Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215615
Elsa Morante 17 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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sul naso. Era tanto piccolo, che arrivava appena al gomito di Piuma, ma il suo aspetto era spaventoso: — Che cosa desideri? — domandò. — Ti va di

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— Indovina, — disse la mamma a Paolo Pietro, — che cosa ti porto in questo canestro. — Uova e insalata. — No. — Focaccia col basilico. — No. — Carote

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non ritorni con qualche cosa, Caterí. - No, no, — disse Caterina. - Non farlo, ti prego, Rosetta. Non è vero che io abbia fame. Non parlo di

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bella bambola vera. Tu sei come uno straccio. Non sai dire altro che « sí, sí », ed anche per questo bisogna darti una spinta. Rosetta ti ha detto di

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. - Tutta di sacco, sei, e ti credi bella. È vero che ti credi bella? - Sì. - E io ti butterò nella spazzatura, con la faccia in giú. Ci si sta bene nella

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- Sì. - E ci starai, allora. Tanto non servi a niente e non sei buona a niente. Se valessi almeno un centesimo ti venderei e mi comprerei una mollica

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specie di re. E chi ti dice che io non sia ricco? Guarda, questo è argento. — No, dicevo cosí, perché il tuo giacchettino mi pareva un po' scucito

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lasceremo una lettera, e torneremo presto. — Credi che troveremo Bellissima? — Ci sono anch'io. Vedrai. — E torneremo proprio presto? - Prestissimo, ti dico

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fra i denti il pugnale e lo mostrò a Tit. — Uccidimi, — disse Tit. — Sí, uccidimi. Ma tu sai bene, e ti conviene ricordartene, che tutti i Nani del

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; allora Tit andò a prenderlo con un sorriso, e tenendo un pugnale in ciascuna mano, guardò negli occhi Pic: — Pic, — disse, — ti consiglierei, ora, di

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felice: — Sei guarito, eh, Tit? — mormorò. — Se hai fame, ti darò la minestra che ha portato il nano. Tit mangiò, e fu molto allegro, a rivedere la

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desiderato trascorrere la convalescenza. — Ho saputo di Pic e ti sono grata,— dichiarò, — è causa mia se tu sei malato. Tu sei proprio bravo —. E

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bucato ne ha guadagnati quattro nuovi, quell'omaccio, — brontolò Caterinuccia. — E ora ti vuoi sposare, Bellissima? — Il mercante dice, — spiegò Tit

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Allora Tit disse: — Principessa, la mia trombetta d'argento non suona piú, — ed ella gli disse: — Ti darò in regalo la mia chitarretta —Tit rise; i

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Caterina, le disse cortesemente: — Ti mandelò un alioplano. — Addio, addio, Tit, — gridarono. Caterí stava seduta sulla casa di legno della gallina che

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mortadella. — Ma il mio somaro è di legno. — E con un somaro di legno, ti presenti al Signor Salumaio? — E il salumaio offeso gli sbatté la porta in

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ti sembra di sentir suonare un fischietto d'oro? — Veramente, sí, Eccellenza, — rispose Negretti. — Lo sento anch'io. — E, guarda guarda. Non ti

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Pane arabo a merenda

219803
Antonio Ferrara 9 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
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sono bravo a scrivere. - Sei bravo, Nadir. — ha detto — E quando avrai troppa pena, troppo dolore, e se non vuoi parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà

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Maristella, la figlia della signora di prima. - Non mi chiedi cosa sono venuta a fare? — ha domandato. - No, non te lo chiedo. - Peccato, perché ti avrei

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brillano occhi immensi. Si siede accanto a me, appoggia la testa sulla mia spalla, chiude gli occhi: - Ti voglio bene, Nadir. - Anch'io. Ce ne stiamo

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, oggi — si lamenta la maestra — va a posto, che è meglio. Ma domani guarda che ti interrogo ancora! E metto il voto! - All'uscita da scuola è lì come

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marocchino! — urla — Cosa ti avevo detto? - Ma, mamma, siamo solo andati a fare un giro. - Basta! Non rispondere! — e parte lo schiaffo. Non piange neanche

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arrossendo. - Accidenti. Una bella puzza! - Hai ragione — e sospira, fissandosi la punta delle scarpe. - Ti ricordo, mia cara, che in questi casi

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della sua giacca sporge la copertina di un libro: "Le città invisibili", di Calvino. - È bello? — gli chiede Maristella. - Eh, sì. - Ti manca molto

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sempre allegro. Sorride anche quando parla al telefono. Lo so perché l'ho visto sorridere mentre parlava con la nonna. Dice che chi ti ascolta può

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... devo ammettere che non ho avuto molto fiuto con te ... Beh, non sarà mica un caso se mi chiamo Nasochiuso! ... Insomma, voglio dire ... Ti chiedo

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