volgendosi più tardi al suo passato, e scorgendo l'immagine di due manine sulle quali egli aveva stampati tanti e tanti baci, le avrebbe riconosciute
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ossa proprie che avevano dovuto piegarsi fin da piccino ai più duri lavori, il suo stomaco che aveva patita la fame, la sua schiena che era stata
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col silenzio del suo cervello. Essendole morta la mamma improvvisamente, per una caduta, non aveva più nessuno che si occupasse di lei, il padre
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quattro o tre; ma esserci insomma. E chi le avrebbe avute? Forse suo fratello Marco, celibe, dissipatore, beone? Forse quella gatta morta della figlioccia
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caldo nell'esplosione del suo benessere, che uno dei giovanotti s'era assunto l'impegno di farle fresco, col ventaglio alzato, vicino vicino alla
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cognata un lumino da notte, e le bimbe, a scuola, le avevano lavorato un copripiedi. Tutto in occasione del suo compleanno. Ma posando gli oggetti sul
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al piacere, e che inutile avvertimento sull'età che non si rinnovella! quasi fosse stata padrona lei del suo destino. Un muratore, un falegname
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! Il suo corpicino era tutto un dolore; non respirava quasi più. Chiamò: Mamma! così debolmente che la madre appena appisolata sulla sedia, affranta da
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