Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Enrichetto. Ossia il galateo del fanciullo

179080
Costantino Rodella 8 occorrenze
  • 1871
  • G.B. PARAVIA E COMP.
  • Roma, Firenze, Torino, Milano
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. - Bada, Sandrino, che a momenti viene il babbo, e se ti trova ancora in letto guai a te! - Ti dico di farla finita, sor tormentatore. - Ma presto

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ci conta il babbo?... Ah non ridi più ora! Dunque rispetta sempre tutti, e non guardare se sia padrone o servo. Sei ben contento che si parli di te

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come ami te stesso. Se vedi taluno di loro o poco attento allo studio, o poco disposto ad intendere, compatiscilo, aiutalo se puoi, e sii sempre più

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, tuttavia si sfugge il maldicente; giacchè ciò che oggi dice di altri, domani lo dirà di te.

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ragionava: perchè egli è un povero lavorante lo credi inferiore a te, epperciò tu ti reputi in diritto di metterlo in ridicolo a tua posta e dirgli

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professione per aver un titolo; ma non voglio punto esercitarla». E chi sei tu, esclamava egli, essere privilegiato che vai esente dal lavoro? Dunque a te

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provviste all' ingrosso ed a suo tempo, e avrai roba migliore ed il vantaggio del 40 o 50 per cento. « Te ne darò una prova più evidente. Tu nel verno per

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. Io ti potrei nominare di molti capi-fabbrica, ricchi negozianti, che vent'anni fa non erano che semplici operai, come te; e che lasciando stare le

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Galateo morale

196999
Giacinto Gallenga 15 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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di velluto. Un meschino orologio a saponetta, una miserabile spilla di malachite, un paio d'orecchini di mosaico te li vendono mostrandoti per altro

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che per dovere o per pura cortesia talvolta s'incomoda per te: egli è, come tu dici, servitore del Governo, del municipio, della società, del pubblico

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dicendogli «E io farò di tutto per farmi amare da te». Il fine ultimo di ogni insegnamento è quello di renderci virtuosi: «ogni studio che non tenda a ciò

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ad operare, a pensare su te; l'invidia a pensare, a parlare, ad operare sull'altro, sull'invidiato. «Quando fatto il paragone fra te e un altro, e

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sua giornata per modo che quell'inesorabile giudice che è la propria coscienza possa dirgli: va io sono contento di te, rientra in casa, dove, ospite

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sotto l'abito più povero palpiti un cuore valoroso e gentile. SMILES. Per te sollevi il povero Al Ciel ch'e suo le ciglia: Volga i lamenti in giubbilo

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sommessamente. Il curioso è stretto parente del delatore. Non immischiarti a un colloquio di persone a te superiori od anco uguali, senza esserne invitato

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cosa; quando altri s'adira, non te gli avventare fieramente addosso ma cedigli in quel suo caldo e poi, riposato quell'impeto, allora il riprenderai

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quasi al pari delle meste armonie del Trovatore, della Favorita. Non fa d'uopo, per capire il senso d'una musica, accompagnarla col libretto; essa te

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, dal suonare o dal cantare di qualche modesta giovinetta, per cui tu abbia detto a te stesso dolcemente commosso «questa, se non è musica perfetta, è

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modi e parole per cui tu venga a significargli che lo scopo del festino sia quello di soddisfare in te un vano e ridicolo vanto di anfitrione, in lui un

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trovasse a villeggiare in campagna isolata, lontana dal paese, mettendolo nell'impiccio mortificante di dovere a te, a'tuoi fare magra accoglienza e

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sentono i morti tuoi? parlano essi? trattano forse con te gli affari in famiglia, in pubblico, negli uffici? Si adonteranno i loro spiriti immateriali

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ad arrossire per te; come non devi pretendere d'esserne appoggiato a commettere ciò che non è giusto ed onesto, e tanto meno ch'ei stesso commetta

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a conchiudere, che essi pure, quando assenti, non verranno da te lasciati in oblio. Insomma devi schivare coll'amico ogni parola, ogni atto che

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