: - Cavallino mio, aiutami! La mangiatoia d'argento te l'avevo fatta quand'ero Reginuzza. Se mi liberi dal serpente e se riacquisto l'affetto del Reuccio mio
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, dammela! - Ma tu non sei fratello mio! - rispose l'altro. - Se tu fossi mio fratello te la darei, a te non te la do. Tu sei figlio di un'altra madre
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fatto lo stesso, e così nessuno avrebbe viaggiato tanti paesi, nè potrebbe raccontare tante cose quante te. - Purchè non sia stata una burla
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davanti le dice: - Tu sei quella che volevi farmi morire. Per questo ho il diritto di uccider te, - e sfodera una taglientissima spada la cui lama
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fuso? - Il Cavaliere si voltò in su alla chiamata e rispose: - Non puoi scendere a prenderlo da te? - No che non posso; sono rinchiusa in casa. - E
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mondo e nessun uomo può vederla meglio di te, perchè nessuno è trasportato quassù da un uccello. Guarda che fiamme, guarda che getti di materie infocate
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mangiatoia d'argento e te la faccio! - Sbrigati, - rispose il cavallino - a queste cose penseremo poi. - Mariuccia risale quatta quatta in camera sua
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te sarà mia moglie! - A quel bacio, a quelle parole, Maricchia ebbe un sussulto. Egli le prese le mani e se le portò alla bocca, chiamando
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capire di non poterlo soffrire. Un giorno il Re le disse: - Rosetta, vedi, io piango sempre per te! - Questo voleva Rosetta. Presto presto cava di
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pazienza, costanza e fermezza. Io pregherò per te. - E suggellando la promessa con un lungo bacio, si allontanò. Il fabbro sbraitava per la sentenza dei
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cuore mi ha commossa, e per te e per il popolo tuo ho interceduto presso il mio Divin figliuolo. Egli, nella sua benignità, ha concesso che ti apparissi
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, finalmente domandò alla figlia: - Ma si può sapere chi farebbe per te? - È inutile, vedendo un giovane così per un momento, non posso osservarlo bene. Lei
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