Storia sentimentale dell'astronomia
razionale nei suoi argomenti.
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. Anche Galileo però negli ultimi tempi ebbe premure per la figlia e cercò di aiutarne il convento con offerte e ricorrendo a suoi appoggi romani. A
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Va comunque riconosciuto che solo con Newton le intuizioni degli altri scienziati suoi contemporanei si incardinano in una visione organica della
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quindi anche nelle lenti). Con un prisma suddivise la luce solare nello spettro dei suoi colori e per raggiungere il numero sette, carico di significati
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. Il paradigma antico coabita con quello emergente, avvengono contaminazioni che danno origine a paradigmi effimeri, il sistema tolemaico vive i suoi
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attraggono la sua mente curiosa. Kircher fa esperimenti, ma i suoi esperimenti non sono domande rivolte alla natura, come nel caso di Galileo, sono
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suoi calcoli per spiegare la salinità del mare il mondo doveva essere molto più antico, il che gli procurò fama di eretico. L’interesse per il nostro
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Giove. Scoprì la luce zodiacale. Altri suoi lavori toccarono l’idraulica, la biologia, la medicina. In questo campo fu un pioniere dei primi
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l’anno dopo. Purtroppo dei suoi molti lavori non si è salvato quasi nulla: andarono distrutti nell’incendio che devastò Copenaghen il 21 ottobre 1728.
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vegetali, John incontrò pure lui i suoi limiti quando volle uscire dal campo che gli era proprio. Definì “Legge dell’Ambarabà-Cicì-Cocò” l’evoluzionismo di
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Ramsden. Fu necessaria una grande pazienza per venirne in possesso perché l’ottico inglese non era mai soddisfatto dei suoi prodotti e nel tentativo
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Newton aveva rischiato di gettare nel cestino la legge di gravità perché le dimensioni della Terra allora note non facevano tornare i suoi calcoli
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astronomico della città, sul tetto di un palazzo all’inizio di via Po. I suoi studi prediletti riguardarono l’elettricità: sulla sua casa impiantò un
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: fu un rapporto appassionato per quindici anni seguito da un’amicizia che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni. Anche di lei fece una cultrice
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più grandi corpi dell’universo e dell’atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l’avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi” .
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Mentre affrontava i suoi calcoli, Le Verrier non sapeva che in Inghilterra un giovane astronomo, John Couch Adams (1819-1892) era più avanti di lui
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Le Verrier aveva fatto i suoi calcoli ipotizzando 36 masse terrestri.
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, malinconicamente, vengono presentate le previsioni di Adams datate ottobre 1845. Come spesso succede, lo sconfitto è più simpatico del vincitore. Per i suoi
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suoi astronomi, il 15 novembre riceve la nomina a professore di meccanica celeste alla Sorbona, cattedra creata apposta per lui; poco dopo Airy lo
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, Arago, che non ha voluto giurare fedeltà all’imperatore, vive un malinconico declino. Malato di diabete, diventa cieco e trascorre i suoi ultimi anni
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Nel 1849 Hippolite Fizeau tentò una misura diretta inviando un raggio di luce tra il terrazzo della casa dei suoi genitori a Suresnes e Montmartre
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Le Verrier si precipita da Lescarbault, verifica la qualità dei suoi strumenti (sulla sua casa il medico aveva fatto erigere una cupola che ospitava
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si orientò verso la fisica: di qui i suoi interessi per la neonata fotografia, il pendolo, l’invenzione del giroscopio, la misura della velocità della
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realizzare i suoi primi disegni di Marte. A 23 anni durante un soggiorno a Parigi conobbe Camille Flammarion, fervente sostenitore dell’esistenza su Marte di
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Cerulli nacque a Teramo nel 1859, si laureò in fisica a Roma nel 1881 e perfezionò i suoi studi dal 1882 al 1885 negli Osservatori di Bonn e Berlino
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Nell’anno 1800 William Hershel ripeté l’esperimento di Newton: con un prisma suddivise la luce bianca del Sole nello spettro dei suoi colori. Ma fece
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da Faraday. Morì nel 1828 dopo aver dedicato i suoi ultimi anni a combattere l’adozione del sistema metrico decimale e a promuovere come unità di
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sodio quando i suoi elettroni vengono eccitati: la luce giallastra delle lampade stradali è dovuta all’emissione degli atomi di questo elemento.
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’idrogeno. Oggi sappiamo che si tratta di una nebulosa planetaria, i suoi gas sono stati lanciati nello spazio da una stella giunta alla fine della sua
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suoi cimeli.
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suoi scritti ma da ciò che riferisce Archimede (287-212 a.C.) nell’Arenario, il vertiginoso libro nel quale si propone di quantificare il numero dei
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dell’universo a grande scala non aveva visto riconosciuti i suoi meriti (né fece qualcosa per farseli riconoscere). A lei pensò nel 1925 il professor
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fotoelettrico e relatività speciale), aveva fatto carriera e si isolava sempre più nei suoi studi.
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.). Dobbiamo ciò che sappiamo di lui soprattutto a Tolomeo, che sui suoi lavori fondò la definitiva sistemazione dell’astronomia antica, destinata a resistere
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profondamente Tombaugh, che visse i suoi ultimi giorni arroccato in una casetta del New Mexico. Forse oggi si consolerebbe pensando che la navicella
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alla storia per aver coniato l’espressione “Big Bang”, per i suoi libri di fantascienza, la teoria cosmologica (sbagliata) dello “stato stazionario” e
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, astronomo svizzero antipatico, litigioso, villano e geniale. “Bastardo sferico” era uno dei suoi insulti preferiti. Alludeva al fatto che il
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possibile, emigrò negli Stati Uniti, dove svilupperà i suoi studi fondamentali sui buchi neri.
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, perfettamente invisibile ma ben evidente nei suoi effetti gravitazionali. Analizzò l’ammasso di galassie della Chioma di Berenice e trovò che poteva rimanere
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andandole incontro, cioè salendo con i suoi strumenti di misura a 5200 metri su un pallone aerostatico. Due anni prima a Parigi il tedesco padre Theodor
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. Eclettico e caotico, si occupò di tutto, quindi anche di astronomia. Purtroppo è difficile inseguirlo nel disordine dei suoi appunti. Benché si definisse
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e le rime che scriveva da poeta dilettante. Un affresco lo ritrae in compagnia del suo affezionatissimo cane, circondato come un principe dai suoi
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uno dei suoi fugaci passaggi in famiglia, a mostrargli una eclisse di Luna. Il ragazzino rimase impressionato dal colore rosso sangue del nostro
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Rimangono l’astrologia genetliaca, che ha tuttora i suoi fedeli, e l’astrologia naturale, cioè l’idea che l’ambiente della nascita possa influenzare
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problemi. Dal punto di vista umano Galileo lascia a desiderare. Mentre Keplero è pronto a riconoscere i suoi meriti scientifici e a imparare da lui
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Le note aggiunte da Keplero nei suoi ultimi anni di vita tengono conto delle osservazioni telescopiche. La cosa interessante è che – al pari di
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Galileo e anche lui aveva provato a disegnarla. Ma nei suoi schizzi (il più antico è del 26 luglio 1609 e il cannocchiale ingrandiva sei volte) non c’è
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si scompone nei suoi colori, orlando le immagini con un arcobaleno sottile ma fastidioso.
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far fronte ai suoi doveri verso l’amica Marina Gamba, dalla quale aveva avuto due figlie e un figlio, rispondere alle richieste del fratello
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Possibile che Galileo credesse davvero all’astrologia divinatoria? Improbabile. I suoi sono i limiti culturali di un’epoca che oscillava tra una fede
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