Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: tela

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267859
Dorfles, Gillo 30 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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tela; una cravatta che ondeggia, una catenella appesa a un cucchiaio rende evanescente il Trophy II; un quadrato di latta lucente si contrappone al

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composizioni (come il "mare," gli spazzoloni, le giraffe e altri animali costruiti con sagome di tela e ritagliati secondo una assurda anatomia) e in molte

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” di fronte a una tela esclusivamente azzurra, come certe di Yves Klein, o di fronte a una superficie irsuta di chiodi o seminata di fiori e di tagli

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pittura e in scultura, e nel deciso ritorno a una utilizzazione del colore e della tela secondo la più solida tradizione del recente passato.

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pittura, alla manualità, alla tela dipinta, e soprattutto a una figurazione che attingesse almeno in parte i suoi spunti alla “realtà del mondo esterno.”

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fondamentali canoni della “tela dipinta.”

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pennello sulla tela) o magari ad alternare pittura e fotografìa o collage, esistono parecchi artisti tra i più noti della passata generazione, ma anche delle

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lavoro sia ormai superata. In realtà, come risulta già da quanto sono venuto precisando in questo capitolo, la pittura (nel senso tradizionale della tela

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Giaci tu ancora, sognando, sotto quella tela immensa? La completezza di visione abbandona l’anima tre volte in sé divisa e le sue malinconie; la

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superficialmente le nostre abitudini e il candoie di una tela; sarebbe come confondere il cammino dell’età adulta. Se i pittori incominceranno a delirare, “a

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La mia pittura non nasce sul cavalletto. Quasi mai, prima di cominciare a dipingere, mi accade di stendere la tela sul telaio. Preferisco appenderla

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ha una vita sua e io non cerco che di farla venir fuori. È soltanto quando perdo contatto con la tela che il risultato è un disastro. Altrimenti si

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americano, e in seguito fu adottato soprattutto da Pollock a partire dal 1946. Consiste nel lasciar sgocciolare i colori o le vernici direttamente sulla tela

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-oggetto,” ossia di opere dove tela, telaio, e sagomatura eventuale delle stesse costituiva un tutto unitario, quasi sempre monocromo, e del tutto privo

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dipingere e al tempo stesso disegnare, fissando direttamente e rapidamente i suoi tracciati estemporanei sulla tela. È facile trovare a ridire su alcune

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circondano ogni figura siano cariche di impulsi e non "sfondi" morti posti a colmare il vuoto della tela.

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paesaggistici ottocenteschi: bastava che il lembo di tela, entro i limiti della sua cornice, fosse considerato come un tutto omogeneamente strutturato in cui un

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notevolissima efficacia attraverso la sapiente strutturazione della tela, che appare percorsa da una foga creativa dovuta all’uso di vasti elementi grafici i

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antichi muri, in certe balze campestri, in certi rustici selciati. Ecco, allora, che, dalla più assoluta astrattezza della tela (spesso monocroma, o

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Millares che si è talvolta servito di sacchi impastati sulla tela e Juana Francés, che, dopo una fase informale, si è volta ad una sorta di figurativismo

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improvviso d'una superfìcie smaltata e d’una scabra tela di sacco; dal percorso sottile di un rammendo che interrompe un’opaca superficie compatta.

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sgocciolare il colore direttamente da un recipiente sospeso sopra la tela posta orizzontalmente) era una maniera di ottenere un risultato immediato che non

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e valutare la superficie della tela dipinta; se come una "vista dalla finestra” secondo la concezione della classica spazialità rinascimentale, o se

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ampiezza l’americano Marc Rothko, e l’italiano Lucio Fontana; mentre, di altri tentativi di modificare la costituzione spaziale della tela o della

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, spesso monocrome, altre volte costituite dalla sovrapposizione di due spessori di tela diversa che si distaccavano nettamente dalle opere di quasi tutti

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volesse affermare l’importanza d’un’arte capace di protendersi oltre i limiti della tela o della creta per spaziare in dimensioni più vaste ed

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dei teatrini, sorta di dipinti basati sulla presenza d’una cornice ritagliata in forme diverse e fungente da quinta alla tela forata sottostante

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d’un labile segno, e ci riuscì mediante quello che egli volle chiamare "l'impronta," ossia l’atto stesso di imprimere sulla tela vergine una matrice

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, nella serie dei suoi dipinti bianchi, dove erano impiegati materiali insoliti (cotone, spugne, pezzi di tela), seppe realizzare un genere di "pittura

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della tela mediante estroflessioni multiple, il più delle volte regolari talvolta pseudo-prospettiche, riuscendo a ottenere una significativa

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