Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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e gli ufficiali in faccende. Erano saliti a bordo allora  un  impiegato gallonato del porto di Montevideo e un medico, -
allora un impiegato gallonato del porto di Montevideo e  un  medico, - quello un omone con un fil di voce, questo un
gallonato del porto di Montevideo e un medico, - quello  un  omone con un fil di voce, questo un mezz'uomo con una voce
del porto di Montevideo e un medico, - quello un omone con  un  fil di voce, questo un mezz'uomo con una voce di gran
e un medico, - quello un omone con un fil di voce, questo  un  mezz'uomo con una voce di gran cassa; - i quali, dopo
tornare a prua. Sull'ampio castello centrale non c'era più  un  palmo di spazio vuoto: una folla fitta come un reggimento
c'era più un palmo di spazio vuoto: una folla fitta come  un  reggimento in colonna serrata lo copriva da un capo
fitta come un reggimento in colonna serrata lo copriva da  un  capo all'altro, non levando che un leggiero mormorìo. Il
serrata lo copriva da un capo all'altro, non levando che  un  leggiero mormorìo. Il cielo era rannuvolato; il fiume
sopra la riva bruna, rilevata dalla parte d'occidente in  un  colle solitario, il Cerro, memore di Garibaldi: un
in un colle solitario, il Cerro, memore di Garibaldi:  un  paesaggio vasto e semplice, che aspettava il sole, in
punto stesso mi svegliò  un  forte rumore. Non so se avessi dormito tre ore o cinque
dormito tre ore o cinque minuti. Nel camerino brillava  un  raggio di sole. Il rumore cresceva sopra il mio capo. Era
raggio di sole. Il rumore cresceva sopra il mio capo. Era  un  gridìo di gente che si chiamava per nome, un suono di passi
mio capo. Era un gridìo di gente che si chiamava per nome,  un  suono di passi affrettati, un tramestìo come all'annunzio
che si chiamava per nome, un suono di passi affrettati,  un  tramestìo come all'annunzio d'un pericolo. Feci un salto
un tramestìo come all'annunzio d'un pericolo. Feci  un  salto fuori: da tutti gli altri camerini uscivano i
nelle più profonde cavità del bastimento era sbucato fuori;  un  brulicame nero da un capo all'altro; tutti si gettavano
del bastimento era sbucato fuori; un brulicame nero da  un  capo all'altro; tutti si gettavano contro al parapetto di
scale a corda, guardando il mare. Io non vedevo nulla,  un  baluardo di schiene mi nascondeva l'orizzonte. Interrogai
Ah! la benedetta apparizione! La divina cosa che vidi!  Un  piroscafo enorme e nero, imbandierato e affollato, veniva
dorato dal sole, fumante e festoso, che pareva balzato come  un  prodigio dal seno dell'oceano. Era il Dante, della stessa
che incontravamo dopo l'uscita dal Mediterraneo, ed era  un  fratello. Ad ogni sbuffo dei suoi grandi fumaioli stellati,
presentandoci tutta la lunghezza del suo fianco superbo,  un  altissimo grido, da molto tempo trattenuto, proruppe quasi
grido, da molto tempo trattenuto, proruppe quasi ad  un  punto dalle due folle, accompagnato da un frenetico
proruppe quasi ad un punto dalle due folle, accompagnato da  un  frenetico sventolìo di cappelli e di fazzoletti; un grido
da un frenetico sventolìo di cappelli e di fazzoletti;  un  grido interminabile d'augurio e d'addio, d'un accento
la gioia di rivederla tra breve, la speranza di ritornarvi  un  giorno, la maraviglia e l'allegrezza affettuosa d'incontrar
garibaldino col ventaglio. Questi si voltò, e la ragazza,  un  viso come illuminato da un baleno dell'anima, accennandogli
Questi si voltò, e la ragazza, un viso come illuminato da  un  baleno dell'anima, accennandogli con la mano scarna il
del dito medio si eseguiscono secondo il ritmo di  un  semplice pendolo a minuti secondi o di un metronomo.
il ritmo di un semplice pendolo a minuti secondi o di  un  metronomo.
FISIOLOGIA NELLA UNIVERSITÀ DI BERNA COLLA GRATITUDINE DI  UN  DISCEPOLO E L'AFFETTO DI UN AMICO
DI BERNA COLLA GRATITUDINE DI UN DISCEPOLO E L'AFFETTO DI  UN  AMICO
del dispaccio, ch'era di guardia, l'aveva già segnalata da  un  pezzo. Non si vedeva che una macchietta bianca della forma
macchietta bianca della forma d'un trapezio, colorito da  un  raggio pallido di sole, in mezzo all'immensità grigia; e un
un raggio pallido di sole, in mezzo all'immensità grigia; e  un  piovasco lontano, facendole dietro un fondo nero nel cielo
grigia; e un piovasco lontano, facendole dietro  un  fondo nero nel cielo e sulle acque, le dava una bianchezza
le dava una bianchezza vivissima, e la faceva parere ad  un  tempo una ancor più misera cosa, con quell'immagine d'un
pareva che il mondo abitato ci si fosse avvicinato in  un  tratto. L'ufficiale si fece portare le bandierine
il saluto. Allora cominciò tra il piroscafo e il veliere  un  dialogo affrettato, che l'ufficiale traduceva a voce per
con gli occhi, in silenzio, come se capissero. Era  un  bastimento italiano, tenuto là immobile dalle calme
sotto il raggio terribile del sole dell'equatore! Con  un  sentimento di pietà lo vedemmo a poco a poco rimpiccolire,
di pietà lo vedemmo a poco a poco rimpiccolire, diventare  un  punto bianco, e nascondersi dietro l'orizzonte; ma di pietà
la carrozza barcollante sotto la pioggia, tirata da  un  cavallo sfinito, per una via fangosa della campagna. E non
comandante disse a voce alta: - Scignori, abbiamo a bordo  un  passeggiere di più. Molti non capirono. - Un bel
a bordo un passeggiere di più. Molti non capirono. -  Un  bel maschiotto, - soggiunse, - che ha appena un'ora e tre
tre quarti. Tutti si rallegrarono ridendo e commentando. Da  un  leggiero rossore che passò sul viso della signorina di
dal primo vaporino arrivato salì sul piroscafo  un  branco di gente, parenti ed amici dei passeggieri, che si
e chiamando per nome le persone; e cominciò da ogni parte  un  grande scambio di baci, d'abbracci e di saluti. Tre signori
di tutti fu attirata subito altrove da una scena penosa.  Un  giovanotto messo bene, e bello, ma antipatico, corse
sentenza irrevocabile del loro avvenire. Il giovane titubò  un  momento, non commosso però, guardandoli entrambi, e poi si
di trionfo che lanciò a suo marito. Questi impallidì come  un  morto, e si guardò intorno: tutti temettero che
che stramazzasse sul tavolato. Ma restò su, facendo  un  grande sforzo e sorrise... di un sorriso da metter
Ma restò su, facendo un grande sforzo e sorrise... di  un  sorriso da metter compassione e paura. Scioltosi dalla
giovane s'avvicinò a lui, e gli diede sulle guance smorte  un  bacio freddo, che quegli non ebbe la forza di rendere.
la forza di rendere. Tutti voltarono gli occhi in là, con  un  senso di ribrezzo, come alla vista d'un assassinio. E io me
però non m'annoiavo:  un  sentimento mi riempiva l'anima, nuovo e piacevolissimo, che
nessun luogo, in nessuna condizione al mondo, fuorchè sopra  un  piroscafo che attraversi un oceano: il sentimento
al mondo, fuorchè sopra un piroscafo che attraversi  un  oceano: il sentimento d'un'assoluta libertà dello spirito.
disturbo, di pace senza timore, di ozio senza rimorso.  Un  lungo volo senza fatica a traverso a un deserto sterminato,
ozio senza rimorso. Un lungo volo senza fatica a traverso a  un  deserto sterminato, davanti a uno spettacolo sublime,
a uno spettacolo sublime, dentro un'aria purissima, verso  un  mondo sconosciuto, in mezzo a gente che non mi conosce.
e mi trasfonde nel sangue il fremito della sua vita, ed è  un  frammento palpitante della mia patria.
del mondo fisico e morale, che quasi vengono a costituire  un  vero frammento di vita in azione. Un unico piacere, invece,
vengono a costituire un vero frammento di vita in azione.  Un  unico piacere, invece, per quanto intenso e importante, non
la via del piacere in azione, ma si farebbe sempre  un  lavoro di sintesi analitica, nel quale si dovrebbe far
lavori intellettuali raggiungere quella perfezione che in  un  sublime delirio di fantasia si può immaginare. Non vi ha
il punto di vista più lato, non costituisce sempre che  un  lavoro di analisi, perchè esso non esiste da solo, e l'uomo
ma non possiamo pretendere di abbracciare il cosmo in  un  unica sintesi. Quando, dopo aver sorvolato sui mondi ed
possiamo riunire i punti estremi dell'indefinito che con  un  mistero o un errore. Nel primo caso si chiude il circolo
i punti estremi dell'indefinito che con un mistero o  un  errore. Nel primo caso si chiude il circolo cosmico con un
un errore. Nel primo caso si chiude il circolo cosmico con  un  atto di umile ignoranza; nel secondo si pone in suo luogo
atto di umile ignoranza; nel secondo si pone in suo luogo  un  pregiudizio o un'ipotesi, cioè un errore certo o un errore
si pone in suo luogo un pregiudizio o un'ipotesi, cioè  un  errore certo o un errore probabile.
luogo un pregiudizio o un'ipotesi, cioè un errore certo o  un  errore probabile.
