suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce dalle sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica dell'attesa con tutti quei
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, adesso che ho due anni, dieci, quaranta e tutti gli altri, con uno sguardo terribilmente uguale- saettante, vitale - a quel primo nel nido.
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La stiva e scura come una spina. Due dei sette sono morti. Dimmi quali. Hanno tutti gli occhi chiusi, le teste coperte di squame. Dalla bocca di uno
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Il padrone di casa, un anziano barone, chiede e ottiene aumenti da tutti gli inquilini, eccetto che da lui.
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sfide degli altri, tutti i pomeriggi per lunghe ore, a Modena, nella vecchia piazza d 'armi, fra la Cittadella e la via Emilia. Ogni tanto lo accompagnavo
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campo e amen, tutti a casa.
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IV Ognuno racconta la propria storia diversamente. Il mattino sorgerà per tutti, meno che per uno.
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Catania, dove fece il marinaio e conobbe decine di marittimi di diverse nazioni, tutti gentili e appassionati.
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attivo il cervello. E i già morti, richiamati a esistere, si sono tutti adirati e intristiti. Finalmente avevano raggiunto la felicità. Se quella era
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In casi come questo sorridendo, un pochino vergognandomi,di solito rispondo, rispondo una qualsiasi cosa; così nell'attimo stesso tutti e due
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parte giomo, la storia della nostra casa nella parte notte, ed è per questo che in salotto o in cucina non riusciamo a stare, mentre con tutti i mezzi
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raccolti, quasi tutti in un primo momento, altri nel corso del tempo, a mano a mano diminuendo le proporzioni dei reperti. Dopo un mese in un anfratto del
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una stanza illuminata all'altra delle nostre case rispettive, come se non avessimo niente da inventare, come se tutti e due non avessimo da lavorare
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un soldato di una guerra, tremando a ogni colpo. Ma il cielo è sgombro, il sole entra dai vetri e tutti i movimenti del vento sono sotto controllo
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Il quasi centenario “Muntèna” che tutti i santi giorni, sigaro e bastone, andava al Circolo.
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sciolte e gli occhi spalancati. Nella casa dell'uomo vengono trovati quattro biglietti e su tutti sta scritto: “Se vuoi salvare il mondo devi uccidere
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svellersi dal cavo dei lampioni. Esse guardavano la fiamma e cantavano canzoni di cuori in catene. Tutti i preludii erano taciuti oramai. La notte
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i muri rossastri e scalcinati, tutti simili ad ombra. Una donna dal passo dondolante e dal riso incosciente si univa e chiudeva il corteo
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cappello di paglia. In tutti un raccoglimento inconscio, una serenità conventuale addolciva a tutti i tratti del volto. Ricorderò per molto tempo ancora la
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tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel giorno già vanía e la causa della nostra morte non era stata rivenuta. E calò la
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tutti e due senza dirlo. Del colloquio non ricordo più nulla. Certo non aveva bisogno di richiamarsi alle questioni supreme, agli universali, chi era
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(alzandosi e con lei tutti
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direbbe che il tempo, inflessibile a noi, Abbia corso a ritroso per tutti quegli eroi. Le mura dei castelli son corrose e infrante, E suvvi ci si abbarbica
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speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come
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sento un esule di tutti i mondi; se la fanfara delle tue parole mi profumasse di girani e viole questo povero petto che sospira all'odor del cataletto
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maledissi gli angeli per me, per tutti gli infelici, a cui avvelenò la giovinetta vita il contemplarli, e la manìa precoce delle parole dette a bassa voce
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, tutti all'aperto! Presto, rotonda - e rubiconda nella bonaccia, la bella faccia risplenderà. Corna a ponente, luna crescente! Betulla e salice, olmo ed
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antico, chiesi novelle: moribonda l'una, l'altra al letto davanti a pregar la madonna e tutti i santi. L'ammalata morì; fu un epitaffio breve alla porta
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torrò, se vuoi, i lunghi affetti e i voti, appesi insieme un di da tutti noi, bimbi devoti! E verrò teco, in mezzo alla campagna, a semplice orazione
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tutti i sogni del cielo ho già sognati; credo agli angeli adesso, agli angioletti di vaghe aureole bionde incoronati... Volumi, io vi saluto, imparai
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sogno; è un'alcova pulita e silenziosa, è il delirio, è l'oblìo d'ogni bisogno; d'ogni bisogno, d'ogni legge umana, di tutti i gioghi alla carne
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la fronte; quei buoni curati li hai tutti scordati? Pensa ai bimbi del lido, ai ritornelli che col vento venian dai navicelli; e mi dicevi, seduti
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, nell'insonnia, sulla casta cetra delirando, il tuo sacro invoca pace genio pensoso! Deh quella pietra, quella pietra additaci, padre di tutti noi
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guardar - E già mi avventavo... Ma il nume rispose - Un solo fra tanti, fra tutti. . . a che pro ? Pei versi e l'oceano, pel turbo e le rose, poeta, il
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digiuno - l'han fatto morir. Gli ostieri, sa domine ? - son tutti testardi... " Eh vecchio! gli è tardi - bisogna partir ". Partire! ma...e l'anima? - sù
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Ma bello è quando parlano, seguendo del pennello la corsa affaccendata, e fra loro in famiglia discorrendo, di tutti i casolar della borgata. - To
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bellico che va di schiera in schiera: - Sù tutti alla preghiera, genti della città! - Pochi infelici accorrono ai freddi altar davanti; son le canute
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, all'artificio che la rivela, perché un abisso frapponsi, o Dio, e enigma è ancor per tutti il pensier mio? Perché, se l'anima nuota nel bello, perché non
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fiorellini! Splende la face, e s'avvicina il giorno: nei colmi nappi un'anima s'asconde! Versate, amici, e danzatemi intorno e brune, e bionde! Tutti
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mezzo a lor! Ma non val sospiro o lagrima quest'oblio dei visitanti: siamo tutti commedianti, commediante è il tuo cantor! Spesso i giorni dei superstiti
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della mia nonna: o povero libro fra tutti io t'amo!. . Ecco i salmi di Davide, ed ecco, ecco il Vangelo ... come era bello il cielo ch'io vi leggeva un
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, io m'ho tante vaghezze, tante nel cor dolcezze, e so sì bene errar da me lontano, per entro al mondo arcano, che, dican tutti ciò che voglion dire
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dell'arte. Rammenteresti il dì, quando s'andava passeggiando e sognando in compagnia!... E in tutto e in tutti il tuo pensier trovava la poesia. Riameresti
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passeggiate, l'altar, le prediche assaporate cogli occhi timidi fisi sui Santi che mi guardavano da tutti i canti, mentre dal piccolo libro di prece i tuoi
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siete un'altra volta oggi partite col poeta ch'è morto! Tu l'avevi abbracciato, Arte divina, col più fecondo de' tuoi casti amplessi; tutti i tesori
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elemosina, se è vostro il mio canto, duchessa, avrà l'iridi, l'ebbrezze e i tesori di tutti gli amori, di tutte le fé. E quando, dai fulgidi sentier
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, che cullato ancor bimbi non hanno, e ancor tutti gli stenti non sanno che si sposano ai cenci quaggiù; ma i garzoni che guardano i lampi quando tuona
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