conseguenza di quel grande principio della natura: «fare agli altri quanto vuoi fatto a te stesso.» Così, ti piace d'essere cortesemente salutato? ebbene
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donato in copia Doni con volto amico, Con quel tacer pudico Che accetto il don ti fa. Giovinetti, astenetevi dallo schiccherare sentenze, pronunciare
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particolari. Giovinetto mio, se non hai orecchio alla battuta del tempo, meglio è che ti astenga dalla danza. Potrai ricattarti con altro spasso; ma
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in platea, o giovinetto, il concorso non è ancora molto frequente, fa di allogarti in quel posto che meglio ti garba, cercando d'incomodare il meno
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educate certuni che per riuscire seccanti e incivili valgono tant'oro. Ti picchiano sulle spalle per ricordarti una cosa; ti prendono pei bottoni
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contegno ruvido o freddo con chi ti spezza o ti ha spezzato il pane della mente: bada di non attestargli il tuo rispetto col toccare appena il cappello
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anticaglie hanno del famigliare, sono tue amiche vecchie che ti sorridono e ti rallegrano. È un’arte gaia, che scherza. Pigliamo, a caso, una finestra
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il mio cervello ed il mio corpo per te; io ti do il diletto delle mie opere io, ma voglio che in compenso di tanti mesi, di tanti anni di travaglio
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digrignando e crederò che tu mi sorrida, e ti accarezzerò come se fossi la tua donna. Morte amata dal dolore, vieni». La vecchia di Cea, che serenità invece
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carrozza e il bianco dell’abito del cocchiere e del servo, ti muovono a riso — un riso di piacevole contentamento e di schietta maraviglia. Certo non è l
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? Non vi grida, se vi mettete a sedere: Alzati, pigro; corri, pigro; vola. Raffaello ti chiama, ti chiama Fidia, ti chiama il cavalier Bernini, ti
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sottigliezza nell’atto. Povero Esopo frigio, se le tue favole sono tue, se tu sei vissuto mai sulla terra, vedi come ti hanno conciato! Portare l
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aveva anche scritto: Per consiglio ti do: guarda di pigliare sempre il migliore maestro. Poi a te interverrà che, se punto di fantasia la natura ti avrà
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fondo dell'animo suo, ecco che scopri di esserti ingannato; ed a brevi intervalli le sue parole ti sembrano la voce della verità e la voce della più
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venne tentazione di carnalità, onde si scandalizzò molto, e ricordandosi del Vangelio di Cristo, ove disse: se 'l tuo occhio ti scandalizza sì il ti trai
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, dando di frego al passato, gridando al classicismo: non ti conosco; gridando al realismo: non m’importa di te; gridando all’arte lasciva commerciale: ti
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troppi lavoratori, non ti posso pigliare. Vattene con Dio: il tuo ingegno, se dovrà fruttare, frutterà senza cultura. — Il giovine non si scoraggi
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. Il Bartolini, pregato di entrare nella misera stanzuccia, restò stupito dinanzi alla nuova figura; poi disse al giovine: — Tanto più io ti lodò
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quello che sembrò ottimo anche all'onorevole Farini, che io formulai fuori di questo recinto nella frase: aiutati che ti aiuterò; il criterio, cioè, pel
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Ora veniamo al terzo dibattimento, o deliberazione che si voglia chiamare. In questo terzo dibat[ti]mento non si può più sollevare la questione
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E se ben ti ricorda e vedi lume,
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un momento, io ti dissi sotto voce qualcosa che ti fece diventar rossa rossa? - Lei scherza! - In quel tempo correva il lei fra di noi. - No, no, parlo
