gran fascio di bandierine sotto l'ascella, andava parando il paese; Peppe Duro e i suoi uomini lavoravano in piazza a rizzare i pali dei fuochi
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, insieme coll'amministratore, la principessa si occupava dei suoi affari. - Avete fatto i conti dell'Arenaccia? - Principessa, non ho avuto tempo. Sa
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sotto le sue forbici come la lana quando tosano, e i suoi rasoi portavano via le barbe, di un colpo solo, senza lasciare il più piccolo frego sulle
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volesse spezzarle. - Mio Dio, che stridori! - diceva la Fanny, portando le mani alle tempie e raggiustando lievemente con le dita le bande dei suoi
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quel discorso, e mandò a offrire due lire di più per settimana a Nardo, il giovane di bottega del Conterino. Nardo era uno che amava di fare i suoi
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moglie. Egli non voleva dare nessun dispiacere a Fanny; le stava sempre d'attorno, spiando i suoi desiderii, trascurando i proprii affari, lasciando il
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avrebbe avuto voglia di strapparsi i capelli, non soltanto per il danno, ma anche perchè aveva a malaugurio di lasciar la casa dov'erano morti i suoi
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perchè non gli si arrugginissero, o a fare i conti dei suoi debiti. Quando capitava qualcuno, mentre la forbice cantava il suo zic-zac, Salvatore
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tintore, per sfogarsi, ma si vedeva ricevere col muso duro. - Quella porcheria di carne! Buona pel cane!.. Per tentar d'uscire dai suoi guai, si metteva
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Intanto i suoi guai crescevano, egli ricorreva al prestito, cercava di rubare a sua moglie, metteva tutto quello che aveva al lotto, ma Vincenzina
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di quiete! I veri tormenti ricominciavano per lui al sopravvenire dell'inverno e, con esso, della solita folla che la principessa, malgrado i suoi
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che aveva parlato col diavolo? Giusto un dopopranzo, che don Antonino era andato in campagna, con certi suoi amici, e lei s'era appisolata un momento
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alla ragazza, che ogni tanto alzava su di lui i suoi grandi occhi cilestri. - Porta una bottiglia di vino - disse don Antonino a sua moglie, e non la
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combinazione di terni e di cinquine. Come padre Agatino ebbe trovati i suoi numeri lei vi mise dieci lire e cominciò a star meglio. Infine, l'Arenaccia era
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del cortile venivano ancora le esalazioni della stalla, ma non le davano più fastidio perchè erano quelle dei suoi propri cavalli. Tutta la giornata le
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importava se, vincendo, vinceva i suoi propri denari; lei non sapeva far altro che giuocare, ed aspettava impazientemente la sera, quando venivano ancora
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! Ogni mestiere ha i suoi guai! - disse Manfuso, alzandosi. - E chi ti par che dorme e si riposa, quello porta la croce più gravosa! Fuori la musica era
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facendo la barba alla vigna! - e mostrava il suolo sconvolto dai suoi grandi colpi di zappa. - Le prime furie della granata nuova! - diceva il fattore
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occhi umidi di pianto. - Questo è il primo dispiacere, che ho per causa dei suoi cattivi compagni. Lasciatelo andare, non ci pensate più; fatelo per me
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fuoco, dov'era messa a cuocere la minestra, intanto che la più parte dei suoi uomini se ne stavano sdraiati per terra, lungo i muri dei casamenti
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balconcino pieno di vasi di garofani dove prima Anna Laferra metteva i suoi segnali e che ora restava sempre chiuso. Egli se ne andavi a cercare la comare
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