SCURPIDDU
l'elemosina. - Bel mestiere t'insegnava tuo padre! - È morto mio padre. - E tua madre? - Chi lo sa dov'è! Io guardavo i tacchini del notaio. - Quale notaio
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tacchini passavano uno a uno pel cancello socchiuso, gli domandò: - Che hai? - Sessantatre! - finì di contare la massaia. - Ne manca uno. Doveva
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grave pericolo di perdere sua madre. Per ciò una sera, tornando alla masseria coi tacchini, non badò molto alla commozione e al turbamento della
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Una notte Scurpiddu era stato destato da un confuso rumore che veniva dal pollaio accanto; strilli, sbatter di ali di polli e tacchini, quasi colà
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sbraitare: - Se l'è sognato la tua massaia? Verrò a dirglielo sul muso. Per chi ci scambia? E tu bada che i tacchini non passino il limite, e non
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Quattro giorni dopo, Scurpiddu tornò dal pascolo senza marcia e senza banda di tacchini, Aveva gli occhi rossi dal pianto. - Ne hai smarrito qualcuno
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tacchini alla pastura. La notte avea sognato sua madre e glien'era rimasto un vivo rimpianto nel cuore. Si rammentava con dolcezza dei giorni in cui
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Pietro pensasse di condurlo via con sè; e all'idea di dover abbandonare i tacchini e la masseria si era scurito in viso. I contadini, che ormai lo
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sarchiatura dei grani: poi l'estate! Ora le biche dei covoni aspettavano su l'aia le mule per la trebbia: e Scurpiddu intanto conduceva i tacchini fra le
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, tutta la sua ricchezza. Ogni giorno, appena arrivato coi tacchini e con Paola nel posto del pascolo, Scurpiddu si sedeva per terra, cavava fuori i suoi
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prato, tra i tacchini al pascolo. Respirava soltanto nei giorni che vedeva passare i carabinieri, parecchi ora, a due a due chi di qua per la strada del
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di trovarsi in un mondo nuovo. Aveva dimenticato la masseria, i tacchini, Paola , le coroncine, ogni cosa; e passato il primo sbalordimento, già si
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e in tutta l'aria della persona parecchi giorni dopo la disgrazia, Scurpiddu non sembrava più lui. Tutte le mattine andava via coi tacchini e con
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all'improvviso, aveva detto un'altra sera il Soldato , cascano freddi sul colpo. Era lassù, a mezza costa dell'Arcura, dove la pastura pei tacchini abbondava
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altro ragazzo. - L'anno venturo, - rispondeva sempre Scurpiddu . Voleva bene ai tacchini e sapeva duro il separarsene. Il massaio non gli dava più
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, tornando a casa coi tacchini, aveva portato sotto un braccio tre lunghi steli di cipolle fioriti. - Che ne vuoi fare? - gli aveva domandato la massaia
SCURPIDDU
? Esso dovresti imitare invece del cane, del gatto e dei tacchini! ... Neppur con lo zùfolo riesciresti! ... Come non sei riuscito ad imparar bene a