primo termine per quelle unità ereditarie di cui non si conosce ancora la localizzazione cromosomica, il secondo invece per quelle di cui la
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proposta da alcuni autori americani tra i termini «fattore» e «gene» sarà più comprensibile in seguito. Essa consiglia di usare il primo termine per quelle
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Non è consigliabile applicare il termine di determinante ai geni, come oggi son concepiti, perché è insita in quel concetto l’idea di un rapporto
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Il termine di monaster usato in questo senso non è consigliabile, perché si preferisce usarlo per la raggiera dell’astrosfera quando è unica, prima
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dalla scissione longitudinale iniziatasi al termine della profase o durante la metafase. Durante l’anafase ciascuno dei due cromosomi figli si sposta
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caratteristico, raggiato, che le ha valso il nome di monaster Il termine di monaster usato in questo senso non è consigliabile, perché si preferisce usarlo
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Fig. 30 – Schema della oogenesi (a sinistra) e della spermatogenesi (a destra); 1, oogonie e spermatogonie; 2, id. al termine della fase di
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Sarebbe più corretto dire metroclina (dal gr. μήτης, madre, e χίνειν, inclinare) ma il termine matroclina è ormai entrato nell’uso.
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simile a uno dei genitori. L’eredità matroclina Sarebbe più corretto dire metroclina (dal gr. μήτης, madre, e χίνειν, inclinare) ma il termine
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impressi dal nucleo, o no; ma in nessun caso si sono trovate unità ereditarie, paragonabili ai geni, aventi sede nel plasma. Il termine di plasmone appare
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poi, nel topo, osservò un caso in cui era citologicamente visibile la scomparsa d’un tratto di cromosoma, e propose il termine di deletion (perdita
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Il termine fu creato da A. Giard (1886) per i fenomeni che egli aveva osservati in certi granchi (Inachus) parassitati dal Crostaceo Rizocefalo
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D’Ancona (1938) ha proposto di tradurre questo termine col nome «taura», usato nel Lazio). P. R. Lillie (1917), studiando le condizioni della
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delimita una cavità. Il processo di segmentazione, o cellularizzazione dell’uovo ha termine quando questo si è mutato in un corpo costituito da numerose
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pag. 204, 215, 269 e passim, ho usato il termine «trasposizione» per tradurre l’inglese «translocation», sembrandomi ch’esso suonasse meno inconsueto
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(vengono anche chiamate fluttuazioni, ma tale termine non è consigliabile perché indica il carattere fluttuante della variabilità, che si riscontra anche in
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opposto. Quello che noi chiamiamo con termine comprensivo l’ambiente in cui si sviluppa e vive un organismo è quindi l’insieme
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Si deve bene intendere che il termine di fusione si riferisce soltanto al fenotipo, e non al genotipo, è un fenomeno puramente
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