non facevi che umiliarmi davanti alla gente...e io tacevo!... Tu mi lasciavi in casa a lavorare come una martire...e andavi fuori con le tue amanti
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qualcosa che mi ammaliava... Io non so... Ero fanciullo, e sempre, sempre solo! Amavo il silenzio, la notte, la vasta oscurità: tacevo, mi
, abbandonatamente, chiedendo scusa, di tratto in tratto, del suo sciagurato silenzio: "Non tacevo io; c'era qualcuno che mi metteva una mano su la bocca
con uno sguardo ove sorpresi un lampo di dolore e d'invidia. Quel nome, pronunciato dalla sua bocca, mi diede i brividi. Vedendo che io tacevo, la
, artiglieria in testa. Io tacevo. A un tratto la signora si alzò dal divano, pigliò fra la sua musica un fascicolo dell'Arte antica e moderna di
cosa non detta. La divina creatura taceva. Tacevo anch'io, consigliato dall'ironia vigilante, ammonito da non so che oscuro presentimento che turbava
chi vi molesta. L'immagine di Tito Vinadio mi balenò nella memoria, sogghignò di tra le fedine biondicce alla Camillo Cavour. Tacevo, ma l'amico
delle canzoni in argot deliziosissime, l'italiana conosce tutte le cose di Salvatore Di Giacomo ... Tacevo. Dunque quel cortile esotico, quei palmizi
, e senza di voi e fuori di voi non mi sentiva vivo. E tacevo sempre. Timido, riservato, a volta a volta pieno di terrore per l'orgoglio di avere osato
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le avevo mai veduto. Ma piú tacevo, e piú mi sentivo avvilita, e capivo che prendevo un'aria sempre piú grulla, col viso imbronciato e rosso