sentisse tutto lo spazio della tela come da costruirsi totalmente - e non da decorarsi spaziato - con un solo sviluppo di forma che ci dia l'alto, il
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Domenico Maggiore di Napoli, questa piccola tela ha un valore incalcolabile.
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balzante nel respiro che solleva il petto della tela.
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affidata la tela dell'altar grande, non può essere che di poco, seppure, posteriore al 1607 13 *, anno in cui cadono con ogni verisimiglianza le due
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si allea, è una cosa sola con l'effetto monumentale della forma. Certo, l'autore accentra troppo la luce nel punto centrale della tela, lasciando
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; la seconda tela dipinta da Battistello per San Giorgio dei Genovesi, e ancora oggi a suo luogo, sul primo altare di destra [figura 88].
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più il contrasto tra la sobrietà generale della tela e lo sbuffo serico che pare emergere da essa squarciandola, e spiana la via ai contrasti affatto
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rnonumentalità. Eppure, osservando meglio (e anche ponendo fuori questione i danni sofferti dalla piccola tela soprattutto nel modellato del torso e
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, sebbene esse non s'addentrino più nella tela per intersezioni vivide con la potente costruzione di piani luminosi che impressionava nella Coronazione di
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Tagliata per alto la tela, l'opportunità di porre di sopra la scena divina, nel basso l'umana, ha permesso al pittore di legar così la catena dei
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Meglio è rivolgerci addirittura alla tela più importante, io suppongo, che Battistello abbia fatto fra le prime opere studiate e la notissima Lavanda
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Tra l'aprile e l'agosto del 1622 24 Caracciolo dipinge per i frati di San Martino la grande tela del Cristo che lava i piedi agli apostoli [figura 95].
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Ma io voglio citarvi un'altra tela che ci dimostri Battistello nella pienezza delle sue nuove facoltà, verso gli ultimi anni della sua vita.
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stata dipinta da sola, ma in una tela più vasta destinata a rappresentare la Sacra Famiglia [figura 110; tav. XII]. Uno sguardo all'opera intera basta
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Il giudizio è reso malcerto dallo stato miserando della tela, dalla luce improvvida; ma una cosa almeno resulta chiara: la semplice costruzione alla
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temporalesco del Tintoretto, ad uso dei Toscani più ammodo, non entra proprio per nulla in questa bella tela, un po' buffa; non c'entra però neppur il caro
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A San Silvestro in Capite è, pure di questo tempo, il San Francesco stimmatizzato 22[figura 117], una tela d'altare che se fruisse di luce migliore
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Una delle prime opere di questa ripresa, forse la prima, è una bellissima tela in Sant'Adriano al Foro Romano, rompicapo, dal '600 in poi, delle
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Piena di promesse e di possibilità storiche è per esempio la tela coi Santi Cecilia Valeriano e Tiburzio visitati dall'angelo [figura 120].
