Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: tit

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 Tit  disse: — Principessa, la mia trombetta d'argento non suona
ognuna delle sue pupille c'era una minuscola principessa.  Tit  cadde in ginocchio, e baciò il lembo del grembiule della
della Principessa. Era la seconda volta nella sua vita, che  Tit  stava in ginocchio.
questo, perché non abbiate a meravigliarvi se incontrerete  Tit  con un soldo bucato appeso al collo. — Andamo via, — disse
gli staccava il gatto dalla coda; ma era un semplice sogno.  Tit  la svegliò scuotendo il letto, e le disse che la carrozza
tre lucciole correvano davanti e gridavano: — Largo a Tit!  Tit  sembrava molto orgoglioso d'esser lui, e forse aveva
con meraviglia che in quel momento l'abito stracciato di  Tit  sembrava un bel vestito d'oro e i suoi occhi splendevano
dopo tanti giorni,  Tit  aveva finalmente riaperto gli occhi! Caterí inciampò nella
si affacciò e gentilmente si mosse per fare da ventaglio.  Tit  si sollevò con fatica, e alla vista di Caterina si mise a
— Se hai fame, ti darò la minestra che ha portato il nano.  Tit  mangiò, e fu molto allegro, a rivedere la trombetta
al sole, pareva dipinta a nuovo, per la soddisfazione.  Tit  si addormentò, e nel frattempo lo scoiattolo si affacciò
farfalla, incuriosita, s'era posata sul suo naso. Quando  Tit  si risvegliò, fu contento di vedere che la casina era
dire, si mise a piangere per far capire la sua contentezza.  Tit  la guardò impietosito e pieno di cortesia. — Tu sei stata
disse Caterinuccia modestamente. — E come dormivi? — chiese  Tit  meravigliato, osservando la piccolezza della casina.
dalla Principessa delle Querce, e che ora non suona piú; ma  Tit  la teneva sempre per ricordo. — Chi sei? — chiese
Caterí guardava con curiosità il vestito e il cappuccio di  Tit  perché le sembrava di averli già veduti in qualche altro
non c'è, e anche Bellissima se n'è andata. Il viso di  Tit  diventò triste, pallido e magro. Faceva tanta pena, che
Ma piangeva anche per Rosetta e per Bellissima; allora  Tit  si alzò, e le batté su una spalla: — Signora, non piangere,
regno. — Lí abita la Principessa delle Querce, — disse  Tit  a voce bassa. Caterí non aggiunse nulla. Aveva osservato
Caterí non aggiunse nulla. Aveva osservato che la voce di  Tit  tremava nel dire quel nome. Egli guardò la trombetta
tromba suonava, — disse. Caterí taceva indovinando che  Tit  stava per raccontarle la sua piú grande impresa. — La
piú grande impresa. — La Principessa delle Querce, — disse  Tit  guardando quelle grandi cupole, — doveva sposare il
Bellissima! Voglio Bellissima! — E Caterí piangeva, mentre  Tit  passeggiava, meditando. — Era cosí brava, poi, Tit! Capiva
a Rosa —. E Caterinuccia porse il soldo a Tit. Allora  Tit  apparve ancora piú triste, perché vide che il soldo era
IN CERCHA DI BELISIMA. TORNO SUBITO. DISTINTI OSEQUI.  TIT  ». Caterí voleva aggiungere qualche cosa, ma ancora non
dichiarò. Tutto il mondo sa che non si può competere con un  Tit  armato. Quei tre non si mossero. — Lascia almeno che ci
posizione e lanciò il suo pugnale in direzione di Tit.  Tit  si chinò in avanti con mossa ful- minea, e il pugnale andò
minea, e il pugnale andò a conficcarsi nel muro; allora  Tit  andò a prenderlo con un sorriso, e tenendo un pugnale in
invase i tre briganti, che caddero loro anche le barbe.  Tit  raccolse con noncuranza il terzo pugnale e per la gioia
vedere ancora da queste parti... — Ma non fu necessario che  Tit  finisse la minaccia, perché i tre, senza pugnali e senza
— Che boria! — e non le rivolsero neppure la parola.  Tit  chiese il permesso di visitare il castello, per vedere se
del Pineto pensava: « Bellissima sarà piú bella di me? », e  Tit  brontolò una risposta che non si capì bene.
