Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: te

Numero di risultati: 51 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Il drago. Novelle, raccontini ed altri scritti per fanciulli

246709
Luigi Capuana 11 occorrenze
  • 1895
  • Enrico Voghera editore
  • Roma
  • Verismo
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

quattro punte. — Non ne mangi neppur uno? — le domandò la zia. — No, li serbo tutti al Bambino, per quando si sveglia. — Oh, amore santo! Te ne darò

poteva. — Perchè? — domandò, dopo aver guardato i soldi. — Te ne comprerai tante chicche. Era così meravigliato, che non mi ringraziò; si allontanò

domandò : — Non c'è pericolo, è vero ? — Ma !... — risposi ridendo. E l'altro subito lo rimproverò : — Te lo dicevo ? Sarebbe stato meglio venire in

quanto te... ELENA. Questa veste di percalle, tutta stinta? Non la voglio, non la voglio! CARLO. E a me ? La tuba tocca a me che vengo a fare la visita

accorta di me. A un tratto, tirò indietro il braccio del ciechino, e a bassa voce gli disse: — Se avessi un soldo, te le comprerei. Il ciechino

vuol dire pane d'ogni giorno? — Si, te l'ho spiegato tempo fa. — Ma io ce l'ho il pane ogni giorno; perchè chiederlo al Signore? Il babbo ha detto

; lì c'è il Signore vivo; fanno festa anzi. — È morto soltanto quaggiù? Perchè ? — Pei nostri peccati, te l'ho detto e ridetto. Ida tacque, senza capir

quella camera, ci sedemmo per terra. È vero, eccellenza ? TARTAGLIA. (confermando:) Per te....terra. ARLECCHINO. Bella, grassa come una palla di

strani. — Guarda lì; quel tronco non pare un animale? Avviciniamoci. Dov'è più l'animale, il mostro? E tu hai avuto paura, quantunque io sia con te. I

vedere dalle bambine bizzose come te. — Sarò buona, buonina, mamma. In quei giorni bastava dire a Enrichetta: — Il bambino non mangerà i dolci. Non

Pagina 158

, rispondendo : — La mia casa non è il tuo ospedale ! E qui costoro sono figli miei, e ne faccio quel che voglio io! Nè per ora te li rendo; neppure se

Pagina 90

Piccolo mondo antico

672700
Fogazzaro, Antonio 14 occorrenze

molto?" "Moltissimo." Luisa gli pose le mani sulle spalle. "Ti rincresce molto?", diss'ella fissandolo negli occhi, "che io m'irriti come te d'aver

." Ella lo interruppe, "ma te lo dirò, ma te lo dirò", ed egli allora cui la coscienza rimordeva un poco per l'interrogatorio di Maria, vedendo poi

. Il suo affetto per te vien sempre fuori con una mistura di amor proprio. Parla come se fosse un bisogno, non suo ma tuo, mio, dell'universo intero che

riguardo alla situazione dello zio Piero. Egli pensa, nel suo cuore, come te. Se tu avessi veduto le lettere che mi scriveva nel 1848! Ma è impiegato del

andar a prendere il tuo scialletto che avevi posato sull'erba. Te le ricordi?" "Sì." Egli le prese una mano, se la recò alle labbra. "Ti ringrazio

andare come amica della signora Luisina, per i fiori, per i lavori, per i pettegolessi, e cicip e ciciap, sa bene, donne. Io poi ci cavo ..." " chì

me. Anch'io, Luisa, parlo al nostro tesoro ogni giorno, le parlo di me e anche di te, sapendo che ci vede, che ci ama, che potrà molto ancora, in

! No, non lo voglio far valere, no, no, assolutamente, no!" "Ma le ragioni?" "Dio, le ragioni! Le ragioni si sentono, le devi sentire senza che io te le

anch'io, domani, dove vai tu, Maria? La vuoi la tua mamma, in terra con te?". "Luisa! Luisa!", singhiozzò Franco. Si trovarono nelle braccia l'uno

; e Franco stesso aveva aggiunto alla lettera dello zio un biglietto con queste parole: Cara nonna, mi manca il tempo di scriverti perché son qui; te

andar da lei, di portarle una parola di pace anche per te." Neppure Franco credeva all'Apparizione, scettico profondamente com'era per tutto il

ciama agiuto e quei core in zinquanta a giutarlo, e intanto i ghe xe adosso tuti, e magna che te magna, el poro Papuzza, sia ch'el vinza, sia ch'el

Franco. "I conti con Dio li farò prima che con te e non dopo!" Quando la marchesa era côlta in fallo tirava sempre diritto nel suo discorso come se

di bruciar tutto. Così, signora nonna, trionferò di te, facendoti grazia della roba e dell'onore senza curarmi di dirtelo! Assaporandosi questo

