(un gran movimento e un minaccioso grido di sorpresa.)
melodramma
(Allora un uffiziale si avvicina al fanciullo che, tutto orgoglioso, si impettisce imitando la posa di un vecchio soldato, lo esamina e con un gesto
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(La Contessa accenna che sì. Ed ecco i personaggi del carabas. Son tre: uno avanzato di età, con un esagerato manicotto, il romanziere; un giovane
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La Bersi viene ultima, tiene un ventaglio tragico detto «Sangue di Foulon» ventaglio che è un’opinione.
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(Gérard fa un passo minaccioso contro Fouquier Tinville, un urlo di sdegno scoppia contro a lui nell’aula.)
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La scena a destra: nel primo piano un altare dedicato a Marat, sopportante il suo busto, avanti al quale stanno appese collane di fiori appassiti
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(L’Incredibile si allontana affrettandosi urtando in un piccolo ometto sudicio che entra tenendo sotto braccio un gran fascio di carte: è il
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(All’entrare di Fouquier Tinville la folla si restringe e lascia un gran passo libero allo «sterminatore pubblico» che entra con un gran fascio di
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(succede un silenzio profondo.)
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La serra offre ora – sul finire di una giornata d’inverno del 1789 – un curioso aspetto; sembra un giardino colle sue statue di Bacco, di Flora, coll
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Ogni slitta ha ad un lato un nobilissimo ed elegantissimo signore che poi premuroso ajuta a discenderne, porgendole il braccio, la dama che vi è
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canna dal pomo d’oro. Passa, ed è un agitare di fazzoletti, cappelli, coccarde, berretti frigi; e un grido immenso erompe da tutti i petti – Viva
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(L’Abatino consegna ad un donzello la sua tazza.)
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Andrea Chénier siede tutto solo ad un tavolino in disparte.
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(Lontano un gridìo acuto e confuso da ogni parte.)
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All’alzarsi della tela, sotto i rigidi comandi di un arrogante e gallonato Maestro di Casa, corrono Lacchè, Servi, Valletti carichi di mobili e vasi
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(Gérard allontana un gendarme che lo divide da Chénier e lo abbraccia.
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(Ma, ad un tratto, una voce debole frammezzo alla folla grida. È una vecchia.)
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(L’Incredibile cautamente si porta più vicino ai due, nascondendosi dietro un albero.)
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(In quell’orrendo baccano, a un tratto, ecco lontano rullare i tamburi e grida di entusiasmi guerreschi – vere grida di amor patrio – echeggiare
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(Allora da quella folla dorata erompe un urlo di sdegno. Fléville si scusa colla Contessa. – L’Abatino è rosso e si agita a gran gesti, furibondo
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(ad un tratto Rodolfo esce in un grido di gioia ad un’idea che gli è balenata)
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Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A destra un camino. Una tavola, un letto, un armadio, quattro sedie, un
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Un crocicchio di vie che nel largo prende forma di piazzale; botteghe, venditori di ogni genere; da un lato il Caffè Momus.
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Un dì che Marcello di nascosto baciava un nastro dimenticato da Musetta, vide Rodolfo che nascondeva una cuffietta – la cuffietta rosa – dimenticata
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(si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, gettando con ira sulla tavola un pacco di libri
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(un cameriere porta il conto)
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(applaudono entusiasticamente: la fiamma dopo un momento diminuisce)
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Molta civetteria, un pochino di ambizione e nessuna ortografia…
melodramma
(Musetta porta un manicotto e Marcello una boccetta)
melodramma
(un cameriere si è avvicinato premuroso e prepara la tavola)
melodramma
(siedono a tavola, fingendo d’essere ad un lauto pranzo)
melodramma
Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno.
melodramma
Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico…
melodramma
All’alzarsi della tela c’è nel cielo e sulle case il biancheggiare incerto della primissima alba. Seduti avanti ad un braciere stanno sonnecchiando i
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì)
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(Ad un tratto Rodolfo esce in un grido di gioia ad un’idea che gli è balenata.)
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Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A destra, un camino. Una tavola, un letto, un armadio, quattro sedie, un
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Un dì che Marcello di nascosto baciava un nastro dimenticato da Musetta, vide Rodolfo che nascondeva una cuffietta – la cuffietta rosa – dimenticata
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(Si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Colline gelato, intirizzito, battendo i piedi, gettando con ira sulla tavola un pacco di libri
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(Un cameriere porta il conto.)
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(Musetta porta un manicotto e Marcello una boccetta.)
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Molta civetteria, un pochino di ambizione e nessuna ortografia…
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(Siedono a tavola, fingendo d’essere ad un lauto pranzo.)
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(Un cameriere s’è avvicinato premuroso e prepara la tavola.)
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Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno.
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Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico…
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì.)
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All’alzarsi della tela c’è nel cielo e sulle case il biancheggiare incerto della primissima alba. Seduti avanti ad un braciere stanno sonnecchiando i
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(Rodolfo prende un lume, ed apre l’uscio: Marcello, Schaunard, Colline escono e scendono la scala.)
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