A Camilla Salvago Raggi, l'amica di tutte le stagioni
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seguirmi senza fare resistenza. Siamo uscite fuori dal serbatoio, e poi dalla grotta, un po' ridendo e un po' piangendo, slittando da tutte le parti
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mentre tutte noialtre avevamo i capelli tagliati corti, alla paggio come si diceva, chi non aveva i ricci naturali; e poi perché la accompagnava a
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sportello a prendere i biglietti e tutte tenevano gli occhi fissi su Ippolita, aspettando di vedere come sarebbe finita. Lei faceva la disinvolta ma
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della botola (cioè quello che sotto la botola non c'era). Mi pareva di vederlo che arrivava a nuoto, bianco nell'acqua nera, con tutte le sue costole
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accorgeva di piú di volergliene, da quando sapeva che sua madre non aveva poi tutte le ragioni? In ogni modo adesso non vedeva l'ora che ritornasse
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già detto, ma con le mani troppo grandi e i piedi anche. Li storcevo, i piedi, in tutte le posizioni possibili, mi stiracchiavo le mani, però ero già
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guic! La prima cantina però fu un po' una delusione. C'erano solo bottiglie e damigiane, insomma le cose normali di tutte le cantine. La seconda, che
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proseguito nella solita formazione di tutte le passeggiate, noi due insieme e la zia per conto suo, piú avanti o piú indietro non aveva importanza. Fu una
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andiamole dietro mentre scende zitta e quatta tutte le scale fino all'ingresso di servizio. Qui oltre alla porta a vetri della cucina c'era anche quella
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