ad esempio, ispirano sempre una certa simpatia, e si prova  un  vero piacere nel vezzeggiarli, nel solleticarli,
lunghe chiome, sono altrettanti elementi che si ammirano in  un  giovane, ma che possono produrre un piacere anche
che si ammirano in un giovane, ma che possono produrre  un  piacere anche indipendentemente dal tipo di bellezza che
dal tipo di bellezza che rappresentano. L'idea del bello è  un  prodotto intellettuale, e nella calda simpatia che spesso
prodotto intellettuale, e nella calda simpatia che spesso  un  giovane ci ispira non entra, il più delle volte, che il
e la sua vista ci può procurare una viva simpatia e  un  vivo piacere. In lui si rispettano le impronte del tempo,
colla differenza che ogni sentimento le impronta di  un  carattere speciale. Così si può prestare lo stesso soccorso
speciale. Così si può prestare lo stesso soccorso a  un  uomo sconosciuto, a un amico, a un'amante, alla propria
si può prestare lo stesso soccorso a un uomo sconosciuto, a  un  amico, a un'amante, alla propria madre, a un fratello. In
sconosciuto, a un amico, a un'amante, alla propria madre, a  un  fratello. In ogni caso, la gioia che si prova è sempre
buona azione; ma il sentimento deve nei diversi casi dare  un  carattere speciale al piacere, modificandone la natura e il
modificandone la natura e il grado. La gioia si esprime a  un  dipresso in ogni caso colla stessa fisonomia, ma il
di una qualunque sensazione spiacevole può costituire  un  piacere, il quale si chiama negativo, perchè non si
perchè non si proverebbe se prima non si avesse sofferto  un  dolore positivo. Il numero di questi piaceri è infinito, e
falsamente che ogni gioia derivi dalla cessazione di  un  dolore. Basta l'osservazione più superficiale per far
lusso, e sorgono primitivi in noi senza la precedenza di  un  bisogno o di un desiderio. Noi possiamo trovarci nella
primitivi in noi senza la precedenza di un bisogno o di  un  desiderio. Noi possiamo trovarci nella calma più beata e
Noi possiamo trovarci nella calma più beata e senza  un  desiderio al mondo; ma se ad un tratto ci si presenta un
calma più beata e senza un desiderio al mondo; ma se ad  un  tratto ci si presenta un magnifico fiore, o ci arriva
un desiderio al mondo; ma se ad un tratto ci si presenta  un  magnifico fiore, o ci arriva all'orecchio il suono di una
il suono di una musica deliziosa, i nostri sensi provano  un  piacere che non è sorto da alcun bisogno e che non è stato
la natura. I piaceri che provengono dalla cessazione di  un  dolore si chiamano impropriamente negativi, per
accorrer altri da ogni banda; tanto che in breve fu tutto  un  rimescolìo e un ridere dalle cucine al castello di prua. Ma
da ogni banda; tanto che in breve fu tutto un rimescolìo e  un  ridere dalle cucine al castello di prua. Ma un ridere
rimescolìo e un ridere dalle cucine al castello di prua. Ma  un  ridere grasso e sguaiato, accompagnato da uno strizzar
e sguaiato, accompagnato da uno strizzar d'occhi e da  un  ricambiarsi di colpi di gomito e di spalla, che diceva
da quel ridere, che le stesse litiganti, dimenticando a  un  tratto il loro piato, si dispersero qua e là, per domandare
ad arco sopra il piroscafo e urtando tutti e due quasi ad  un  punto nelle sartie, erano cascati sopra coperta, e l'uno
la ragazza scappò a nascondersi dietro al macello, e  un  emigrante burlone portò in giro il pesce inverecondo,
dei serragli, fin che il Commissario lo fece tacere con  un  cenno. Ma le buffonate e le risa continuarono per un altro
con un cenno. Ma le buffonate e le risa continuarono per  un  altro pezzo, e le due belle rondini marine, scintillanti
e commentate con discorsi infiniti, servirono a quietare  un  poco l'irritazione nascente delle "classi lavoratrici."
-; una voce che rivelava non solo una stizza momentanea, ma  un  temperamento acre e duro, e che mi destò un senso di viva
momentanea, ma un temperamento acre e duro, e che mi destò  un  senso di viva commiserazione per il proprietario
Più in Ià un'altra voce femminile cantava la ninna nanna a  un  bambino, con una cantilena strana, e una modulazione che
quella non può essere che una cameriera veneziana.  Un  cameriere entrò nel camerino col caffè. La prima mattina si
camerino col caffè. La prima mattina si osserva tutto. Era  un  giovinotto bellino e spiacevole, coi capelli impomatati che
per sè stesso, e sorridente alla propria bellezza come  un  attore vanitoso. Domandato come si chiamasse, rispose: -
affettata, come se quell'Antonio fosse il falso nome di  un  duchino, travestitosi da cameriere per un'impresa amorosa.
prete della sera avanti, che rientrava nella sua cabina, e  un  passo più in là, per lo spiraglio d'un uscio, proprio nel
dove si sentiva sbatter l'acqua nelle catinelle, e  un  gran fruscio di spazzole e di mani frugacchianti nelle
piaceri individuali, quantunque infiniti, non formano che  un  solo emisfero nel mondo dell'amor proprio, il quale non è
altrui. L'amor proprio riflesso fuori di noi forma  un  vero sentimento secondario, il quale ne' suoi gradi
col nome di approbatività o di emulazione. Esso ha  un  margine assai ristretto, passato il quale degenera in
ma diventa ridicolo appena ne lascia trapelare  un  raggio sotto forma di vanità, dacchè nel primo caso nessuno
sempre in maniera così cortese e tanto benevola. È costui  un  contrabbandiere così scaltro, che saprebbe sedurre anche un
un contrabbandiere così scaltro, che saprebbe sedurre anche  un  Catone. L'amor proprio è forse il sentimento più
morale, considerandola come una triste necessità, a  un  dipresso come il raffreddore nell'inverno. Le gioie
i nostri prodotti, quantunque assai mediocri, possono avere  un  alto valore; mentre, quando eccellono gli altri, i nostri
nostri lavori devono essere ben superiori onde fermare per  un  momento sguardo incerto della massa che compera e vende la
individui e delle nazioni. Si intende, ad esempio, perchè  un  grande uomo, per semplice ipertrofia di una facoltà
di secondo ordine, sia tanto petulante. Si capisce perchè  un  uomo di mediocre ingegno si isoli dal mondo simulando un
un uomo di mediocre ingegno si isoli dal mondo simulando  un  filosofico stoicismo, oppure si pavoneggi in mezzo ad un
un filosofico stoicismo, oppure si pavoneggi in mezzo ad  un  circolo di uomini nulli. Si capisce finalmente perchè un
ad un circolo di uomini nulli. Si capisce finalmente perchè  un  lumicino comparso in un secolo di oscurità possa essere
nulli. Si capisce finalmente perchè un lumicino comparso in  un  secolo di oscurità possa essere creduto un sole. Vi sono
comparso in un secolo di oscurità possa essere creduto  un  sole. Vi sono però alcuni astri che sanno brillare in mezzo
Vi sono però alcuni astri che sanno brillare in mezzo ad  un  mare di luce. Le gioie fisiologiche dell'amor proprio e
più delle volte gli occhi esprimono la gioia brillando in  un  modo insolito, mentre le labbra si atteggiano ad un muto
in un modo insolito, mentre le labbra si atteggiano ad  un  muto sorriso. Qualche volta il giuoco della fisonomia è
dal castello di prua, mi trovai faccia a faccia col medico:  un  napoletano, Giovanni Nicotera pretto sputato, ma con gli
dall'alto, con due ordini di cuccette all'intorno. C'era  un  bambino malato di rosolìa, un amore di bambino, coi capelli
cuccette all'intorno. C'era un bambino malato di rosolìa,  un  amore di bambino, coi capelli biondi arricciolati, rosso
a lui, in piedi, una campagnuola dei dintorni di Napoli,  un  pezzo di donna, che appena visto il medico, si mise a
a sedere sull'orlo della sua buca. Era vestito. Rispose con  un  filo di voce: - Non c'è tanto male. - Il medico lo esaminò,
grave, s'era dovuto coricare il dì dopo della partenza. Era  un  contadino pinerolese, solo, che andava all'Argentina a
pinerolese, solo, che andava all'Argentina a raggiungere  un  suo figliuolo. Io gli domandai in che parte dell'Argentina
gli aveva fatto scrivere che andasse con lui, mandandogli  un  buono per il viaggio, ma senza dargli indirizzo preciso
a far scorrere con le dita tremanti. In quel punto  un  movimento brusco del piroscafo lo fece urtar forte col capo
cifre - forse gli ultimi conti del padrone - una ricevuta,  un  piccolo calendario. Trovò finalmente un mezzo foglio
- una ricevuta, un piccolo calendario. Trovò finalmente  un  mezzo foglio sgualcito, dove era scritto a caratteri
presso di cui, dentro il mese, sarebbe venuto a prenderlo  un  patriotta, suo compagno di lavoro, che avrebbe condotto
classi, a seconda che derivano dai rumori o dai suoni.  Un  rumore qualunque può riuscire qualche volta piacevole per
vita operosa che lo circonda. Così il sordo, che viene a  un  tratto guarito con l'estrazione di materia. sebacea che gli
che gli otturava l'orecchio, si esercita, coll'ingenuità di  un  fanciullo, a produrre rumori d'ogni specie per persuadersi
sono forse il primo elemento della musica, o almeno formano  un  anello di congiunzione fra le due grandi classi dei piaceri
fra le due grandi classi dei piaceri dell'udito.  Un  rumore forte e improvviso, che rompa a un tratto il
dell'udito. Un rumore forte e improvviso, che rompa a  un  tratto il silenzio per cessare subito dopo, può produrre un
un tratto il silenzio per cessare subito dopo, può produrre  un  piacere per la scossa che comunica ai nervi sensori. In
locomotiva, lo sparo d'un fucile o d'un fuoco d'artifizio,  un  unico tocco di campana che si perda nell'aria, o in tonfo
di questa natura. Altre volte la sensazione è piacevole per  un  carattere particolare, che solletica o commuove in modo
del tuono, e tanti altri rumori di natura molto diversa.  Un  rumore può arrecare piacere quando, senza cambiare di
nell'attenzione prolungata, la quale eleva la sensazione ad  un  grado massimo di intensità. Basta rammentare il rumore di
perdendosi, quasi a misurare la delicatezza del senso.  Un  altro piacere si ha nel contrasto di due rumori che si
ed ora sul ferro rovente, può arrecarci in questo modo  un  piacere; nella stessa guisa l'eco ci interessa così
seta può ridestarci immagini lascive. Spesso il rumore di  un  vaso che si rompe ci fa sorridere all'idea del disappunto
queste sorgenti di piaceri, che il solo enumerarle sarebbe  un  improbo lavoro. Basterà dire che in qualche caso il piacere
Basterà dire che in qualche caso il piacere prodotto da  un  rumore può arrivare ai massimi gradi dell'umano sentire.
proposito, immaginare il delirio di gioia che può provare  un  prigioniero condannato a morte, che, dopo aver lavorato
lunghe ore attorno alla porta che lo rinchiude, sente a  un  tratto, contro ogni speranza, lo scatto della serratura
che fu  un  tempo la città più famosa d'Europa per ricchezza, potenza,
passare, debbono fare spesso dei lunghi giri per andare da  un  punto della città a un altro vicinissimo, dove un pedone si
spesso dei lunghi giri per andare da un punto della città a  un  altro vicinissimo, dove un pedone si reca in pochi passi.
andare da un punto della città a un altro vicinissimo, dove  un  pedone si reca in pochi passi. Nello aspetto degli edifizi,
della vita cittadina, nell'aria stessa degli abitanti c'è  un  non so che di quieto e di raccolto in cui il vostro spirito
di bagni, qualche casa dell'epoca normanna. Si può chiamare  un  resto del passato la celebrata Fontana? La povera Aretusa,
semicircolare, piantato di papiri e occupato in parte da  un  giardinetto, del quale un custode tiene le chiavi, e dove i
di papiri e occupato in parte da un giardinetto, del quale  un  custode tiene le chiavi, e dove i buoni borghesi conducono
qualche cosa, non sapete che cosa, e vi riscotete come da  un  sogno quando, nell'alzar gli occhi sopra la facciata di una
 Un  gruppo di donne s'era levato a rumore per la distribuzione
oltre al numero dei litri fissati per ciascun rancio,  un  marinaio doveva fornire una certa quantità a ogni donna che
intricata, era uno scoppio di risentimenti che covavano da  un  pezzo contro un'ingiustizia creduta interessata e abituale:
più inviperite s'erano affollate vicino alla cucina, in  un  angolo dove pendeva da un gancio un grosso vitello sparato.
