edicole, benché abbiano un significato simbolico in proprio (alludono alle dodici porte della Gerusalemme celeste) sono sta-te ideate per contenere statue
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: «vedi le attitudini degli uomini nei loro accidenti, senza che essi si avvedano che gli consideri» e parlando dei sentimenti aggiunge: a di quelli a te
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Morituri te salutant. — Anche questo quadro è di un effetto mirabile, e meglio giustificato, perchè più in armonia col soggetto. La vasta mole del
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della Caduta dei Giganti in Palazzo Te a Mantova. La particolarità di questa decorazione è che essa occupa interamente sia le pareti che la volta di una
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Non molto distante da Mantova, a Parma, più o meno negli stessi anni in cui Giulio Romano eseguiva il suo capolavoro in Palazzo Te, Correggio
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stizzito: «Vuoi un leone, vuoi una tigre, te li farò, ma donne no, non le so fare.» Nonostante il quadro della Santa Filomena, che fece per la chiesa di
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più chiavi, in relazione al passo del Vangelo di San Matteo: “A te io darò le chiavi del regno dei cieli”. Come altri attributi possono comparire il
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Giulio Romano, negli affreschi di Palazzo Te, a Mantova, prendendo spunto dall’esperienza vissuta accanto a Raffaello nella Farnesina, sviluppa
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Nella Prova dei semi (figura 73) Figura 73 - GIULIO ROMANO, Prova dei semi, 1527-28, Palazzo Te, Mantova. Psiche appare sconsolata e piangente, in
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Giganti di Palazzo Te a Mantova, dipinta da Giulio Romano (figura 82). Figura 82 - GIULIO ROMANO, La caduta dei Giganti, 1526-34, Palazzo Te, Mantova. In
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Stanza delle Metamorfosi, a Palazzo Te, a Mantova, raffigura Orfeo dinanzi a Plutone e Proserpina mentre suona la lira. Giuseppe Cesari, detto il
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Italia, con passaporto statunitense e residenza a Ramallah) ha chiesto a trenta palestinesi: «Se potessi fare qualcosa per te, ovunque in Palestina, cosa
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cambiamenti verificatisi sul suo volto, man mano che invecchiava. C’è chi, invece, vuole essere il promotore di un ritratto «fai da te» e dare una
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Guglielmo di Ockham un secolo dopo avrebbe rivalutato rivolgendo all’imperatore Ludovico IV il Bavaro la famosa frase: «Tu me defendas gladio, ego te
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imperiosa delle tue risposte, come se io avessi toccato nel punto troppo sensibile in te. Ma la tua libera franchezza, ad onta dei miei capelli bianchi
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mi circonda. Figli re te Bepi, aaaah, fuoco, fiamme, fumo, tutto in cenere, eeeeh, cartoni, quadri, disegni, più niente, finito, quello che è stato è
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, osservando le pitture del palazzo del Te a Mantova, le stimerebbe fatte da un seguace di Michelangelo. Vivente Raffaello, i discepoli di lui, benchè legati
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certe armonie vene te che non caravaggesche. E sono mirabili armonie soffici e lievemente grumose, subitamente calcinate dai toni post-caravaggeschi
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V'è a proposito delle attitudini teoretiche del Pater, un suo saggio, che vorremmo vedere tra le annunzia te prossime versioni: «An Essay on Stile
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troppo spesso alle sue scene, nelle vôlte e nei pennacchi, il carattere di vignette ben riesci te, e nulla più. Con quest'ultima osservazione siamo
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abbracciato al fusto piatto della colonna, contro la luce, chi scorgerebbe in te così abbacinato la sostanza fievole e profonda del rosso? Stravince
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Questo valore estetico immanente delle linee è stato ben compreso dai futuristi che, solo per giustificare alcune opere primitive non riesci te
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pittorello bolognese Francia:«va al bordello te e 'l Costa che siete due solennissimi goffi nell'arte». Nell'arte. Per che, Michelangelo ch'è di Firenze
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il mio cervello ed il mio corpo per te; io ti do il diletto delle mie opere io, ma voglio che in compenso di tanti mesi, di tanti anni di travaglio
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anello alle mie dita dei tuoi vermi domestici, e mi turerò la gola con la tua polvere odiosa per essere come te una mostruosa carogna. Vieni a me
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aveva anche scritto: Per consiglio ti do: guarda di pigliare sempre il migliore maestro. Poi a te interverrà che, se punto di fantasia la natura ti avrà
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quel punto lo scultore, stufo, gli grida: Canzona, canzona: te ne pentirai alla mancia; ed ecco che il riso, il quale pareva inestinguibile, si ferma in
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, dando di frego al passato, gridando al classicismo: non ti conosco; gridando al realismo: non m’importa di te; gridando all’arte lasciva commerciale: ti
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occupo d’arte non figurativa, e quindi non posso parlare di te.” E c’è rimasto molto male. Però effettivamente poi si è fermato.
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Il senso di “vuotezza" della camera da tè e di molta architettura giapponese, si ritrova nel "vuoto" del foglio bianco di molte pitture e di molti
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