| Ubaldo | Pasqualotto (Milano) |
Corriere della Sera -
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e lo mandò via dandogli soltanto un bastone e tre scudi. | Ubaldo | aveva sentito tanto magnificare la chiesa di Nostra Signora |
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steso in terra, circondato da una enorme folla di persone. | Ubaldo | sentì dire che il cadavere abbandonato era quello di un |
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il povero Marco in una fossa e poi se ne andò a cena. | Ubaldo | prese due pezzi di legno, ne formò una croce, che mise |
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il santo giorno!". Volgendo nella mente questi pensieri, | Ubaldo | rallentava il passo, e alla fine si sedé appiè di una |
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tosto soccorri! Dette queste parole, il Santo scomparve e | Ubaldo | si destò. Prima di tutto, appena ebbe liberati gli occhi |
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un superbo castello con quattro potenti torri ai fianchi. | Ubaldo | varcò il ponte levatoio. - Chi sei? - gli domandò la |
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e lei, il carnevale. Tutti e due fecero mille garbatezze a | Ubaldo | e, introdottolo nella grande sala d'onore, lo fecero sedere |
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ordinò gli fossero serviti dei rinfreschi. A dir la verità | Ubaldo | non capiva il perché lo avevan ricevuto a quel modo, ma era |
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pranzo, e il vecchio si sedé in capo tavola, mentre aveva | Ubaldo | a dritta e Imelda a sinistra. Allorché le mense furono |
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ragni avevano tessuto le loro tele sulle mangiatoie. Quando | Ubaldo | fu rimasto solo, accese un fuoco di sterpi sul pavimento di |
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inginocchiatosi, pregò fervidamente. Passò la prima ora e | Ubaldo | non udì altro che lo schioppettìo della fiamma; passò la |
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e all'estremità della stalla, nell'angolo più scuro, | Ubaldo | vide alzarsi lentamente una pietra e uscir dalla terra la |
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vedeva svolgersi il corpo enorme, coperto di squame. Benché | Ubaldo | fosse coraggioso, pure sudò freddo a quella vista, e quando |
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dalla morte. La mattina dopo, quando il sole fu alzato, | Ubaldo | andò a destare la gente del castello e la condusse nelle |
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Egli non può più nuocere ad alcuno. Fu fatto ciò che | Ubaldo | aveva ordinato, e quando s'andò a misurare la lunghezza del |
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sua cugina Imelda. Un giorno il perfido Corrado invitò | Ubaldo | ad andare a caccia insieme con lui in prossimità del mare, |
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cavalieri ai quali dispensa le rose che portava in petto. | Ubaldo | si alzò in punta di piedi. - Quanto desidero di vederla! - |
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ci vuol poco. Sali sul mulino e sarai più alto di me. | Ubaldo | seguì il consiglio e salì la scaletta tarlata. Quando fu |
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fioriti. - Ma guarda sotto a te! - Sotto a me! - gridò | Ubaldo | spaventato. - Invece della scala per discendere, vedo le |
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e il vecchio mulino era circondato da una fornace ardente. | Ubaldo | si raccomandò al Gigante di non lasciarlo morire di una |
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la terra al cielo. L'arcobaleno spense l'incendio, quindi | Ubaldo | si servì della scala per discendere e tornò al castello |
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stava per uscire dal cortile e imboccare il ponte levatoio, | Ubaldo | posò una mano sulla groppa del cavallo e disse: - Non |
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prodotto dei campi e del bestiame. Ma questa generosità di | Ubaldo | non aveva fatto altro che invelenire maggiormente il |
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un maschietto, bello e forte, che nacque senza piangere. | Ubaldo | mandò inviti a tutti i signori dei castelli vicini |
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culla, afferrare il piccino e darsela a gambe. Prima che | Ubaldo | pensasse a inseguirlo, egli era già fuori del castello, e |
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Corri a liberarlo da Corrado, che lo vuole uccidere. | Ubaldo | corse fuori, seguìto da gran parte d'invitati e di servi, e |
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coltellaccio che prima portava alla cintola, dicendo: - Se | Ubaldo | non mi dona l'altra metà della rendita de' suoi beni in |
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sempre il coltellaccio. - Rendimi mio figlio! - urlò | Ubaldo | attraverso le inferriate. - Non son così pazzo; cedimi |
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così pazzo; cedimi tutto quello che possiedi e lo avrai. | Ubaldo | esitò. Non poteva ridurre la moglie e il bambino alla |
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di peso e ricondotto in camera di Imelda, dove lo seguì | Ubaldo | col bambino fra le braccia. Appena tutti vi furono |
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di un bar e dalle donne dipinte da Antonio Donghi e | Ubaldo | Oppi a tutto il Realismo Magico; da Edward Hopper a Grant |
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