affollate vicino alla cucina, in un angolo dove pendeva da  un  gancio un grosso vitello sparato. Quando io arrivai, c'era
vicino alla cucina, in un angolo dove pendeva da un gancio  un  grosso vitello sparato. Quando io arrivai, c'era già il
dialetti, segnando con l'indice accusatore il marinaio,  un  barbone di frate cappuccino, impassibile tra quel cianìo,
impassibile tra quel cianìo, come una statua in mezzo a  un  girone di vento. - Ma se non ci capisco nulla! - rispondeva
- E lo sguardo di qualcuna delle più giovani si raddolciva  un  momento sulle guance rosee e sulle mani bianche di quel bel
di nulla, con gente delle classi superiori, e che vien da  un  cumulo di rancori antichi e confusi, estranei alla cagion
pertò il malcontento per ispirito di classe e anche  un  poco per una certa coscienza baldanzosa di futuri cittadini
cittadini repubblicani. Finalmente il Commissario ottenne  un  po' di silenzio, e una donna sola parlò. Io non vedevo
Io non vedevo altro che una capigliatura scarduffata e  un  indice minaccioso che tagliava l'aria, battendo il tempo a
se fosse un'intesa, scoppiò a prua un'allegrezza smodata,  un  coro di canti e di fischi, e un gridìo di gente che
prua un'allegrezza smodata, un coro di canti e di fischi, e  un  gridìo di gente che s'affollava intorno all'osteria alzando
intorno all'osteria alzando i bicchieri e i bidoni,  un  bolli bolli da tutte le parti, da parere che in pochi
a modulare i suoi gemiti imitativi, accoccolato in mezzo a  un  cerchio di gente che ridevano con la bocca da un orecchio
in mezzo a un cerchio di gente che ridevano con la bocca da  un  orecchio all'altro; il contadino snasato rifaceva le facce
sopra coperta, fra due ali di donne in visibilio. E in  un  accesso di gioia l'ex portinaio dalla testa pelata,
sghignazzanti; di modo che di lì a poco non fu più che  un  solo accesso clamoroso di grassa ilarità pornografica che
tutte le bocche dalla cucina al macello, accompagnato da  un  chiasso assordante di suon di strumenti, di versi da
mattina, mi si presentò da sè, con disinvoltura simpatica,  un  passeggiere, al quale non avevo quasi badato fino allora, e
mia compagnia più piacevole fino alla fine del viaggio. Era  un  torinese, agente di una casa bancaria di Genova, il quale
vestito bene, bianco di capelli e nero di baffi, con  un  viso serio che faceva ridere, degli occhi di scolaretto, un
un viso serio che faceva ridere, degli occhi di scolaretto,  un  cervello pieno di bubbole, un buon umore inalterato e una
degli occhi di scolaretto, un cervello pieno di bubbole,  un  buon umore inalterato e una parlantina facilissima; un poco
un buon umore inalterato e una parlantina facilissima;  un  poco toscaneggiante, ma senz'affettazione; tormentato da
gente che aveva intorno, e accorto e perseverante come  un  vecchio poliziotto a indagare e a scoprire i fatti di
signora? - Ma io non potei dargli retta subito, perchè  un  altro personaggio attirò la mia attenzione: il tipo di una
quel momento ci passò davanti  un  passeggiere, il genovese che a tavola sedeva alla destra
il genovese che a tavola sedeva alla destra del Comandante,  un  onesto bofficione di cinquant'anni, con un occhio solo e
del Comandante, un onesto bofficione di cinquant'anni, con  un  occhio solo e una barba di crino di spazzola; e, passando,
barba di crino di spazzola; e, passando, fece all'agente  un  atto della mano, che non compresi. Poi salì sul cassero.
al sugo. - E mi abbozzò il ritratto di quel signore. Era  un  negoziante agiato, stabilito a Buenos Ayres, - un infelice
Era un negoziante agiato, stabilito a Buenos Ayres, -  un  infelice come se ne trovan tanti, che, pure godendo a bordo
nè discorrere, nè leggere, né pensare, e s'annoiano in  un  modo inimmaginabile, d'una noia che Ii sgomenta, li
sgomenta, li tortura, li uccide. Quello là, per sollevarsi  un  poco, s'era dedicato alla gastronomia, a cui per natura
mani incrociate dietro la nuca con gli occhi sbarrati, come  un  ipnotizzato, tirando degli sbadigli da leone, enormi e
grandi e scrutatori, smorticcia, vestita elegantemente:  un  viso singolare, che, visto un po' di lontano, quando
vestita elegantemente: un viso singolare, che, visto  un  po' di lontano, quando sorrideva, mostrando i bei denti
quindicina d'anni, d'un biondo slavato, col vestito corto:  un  viso che non diceva nulla, chino sul ricamo. La signora
non diceva nulla, chino sul ricamo. La signora leggicchiava  un  libro, ma alzando lo sguardo pronto ed acuto ad ogni passo,
madre aveva una lingua da tanaglie, capace di far nascere  un  subbuglio in un piroscafo, rosa a tal segno dalla gelosia
lingua da tanaglie, capace di far nascere un subbuglio in  un  piroscafo, rosa a tal segno dalla gelosia dei cenci, che
nuovo vestito di signora che apparisse a bordo, le era come  un  colpo di navaja nel fianco. - E che le pare della
più libero. Quel piccolo crostino a cui nessuno badava era  un  vero soggetto psichiatrico, da dar a studiare agli
sul Fulmine, c'era uno degli ufficiali di bordo, suo amico,  un  bel giovane, che discorreva qualche volta con la madre, e
così roventi; ma che frasi! grida d'amore dà far fremere,  un  tu brutale ad ogni riga, cascate d'aggettivi insensati,
insensati, parole ch'eran morsi, baci e singhiozzi,  un  linguaggio incredibile e irripetibile, - a tredici anni! -
e mi scappò detto: - È impossibile! - Ma l'agente fece  un  gesto, come se avessi negato la luce del sole. Era vero. E
avessi negato la luce del sole. Era vero. E con questo?...  Un  documento umano. Ecco tutto.
si confisse nel cervello, acuminato, freddo, immobile, come  un  punteruolo d'acciaio, e tutti gli altri pensieri e immagini
l'unica maniera di non essere sbatacchiato là dentro come  un  topo nella topaiola; e scompigliati anche dai fragori
per le sue ossa lunghe e sottili, vicine a spezzarsi. Avevo  un  bel tentare di farmi animo con la statistica dei naufragi,
lasciava più libero nè il movimento nè il pensiero, mi dava  un  senso d'avvilimento fisico inesprimibile, come d'una bestia
e l'idea che quel supplizio potesse durare dieci ore,  un  giorno, tre giorni, mi sgomentava l'anima come il concetto
l'anima come il concetto dell'infinito. Pure fino a  un  certo punto serbai la mente lucida, tanto da ricordarmi ora
fuor di misura la furia della tempesta, mi si fece  un  gran torbido nel capo, e di quello che pensassi allora
a quella voce, il fischio acutissimo del vento nei cordami,  un  turbinìo di note lunghe, sonore e discordanti, come se ogni
come se ogni corda fosse uno strumento suonato da  un  demonio, grida di disperazione e di delirio che pareano
antenne si attorcigliassero migliaia di serpenti furiosi. A  un  terribile movimento di beccheggio s'univa un rullìo
furiosi. A un terribile movimento di beccheggio s'univa  un  rullìo violentissimo, da parere che il bastimento si
da parere che il bastimento si volesse coricare ora sur  un  lato ora sull'altro, e ad ogni colpo dell'onda nel fianco,
gigante che piombasse sul bastimento e ne strappasse via  un  pezzo; s'udiva il tonfo tremendo di centinaia di tonnellate
di tonnellate d'acqua cadenti sul tavolato, come se  un  torrente vi si rovesciasse da una grande altezza, e poi il
furiosa fuori dell'acqua, e poi tuffarvisi di nuovo, con  un  terribile colpo. E negli intervalli fra i rumori più
come di gente scannata, che vomitasse le viscere. A  un  certo punto vi fu una scossa di sotto in su così violenta,
che credevo di balzare dalla cima d'un monte sulla cima di  un  altro monte, sorvolando un abisso smisurato, e ad ogni
cima d'un monte sulla cima di un altro monte, sorvolando  un  abisso smisurato, e ad ogni nuova discesa pensavo che fosse
lo scafo si sfascia. Non ancora? A quest'altra dunque. E  un  caos di pensieri, un succedersi rapidissimo di ricordi
Non ancora? A quest'altra dunque. E un caos di pensieri,  un  succedersi rapidissimo di ricordi della vita recenti e
una fuga turbinosa di facce luoghi, rischiarati ciascuno da  un  lampo di luce livida, confusi e sformati come per una
come per una congestione cerebrate, accompagnati da  un  incalzarsi egualmente rapido e disordinato di rimpianti, di
quell'idea dei tempi ordinari che sia lo stesso morire in  un  modo o nell'altro!... Oh morire d'una palla nel petto!
o nell'altro!... Oh morire d'una palla nel petto! Morire in  un  letto, con le persone care d'attorno, - esser sepolti -
con le persone care d'attorno, - esser sepolti - avere  un  pezzo di terra dove i figliuoli e gli amici possano andar
per qualche momento che la tempesta cominciasse a rimettere  un  poco della sua furia; ma una nuova formidabile ondata, un
un poco della sua furia; ma una nuova formidabile ondata,  un  nuovo roteamento vertiginoso dell'elice sollevata, come se
ore la tempesta durasse. E mi sembrava che avesse a durare  un  tempo incalcolabile, non sapendo immaginare una cagione
Ma mentre mi passavano questi pensieri, che erano come  un  breve respiro dell'anima, ecco un'altra ondata di fiasco,
respiro dell'anima, ecco un'altra ondata di fiasco, come  un  colpo di cannone da costa, un altro sussulto del piroscafo,
ondata di fiasco, come un colpo di cannone da costa,  un  altro sussulto del piroscafo, come di balena ferita al
sussulto del piroscafo, come di balena ferita al cuore,  un  altro schianto di travi, d'assiti, di tavoloni
il senso dell'imminenza del disastro, Ia morte sull'uscio,  un  addio a tutto. l'angoscia d'un anno in un minuto. Dio
morte sull'uscio, un addio a tutto. l'angoscia d'un anno in  un  minuto. Dio eterno! Quanto durerà quest'agonia?
