Di tutte le notti fu il lungo lavoro, la dea che mi segue da sera a mattin; amica, due chèrubi parlaron fra loro, per fosco, per duro, per dolce
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? Rammenti ? - dicevano insieme, poi tutte mutavano le sillabe estreme: - Io sono la coltrice del letto infantile... - E noi siam le gioie dei giorni d'aprile
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calice libato, ti assal la pigra voluttà del tosco; quando a tutte le maschere hai gridato: io ti conosco!, amico, i sogni allor sono svaniti, e tu ti
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: - All'inferno, marito ; al limbo, amante! Vieni, fratello, a stringermi la mano: il pubblico è il padron di tutte quante, è il gran Sultano! ". Ed io
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in lontananza, qualche canzon furbetta e spensierata, o il mar che danza; poi paroluccie tutte vispe e fresche della cara fanciulla allegra e bella
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