CASA Orlandi era tutta sottosopra. La contessina Bice si moriva di malattia di languore, dicevano gli uni: di mal sottile, dicevano gli altri. Nella
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pioggia volevano portarselo via. La bimba crebbe fine e delicata, e la chiamarono Barberina come la madre. — Tutta lei, buon'anima! — esclamava Marcantonio
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poi ci avrai il tuo bisogno. Ma che nessuno ti veda, per l'amor di Dio, ora ch'è tempo di fichidindia, e la gente è tutta per quelle balze. Chissà
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la lingua tutta fuori, nera, enorme, una lingua che non poteva capire più nella sua bocca; e a quella vista persero la testa tutti e tre dalla paura
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viso lungo; attraversavano in punta di piedi tutta l' infilata delle stanze oscure sino al salotto dove ora il marito dell' inferma, in piedi, fra un
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cui la sua testa posava accanto alla vostra sul medesimo guanciale. Eppure, tutta la notte questa visione non mi fece chiudere occhio. Lasciamo stare
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? Tremavate tutta. Mi amavate dunque? mi amavate? Perchè allora non avete voluto che ci acciuffassimo pei capelli, io e quell'uomo? Che notte ho passata
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senza aprir bocca, con la fronte sulla mano. La contessa aveva tale espressione in tutta la sua persona, che Roberto non sapeva cosa dirle. Finalmente
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: — Ami qualcheduno, figlia mia? Bice spalancò gli occhi all' improvviso, tutta una fiamma in volto. Poi, con quegli occhi sbarrati e quasi paurosi
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dottore non ci abbiamo più nulla a fare in questo viaggio. Tutta la mia pretesa è che siate felici! E sorrideva agli sposi, del suo sorriso un po
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cacciò la testa in seno, senza dir nulla. Però le mani della madre sentivano che tremava tutta. Roberto era presso il camino, in silenzio, col capo un po
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. La casa vasta o deserta era fredda anch'essa, col gran fuoco acceso, con le lumiere solitarie, per tutta l'infilata delle sale. *
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