a far buffonate, ed era come una piazza di villaggio,  un  luogo di passo, comodo ai crocchi e al pettegolezzo. Qui,
levar del sole fino a notte. Il buffone della brigata era  un  contadino del Monferrato, quello stesso che aveva fatto la
l'avesse perso: gliel'aveva portato via con una sciabolata  un  carabiniere briaco, che egli, stracotto pure, aveva
che egli, stracotto pure, aveva provocato una notte, in  un  vicolo del suo villaggio; ma il comico stava in questo, che
e cento lire di multa. Costui aveva sbagliato mestiere: era  un  pagliaccio nato : contraeva e allungava il muso come una
e quando passava un'autorità di bordo, salutava con  un  atto di finto rispetto, che faceva crepar dalle risa. Dopo
crepar dalle risa. Dopo di lui, il più famigerato era  un  ometto dalla testa pelata, con un grosso orzaiolo a un
il più famigerato era un ometto dalla testa pelata, con  un  grosso orzaiolo a un occhio, un ex portinaio, il quale si
era un ometto dalla testa pelata, con un grosso orzaiolo a  un  occhio, un ex portinaio, il quale si teneva sempre accanto
dalla testa pelata, con un grosso orzaiolo a un occhio,  un  ex portinaio, il quale si teneva sempre accanto una gabbia
affare tentato da molti altri. E doveva la sua popolarità a  un  tesoro pornografico che aveva ereditato da un parente: un
popolarità a un tesoro pornografico che aveva ereditato da  un  parente: un grosso quaderno tutto pieno di caricature
a un tesoro pornografico che aveva ereditato da un parente:  un  grosso quaderno tutto pieno di caricature oscene, di
troiate dell'altro mondo. Costui aveva sempre intorno  un  gruppo di dilettanti di grasso, che rileggevano cento volte
lacrimanti di gioia. E allora egli alzava la fronte come  un  attore applaudito, felice. Un terzo, un cuoco d'osteria,
egli alzava la fronte come un attore applaudito, felice.  Un  terzo, un cuoco d'osteria, era un tipo frequentissimo a
la fronte come un attore applaudito, felice. Un terzo,  un  cuoco d'osteria, era un tipo frequentissimo a bordo: il
applaudito, felice. Un terzo, un cuoco d'osteria, era  un  tipo frequentissimo a bordo: il sapientone che, per essere
A tempo perso, sonava anche l'ocarina. C'era infine  un  barbiere veneto che brillava per la sua abilità d'imitare
d'imitare la voce del can da pagliaio che abbaia alla luna:  un  ululato lamentevole che straziava i nervi, ma che avrebbe
eran stati scovati e costretti a dar saggio di sè:  un  vecchio giardiniere, fra gli altri, s'accoccolava dietro
cui volere non è potere, con una perfezione insuperabile:  un  vero artista, dicevano, ed era tenuto in gran conto. Lì poi
spettacolo, poi, era quando ci veniva da prua, preso da  un  estro di mattoide, il saltimbanco tatuato, e camminava con
gambe per aria, faceva il serpente o la ruota, in mezzo a  un  subisso di applausi, sempre torvo nel viso, come se facesse
tristi e i presentimenti cattivi; poichè era veramente  un  furore come coglievano a volo ogni minimo pretesto per
o s'affollavano in cerchio precipitatamente, levando  un  rumor di grida, di fischi, di miagolli, di chicchiricchi,
faceva voltare il viso inquieto agli ufficiali: ed era per  un  cappello caduto in mare, o perchè un di loro s'era tinto il
ufficiali: ed era per un cappello caduto in mare, o perchè  un  di loro s'era tinto il naso di nero, cadendo sopra la
una ragazza o una donna che non appartenesse a nessuno, era  un  coro di schiocchi di lingua, di trilli d'uccelli, di voci
Non si udiva che la nenia lamentevole della negra, come  un  canto solitario per le vie d'una necropoli. E mi pareva che
mio stato d'animo, per dimostrare a me stesso che non c'era  un  perchè logico del veder tutto fosco quel giorno, come gli
pel solito, diversamente dagli altri, vedevo ogni cosa in  un  buon aspetto. I pensieri foschi, tenuti per un momento con
ogni cosa in un buon aspetto. I pensieri foschi, tenuti per  un  momento con uno sforzo fuor della mente, vi rientravano,
tempo stetti su questi pensieri; poi m'addormentai. Ma ebbi  un  sogno orribile: casa mia di notte, - un via vai di lumi e
Ma ebbi un sogno orribile: casa mia di notte, -  un  via vai di lumi e di facce che non conoscevo, - un rantolo
notte, - un via vai di lumi e di facce che non conoscevo, -  un  rantolo in una camera di cui non mi riusciva di trovar la
mi riusciva di trovar la porta, - e poi mutata la scena in  un  lampo, uno spaventevole grido : - Si salvi chi può! - e il
piacere è  un  fenomeno elementare delta vita che per se stesso non si può
che lo costituiscono sono quindi l'impressione di  un  agente qualunque esterno o interno sopra un punto sensibile
di un agente qualunque esterno o interno sopra  un  punto sensibile del nostro corpo, la modificazione
cerebro-spinale. Talvolta il piacere sorge direttamente in  un  nervo sensorio modificato in modo particolare, e i centri
un'impressione che, modificata in più modi, produce  un  piacere; oppure è lo stesso centro che, elaborando antichi
altra, ci è sconosciuto; e deve consistere certamente in  un  mutamento particolare del sistema nervoso, che sfugge ai
uni diversi dagli altri, ma che pur tutti si accordano per  un  carattere che è loro comune. Il piacere è quasi sempre una
di forza locale o generale. Il suo godimento esige  un  consumo di energia, ed esso presenta, come tutti gli altri
della vita, una parabola. Il piacere cresce fino ad  un  punto massimo e poi decresce per scomparire affatto. Tanto
di forza che si consuma per goderli si distribuisce sopra  un  corso indefinito di tempo; e la sensazione, arrivata al
dalla sensazione può sembrar quasi retta, come avviene di  un  arco di cerchio amplissimo. Un'osservazione microscopica
la ragione in se stesso e accompagna la soddisfazione di  un  bisogno. Quando esso non ha un fine diretto, contribuisce
la soddisfazione di un bisogno. Quando esso non ha  un  fine diretto, contribuisce ad abbellire la vita e quindi
avverse. Quando invece il piacere è causa o effetto di  un  male, noi ci troviamo in condizioni patologiche. Nel primo
patologiche. Nel primo caso l'uomo, essendo libero, usa di  un  bene, del quale può fino ad un certo punto disporre, e
essendo libero, usa di un bene, del quale può fino ad  un  certo punto disporre, e quindi presenta un fenomeno di
può fino ad un certo punto disporre, e quindi presenta  un  fenomeno di patologia morale. Nel secondo caso, invece, una
nervi periferici inverte l'ordine delle cose e fa sorgere  un  piacere dalla presenza di male. Ecco quindi stabilite due
cime degli alberi, pareva che fosse calata la sera tutt'ad  un  tratto. Dai due lati del piroscafo, ravvolto in una nebbia
ravvolto in una nebbia umida, non si vedeva più che  un  brevissimo spazio di mare grigio e gonfio, che cominciava a
L'ufficiale di guardia gridò dal palco di comando -  Un  piovasco! Dentro tutti! - Ma appena aveva detto l'ultima
che uno scroscio d'acqua violentissimo ci cadde addosso,  un  vero rovesciamento di catinelle, che inondò la coperta in
vero rovesciamento di catinelle, che inondò la coperta in  un  attimo; e allora fu una fuga pazza di tutti verso i
coperti e sotto il castello di prua, uno strillar di donne,  un  saltar disperato a traverso ai rigagnoli agli schizzi, alle
a traverso ai rigagnoli agli schizzi, alle ondate, e  un  ruzzolare precipitoso per le scalette dei dormitorii, da
mi fece pensare con spavento a che cosa sarebbe accaduto in  un  momento di pericolo. Non era altro che il primo saluto che
molti mari congiunti, di cui ciascuno fosse rischiarato da  un  astro diverso: l'immagine strana e triste di un mondo in
da un astro diverso: l'immagine strana e triste di  un  mondo in cui principiasse il disordine della fine.
il quale ci si presenti per trattare d'un affare grave.  Un  lampo, e un brontolìo di tuono lontano, a cui tenne dietro
ci si presenti per trattare d'un affare grave. Un lampo, e  un  brontolìo di tuono lontano, a cui tenne dietro subito un
e un brontolìo di tuono lontano, a cui tenne dietro subito  un  movimento brusco di rullìo, provocarono qualche
- Ça se brouille, ça se brouille. Nous allons voir  un  joli spectacle. - Lo spettacolo, in fatti, pareva che non
credeva ancora che ci sarebbe stata tempesta. - Non è che  un  piovasco, - dicevano. Ma quelli che avevano già fatti molti
già fatti molti viaggi, scrollavano il capo, strizzando  un  occhio.
contro i camerieri, così, per abitudine, e per dare  un  avvertimento salutare. A uno che gli faceva delle scuse,
che gli faceva delle scuse, diceva: - Va via, impostò! - A  un  altro minacciava due maschae (due schiaffi). A un terzo: -
- A un altro minacciava due maschae (due schiaffi). A  un  terzo: - Mïa, sae, che se començo a giastemmâ! (bada, sai,
e pedate articolarmente a Ruy-Blas, il quale rispondeva con  un  finissimo sorriso, come se dicesse: - Infuria, tiranno! Hai
per una tavola dove c'eran signore, quel linguaggio era  un  po' troppo.... colorito. Ma noi scusavamo, pensando ai
trattandosi d'affidar la vita a qualcuno, fosse preferibile  un  rusticone temperante a un gentiluomo briaco.
a qualcuno, fosse preferibile un rusticone temperante a  un  gentiluomo briaco.