ATTRAVERSO L'ATLANTICO IN PALLONE

682212
Salgari, Emilio 1 occorrenze

. "Allora ne manderai uno al tuo amico Umpane?" "Nel mio prossimo viaggio te ne porterò uno." "E non fuggirà lasciandomi la pelle?" "T'insegnerò il modo di

I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA

682356
Salgari, Emilio 24 occorrenze

del bengalow. - Si vede che sono prudenti quegli europei. - Sembra. - Ma tu lo libererai. - Io! - esclamò Saranguy. - Lo credo. - Chi te lo disse? - Non

facciamo a loro la guerra - La farò anch'io. Odio quei miserabili. - Un uomo coraggioso come te, non è da rifiutarsi. Verrai con noi quando batteremo la

sentivo felice dinanzi a te; mi pareva di esser trasportato in un altro mondo mi pareva di essere diventato un altro uomo. Tu non mi parlavi, ma mi

finito con quell'arme. - Fu adunque Manciadi ad assassinarlo? - Sì, padrone, lui! - Ah! sciagurato! - Ma non assassinerà altri, te lo dico io. La mia

sei stato mai tu nella jungla nera? Tanto peggio per te; non hai visto nulla di bello. Oh che stupido che sei, che stupido! - Sono proprio uno stupido

di quell'infelice? - Negapatnan giammai tremò. - Ma io ti infrangerò come una canna. - E i thugs infrangeranno te come un giovane bambù. - È questo

, - diss'egli. - Lo conoscerò, Manciadi, te lo prometto e forse prima di domani a sera. - Devo crederti? - Devi credermi; Tremal-Naik è un uomo di parola. - Ah

lunghissimi. - E si è avvicinato a te? - chiese Aghur. - Sì, e per poco non mi spezzò il cranio. Io dormiva saporitamente, quando fui svegliato da un

ne mandai uno a ruzzolare per terra, l'altro fuggì nello stanzone ed io lo inseguii, ma caddi e quando mi rialzai trovai le porte chiuse. Senza di te

? - Tremal-Naik s'alzò. - Il capitano non è più qui! - esclamò con disperazione. - Dov'è andato? - Non te lo dirò. - Ma non sai adunque, che io ho

. - Chi te lo dice? - Nessuno, ma lo sospetto. Nella jungla possono aggirarsi quegli uomini che assassinarono Hurti e pugnalarono te. La faccia di

quell'uomo hai mancato ai tuoi doveri. Buon per te che quell'uomo non ardì alzare le sue mani su di te. - Tu menti! tu menti! - ripeté la giovanetta, smarrita

mai. Fra loro due successe un breve silenzio. - Cosa posso fare per te? - ripigliò il capitano. - Nulla. Macpherson estrasse una borsa rigonfia di

spingarde, - disse poi il capitano. Quindi rivolgendosi verso Tremal-Naik, continuò: - Ora tocca a te se vuoi la mano di mia figlia. - Ordinate, la mia

, fissando in volto il maharatto. - Ah! sei tu, Kammamuri! - esclamò. - Sì, padrone. - Cosa fai tu qui? - Veglio su di te e scaccio le zanzare. Tremal-Naik

rammento. - Eppure non posso averlo udito dire che da te o dal tuo compagno. - Così deve essere. Kammamuri ed Aghur rientrarono nella capanna. Tremal-Naik

nella mia jungla, lontano da te? Credi tu che non abbia provato dei tormenti, quando colpito al petto dal pugnale degli assassini, languivo impotente nel

donna? - Non posso dirlo. - Saranguy, - disse con voce alterata, - vuoi dirmi chi è quella donna? - Mai. - È bianca o abbronzata? - Non te lo dirò

quell'isola maledetta. - Tremal-Naik non si lascia assassinare, Aghur. - Prendi con te Darma. Potrebbe esserti utile. - Tradirebbe la mia presenza ed io voglio

te. Tremal-Naik si mise a ridere, guardando il rettile il quale cominciava a svolgere gli anelli, ondeggiando quasi sulla testa dell'indiano. - Tu

il padrone. - Cosa gli è accaduto? - L'hanno pugnalato. - Ah! ... E chi mai? - Gli stessi che assassinarono Hurti. - Quando? ... Come? ... - Te lo

con voce tremante. - Conosci il capitano Macpherson? - Forse più di te. - Sai dove conduce la fregata? - Nessuno sa ove vada la Cornwall, ma io ho un

li veda. Oh! Quale fortuna! - Te li mando subito. Il mastro risalì la scala e poco dopo due indiani si presentavano a Tremal-Naik. L'uno era lungo

il delirio! - È ben perché sei fuori di te stesso, che non voglio che tu vada innanzi. Se tu irrompi in quella caverna prima del tempo, ci perderai

Cerca

Modifica ricerca