posizione, di reagire attivamente a tutte le situazioni. Poussin considera la storia come una dimensione chiusa, in cui tutto è “bello” perché nulla
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brutalmente vitali, come Rubens, Jordaens, Frans Hals: essi riducono tutto al presente, all’istante, ma proprio perciò il problema del prima e del poi si
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, lasciare interrotte imprese che altri seguiterà o abbandonerà senza noi. La stessa ambiguità della simbologia funeraria dimostra che tutto quell'apparato
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confronti di questo, di quello, di tutto. A sentire questa esigenza nuovamente umanistica, perché rivolta ad affermare, nel secolo delle servitù
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andrà infatti sviluppandosi per tutto il secolo culminando, nel Settecento, nella chiesa di San Carlo a Vienna, studiata, sotto questo aspetto, dal
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impegnata ad un fine: anche questo gli rimprovererà il Bernini, di essere un gotico. Impegna nel processo ascetico del fare “edificante” tutto il
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, diventa visione e rivelazione. L’artista deve fenomenizzare, visualizzare tutto: quindi la tecnica ha specie infinite. Sono infinite le tecniche
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Il punto di crisi, per la pittura, è dato dalla specializzazione. Se il pittore è il tecnico della visione e tutto deve fenomenizzarsi nell'arte, è
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) provoca l’esplosione, la ridda dei fenomeni e tutto balza alla superficie con una prepotente forza d'appello. il tema del movimento universale, cosmico di
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Per tutto il Seicento due opposte concezioni della realtà - una universalistica e una nominalistica — sembrano contendersi il campo, proponendo
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, analizzava, interpretava, giudicava, mentre il colore si limita a manifestare, a portare tutto a una evidenza clamorosa. La ritrattistica di Hals può parere
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’altro; solo così il fenomeno non apparirà più come il particolare di un insieme o il simbolo di un tutto, ma come una realtà compiuta, che si dà
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, alberi: c'è sempre tutto), ed ogni elemento ha una “tipica” conformazione, ma poi il repertorio dei tipi si accende di brividi di luce, di rossori di
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, il luogo delle forze misteriose e demoniche; è il luogo dei portenti, dove il mito s’avvera e tutto può accadere; ma il villano col berretto calato
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della natura si identifica con il sentimento della storia e si proietta tutto nel passato, quasi evocando un bene perduto, nel Dughet sollecita a
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suo umore panico e satiresco, Rembrandt la sua disperazione, la sua angoscia morale. Tutto ciò che sorge dalla terra si protende con stento
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. è uno schema che si rianima: la natura si ri-fenomenizza, risale tumultuosamente dal passato al presente. l’uomo moderno, per cui tutto è vivo
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materia delle cose. La materia della pittura, sostituendosi concretamente a quella delle cose, identifica tutto, risolvendo nelle relazioni tonali, nell
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la cosa in sé e lo spazio, o tra l’unità e il tutto, quanto quella di spiegare il nuovo rapporto che passa tra l’uomo e le cose a cui è legato da una
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possa condurre alla salvezza universale, di tutto il genere umano, senza distinzioni di razza, di sangue, di ceto. La Chiesa afferma con forza il
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’esistenza: il carattere d'irrazionalità autentica o artificiosa, che sembra dominare tutto il secolo, dipende da questo confluire di tutte le attività
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funzione egemone perché traduce tutto in immagini, in fenomeni. È dunque giusto cercare nell’arte l’espressione più autentica e completa di una civiltà che
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molteplicità e la diversità illimitata dei fenomeni: prima tutto era subordinato, ora tutto è autonomo e la coerenza che lega tutti quei fatti autonomi non è una
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della sua forma reali, tutto ciò che si può fare è di verificare i procedimenti di pensiero mediante i quali si prende coscienza del mondo, cioè di
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ancora all'esistenza di un sistema della natura, non può essere d’aiuto. Tutto l’interesse si concentra sul problema dell’esistenza umana, della sua
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Rinascimento, non è del tutto infondata e protestano contro le immagini profane che popolano le chiese. Distinguono però tra immagini buone e cattive: l
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all'interesse di un singolo committente ma di tutto un ceto: gli artisti lavorano ormai per un pubblico che è influenzato dalla loro opera ma, a sua volta, la
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Il principio “ut pictura poesis”, fondamentale per tutte le poetiche barocche, implica la questione essenziale della verosimiglianza ed investe tutto
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tutto fatto di argomenti e perorazioni (Pietro da Cortona). Per potere efficacemente persuadere bisogna essere persuasi: più ancora che della verità o
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, la cui storia costruttiva, inseparabile dallo sviluppo del tema ideologico, dura per tutto il Cinquecento e ha il suo punto culminante nel progetto
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di una rappresentazione. Invece l'arte, e lo dice anche il Tasso, non si scopre ma fa (“l'arte che tutto fa, nulla si scopre‘): e se l'artista non
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“monumentale” nasce dalla combinazione degli effetti proprii delle tre arti: vi sono finte architetture, finte sculture. Ma tutto si fonde nell'effetto
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