si verifichi questo sentimento si deve, però, trovare  un  uomo così grande nel sentimento che non invidi il genio e
nel sentimento che non invidi il genio e lo intenda, e  un  uomo così grande nella mente che possa rispettare il cuore
di due passioni vivissime indirizzate allo stesso scopo.  Un  uomo, dopo aver meditato a lungo sul problema della vita,
di tutta la vita. Nelle vicende del lavoro si urta con  un  fratello che s'indirizza alla medesima meta. Sono due
contrasto di due caratteri diversi fa nascere l'amicizia.  Un  uomo violento, ma generoso, trova nell'amico pacifico e
violento, ma generoso, trova nell'amico pacifico e paziente  un  individuo sul quale sfogare in modo innocente le sue
sul quale sfogare in modo innocente le sue esuberanze.  Un  uomo cavilloso e appassionato, amatore delle discussioni e
ma avversario implacabile delle contraddizioni, trova in  un  amico compiacente una sorgente inesauribile di gioie. Un
in un amico compiacente una sorgente inesauribile di gioie.  Un  uomo generoso trova infine in un amico egoista un vuoto da
inesauribile di gioie. Un uomo generoso trova infine in  un  amico egoista un vuoto da riempire, un idolo da adorare, un
di gioie. Un uomo generoso trova infine in un amico egoista  un  vuoto da riempire, un idolo da adorare, un altare su cui
trova infine in un amico egoista un vuoto da riempire,  un  idolo da adorare, un altare su cui ardere i suoi incensi,
un amico egoista un vuoto da riempire, un idolo da adorare,  un  altare su cui ardere i suoi incensi, rimasti da lungo tempo
sono sempre pietruzze irregolari e angolose tolte da  un  mosaico immenso, del quale nessun uomo finora ha dato il
parti, almeno da una di esse è sempre necessario che vi sia  un  cuore che palpiti generoso. Fra due uomini deficienti di
i suoi gradi e in tutte le sue forme, l'amicizia è sempre  un  sentimento nobile ed elevato, e sebbene venga ad ogni
servendo come strumento preziosissimo dell'umana civiltà.  Un  numero infinito di uomini studia e lavora per avere, ed in
a poco, man mano che va sorgendo la ragione. In seguito  un  sorriso di ineffabile compiacenza, una lenta fregatina di
di ineffabile compiacenza, una lenta fregatina di mani, o  un  accoccolarsi tiepido e soddisfatto della persona possono
alla ricchezza, nel qual caso essa può esprimersi con  un  vero delirio passeggero, che giunge talvolta ad una
insanabile pazzia. Il piacere di diventare milionario con  un  biglietto di lotteria è uno dei più intensi che si possano
è uno dei più intensi che si possano provare; perchè ad  un  tratto tutte le gioie possibili si affollano allo stato di
pressantemente per una stretta porticina, fanno nascere  un  tale scompiglio in tutte le nostre facoltà, da indurci in
ma l'uomo agiato. In ogni modo, l'uomo che soffocato ad  un  tratto da tanta gioia di possesso corre a precipizio per
possa scaricarsi di una parte di piacere; salta, canta come  un  pazzo, dà calci ai tavoli, alle sedie, getta dalla finestra
Felici quelli che possono una volta nella vita provare  un  tal delirio, anche a rischio di diventar momentaneamente
via che salivano, gli emigranti passavano davanti a  un  tavolino, a cui era seduto l'ufficiale Commissario; il
di mezza dozzina, chiamati ranci, inscrivendo i nomi sopra  un  foglio stampato, che rimetteva al passeggiere più anziano,
famiglie minori di sei persone si facevano inscrivere con  un  conoscente o col primo venuto; e durante quel lavoro
e durante quel lavoro dell'inscrizione traspariva in tutti  un  vivo timore d'essere ingannati nel conto dei mezzi posti e
inspira al contadino ogni uomo che tenga la penna in mano e  un  registro davanti. Nascevan contestazioni, s'udivano lamenti
e le une, affannate, domandar conto d'un involto smarrito a  un  marinaio che non le capiva, le altre buttarsi a sedere dove
Curioso! Quasi tutti si trovavano per la prima volta sopra  un  grande piroscafo che avrebbe dovuto essere per loro come un
un grande piroscafo che avrebbe dovuto essere per loro come  un  nuovo mondo, pieno di maraviglie e di misteri; e non uno
non aveva mai viste. Alcuni guardavano con molta attenzione  un  oggetto qualunque, come la valigia o la seggiola d'un
qualunque, come la valigia o la seggiola d'un vicino, o  un  numero scritto sopra una cassa; altri rosicchiavano una
Il cielo era rannuvolato e cominciava a imbrunire. A  un  tratto s'udiron delle grida furiose dall'ufficio dei
passaporti e si vide accorrer gente. Si seppe poi che era  un  contadino, con la moglie e quattro flgliuoli, che il medico
negato l'imbarco, aveva dato in ismanie. Sulla calata v'era  un  centinaio di persone: parenti degli emigranti, pochissimi;
Finalmente s'udiron gridare i marinai a poppa e a prua ad  un  tempo: - Chi non è passeggiere, a terra! Queste parole
non è passeggiere, a terra! Queste parole fecero correre  un  fremito da un capo all'altro del Galueo. In pochi minuti
a terra! Queste parole fecero correre un fremito da  un  capo all'altro del Galueo. In pochi minuti tutti gli
il ponte fu levato, le gomene tolte, la scala alzata: s'udì  un  fischio, e il piroscafo si cominciò a movere. Allora delle
del porto, quasi furtivamente, come se portasse via  un  carico di carne umana rubata. Io mi spinsi fino a prua, nel
di sarcasmo: - Viva l'Italia! - e alzando gli occhi, vidi  un  vecchio lungo che mostrava il pugno alla patria. Quando
di bulgaro e di profumi di signore, mi ritrovai in mezzo a  un  andirivieni di gente affaccendata, che si disputavano i
d'una bella signora bionda, tre o quattro barboni neri,  un  prete altissimo, e una larga faccia tosta di cameriera
Allo svolto d'un corridoio m'imbattei in una negra. Da  un  camerino usciva il solfeggio d'una voce di tenore. E di
voce di tenore. E di faccia a quel camerino trovai il mio,  un  gabbiotto di una mezza dozzina di metri cubi, con un letto
mio, un gabbiotto di una mezza dozzina di metri cubi, con  un  letto di Procuste da un lato, un divano dall'altro, e nel
mezza dozzina di metri cubi, con un letto di Procuste da  un  lato, un divano dall'altro, e nel terzo uno specchio da
dozzina di metri cubi, con un letto di Procuste da un lato,  un  divano dall'altro, e nel terzo uno specchio da barbiere,
sopra una catinella incastrata nella parete, accanto a  un  lume a bilico, che dondolava con l'aria di dirmi: Che matta
t'è venuta d'andare in America! Sopra il divano luccicava  un  finestrino rotondo somigliante a un grand'occhio di vetro,
il divano luccicava un finestrino rotondo somigliante a  un  grand'occhio di vetro, in cui mi venne fatto di fissare lo
vetro, in cui mi venne fatto di fissare lo sguardo, come in  un  occhio umano, che mi ammiccasse, con un'espressione di
giorno, colpo apoplettico spirituale. E mi riviene in mente  un  fatto psicologico singolare, che seguì in me quel giorno, e
sulla nuca: uno scoloramento improvviso d'ogni cosa,  un  disgusto inesprimibile di quella vita e di quello
prigione. In quel momento vi pare di esser per mare da  un  tempo immemorabile, come i passeggieri del bastimento
destinati alla stiva. Sul serio, voi pensate a pigliare  un  narcotico, o siete tentati di stordirvi col cognac, o di
una tempesta, il mondo a soqquadro, pur di uscire per  un  giorno da quest'orribile stato! Il mare si mostrava quella
come se fosse tutta una belletta di terra grassa, in cui  un  rampone da pesca avesse a rimanere confitto come una stecca
delle bestie deformi e immonde, del suo suo stesso colore.  Un  aspetto simile presentano forse le pianure della regione
e dotato d'una circolazione, d'un polso e d'un cuore, non è  un  elemento inorganico, ma uno smisurato animale vivente e
farneticando in uno stato di mezzo assopimento, come  un  bruto briaco. Ma neanche risvegliava l'idea della vita,
Ma neanche risvegliava l'idea della vita, poichè non v'era  un  respiro di vento, e sulla sua faccia non appariva nè una
e se il vento o la tempesta vi gettano qualche volta  un  bastimento smarrito, pare ai navigatori di esser caduti
sulla costellazione dell'Orione. Era una notte incantevole,  un  ridentissimo augurio per il buon termine del viaggio. A
toccava quasi lo zenit col vertice, e abbracciava circa a  un  quarto dell'orizzonte. Il tratto di via lattea che corre
in modo che non pareva di navigare, ma di volare sopra  un  naviglio aereo dentro agli splendori del firmamento. Eppure
settecento atomi viventi aveva dentro di sè una speranza, o  un  timore, o un rammarico, appetto al quale tutti quei milioni
viventi aveva dentro di sè una speranza, o un timore, o  un  rammarico, appetto al quale tutti quei milioni di mondi non
sollevato da terra col piede. A prua, infatti, si sentiva  un  mormorio vivissimo di conversazioni; ma più raccolto e più
ventiquattr'ore in America! - Ed eran già tutti sotto da  un  pezzo, che dalle scale dei dormitori veniva su ancora un
da un pezzo, che dalle scale dei dormitori veniva su ancora  un  bisbiglio sonoro e come la respirazione d'una moltitudine
è nella fatica, come dell'amore, che quanto costituisce  un  eccesso per alcuni, per altri può essere un eccitamento
costituisce un eccesso per alcuni, per altri può essere  un  eccitamento piacevole, che fa star meglio. Nella medicina
arti e nella scienza delle opere immortali. Citerò per dare  un  esempio, il nome di Carlo Darwin. La fatica nelle persone
fine di una lunga marcia i piedi si gonfiano. Il lavoro di  un  organo è sempre seguito da un mutamento nella circolazione
si gonfiano. Il lavoro di un organo è sempre seguito da  un  mutamento nella circolazione del sangue e della linfa. Se
dell' organo oltrepassa la giusta misura, succede come  un  edema ed un rossore intenso della parte. Basta un
oltrepassa la giusta misura, succede come un edema ed  un  rossore intenso della parte. Basta un piccolissimo disturbo
come un edema ed un rossore intenso della parte. Basta  un  piccolissimo disturbo nella circolazione linfatica del
sarebbe cioè l' incapacità a rivolgere l' attenzione sopra  un  argomento qualunque, in seguito a un disturbo del naso.
l' attenzione sopra un argomento qualunque, in seguito a  un  disturbo del naso. Riferisco una delle osservazioni
Tale sensazione scomparve di per sè dopo pochi giorni.  Un  anno fa si ripetè questo fenomeno, dopo che la sera aveva
fenomeno, dopo che la sera aveva bevuto alquanto. Rimase  un  giorno a letto e scomparì il sintomo dell' incapacità di
Egli non ha il coraggio di prendere in mano neppure  un  giornale; qualche volta si decide a sentire una lezione, ma
di non pensare a ciò che sente, perchè l'attenzione gli dà,  un  forte malessere. In questo stato egli erasi deciso di
incurabile. Esaminatogli il naso, il professor Guye trovò  un  grosso tumore adenoide, lo estirpò, e dopo due mesi di
risultò che una malattia della muccosa nasale, può dare  un  disturbo grave nella attività del cervello, caratterizzato
può considerarsi questo stato di incapacità a pensare, come  un  fenomeno della fatica, perchè prima che si presenti
pensa che il rigonfiamento della muccosa nasale produca  un  disturbo nella circolazione linfatica del cervello, e che
linfatica del cervello, e che questa sia la causa di  un  disturbo nella nutrizione del cervello, e della incapacità
chiarezza di mente completa: e poche ore dopo ricadono in  un  delirio furioso. Gli accessi maniaci possono durare più
improvvisa dell'accesso che scompare come per  un  incanto. L’ ammalato cessa di gridare e di agitarsi, l'
Il periodo del lucido intervallo può durare anche solo  un  giorno, e vi furono dei pazzi che erano savi un giorno sì e
anche solo un giorno, e vi furono dei pazzi che erano savi  un  giorno sì e l'altro no. Vi ha di quelli che diventano matti
più lunghi. Il celebre filologo Gherardini in seguito ad  un  terribile dramma domestico, fu scosso talmente nel sistema
non deglutiva più, gli colavano le bave, e dopo  un  anno e mezzo che dava di sè questo spettacolo straziante,
e il supplemento ai vocabolari. Dopo sette anni ebbe ancora  un  terzo accesso, ma questa volta il dottor Gherardini aveva
 un  dato punto, il quadro prose vita, e la pittura si cangiò in
quasi bruscamente, e se n'andò difilato verso prua, con  un  disegno sul viso, come di rappresaglia amorosa; e un minuto
con un disegno sul viso, come di rappresaglia amorosa; e  un  minuto dopo la signora svizzera e il tenore si separarono:
questi si mise a seder in disparte e finse di leggere  un  libro; quella si diresse verso il marito, da cui
marito, da cui l'argentino s'allontanò subito facendo a lei  un  saluto diplomatico. L'agente di cambio mi comparve accanto,
faccia del capelluto professore era maravigliosa: rivelava  un  intero sistema di filosofia, che doveva essere antico in
essere antico in lui: egli socchiudeva gli occhi, come  un  gatto che s'appisola, e torceva tutto il viso da una parte,
la signora s'era staccata dal marito, e lentamente, facendo  un  visetto insonnito, attraversava il cassero, per discendere.
