Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: suo

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donna telefona a M. dal  suo  paese d'origine. Dice di essere stata sua compagna di banco
con timidezza, poi con insistenza, di interessarsi di un  suo  fratello di vent'anni finito nel reparto psichiatrico del
vent'anni avea, e spensierato il  suo  viaggio correa, egli avea detto alla gaia Isabella: - Tu
detto : - Vuoi ? - Quando vent'anni avea, e spensierata il  suo  viaggio correa, ella avea detto al mesto Sigismondo: - Tu
detto : - Puoi ? - Quando trent'anni avea, e pensieroso il  suo  viaggio correa, egli avea detto alla gaia Isabella: - Tu
detto : - Credi ? - Quando trent'anni avea, e pensierosa il  suo  viaggio correa, ella avea detto al mesto Sigismondo: - Tu
punto si sveglia, si calma. Ora sa che il fidanzato, poi  suo  marito, è morto da dieci anni. E ricorda quando si
stesso sogno e ritrovava lui, vecchio, addormentato al  suo  fianco.
 suo  padre e porgendo una mano a Fernando
le riesce di interpretare un  suo  sogno recente e questo la inquieta.
sufficienti, indifferenti in apparenza ma vive del  suo  sguardo, morte del suo splendore, del male che le fa
in apparenza ma vive del suo sguardo, morte del  suo  splendore, del male che le fa differenti e lucide di sé. E
che  suo  padre era prefetto. Al Luna Park il vecchio indovino
so perché lo faccia. Forse perché così trova il  suo  cibo, come le rondini, ma perché sempre solo su due
ma casto, ma placido, ma bello e leggero; ci basti il  suo  bacio per leggere i fati, per viver beati ci basti il suo
suo bacio per leggere i fati, per viver beati ci basti il  suo  cor! Ai fischi del pubblico, del volgo al sorriso ci
del pubblico, del volgo al sorriso ci asconda quel piccolo  suo  vergine viso: se un ramo di lauro ci aspetta nel mondo,
un ramo di lauro ci aspetta nel mondo, serbiamolo al biondo  suo  lucido crin! E tu che ti nomini l'immenso avvenire, tu
l 'indolenza e l 'essere sempre in giro, per sottrarmi al  suo  controllo stringo un 'alleanza con strade nelle quali non
sognato che un  suo  conoscente, molto pratico e deciso, le impediva per due ore
il fiume e la ripercorre: per un incontro che può ripetere a  suo  piacimento.
in un ristorante vicino al mare, si lamenta del  suo  recente viaggio in Turchia. Giura di non tomarci mai più.
ancora fatto,intatto, la sovraccoperta verde con tutto ll  suo  pelo di gatto:e soprattutto senza l'impronta del mio corpo.
e profondo, il focolare è una chiesetta d'oro. Mentre il  suo  raggio acuto e rubicondo cresce e svanisce, lottando col
gattuccio nero, immobile ed intento al limitare sogna il  suo  lungo sogno di mistero; come un mesto palombaro nel mare,
Le smorfie dell'agonia, stupore, orrore. Un clown al  suo  ultimo spettacolo, un teatro per il niente. La fatica del
Da là, senza neppure voltarsi, si può sentire il fiume. Il  suo  lampo arriva con un tonfo di muschio e legno. L'acqua si
perché Antonio Delfini prima di leggerlo l'ho vissuto e il  suo  spazio è stato anche lo spaziodella mia immaginazione: mio
spazio della piazza d'armi, oltre che essere segnato nel  suo  interno dalla pista dell 'ippodromo per le corse dei
per le corse dei cavalli al trotto, era delimitato nel  suo  amplissimo giro: da alte pioppe cipressine che in lunghi
affacciava su Porta Capuana. Il giorno del  suo  compleanno toglieva il tappeto dal pavimento della sala
poco il testimone. Il  suo  sguardo non va, per quanto s'interni, al di là di quel che
ogni cosa, a guardare bene anche il fondo del bianco, il  suo  incavo, il suo riflesso erano bianchi, è il silenzio, mi
guardare bene anche il fondo del bianco, il suo incavo, il  suo  riflesso erano bianchi, è il silenzio, mi dicevo, il
desiderato, l'annichilirsi di ogni corpo, con tutto il  suo  peso, la cosa, la materia. E la resurrezione? ti
in questo oh grande e buono! a chi avrà molto amato, il  suo  perdono! -
con dispetto il guatai torvo e bieco. Ché all'entrar  suo  mi rientrò nel core tutta la noia dei passati inciampi,
campi, e avrei pei gioghi del Sempion venduto e Troia e il  suo  cantore. Ma poi ch'io vidi l'uom, già in uggia tanto,
l'antica bile mi fuggì dal petto, e fissai mestamente il  suo  crin bianco; egli abbracciommi coll'usato affetto e mi
fusti di detersivo riappaiono d'improvviso, nel bagno, al  suo  ritorno da una vacanza a Praga.
