avvertimento per mettervi la coscienza in pace: "io ti avevo avvisata!". La tradizione vorrebbe che il giorno del fidanzamento, il giovine pretendente invii alla
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di più odioso di ritrovarsi sulla schiena appena unta di crema solare la sabbia di quelli che ti saltellano attorno, o peggio di starsene
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ultimo problema... Dopo di che, o marito, o capo di famiglia, non ti scoraggiare più oltre: sii ottimista, anche per questa villeggiatura, che ti sembra
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Amico lettore, non è mio compito insegnarti l'educazione. Tu, per me, come per gli altri che ti conoscono e ti avvicinano, sei una persona educata
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solo ai più discreti, i più usati il rossore mi vieta di scriverli: vien qua bestiaccia! che il diavolo ti porti, somaro maledetto! va all'inferno
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scuola. V’ha di parenti che a’ragazzini, quando fallano, dicono: bada che ti mando a scuola, sai: ti chiudo in un collegio se non stai buono! quindi la
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volte, acquistan freschezza sul suo labbro, perchè son presentate da un lato meno osservato e più leggiadro; e ti vien fuori di tratto in tratto con idee
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ossa o cibo che non ti piaccia; ma lascialo nel tuo piatto. Non forbirti le dita, nè le labbra colla tovaglia; ma sì colla tua tovagliuola. Non far la
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defendam calamo» (Tu mi difenderai con la spada, io ti difenderò con la penna).
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che dolcezza / vivere laggiù insieme! / Amarsi senza fine, / amarsi e morire / nel paese che ti assomiglia! / [...] Laggiù, soltanto ordine e bellezza
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. Un’altra volta, ero con una diciannovenne e le dico: “Ti vorrei far vedere questa cosa di Mao Tse-tung.” “Chi?”, ha detto lei. Non sapeva chi era Mao
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Se tu riguardi Luni e Orbisaglia come sono ite, e come se ne vanno di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, udir come le schiatte si disfanno non ti
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, ti è negato l’accesso alla visibilità. Questo procedimento ha determinato un progressivo distacco tra la produzione artistica e i suoi destinatari
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. Pensavo al Profeta Abacuc di Donatello, rivolgendosi al quale l’autore, come invasato, avrebbe esclamato: “Favella, favella! Che ti venga il cacasangue
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Così ogni pochi minuti sono qui, di fianco a dove passi inchiodata le giornate e ti parlo: a raffica, non so bene di cosa, memorie dissepolte
E parlando, alzandomi come un ossesso, ti accarezzo la fronte, le guance, pero - nonostante i quasi quaranta gradi - mi s'impiglia nelle dita un
Cos'è un nome? Nulla. Un suono che chiama un corpo, un campanello che ti aggioga. Ricevere un nome è la prima prova che siamo in balia degli altn
Si scuote di uccelli. Ti dico: per tutta la notte mi ha inseguito il vento in forma di lupo. Non erano le immagini che facevano spavento, ma la loro
è il riposo desiderato, l'annichilirsi di ogni corpo, con tutto il suo peso, la cosa, la materia. E la resurrezione? ti interrompo: ma la resurrezione