- Eh! - sclamò l'agente; il momento è ben scelto. Non c'è  un  cane di sicuro dentro a quei forni di sotto.... Ma c'è la
e tutt'e due, mandando scintille dagli occhi, s'alzarono a  un  punto solo, e si mossero.... Ma era inutile. La svizzerella
su, velando la stizza col suo bel sorriso, e tenendo  un  libro fra le mani, come se fosse scesa per pigliar quello;
lui veniva innanzi l'agente, felice, che mi fece di Iontano  un  cenno della mano aperta, col pollice al naso. Il tenore
cinquantina, seduti a una tavola lunghissima, in mezzo a  un  vasto salone, tutto messo a oro e a specchi, e rischiarato
tempo in una familiarità inevitabile. II mare essendo  un  po' agitato, mancavano varie signore. Notai subito in fondo
e calva, con gli occhi orlati di prosciutto, piantata sur  un  collo interminabile; e mi diedero nell'occhio le sue mani,
signora sui trent'anni, con due occhi troppo azzurri e  un  nasino spensierato, fresca e mobilissima, vestita con
spensierato, fresca e mobilissima, vestita con eleganza  un  po' troppo vistosa; la quale girava su tutti i commensali,
Il proprietario legittimo di quella seta era senza dubbio  un  signore sulla cinquantina, che le sedeva accanto: una
con due piccoli occhi socchiusi, nei quali brillava  un  sorriso d'un'astuzia più ostentata che vera, che gli doveva
dalla loro apparizione al Municipio: una monachella e  un  seminarista avvedutisi in tempo d'un'assoluta mancanza di
avevan punto bisogno di darsi del nero sotto gli occhi. Da  un  lato dello sposo troneggiava una matrona coi capelli mal
una matrona coi capelli mal tinti, col seno al mento, con  un  faccione come lo fanno i caricaturisti alla luna di cattivo
la voce rauca, che andava provando tratto tratto con  un  colpetto di tosse. A capo della tavola sedeva il
passaggiere che aveva a destra, ora in spagnuolo impuro a  un  signore che aveva a sinistra: un vecchio alto e asciutto,
ora in spagnuolo impuro a un signore che aveva a sinistra:  un  vecchio alto e asciutto, di lunghi capelli bianchissimi e
sospese, e interrotta ogni tanto dal colpo secco con cui  un  commensale arrestava sulla tavola una mela o un arancia
con cui un commensale arrestava sulla tavola una mela o  un  arancia scappata; quando una frase spagnuola detta ad alta
quando una frase spagnuola detta ad alta voce e seguita da  un  coro di risate, fece voltar tutte le teste verso il fondo
di destra, di cui non avevo ancora inteso la voce. Era  un  uomo sui quarant'anni, dell'aspetto d'un antico soldato, di
dicendo: - È inutile.... se mangio, crepo. Costui era  un  ometto mingherlino, con un viso di dolor di corpo e una
se mangio, crepo. Costui era un ometto mingherlino, con  un  viso di dolor di corpo e una gran barba nera, troppo lunga
fino all'arrivo, se anche avesse avuto sempre il mare come  un  lago e il cielo come uno specchio. Aveva fatto parecchie
di seguito senza guararlo, e ogni volta che trovava in  un  libro una descrizione marina, la saltava a piè pari. Mi
potuto andare in America per terra, egli avrebbe viaggiato  un  anno in carrozza piuttosto che far quella traversata di tre
quella traversata di tre settimane. A tanto era ridotto.  Un  medico suo amico gli aveva detto per celia, ma egli credeva
avversione al mare non poteva derivar da altro che da  un  presentimento misterioso di dover morire in un naufragio. -
altro che da un presentimento misterioso di dover morire in  un  naufragio. - Sciâ se leve queste idee da a testa, avvocato!
essere lombardo : egli l'aveva inteso parlare lombardo con  un  amico, sulla calata di Genova: e un antico garibaldino,
parlare lombardo con un amico, sulla calata di Genova: e  un  antico garibaldino, senza dubbio: glie l'aveva detto Ia
sedeva accanto al brasiliano più piccolo, credeva che fosse  un  tenore italiano (era il mio vicino di camerino) che andava
forte in quel momento, dalla nostra parte della tavola, era  un  cattivo originale di mugnaio piemontese, che, diventato
vi ritornava ora per sempre, dopo aver fatto  un  breve soggiorno in patria, dove pareva che non avesse
e fin dalla sera innanzi era stato inteso raccontar a  un  cameriere la sua storia, e dir corna dell'Italia, la quale
Ia croce al collo che avevo già notata. Guardai, e provai  un  senso quasi di ribrezzo: non era un braccio il suo, ma un
Guardai, e provai un senso quasi di ribrezzo: non era  un  braccio il suo, ma un povero osso bianco che pareva uscito
un senso quasi di ribrezzo: non era un braccio il suo, ma  un  povero osso bianco che pareva uscito da un sepolcro. E
il suo, ma un povero osso bianco che pareva uscito da  un  sepolcro. E osservai nello stesso tempo i suoi occhi
somma, presentava una varietà abbastanza soddisfacente per  un  osservatore. Notai fra gli altri uno strano viso di color
malinconica, dal quale non potei staccare gli occhi per  un  pezzo quando l'avvocato m'ebbe detto ch'era un Peruviano;
occhi per un pezzo quando l'avvocato m'ebbe detto ch'era  un  Peruviano; poichè mi pareva che la forma oblunga del capo e
stava di faccia. Alle frutta le conversazioni s'animarono  un  poco. Sentii che il Comandante raccontava un'avventura di
va a poco a poco spegnendo. Allora cogliamo le primizie di  un  piacere sorto da un bisogno che sta per essere sodisfatto.
Allora cogliamo le primizie di un piacere sorto da  un  bisogno che sta per essere sodisfatto. Alcuni amano farsi
nella quale si desterebbero naturalmente, per provare  un  certo piacere, che riesce più voluttuoso che alla sera, nel
ai fenomeni intellettuali, e se ne parlerà più innanzi.  Un  bisogno che si confonde di sovente con quello del sonno è
egli, prima di assopirsi, se non soffre alcun dolore, prova  un  vero paradiso. I muscoli si adagiano al più completo
si sentono battere alcune arterie; qualche volta si prova  un  legger fremito al cuore, e sentiamo appressarsi il sonno
fremito al cuore, e sentiamo appressarsi il sonno come  un  amico aspettato. Piaceri consimili si godono da quelli che
nel muovere in diverso modo i muscoli, sia esercitando  un  sol membro, sia spostando il corpo da un luogo all'altro.
sia esercitando un sol membro, sia spostando il corpo da  un  luogo all'altro. Il piacere in ogni caso deriva dalla
Il piacere in ogni caso deriva dalla soddisfazione di  un  bisogno. Ai piaceri locali di questo genere appartengono
una lettera di presentazione per il Commissario, scritta da  un  amico di Genova, il quale lo pregava di facilitarmi le
passaggi che vanno a poppa a prua; al quale, perchè v'era  un  andirivieni continuo di gente, gli ufficiali avevano posto
ufficiali avevano posto il nome di Corso Roma. Lo trovai in  un  camerino bianco, tutto ornato di ritratti fotografici, e
diversa da quella delle nostre celle nude di locanda. Era  un  bel giovanotto genovese, biondo, che vestiva con grazia la
viso regolare e immobile un'acuta facoltà d'osservazione e  un  fino senso comico. Mi condusse subito nel suo ufficio,
e depositario della posta, egli era sul piroscafo  un  quissimile di pretore, che vegliava sul buon ordine e
resistono più o meno agli agenti nocivi. Mi spiegherò con  un  esempio.Se varie persone si espongono al freddo, nelle
se faccio il caso grave) che uno prenda una polmonite,  un  secondo il tetano, un terzo una paralisi facciale, un
grave) che uno prenda una polmonite, un secondo il tetano,  un  terzo una paralisi facciale, un quarto un reumatismo, un
un secondo il tetano, un terzo una paralisi facciale,  un  quarto un reumatismo, un quinto un enterite, un sesto un
il tetano, un terzo una paralisi facciale, un quarto  un  reumatismo, un quinto un enterite, un sesto un semplice
un terzo una paralisi facciale, un quarto un reumatismo,  un  quinto un enterite, un sesto un semplice raffreddore, un
una paralisi facciale, un quarto un reumatismo, un quinto  un  enterite, un sesto un semplice raffreddore, un settimo una
facciale, un quarto un reumatismo, un quinto un enterite,  un  sesto un semplice raffreddore, un settimo una malattia
un quarto un reumatismo, un quinto un enterite, un sesto  un  semplice raffreddore, un settimo una malattia della pelle,
un quinto un enterite, un sesto un semplice raffreddore,  un  settimo una malattia della pelle, e tutti gli altri non
facilmente i fenomeni della stanchezza, siano nate con  un  sistema nervoso che è troppo piccolo in confronto dalle
del corpo cui deve servire. In queste persone vi sarebbe  un  arresto del sistema nervoso, per cui esso conserva alcuni
pensiamo al cervello dell'uomo dobbiamo rammentarci che ad  un  estremo della scala abbiamo i grandi cervelli dei celebri
pesano solo 170 grammi fino a 966 grammi. Dante aveva  un  cervello inferiore alla media degli uomini: e il cervello
chimiche che si riscontrano nei processi della vita, entro  un  numero uguale di cellule, che hanno la stessa forma e il
bordo due commessi viaggiatori francesi. Uno era parigino,  un  buon giovane, benchè un poco lezioso; ma una faccia,
francesi. Uno era parigino, un buon giovane, benchè  un  poco lezioso; ma una faccia, poveretto, che mi pareva
capitolo delle catarrine. L'altro l'ho già accennato: era  un  marsigliese di cinquant'anni, con un busto di Patagone e le
già accennato: era un marsigliese di cinquant'anni, con  un  busto di Patagone e le gambe corte, di cui una arcata, che
e si piccava di letteratura, citando a ogni proposito  un  libro solo, che era il suo vangelo, e di cui certo non
aveva mai letto che il titolo: il dizionario del Littré,  un  ouvrage qui restera dans les siècles. Oltre di ciò si
di ciò si vantava di conoscere a fondo l'Italia, e parlava  un  italiano da far scappare i pescicani. Ma il più lepido era
in qualità di Ambasciatore di Francia. Del resto,  un  modo di ragionare in tutte le cose, assai comune fra i
considerare come tipo la seguente, opposta da lui a  un  argentino, che diceva la birra nociva: - J'ai assisté à
da attore, stando in piedi, e che terminava sempre facendo  un  frullo con le dita e una piroetta sopra un tallone, per
sempre facendo un frullo con le dita e una piroetta sopra  un  tallone, per ripiantarsi in faccia all'uditore con un: - Et
in faccia all'uditore con un: - Et voilà! - come  un  giocoliere che vuol l'applauso. Quella mattina appunto egli
due, il parigino, stizzito, si lasciò scappare di bocca con  un  tuono di compatimento, che, il suo contraddittore non
del marsigliese inviperito: - .... Vous prenez la chose sur  un  ton.... Nous nous moquons pas mal de Paris.... Thiers, qui
squisite carni conservate, di cui s'erano portati a bordo  un  magazzino. Il cassero aveva l'aspetto d'una vasta terrazza
accanto, coglievo una delle sue frasi. Yo creo que con  un  capital de docientos mil patacones.... Vea Usted, la
del timone a mano, biancheggiava la signora bionda, con  un  nastro azzurro nei capelli, ritta contro il parapetto,
ma, benchè non si guardassero, si capiva pure, da  un  leggero sorriso continuo che tremolava sul viso di tutti e
e sua zia. Osservai questa bene per la prima volta: era  un  esempio; non raro a vedersi, d'uno sbaglio della natura, la
natura, la quale aveva imprigionato un'anima femminile in  un  corpo di maschio, dal viso largo e ossuto, dalle mani
sgradevole tra la sua persona e il suo spirito, e che da  un  pezzo era rassegnata a non piacere, e a starsene in
come di vergogna che velava i suoi occhi, ispiravano  un  sentimento così tra la pietà e la simpatia, che in qualche