quella dei Pirati, quando  Tit  con un sol colpo di spada affondò tre navi di pirati, o
le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! —  Tit  e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso.
a Rosetta e a Bellissima e alla sua casa, e chiamava  Tit  nella speranza che egli rispondesse; ma Tit non parlava!
e chiamava Tit nella speranza che egli rispondesse; ma  Tit  non parlava! Due volte al giorno un Nano si affacciava e
tornerà al ginnasio. E se ne andò tutto contento. Allora  Tit  aperse gli occhi.
Terrorizzata, Caterí sollevò subito le braccia, ma  Tit  non si mosse. Guardò Pic con uno sguardo sprezzante, e
tante arie. Sono pronto a risparmiarti, se mi fai strada.  Tit  lo guardò con tale disprezzo, che Caterina provò
 Tit  diventò pallido e chiese, con un fremito delle labbra: —
Non mi vedi? Nessuno si vedeva. — Qui, sotto la tavola!  Tit  guardò sotto la tavola. — Nell'angolo del soffitto! Tit
Tit guardò sotto la tavola. — Nell'angolo del soffitto!  Tit  guardò sul soffitto. — Vicino alla finestra! Tit guardò
soffitto! Tit guardò sul soffitto. — Vicino alla finestra!  Tit  guardò vicino alla finestra, ma non vide proprio nessuno.
padre? — chiese Tit. — Il Pincipe Felice. — Ma allora... —  Tit  si mise a tremare per l'emozione. Egli si era accorto
stese le braccia, ma non trovò il coraggio di dire a  Tit  il dispiacere che le dava questa separazione; la sua
anche i due cingallegrini fecero segno di no con la testa.  Tit  allora voleva salutarli e andarsene, ma la signora disse
tante storie del suo signor marito e dei cingallegrini, ma  Tit  ogni tanto si addormentava, e Caterí doveva dargli una
— Grazie, — disse la Signora, — che regalo mi hai portato?  Tit  parve un po' confuso: — Non sono venuto per la tua festa, -
e fece un viso imbronciato a causa del regalo. Allora  Tit  raccolse una foglia, e con l'unghia ci scrisse sopra: Tit.
gli onori sono per lei, — borbottavano, allontanandosi.  Tit  girava fieramente da un gruppo all'altro, e Caterí gli
sapeva che cosa dire in mezzo a persone cosí benvestite. Ma  Tit  guardava tutti dall'alto in basso, e due luci signorili
che un soldo bucato, Eccellenza. — Chiedetegli il suo nome.  Tit  aveva sentito e si voltò: — Mi chiamo Tit, — disse con
— Infinite scuse, — disse l'impiegato, — ecco il biglietto.  Tit  parve molto felice, e non cosí pallido come prima. Stava
ricordò a tempo che essa non suonava piú. Il gufo porse a  Tit  una foglia di quercia, e non volle il soldo. In quel
Quercia si accesero tanti lumi rossi, e si udí un fischio;  Tit  prese Caterina per mano, e corse verso il treno che stava
Regina delle Fate si parlava ancora della brava Grigia.  Tit  si sedette sotto ad un pino, vicino a Caterí, e subito una
quell'istante un sasso arrivò con un lungo fischio e colpi  Tit  alla tempia; la sua bocca fece una smorfia ed egli cadde
giú con gli occhi chiusi. Caterinuccia gridò: — Tit!!! — ma  Tit  non rispose nulla, ed ella gridò finché accorsero fate,
posto solo per un letto e una finestra. I Nani sollevarono  Tit  e lo trasportarono fino alla casina, seguiti da una lunga
e in mano aveva il soldo e la trombetta d'argento.  Tit  fu disteso sul letto. Egli non si muoveva, ma il suo cuore
e che aveva sempre tenuto in serbo per donarlo a lei.  Tit  venne, e ritornò, e spesso va a trovarla, insieme alla
lasciando la porta socchiusa. Caterí portava il soldo, e  Tit  la sua tromba d'argento.
