accorgimenti diversi, è comunemente impiegato dagli artisti americani. Nel suo caso le bende di tela imbevute di gesso impresse sopra dei modelli
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cinerama, lo ricompone davanti a noi come uno spettacolo. Il gigantismo41, la vasta tela è la sua dimensione naturale; meglio ancora quando l
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La tela come specchio dilatato della coscienza
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La grande tela diventa così lo schermo materiale su cui proiettare e lasciare che si espanda uno stato totale della coscienza, che è un fenomeno
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contesto narrativo del cartoon a quello emblematico della tela provoca una fondamentale correzione nel campo visivo: angolato ora con un’inquadratura
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-mostro di Picasso, un simbolo estratto dall’inconscio e fissato sulla tela con precisione quasi chirurgica, si svuota di qualsiasi terribilità e si
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sempre la sua tela. Il risultato è una completa metamorfosi: sullo schermo spazieggiato del retino la pennellata si seziona nei suoi filamenti e si
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dal 1963 la riproduzione a stampa sulla tela, col procedimento meccanico del silk screen, di una foto tratta dalla cronaca o da lui stesso preparata
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accampati nel mezzo della tela oppure ripetuti in serie, al pari delle istantanee degli impressionanti scontri d’auto. Anche il flash del suicidio
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isolando l’immagine al centro dello spazio vuoto della tela. Il linguaggio irrimediabilmente ridondante della mitologia di massa viene costretto alla
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di vita svuotata fissata così lucidamente sulla tela. Nel frattempo la mitologia industriale aveva già anticipato sinistramente ed avventatamente la
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, comunque, non è un accidente esterno all’immagine meccanica, bensì una sua prerogativa. Sulla tela il profilo della star e il cadavere incastrato fra il
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Coca-cola, scatole di Campbell’s Soup, Marilyn Monroe prima, come più tardi le immagini della «morte americana», si allineano sulla tela in file
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Non di meno è sempre possibile accusare l’americano d’indulgere agli stessi errori della cultura consumistica. Sulla sua tela il cordoglio della
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. Imperturbabile, ecco che sulla superficie intatta della tela, il gesto di Warhol registra la nostra registrazione accumulata della stessa immagine.
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questa trasformazione l’inerzia conosce un approdo paradossalmente monumentale ed impressionante. Drizzata sulla tela davanti a noi, l’immagine si
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infiniti aspetti, che lascia le sue impronte sulla tela (i corpi di donna cosparsi di colore, fatti aderire alla tela, in una serie di pubbliche
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, nelle azioni necessarie per staccare il manifesto dal muro, per riportarlo sulla tela ed infine manipolarlo secondo le diverse personalità degli artisti
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dello stesso Informale europeo. Il manifesto che Rotella strappa direttamente da un muro e poi riporta sulla tela, subisce poi un ulteriore intervento
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suoi componenti interni. Tutti questi esperimenti condotti attorno al riporto fotografico sulla tela impressionata sono stati riuniti sotto l’insegna
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montaggi ulteriori organizzano lo spazio partendo dalla bidimensionalità della tela. Nel passaggio lo stile si è fatto più agile ed ellittico, dove il
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verificare come possa sussistere con la bidimensionalità della tela la tridimensionalità dell’oggetto, il rilievo plastico e illusionistico dell'immagine
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’incontro del gesto col bianco della tela, come accadeva nell’Espressionismo astratto, ma l’incontro effettivo, tattile oppure percettivo dell’artista col
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, che viene restituita sulla tela mediante una limpida e fresca visione, giacché la pittura per l’artista consiste essenzialmente in una tecnica del
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La riduzione della tela alla essenzialità dello schermo ritorna nello sperimentalismo di Fabio Mauri, che si muove fra Neo-Dada ed anticipazioni pop
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, la falce e il martello, la stella americana, come i simboli tipicamente romani, quali la lupa e l’aquila capitolina. Sulla tela un velo di copertura
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. Sviluppando il lato costruttivo, manuale della sua opera, Sergio Lombardo è passato dalla geometrizzazione, sopra il piano della tela, di personaggi della
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fastidioso, e per di più solo metaforicamente sulla superficie della tela, in figura, non già nella sua resistente pelle che continua a marginare attorno
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sullo spazio assoluto e vuoto della tela, ma si trova alle prese con un ampio o ristretto gruppo di oggetti, oppure si sente implicato nelle forme
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della parete, lo spazio in Rauschenberg funge da primo strato portante 16. Non è affatto il vuoto o la tela che si è in obbligo di riempire, secondo
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’interrompere i legami tra ciò che si svolge sul palco e la vita della platea. I segni che la scopa materialmente ha già lasciato sulla tela ricoperta di
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che ricopre con la stessa immagine l’intero spazio della tela; come il fatto d’imprimere alla propria opera, come avanti alla propria condotta
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metterlo a fuoco sullo spazio della tela. L’interrogativo concettuale mette così capo alla creazione di un quadro e noi, partiti dal perché, finiamo per
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allo scopo di soddisfare delle necessità essenziali. Dine trasferisce sulla tela questa elementare certezza moltiplicando i calchi e i profili dello
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facsimile squinternato di profilo con tanto di etichetta dipinti al centro della tela.
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paradossale in cui gli oggetti e le immagini vengono a trovarsi sulla tela, come attorno alla grande libertà, ma anche debolezza, che possiede l’arte
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. Dopotutto lo spazio della tela non è che lo spazio di una finzione, così che il pittore vi può tracciare sopra una, due, tre tavolozze proclamando
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imprimendo alla tela un senso tattile di ferita: e ciò chiarisce pure la vera portata del grottesco di Dine, la spia che i problemi affrontati non sono
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