Ho domandato di te, e avendo saputo che eri, da qualche tempo, in casa del comune amico conte Romei, così ti prevengo che a momenti verrò a trovarti.
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Prosegui, prosegui, te ne prego.
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Quando é così mi rallegro con te, amico mio, che in breve possederai un bel patrimonio, e una bella moglie.
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E' la pagina dell'Album che ho copiata tutta intera dalla prima all'ultima parola. Guarda la data: 6 ottobre 1870. Cinque anni fa! Te ne ricordi?
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E se si trattasse di te?
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Ad un patto però: che io debba dir tutto con franchezza a lei e a te.
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Posso dunque avvisarlo? Te ne sarò grata.
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Mio ottimo amico: non ci voleva che te. Eh! dimmi, dimmi che cosa ti ha detto, che cosa ti ha risposto?
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, invitandomi a passar da te per mettermi a parte di un affare importantissimo?
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Certo, e mi aggiungesti che andava pazza di amore per te.
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Non ho ormai, te lo ripeto, che pochi minuti da perdere, e se il Marchese lo permette....
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A dirlo a te in confidenza, ho paura di aver capito ogni cosa. Ma non posso parlare.
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Accoglie anzi di buon grado la offerta fattagli, e quanto prima spera di poter dare a me e a te una consolante risposta....
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incominciare un nuovo tormento? Va! - Io fuggivo alla valle - sorrise Imilda: - per te! - Che ti dissi? Non dobbiamo vederci più! Se muoio, tu non devi saperlo
sentiva, sentiva solo un bacio rovente... un bacio di Imilda! - T'amo, t'amo, Imilda! In qual momento te lo dico! M'hai ascoltata? Sei viva? Chi ti strappò
nessuno ebbe tanta forza da aprir bocca.... Addio, santa e tranquilla casetta dell'amore! Da te ancora esce una voce per noi! E noi ritorneremo?... O travi
vuole che stiate sui ginocchi a spiare se la pietruzza, che uno di voi getta in alto, cade nelle manine o cade sul terreno... Forse a te, fanciulla, a te
tutti gli uomini del castello. Avete pensato? Noi abbiamo pensato. - Bonello! m'ammazzi un ribaldo anche pagato da te, ma tu no, no! E Bonello, come
suggere da un seno avidissimamente: poi si volse ad Alzor: - Io sarò con te!
solennemente: - L'omaggio deve essere reso a Te solo. Noi non siamo torme di ribelli, perchè non erano torme di schiavi gli avi nostri ab antico! Dunque
Imilda meravigliata e trepidante: - Ugo, che c'è? Tu guardi la cuna e non sorridi? Tu sei pensieroso? Tu m'hai stretto a te, celandomi un dolore - E con
castello. - Tu l'hai ucciso! Vitupero a te, figlio di bifolchi! Non conosci i forti e i fedeli?... Oberto! Oberto! attendimi al tuo fianco!... Tu