chiese Caterinuccia. — Certo, certo. Caterinuccia, Rosetta,  Tit  e Bellissima si presero per mano e ballarono intorno al
 Tit  rimase un po' di tempo profondamente assorto. Poi si mise a
abita col Principe nelle sue grandi case rosse, — continuò  Tit  guardando il proprio vestito stracciato. Intanto si
ritirò nel suo cantuccio, e fece appena in tempo a sentire  Tit  che osservava con tristezza: — Io so perché la trombetta
una magnifica festa da ballo ed era un vero peccato che  Tit  non potesse parteciparvi. Infine gli domandò in quale luogo
mia se tu sei malato. Tu sei proprio bravo —. E arrossí.  Tit  rispose: — Mi piacerebbe di andare a passare qualche giorno
soffitto. A terra era posato un cesto di briciole dolci, e  Tit  e Caterí mangiarono con molto appetito. Ma Caterina era
il racconto della grande impresa. Ma d'improvviso,  Tit  si alzò e corse a chiudere la finestra con fracasso. Non si
Ma è Grigia! — esclamarono insieme  Tit  e Caterí. — Come? Voi la conoscete? — Tutti la conoscono di
e sa spazzare in terra. — E Grigia vi ricambia? — chiese  Tit  con interesse. — È qui, il difficile, — rispose il
E il povero mercante ricominciò ad arruffarsi la barba.  Tit  guardò lontano, verso i suoi chiostri pieni di principesse,
ed egli era davvero soddisfatto. Ogni giorno chiedeva a  Tit  se gli pareva di sentirsi meglio. Finalmente, un mattino,
se gli pareva di sentirsi meglio. Finalmente, un mattino,  Tit  dichiarò: — Oggi mi alzo dal letto. Caterí batté le mani e
dal letto. Caterí batté le mani e cominciò a saltare, e  Tit  si alzò e passeggiò in su e in giú, finché si senti di
posto, — rispose Tit. Il mercante si sedette, e chiese a  Tit  e a Caterí di dove venissero. — Siamo in viaggio, — rispose
della Real Casa ossia della Regina delle Fate, — e sospirò.  Tit  chiese la ragione di questo sospiro. — Sí, voglio
disse Tit, trionfante. Tutti lo guardarono con ammirazione;  Tit  si prese il viso fra le mani e incominciò a pensare. Doveva
impresa... — disse. — Racconta, — gridarono tutti. Ma  Tit  non volle raccontare. Egli si alzò, e andò al finestrino,
le mani con uno strofinaccio, prima di andare incontro a  Tit  e a Caterí. — Sono contenta che la brava Grigia abbia
che la brava Grigia abbia trovato marito, — dichiarò appena  Tit  le ebbe detto la ragione della visita. E chiamò: — Grigia!
il suo grembiule e il suo naso. Uscí, dando la mano a  Tit  e, appena furono nel giardino, videro che la festa era al
cavalletta in umido e la frittata con le lumache. Caterí e  Tit  mangiarono ancora parecchio, e perlustrarono le sale, le
incominciò a piangere, e non volle piú darmi il premio.  Tit  sospirò, ma poi sembrò molto allegro, e disse: — E io ho
di carta. Appena giunti Caterinuccia lasciò un momento  Tit  per visitare la propria casa. C'era una cucina con tante
tutte le bestie di quel palazzo dormono durante il giorno.  Tit  non ha una casa, ma foreste e praterie con tigri e alberi
di visitare tutto il Palazzo, ma dovette ritornare vicino a  Tit  che in fondo non rimpiangeva troppo di non potervi andare
da cima a fondo. Trascorsero delle bellissime ore perché  Tit  descrisse a Caterinuccia molte case del Palazzo, fra cui
alla sua Grigia, diventò di tanti colori; ma in fretta  Tit  gli gridò: — Tutto male! Il povero mercante cominciò ad
nessuno per canzonare la misera Caterí. Per due giorni  Tit  non parlò e non si mosse, ma il suo cuore batteva sempre.
celesti con le ciglia dorate. Appena vide la Principessa,  Tit  si alzò in piedi e parve confuso; stringeva fra le mani,
sua sacca. Mentre tutti continuavano a parlare di Grigia,  Tit  riprese a camminare per il bosco. Era proprio una bella