditi! - di dimostrare la

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Quest'atto di omaggio alle signore era, in generale, caduto un po' in disuso: in generale, perché, nel cosí detto gran mondo, è stato in uso sempre

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vista dell'educazione civile: molto per gelosia; un po' perché si son lasciati talora sorprendere in flagrante violazione delle leggi elementari

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visite, vi sono delle ore, direi quasi, proibite; per il telefono, tutte le ore son buone: quelle del giorno e quelle della notte! Un colpo di telefono

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Non v'e aspetto della vita di un popolo che non sia rispecchiato dal suo costume; né si modificano o si rinnovano atteggiamenti spirituali senza che

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Pagina III

Cosima

243679
Grazia Deledda 32 occorrenze
  • 1947
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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Presto arrivarono le bozze di stampa del romanzo. Cosima non sapeva con precisione di che si trattasse: credette che l'editore le mandasse un

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che maggiormente la confortò. Uno le mandò, da Roma - da Roma! - una piccola poesia d'amore, musicata, dedicata a lei. Ella aveva già un certo spirito

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parlò, non cantò piú. Fu come un grido d'uccello nella notte, un richiamo passeggero di usignuolo, illuso anche lui dal chiarore delle lontananze; la

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con una sua certa religione. Anche il pensiero per Antonino le si svelò, ad un tratto, quasi morboso. Perché perseguire una chimera inutile e, in fondo

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d'opera, un altro tirava fuori un pane, lo spaccava, si faceva facilmente versare sulla mollica un filo d'olio, e lo abbrustoliva sulla brace

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Questa volta la fortuna le arrise compiuta. Ella tentò presso un editore di una certa notorietà, che non solo accettò e pubblicò il romanzo, ma lo

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Eppure un fatto che aveva dell'inverosimile, le avvenne: un fatto che superò tutte le altre vicende accadute fino a quel tempo, che a lei parevano

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venuta bambina, da un tugurio di santi poveri, per badare al primo bambino dei padroni, che era morto dopo pochi mesi dalla nascita, ma lasciando il

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INTANTO continuava a scrivere, davanti alla piccola finestra ronzante di vespe. Ma era un po' disorientata, per le parole della madre e perché non

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riluceva e sorrideva. Dio era passato con un corteo di tuoni e fulmini, ma trovando gli uomini di buona volontà si placava e ritornava paterno. Andrea

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veduto un viso cosí nobilmente triste, accigliato e sereno. «Sono buone» egli disse, tirando su con le dita dell'altra mano le monete, e lasciandole

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potenza di volo: e se ne rallegrava, pur senza leggere gli Evangeli e le laudi al Signore. Quell'inverno, rigidissimo inverno, la fortuna parve un po

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quasi spaventata e non osava toccarle; le fece cambiare in biglietti di banca, e parte le depositò in un libretto postale; ma quando la madre vide il

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balconi fiorivano i garofani; un odore di erbe aromatiche scendeva dalla collinetta coperta di pini che chiudeva l'orizzonte di fronte alla strada. E la

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in una treccia che finisce con un ricciolo. I loro vestiti sono davvero buffi, con la sottana larga e lunga allacciata alla vita intorno alla

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Questa nascita, inoltre, portava un certo cambiamento di vita. Le due sorelle maggiori dovevano sistemarsi nella camera alta, per lasciar posto, nel

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indirizzata a uno spedizioniere della costa, che si occupa di caricare su un battello mercantile partite di carbone vegetale e di cenere spedite dal

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FU,quello, un inverno lungo e crudelissimo, quale mai non s'era conosciuto. Prima venne una gran neve che seppellí i monti e i paesi; davanti alla

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LA neve durò parecchi giorni; piú disastroso fu un periodo di pioggie torrenziali che per quattordici giorni diluviarono ininterrottamente

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alle finestre. Siedono per terra, in un lato della piazza, le erbivendole coi loro cestini di verdura: per lo piú sono serve, che vendono i prodotti

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della montagna, non solo, ma lo fece partire per un viaggio d'istruzione commerciale, con lettere di presentazione e raccomandazioni ai suoi

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L' ESTATE era certamente stagione piú felice. C'erano giornate caldissime, ma era un caldo fermo, quasi lucido, e l'azzurro del cielo, un po' basso

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del cortile, sotto le grandi stelle dell'Orsa le cui ruote viaggiavano verso un paese di sogno. Il servo malarico, riavutosi alquanto, si sollevava e

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chi invitava un altro a succhiarle il sangue vivo dal cuore; qualche volta la voce di una donna disillusa si alzava però ad ammonire le appassionate

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Pagina 55

Giusto e buono era il signor Antonio, e tutti lo amavano. Esercitava, senza volerlo, senza accorgersene, un fascino benefico su tutti quelli che lo

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Oltre ad Antonino, frequentava la casa un altro giovanissimo studente, già compagno di scuola di Andrea. Era un ragazzo smilzo, dal profilo rapace

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. Enza era già quasi una signorina, un po' strana, a volte taciturna a volte di una allegria insolente e isterica. Non si tardò ad accorgersi che lei e

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Pagina 65

E poiché la famiglia era in questo cerchio d'ombra, restava rassegnata, in attesa di vederla un giorno diradare. Con la morte del padre, Andrea parve

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Pagina 68

paterni, quasi tutti agricoltori e pastori, quindi patriarcalmente uniti alla terra e alla natura, un fondo di bontà, d'intelligenza, di filosofia, e

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La casa era semplice, ma comoda: due camere per piano, grandi, un po' basse, coi pianciti e i soffitti di legno; imbiancate con la calce; l'ingresso

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Pagina 9

festa della piccola Madonna. La leggenda raccontava che un vescovo, forse di Pisa, nel viaggiare per la sua visita pastorale nell'isola, colto da

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Pagina 92

Adesso Cosima è di nuovo nella sua casa melanconica, dove ogni cosa, dopo il ritorno dalla montagna, ha preso un aspetto piú triste, quasi di

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Pagina 99

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