| Tributo | della moneta della Cappella Brancacci, nella chiesa |
La storia dell'arte -
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(è il personaggio rappresentato di spalle), che reclama il | tributo | con un esplicito gesto della mano sinistra tesa e con il |
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destra, dove la storia si compie, con Pietro che versa il | tributo | allo stesso gabelliere, che questa volta vediamo |
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della Cappella è quella in cui Masaccio ha rappresentato II | tributo | (fig. 92). L’episodio centrale costituisce una delle scene |
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vede venirgli incontro un gabelliere, che gli chiede il | tributo | dovuto a chi entra in città. Le figure sono imponenti e si |
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di Lazzaro e la Sofronia di Genova [figure 9, 10], il | Tributo | di Cristo (Doria e Corsini [figure 11, 12]) e il Concerto |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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piano. Percepiamo un’eco, lontana ma inequivocabile, del | Tributo | affrescato da Masaccio su una parete della fiorentina |
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non esprime la sacralità o la religiosità in sé, ma il | tributo | della gente alla sacralità del tempio. Così il Cortona |
Da Bramante a Canova -
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a vincere in pregio l’Appiani. — Nè debbesi lasciare senza | tributo | d’onore GIUSEPPE CIPRIANI, per errore chiamato Gio. |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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e non da destra verso sinistra. Anch’egli paga il suo | tributo | a Puvis, modello ammiratissimo di una pittura |
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paura di sporcarsi le mani, non considerava l’arte come il | tributo | di una classe inferiore: la pedagogia borghese non poteva |
Da Bramante a Canova -
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nel dipingere immagini sante. Pure anch’esso dovè pagare il | tributo | all’età, e fece di principio coi soliti metodi le solite |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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