la faceva parer diversa affatto da quella che era. A  un  tratto, con molta maraviglia, vidi il garibaldino
accanto alla nipote, salutando rispettosamente, ma con  un  atto che rivelava una conoscenza di vari giorni. Era la
chiari e lenti sull'orizzonte, ed egli l'ascoltava, in  un  atteggiamento di accondiscendenza e di rispetto, fissando
la mia vicina di camerino, vestita con troppo sfoggio per  un  piroscafo; ma il movimento irrequieto dei suoi piccoli
per trent'anni filati. Che ci poteva mai esser fra loro?  Un  "malinteso della carne" come fra quella coppia coniugale
che li separava, poichè il marito, che non aveva aspetto di  un  tristo, avrebbe perdonato, ed essa non pareva un'anima così
e che la via che percorrevano insieme li avrebbe condotti a  un  delitto. Ma chi più attirava l'attenzione, fra tutta quella
piccola negra popputa come un'ottentotta; tutti stretti in  un  gruppo sul sedile vicino all'albero di mezzana, silenziosi,
grandi occhi neri sopra le persone che passavano, come se  un  meccanismo solo li movesse. Il padre e la madre stavano
e la madre stavano appiccicati, come se fossero gelosi  un  dell'altro, e avevano l'aria di gente ricca; ma
con delicata ferocia qualcuno o parecchi della compagnia.  Un  vivo lampo d'invidia che le passò sugli occhi mi annunziò
e semplice, appoggiandosi al braccio di suo marito, con  un  passo e un sorriso di convalescente, che non nascondeva la
appoggiandosi al braccio di suo marito, con un passo e  un  sorriso di convalescente, che non nascondeva la compiacenza
la compiacenza d'esser guardata da tutti. Era davvero  un  bell'esemplare della bellezza opulenta del sangue creolo: i
vari crocchi di passeggieri, e così io mi trovai  un  momento in compagnia del genovese monocolo, che aveva sul
infinita, su cui il solo pensiero del cibo sornuotava, come  un  guizzo di luce sopra un'acqua morta. Io gli domandai che
della cucina del Galileo. Egli scrollò il capo e stette  un  po' pensieroso; poi, con lo stesso accento con cui avrebbe
forte nei piatti dolci, duecento cinquanta lire al mese,  un  bell'uomo. E si offerse di presentarmelo. Io rimandai la
si offerse di presentarmelo. Io rimandai la presentazione a  un  altro giorno. - Giusto! - disse allora, guardando
strana! L'uomo, in casa sua, trova tutto bello, come  un  cretino. Belle le montagne, bella la pianura; il cielo
bello dove non ce n'è. È stupido! Per me il mare non è che  un  immenso pantano.... E adesso che cosa succede? - S'era
pantano.... E adesso che cosa succede? - S'era inteso  un  colpo dell'elice più forte degli altri. Egli si guardò
rapidissima rasente gli orli del bastimento, come  un  soldato atterrito getta uno sguardo sul nemico che s'avanza
la fortezza. - Si consoli, però - gli dissi - che abbiamo  un  buon mare. - Ah! mi faccia il favore -, rispose andandosene
mare. - Ah! mi faccia il favore -, rispose andandosene -;  un  buon mare! In meno d'un'ora potremmo esser tutti
sera tutta espansiva? Era svelato il mistero. Beveva come  un  tegolo. Si diceva che fosse una domatrice, e che avesse il
intese. In quel momento essa stava discorrendo con  un  passeggiere di alta statura, a cui non avevo mai fatto
su quello lì correva una voce: si diceva ch'egli fosse  un  antico capitano marittimo, un cane, e quel segno rosso, la
voce: si diceva ch'egli fosse un antico capitano marittimo,  un  cane, e quel segno rosso, la traccia d'un tentativo
gli sarebbe rimasto. Già ce n'erano altri in corso. A  un  passeggiere che non parlava con nessuno, perchè aveva il
sospetto del Figaro si chiamava addirittura il ladro. E  un  altro, non so perchè, era designato comunemente col titolo
la mano agli altri da buoni amici. - To' - disse a  un  tratto l'agente. - La svizzera e il toscano sono scomparsi!
con la faccia d'un cacciatore che ha fatto presa. - Abbiamo  un  po' di movimento, - gli disse quegli, placidamente. - Già,
mugnaio, che tartassava l'Italia, dondolandosi in mezzo a  un  crocchio di passeggieri, orgoglioso della sua pancia di
di signoria. Era vestito da fattore benestante, e aveva  un  grosso anello d'oro alla mano destra: occhio falso, il naso
non si son mossi da casa. Quello lì aveva certo avuto  un  solenne disinganno, e toccato delle scottature all'amor
vent'anni aveva creduto di trovarvi una trasformazione,  un  progresso: v'aveva ritrovate invece le idee d'una volta,
vita gretta, e una maledetta trucia! Cento cani intorno a  un  osso, quando c'era un osso. E poi nessuna iniziativa negli
trucia! Cento cani intorno a un osso, quando c'era  un  osso. E poi nessuna iniziativa negli affari, un andare in
c'era un osso. E poi nessuna iniziativa negli affari,  un  andare in tutte le cose coi piedi di piombo, in mezzo a
tutti perdono una parte del proprio dialetto e acquistano  un  po' d'italiano, per confonder poi italiano e dialetto con
guastar capitali per "spender capitali", son salito con  un  carigo di trigo per "son partito con un carico di grano." E
son salito con un carigo di trigo per "son partito con  un  carico di grano." E in quest'orribile gergo tirava via a
invece la bellezza della pianure americane, facendo  un  gesto largo e goffo di paesista briaco. Ma poi ricadeva
di paesista briaco. Ma poi ricadeva sempre sull'Italia con  un  intercalare che doveva aver preso nelle cronachette dei
bianco, troncò quel discorso per dirmi che aveva scoperto  un  amenissimo originale nell'equipaggio, un vecchio marinaio
che aveva scoperto un amenissimo originale nell'equipaggio,  un  vecchio marinaio gobbo, preposto alla vigilanza dei
pregio estetico della persona, che potesse toccare  un  cuore femminile. Questo piccolo gobbo canuto, che doveva
la notte che nessuna donna uscisse dai dormitori, era  un  impasto bizzarro di filosofo e di buffone, che spifferava
bel cameriere impomatato di prima classe, che passava con  un  vassoio in mano, girando lo sguardo languido sulle signore.
una voce strascicata e nasale, che mi addormentava. A  un  tratto il canto cessò, come se l'attenzione del marinaio
attirata altrove, e udii dalla parte del palco  un  grido altissimo - lungo - interminabile - lamentevole: -
lungo - interminabile - lamentevole: - L'America! Mi corse  un  brivido per le vene. Fu come l'annunzio d'un grande
immensa e confusa d'un mondo, che mi ridestò tutt'in  un  punto la curiosità, la maraviglia, l'entusiasmo, la gioia,
scattare in piedi, con un'ondata di sangue alla fronte.  Un  altro grido, ma di mille voci, rispose a quel primo, e
chiusa era quella del garibaldino, e al vederlo, provai  un  nuovo senso di ripulsione per lui, parendomi che fosse
più dei corpi bruti, ma di rado possono ispirare in noi  un  affetto particolare. Noi indirizziamo loro l'emanazione del
a noi ancor fredda, o resa appena tiepida dal contatto di  un  corpo vivo. Nei pochi casi nei quali possiamo agire
Nei pochi casi nei quali possiamo agire moralmente sopra  un  animale inferiore, non è che con la paura. In alcuni casi
l'uomo è riuscito ad amare con trasporto una formica,  un  pesce, una tartaruga; ma, in questi casi, l'affetto poteva
poteva essere poco diverso da quello che si può sentire per  un  oggetto inanimato. Una bestia non si può amare di vero
qualche nuovo elemento che non fu dato da noi. Anche quando  un  uccello o un coniglio, che stiamo allevando, non intenda la
elemento che non fu dato da noi. Anche quando un uccello o  un  coniglio, che stiamo allevando, non intenda la nostra voce
di simpatia che ci collega agli esseri vivi, e proviamo  un  piacere. Se poi l'animale distingue il suono della nostra
noi ci sentiamo intesi, e per la prima volta proviamo  un  vero piacere del sentimento di seconda persona. Noi siamo
prende l'altro essere al nostro sentimento, dà al piacere  un  carattere tutto nuovo, che distingue i piaceri freddi
domestici vediamo completarsi lo scambio degli affetti in  un  vero dialogo per lo più muto, ma assai espressivo; perciò
scambio d'affetti però noi non possiamo pretendere ad  un  equilibrio completo, nè con minor ragione alla gratitudine,
alla gratitudine, per cui ci accontentiamo molte volte di  un  grano di simpatia per uno sfogo di sentimento. È per questo
sia poi che, rinchiusi in una prigione, parliamo ad  un  ragno; sia che, liberi e felici, possiamo riporre il nostro
inglese più del brutto cane da pagliaio. II piacere ha poi  un  carattere molto diverso ma indefinibile, secondo la classe
che di poco, secondo che si indirizza ad una lucertola o ad  un  pesce, a un baco da seta o ad una rana. Gli uccelli per la
secondo che si indirizza ad una lucertola o ad un pesce, a  un  baco da seta o ad una rana. Gli uccelli per la loro
e l'amore che si ha per essi rassomiglia, in generale, in  un  ordine molto inferiore, all'affetto che si porta ai
Più d'una volta, vedendo saltellar davanti ai nostri piedi  un  passero vispo e irrequieto, noi lo seguiamo affettuosamente
Il più brutto cane barbone può meritare da noi  un  affetto assai più intenso di un elegante e stupido cane
barbone può meritare da noi un affetto assai più intenso di  un  elegante e stupido cane inglese. L'affetto alle bestie può
che valgono a rendere cari gli oggetti e gli esseri. Così  un  tale ha una grande simpatia per tutti i canarini, perchè
uccelli rallegrò col suo canto la sua prima fanciullezza.  Un  altro non può vedere una rana senza piacere, per aver
non può vedere una rana senza piacere, per aver sacrificato  un  migliaio di rane sull'altare della fisiologia, sua scienza
rane sull'altare della fisiologia, sua scienza prediletta.  Un  terzo non può vedere senza affettuosa riconoscenza una
perchè una di esse accidentalmente lo risvegliò, mentre  un  tizio stava per provare a sue spese il piacere patologico
provare a sue spese il piacere patologico di rubare. Infine  un  altro non guarda mai un baco da seta senza un senso di
patologico di rubare. Infine un altro non guarda mai  un  baco da seta senza un senso di compiacimento perchè egli
Infine un altro non guarda mai un baco da seta senza  un  senso di compiacimento perchè egli deve le sue ricchezze al
loro assassini scientifici, meriterebbe di essere chiuso in  un  manicomio. In qualche caso, però, questo affetto cresce al
possono aver conosciuto qualcuno per il quale l'affetto di  un  cane e le cure giornaliere prestate amorosamente ad un
di un cane e le cure giornaliere prestate amorosamente ad  un  piccolo serraglio domestico formavano la più cara
ed ella più d'una volta libera con pietosa sollecitudine  un  moscerino caduto nella rete di un ragno. Quante volte un
con pietosa sollecitudine un moscerino caduto nella rete di  un  ragno. Quante volte un insetto, che è per naufragare in una
un moscerino caduto nella rete di un ragno. Quante volte  un  insetto, che è per naufragare in una vasca, fa palpitare il
del vero, del grande e del buono, il quale, sodisfatto in  un  altro individuo, passa per riflesso in noi. Se facciamo una
interessiamo direttamente in noi il sentimento, e proviamo  un  piacere del quale abbiamo in noi soli l'origine e la
in noi soli l'origine e la ragione. Se siamo spettatori di  un  atto generoso, esso si riflette nella nostra coscienza, e
esso si riflette nella nostra coscienza, e producendo  un  piacere, fa scintillare nello stesso tempo un raggio di
e producendo un piacere, fa scintillare nello stesso tempo  un  raggio di luce riflesso che è costituito dall'ammirazione.