, col capo appoggiato al tronco dell'olivo, prima di riprendere la lettura le disse: - E tu? Ti annoierai. - No. Seguita a leggere -. Gli si era seduta
merita, il suo egregio signor avvocato! ... È lui che parla. Per fortuna, sapendo di farmi cosa grata, mi domanda spesso di te. Non ti conosce neppur
scapperanno via ... - Questi signori ti compatiranno. Lo sanno che non sei la Patti ... - Benedetto babbo! ... Mi costringi a certe cattive figure
... Non ti fa questo effetto? - Che cosa? - Oh! Non mi dai retta ... A che pensi? - Fasma stava per mettersi in collera; gli occhi le si erano
ella gli domandò: - Nessun'altra donna ti ha posseduto come me interamente, nel gentile mistero di un rifugio campestre? - Nessuna! - N'ero certa
, gli s'era gittata al collo e lo baciava e ribaciava: - Come ti voglio bene! Quanto ti voglio bene! - Non si sapeva frenare, e resisteva ai moti
! Bada, che casca!" Ti credevo forse? Eppure ho avuto paura lo stesso ... Che delizia di frescura però! Che paradiso con quel concerto di cardellini, di
vedremo piú ... Ero pazzo! ... Ho orrore di me ... Perdonami ... Ti ho amata ... Da due anni ... Mi ero allontanato di casa tua per questo
Che te ne fai di te? Non ti si vede piú! - Lavoro -. I due pittori, che si eran voltati al crescente rumore d'un doppio galoppo, videro passare, come
farmi spasimare come nel triste momento dell'addio. - Ti ricorderai di me? ... Giorgio! Giorgio! - Io non rispondevo, con uno stupido sorriso su le labbra
diceva sfacciatamente sul viso: - Che vuoi da me? Io non ti voglio -. Allora gli occhi gli s'inumidivano, le gambe gli si piegavano sotto; diventava
dopo un pezzo: - è vero che tu sei stato l'amante di una gran dama? - Chi ti ha sballato questa sciocchezza? - Prima rispondi: ti dirò poi. - Ho già
memoria. Me l'hai detto tante volte. - Ti annoi, forse, sentendotelo ripetere? - Oh! - Scuoteva il capo, facendo scoppiettare le belle labbra sanguigne; e
psicologico degno d'essere studiato. Ti giuro che non mi è mai accaduto di provare una commozione cosí sincera e cosí forte, come nell'assistere a quella
addosso alla natura tutta la poesia del tuo cuore, mentre intanto ti figuri scaturisca da essa come da vergine ed inesauribile sorgente, è sempre la cosa
. Io intanto avevo la fanciullesca crudeltà di canzonarlo: - Ti ricordi di Ramsete III? Píula mi guardava in viso, con tanto d'occhi. - Di quel re
... - Andremo in villa. L'aprile e il maggio li passeremo là. Ti dispiace? - Anzi! - Il barone si era sentito togliere un gran peso dal petto. La villa del
di recarsi lassú, indispettita: - Quel jettatore mi perseguita! - Una volta però la zia le disse: - È matto di te; ti vuole per moglie. Che fortuna
Cavalcata delle Walküre del Wagner, che assordava il salotto e scuoteva fino i vetri. Sin dalle prime note, piane, con richiami tris ti, prolungati, e che
ritornavano alla memoria net ti, precisi, benché avessi la certezza che allora ci avevo badato assai poco; e questo fenomeno cosí strano o molto fuor
dispetto; ma non trovavo modo di farla cessare. Spesso mi dicevo brutalmente: - Imbecille! Mentre tu sogni e fantastichi e ti perdi fra le nuvole, chi ti
in fondo al cuore. Renato la prendeva tra le braccia, con aria di scherzo: - Via, confessati all'amico, al camerata. Se ti occorresse, per caso
. - Se tu avessi provato la dolcezza del primo! Quella sera ... - Va là, che non dormivo! Ti volevo bene e ... - Non dormivi? ... - Il barone Paolo Foli
! (Ma io ti racconto quest'avventura per darti appunto una prova di piú delle stranezze del cuore umano.) Ho vergogna di dirlo! Quel pianto, dopo pochi
l'Usinger dopo alcuni momenti di silenzio; - promettimi di non aprire questo plico prima di quando ti ho detto! - Anche piú tardi, mio caro, se cosí
, sospirando. - Usciremo dal vicolo Mignon; qui c'è tanti grulli curiosi! Tu, Maresque, ti accosterai al nostro biondino senza far le viste di badargli. Son
bel colpo di punta al braccio, guaribile in dieci giorni. Questa è la lettera di congedo. Monumentale. "Ti amo troppo ... Non ci vedremo piú
canzoni . - Fanciullaggini! Ridicolezze! - tu mi hai spesso ripetuto sentendomene a parlare. Ed io ti ho sempre risposto - Può darsi, ma fanciullaggini