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! Dove persino Guercino ci appare con un capolavoro del genere noioso! Veramente la tela del Gentileschi è la sola dove si possa studiare buona pittura
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committente - tela mai attribuita ad alcuno - piace per quel suo puerile andare alla deriva verso forme tra caravaggesche e veneziane, apprese dal padre, con
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Sant'Omobono. Ora, data la necessità per Artemisia del modello, posso ben presentare come ritratto sebbene «storico» la grande tela che sta sopra la porta
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V'è di Artemisia una prima tela per alto dove San Procolo e Santa Nicea [figura 137] appaiono ritti e calmi alla spagnola - senza azione - dinanzi a
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Una seconda tela dell'Adorazione dei Magi [figura 138] - inscritta in basso «Artemitia G. » - è giocondamente stoffata qua e là alla moda dei
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pavimento», si crederebbe descrizione del quadro notissimo replicato dozzine di volte nell’atelier del Bilivert67; ed è invece la tela che Artemisia
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l'imitazione vivificata del Pilato** di Artemisia, nella tela di Brera, e le Cene di San Vito e di Voltri, segue a maggior calma come nei capolavori bianchi e
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verticale che affiora alla superficie della tela; lo sviluppo in profondità venne pur sempre ottenuto con l'aggiunta di altri piani (impolpati di
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Seicento s'esprimeva in pratica col dire tela per alto o per traverso - possa costruire spostando le inclinazioni dell'asse, e moltiplicando i piani
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combacia né diverge dall'astrattezza di una diagonale esatta. Tendenza traversa del cavallo di Saulo che scorta e si slontana cilindrando la tela. Ecco due
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a cosa fatta, con inversione urtante e come vomica, un angioletto calligrafico e svolazzevole nell'angolo di qualche tela, com'è ad esempio in quella
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E perché mai la grande tela (n. 143) col Supplizio di Marsia sarebbe del Canlassi? Dov'è la morbidezza sensitiva dell'autore della Cleopatra di
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tela con il Tasso alla corte di Ferrara (sotto forma di concerto caravaggesco) che abbiamo riconosciuto da poco come un Preti affatto giovenile, nella
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. Vive per esempio in Malta il pittore e critico Vincenzo Bonello che s'occupa con grande ardore del Preti, e n'ha restaurata qualche tela malandata
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, legnosetto, lieve obliquità composita nel grado traverso dinanzi, senso costruttivo arcaico dello sferrare abilmente a lunetta la tela col semplice moto
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L'Ecce homo ch'egli cita come del Crespi nella Raccolta Borromeo all'Isola Bella è una copia mediocre della tela di Orazio de Ferrari prima
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Si è presi, senza dubbio, dal suo grido che non può non essere sincero quando parla del "conte Lara" e del "Tasso": «quella piccola tela è un tesoro
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del Museo di Stoccolma. Questa bella tela per via de' suoi brani di natura morta permette di identificare lo Schultz ritrattista con lo Schultz
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fra le arti minori perché in fondo i quadri son fatti di tela, di povera tela. Tela sta a legno...s'è tanto riso sulle dispute della nobiltà e
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tela disfatte, sono assolutamente nuovi nell'arte europea e paiono piuttosto gareggiare con i makimono e i kakemono.
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dell'opera d'arte sono in relazione di padre a figliolo. Ogni punto della tela è in referenza inalterabile e imperiosa colla distanza dal taglio
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la Sofonisba presso il Jerace, che è di periodo molto più tardo, maltese, mentre la tela del Ruffo era invece opera del periodo romano. Quasi certa
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Quando si sappia che Giorgio de Chirico, già sei o sett'anni fa metteva in tela - proprio come si dice mettere in carta - certe visioni terribilmente
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dispendiosità cromatica mi parevano quasi senza perché. I vermi di colore esciti dai suoi tubetti, e girovaganti ancora intatti per tutta la tela non
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carico è più facile nel giudicar la tela del Paralitico risanato che Leandro soscrisse: nel dir più conforme a Francesco la processione di Vescovi che
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Ravvisasi Orazio che tanto Vi fe' stupire in Genova, in una tela di Madonna col Figlio, tutta eleganza nel tingere, tutta rarirà nel lume, tutta
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arte intrecciò», non si ordì tela più fina di quella tovaglia; non si cosse terra più verace che di quelle ciotole. Io non so se il signor Mengs abbia
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Qui il vedrete al suo solito in una tela con la Cena di N. S. in Emmaus [figura 204a] assunto da lui usatissimo sulle orme de' caravaggisti; e in un
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Marco Liberi, figlio. di Pietro dicesi aver operato per questa dimora dove in effetto se ne addita un soffitto in tela; mentre tra il genitore e il
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Un altro in una soffitta, però rimesso in tela, con un Martirio d'Ifigenia [figura 215], è spettacolo anche più fiero. Né so dove quell'assunto sia
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interessanti drammi della storia pittorica italiana: il dramma su cui a Firenze era calata la tela troppo presto, con Baldovinetti.
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