e secondo il numero delle volte che vi si proietta. Così  un  uomo che manda a noi una sol volta l'immagine di un'azione
ci ispira l'ammirazione, la quale può arrivare a  un  tratto alla venerazione o all'adorazione, se il raggio di
il documento di una inferiorità. Siccome però l'egoismo è  un  elemento necessario all'organizzazione morale di tutti gli
presi alla strozza dalla verità, pronunciano col labbro  un  atto di ammirazione che cancellano subito col cuore. Per
superiorità che li avvicini, e mentre prestano forse  un  culto di adorazione per Cesare, per Newton o per Napoleone,
fiutando appena l'odore acre e insoffribile che emana da  un  titolo accademico, o da un pollice di nastro all'occhiello
acre e insoffribile che emana da un titolo accademico, o da  un  pollice di nastro all'occhiello di un loro simile. A nostro
accademico, o da un pollice di nastro all'occhiello di  un  loro simile. A nostro conforto però abbiamo uomini eletti
che si presta ai grandi che più non sono, può diventare  un  vero culto, una vera adorazione, ma la mente vi entra assai
come strumento a suscitare la gioia. La semplice vista di  un  autografo di persona insigne può far palpitare di piacere,
di persona insigne può far palpitare di piacere, come  un  cieco può piangere di gioia palpando colle mani intente un
un cieco può piangere di gioia palpando colle mani intente  un  oggetto appartenente a un grande ch'egli apprezza e onora.
gioia palpando colle mani intente un oggetto appartenente a  un  grande ch'egli apprezza e onora. Chi sentì l'armonia che
che Rossini dedicò alla sua tomba, provò sicuramente  un  piacere a cui partecipò anche l'orecchio. Lo stesso si può
può dire di chi legge per la prima volta l'autobiografia di  un  grande, lasciata in eredità a quelli che non furono suoi
furono suoi contemporanei. Altre volte la gioia spetta a  un  sentimento diverso, e riceve una leggera sfumatura dalla
purezza, nel culto che si presta a una madre decrepita o ad  un  grand'uomo che, vecchio e cadente, manda ancora un raggio
o ad un grand'uomo che, vecchio e cadente, manda ancora  un  raggio di viva luce dalle stanche pupille. L'esercizio di
di nobile ambizione. Più d'una volta il culto prestato ad  un  genio bastò a indirizzare la vita a un nobile scopo, e a
il culto prestato ad un genio bastò a indirizzare la vita a  un  nobile scopo, e a far cogliere il premio d'una corona
ci avvolgeva da tre giorni, il sole calava nel mare come  un  rubino enorme, gettando sulle acque tranquille una
una lunghissima striscia purpurea abbagliante come  un  torrente di lava accesa che corresse a incenerire il
luce, che, a fissarvi lo sguardo, la mente vacillava  un  momento, e s'aspettava con un senso quasi di trepidazione
sguardo, la mente vacillava un momento, e s'aspettava con  un  senso quasi di trepidazione l'ultima visione di Dante, i
per il passaggio coperto, rimase legata nella mia memoria a  un  aspetto nuovo del mare e del cielo, che s'erano schiariti
orli; e si aveva l'illusione strana d'essere entrati in  un  continente metà terra e metà acqua, abbandonato dagli
delle isolette coperte di smeraldi; e nell'aria spirava  un  tepore di primavera, in cui pareva di sentire delle
chimica: e tutti i progressi compiuti dalla fisiologia in  un  secolo, sono venuti a confermare questo concetto di
massimo della contrazione il muscolo può raccorciarsi di  un  terzo della sua lunghezza. Un eccitamento debolissimo del
muscolo può raccorciarsi di un terzo della sua lunghezza.  Un  eccitamento debolissimo del nervo, così debole che se
nessun galvanometro è capace di misurarla, può già eccitare  un  cambiamento chimico nel muscolo e produrre una contrazione.
muscolari; nell'altro l'eccitazione invece di produrre  un  effetto meccanico ha prodotto un fenomeno psichico che si
invece di produrre un effetto meccanico ha prodotto  un  fenomeno psichico che si rivela in una modificazione nello
dell'altro, tanto che la mano resti pallida come quella di  un  cadavere, e si raffreddi in un quarto d' ora di tre o
resti pallida come quella di un cadavere, e si raffreddi in  un  quarto d' ora di tre o quattro gradi. La mano non perde
possiamo muovere le dita e stringere il pugno. Solo dopo  un  quarto d' ora o mezz' ora seguono il formicolio e un dolore
dopo un quarto d' ora o mezz' ora seguono il formicolio e  un  dolore che ci obbligano a restituire novamente la
nel braccio. Ho già scritto nel mio libro sulla paura,  un  capitolo intorno alla circolazione del sangue nel cervello
più calde. Voi tutti dovete aver veduto con quale maestria  un  artista sappia con poche combinazioni di chiaro e di oscuro
con poche combinazioni di chiaro e di oscuro rappresentarvi  un  cielo dei tropici o della Siberia. Orbene, fate lo stesso
somiglianti. Disegnate le stesse figure, ma date alle prime  un  orizzonte grigio, freddo, con nubi bianchicce e a strati;
di quella compiacenza che si prova quando, avvolgendosi in  un  mantello, si sente ancora il freddo, ma si spera di
ma si spera di vincerlo. Date invece al quadro dell'amore  un  cielo d'oltremare e d'oro, dove i raggi del sole rendono
il Leopardi chiama il più grande dei sentimenti umani; ma  un  imbecillimento compassionevole, che si manifestava in una
che stava affacciato all'osteriggio della macchina, con  un  viso su cui non appariva più nemmeno un riflesso moribondo
della macchina, con un viso su cui non appariva più nemmeno  un  riflesso moribondo d'intelligenza. - Che cosa fa qui? - gli
minuti, mi riduco in uno stato di completo istupidimento,  un  vero asino; allora non penso più a niente e non mi annoio
ma anche per chi ne acquistò qualche nozione nei libri, è  un  piacere nuovo e grande la prima volta che si decide a
a guardare in su, dove non appare più il giorno che come  un  barlume, ci pare d'essere calati dal tetto giù fra le
divise da quattro strade che s'incrociano, simili a  un  quartiere chiuso, e infocato, dove molti uomini neri e
innanzi, d'esser quasi sepolti. E non di meno si stenta  un  pezzo ancora a riavere la mente libera. Il macchinista ha
pezzo ancora a riavere la mente libera. Il macchinista ha  un  bello spiegare. Quel movimento vertiginoso di stantuffi, di
superi quel dato grado, a vedere se spunti in qualche parte  un  indizio di fumo sospetto, a mantenere costante la pioggia
affronta e vince le tempeste dell'oceano, è delicato come  un  organismo umano, e il più piccolo turbamento del più
del più piccolo dei suoi membri lo sconturba tutto, e vuole  un  rimedio immediato. A un corpo vivo egli rassomiglia
membri lo sconturba tutto, e vuole un rimedio immediato. A  un  corpo vivo egli rassomiglia infatti, assetato, come gli
nel ventre, e costretto a tracannar senza tregua dal mare  un  torrente d'acqua, ch'ei gli rigetta in fontane fumanti; e
fontane fumanti; e tutto quel complesso di ordigni è come  un  torso titanico, di cui tutti gli sforzi convergono
tre coppie di ruote ad ali mosse da buoi; e s'immagina con  un  senso d'alterezza lo stupore che inchioderebbe là un antico
con un senso d'alterezza lo stupore che inchioderebbe là  un  antico a quella vista, e il grido d'ammirazione che gli
mai quarto quella maraviglia sia costata ai suoi simili:  un  secolo di tentativi sfortunati, un altro secolo di
costata ai suoi simili: un secolo di tentativi sfortunati,  un  altro secolo di trasformazioni continue, una legione di
legione di grandi ingegni che spesero intere vite attorno a  un  perfezionamento che un altro successivo fece cader
che spesero intere vite attorno a un perfezionamento che  un  altro successivo fece cader nell'oblio, e poi il martirio
destinato forse anch'esso a parere ai nostri nipoti lontani  un  rozzo e debole apparecchio di principianti.
però l'immensa differenza che passa fra una sensazione,  un  sentimento e un'idea. Nella prima noi seguiamo i passi del
col mondo che ci circonda. Se invece vogliamo formarci  un  concetto del sentimento, noi sentiamo che questa forza è
nasce in noi e che tende ad effondersi al di fuori, come  un  ricambio del saluto che il mondo esterno ci ha inviato per
loro o modificandosi in mille modi. Così, se noi vediamo  un  bel fiore nello stesso tempo in cui il nostro orecchio è
confondono; mentre invece, se noi guardiamo con tenerezza  un  bambino, e nello stesso tempo ammiriamo le affettuosità
le affettuosità premurose della madre, noi proviamo  un  solo piacere complesso, nel quale concorrono due sentimenti
costituisce tutto il mondo del sentimento. Il solo vedere  un  uomo che soffre fa nascere in noi un movimento affettuoso
Il solo vedere un uomo che soffre fa nascere in noi  un  movimento affettuoso di compassione che, tendendo ad
aspirazione affettuosa si riflette in noi, accompagnata da  un  nuovo elemento che la solleva a un grado maggiore di
in noi, accompagnata da un nuovo elemento che la solleva a  un  grado maggiore di perfezione, e noi proviamo il piacere di
quando pieni d'affetto corriamo a gettarci nelle braccia di  un  amico, e, invece di sentirci stretti in un amplesso
nelle braccia di un amico, e, invece di sentirci stretti in  un  amplesso affettuoso, ci vediamo respinti o derisi, il
si era destato in noi. Nello stesso modo con cui irritando  un  nervo sensorio si produce una corrente muscolare riflessa,

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