raggrinzato, come il naso di un chinese, strano pur nel  suo  paese. Con tai passi venia avanti da raggiungere uno
che pareva un letamaio, e, battendo dentro il saio, il  suo  corpo roso e cotto dava il suon di un vaso rotto. Si fermò
latra e salta come un pazzo fino quasi a varcare il  suo  recinto. Allora mi giro per continuare il sentiero e in
Percorriamo con gli occhi la cresta di quel versante, il  suo  confine con il blu di questa notte. È difficile ricostruire
è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata, al  suo  trambusto che cercava nitore scrostando gli angoli,
due cose: un cane border collie si avventa, a difesa del  suo  pezzo di giardino, e abbaia, abbaia violento, fatto strano
la mia sete di baci non noti al mondo; come un aratro sul  suo  sen giocondo vorrei passare, e nell'ansia vederla
tu veduto, pensierosa luna, l'hai tu veduto il  suo  bacio all'amica?... Sorgevi appunto allor, per l'aura
alle tue soglie: presto si muor la mammola se al margin  suo  si toglie. Guarda la folla, o giovine! É una stoltezza o un
Come il selvaggio, indocile del prete alle parole, del  suo  Cristo beffavasi e gli additava il Sole, così, se canti i
alle tue soglie; presto si muor la mammola se al margin  suo  si toglie. - Queste son ciarle arcadiche, larve di capo
timidi occhi del poverino, e dimenar più rapido l'arco del  suo  violino; la fame allor dimentica, oblia la lontananza, e
patria a me stesso e all'uomo abbattuto svelare la via del  suo  regno perduto, mi voglio tuffare con più forte lena, che
il lago, con l'alucce sgomente, erra sempre e la sorte del  suo  tenero volo? brutal piombo la colse, e cadde, morta, al
alla fontana. Toccava appena appena i quindici anni, quando  suo  padre fu portato via da una piena di stenti e di malanni
rallentando il passo ciascuno tutti i giomi pro- lunga il  suo  soggiomo in corridoio, da cui ritorna sempre con un”aria
accidiosa. Goccia, goccia lieve chiara va sicura al  suo  destin scende e spera, e vanno a gara altre gocce senza
Poi le perle arrivar, tremule faci, a lambir mollemente il  suo  candore, come i miei baci. Ed io gridai: - Figlie del buio
blando solco d'argento in coda a una barchetta, l'effluvio  suo  mi addormentava, errando nella stanzetta. Ella era uscita.
Sultano! ". Ed io credetti che spuntasse il giorno; e il  suo  fiato sentivo e la sua faccia, e, come desto, cercandola
del fiume rapido cui le corrose ripe trattengono: il  suo  possente muggito al sibilo della procella commesce e il
a lui porgendo quanto la vita dona a chi la chiede del  suo  pianto si fecer velo agli occhi, confidando che vesti e
ritenta ancora la fortuna. Che tale è la sua sorte: col  suo  filo sperar vita tramare e con la speme giungere alla
giaciglio per la cura e la noia e la stanchezza; ma nel  suo  petto, ma pel suo periglio chi ne voglia parlar deve
la cura e la noia e la stanchezza; ma nel suo petto, ma pel  suo  periglio chi ne voglia parlar deve crearla. - è il piacere
va. - Chi lo cerca non lo trova, chi lo trova non lo sa; il  suo  nome mette a prova questa fiacca umanità. - è il piacere
capo dondoli come un vecchietto che sogni il ciondolo del  suo  berretto: quando, le deboli braccia incrociate e le
della famiglia nei plausi immerso, pescar l'orribile  suo  primo verso!... E giuro agli uomini, e giuro a Dio che i
so se la fiamma pallida Fu dei capelli il vivente Segno del  suo  pallore, Non so se fu un dolce vapore, Dolce sul mio
del ciel! Sol cambiava divisa lo sgherro che spiava il  suo  sacro cammin, e scorgeva barriere di ferro dal Cenisio
sì superbo, e buono, e lieto, e intascò sogghignando il  suo  segreto!
se non t'aiutano i miei dolori; se cacci l'anima dal  suo  canile, come dal rischio si caccia un vile; se,
Fossi fanciulla bianca e delicata, vorrei sporcarmi al  suo  nobile petto: l'arte soave sulla lena innata, e sulla forza
il lettuccio ai dì di primavera; e leverò, se vuoi, dal  suo  cantuccio la croce nera. Quella che, mi sovvien, spesso hai
dell'ebete orgoglioso che urtai, fra gonne e calici, nel  suo  cammin famoso; se nei caffé sbadiglia d'arte, per noia e