misura della serenità del cielo in un dato tempo, arriva al suo maximum 0,77 in luglio e nella prima decade di agosto. A partir da quest’epoca la serenità
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Definizione della variabilità assoluta. Suo valore pei singoli mesi dell’anno.
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Descrizione del fenomeno. Probabilità relativa dei varii stati del cielo e delle variazioni del medesimo. Calcolo della variabilità eventuale e suo
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stagione dell’anno il tempo con maggior difficoltà si scosta dal suo stato normale, di quella che provi a ritornarvi. Escursioni e cambiamenti di tempo
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intorno al suo stato normale, fu per ciascuno dei numeri contenuti nelle tavole III, IV, V, ricercato il segno della sua deviazione dal valore normale o
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, esamineremo ora le deviazioni che durante i 38 anni 1827-1864 il tempo subì rispetto al suo stato normale, oscillando intorno ad esso con legge ignota. A tal
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18. Altra questione. Toaldo nel suo Saggio MeteorologicoSaggio meteorologico della vera influenza degli astri sulle stagioni e mutazioni di tempo
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rozzi dati contenuti nelle prime colonne. Per i giorni sereni la proporzione nei giorni intorno alla luna nuova ha press’a poco il suo valore medio 0,367
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della luna, la quale produce le variazioni della serenità, dipenda principalmente dall’elongazione semplice e dal suo triplo. Da questi due archi
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’osservazione, furono introdotti gli intervalli di tempo trascorsi a partire dall’ultimo passaggio della luna al suo apogeo. Vale a dire, che fu considerato come
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anno all’altro, cioè la maggiore o minor facilità che lo stato del cielo di quel periodo ha per discostarsi dal suo valore normale o medio: e questo
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passando da un estremo all’altro. Si esamina qui non la condizione assoluta del tempo in riguardo al suo stato normale, ma bensì il suo modo di comportarsi
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il suo complemento all’unità si potrà chiamare stabilità relativa. La massima stabilità relativa avrà luogo quando nelle date sequenze non si abbia
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analoghi (colonna VIII) delle variazioni doppie. Essa varia da 10,5 (decade XIX) a 4,0 (decade XXXV): il suo valore medio è 6,6. La metà di questa
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In qualunque stagione dell’anno il tempo oppone maggior resistenza a scostarsi dal suo stato normale, che a ritornarvi. Conseguenza importante, che
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69. Numero annuo delle escursioni del tempo. Questo numero è dato, per i 38 anni delle osservazioni, nell’ultima colonna della tavola XVII: il suo
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dalle fasi della luna. Toaldo nel suo Saggio astrometeorologicoDella vera influenza degli astri sulle stagioni di tempo. 3.a ediz. Padova 1797. tentò di
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serenità del cielo. Può infatti il tempo avere una grandissima variabilità, relativa, e tuttavia il suo grado di serenità rimaner costante o quasi
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seguente nel medesimo senso. O in altri termini: il tempo è dotato di una certa inerzia, ossia tendenza a rimanere nel suo stato attuale. Tale inerzia
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di persistenza tal probabilità è ridotta a 0,60 del suo valore, perché nella prima decade di gennajo la variabilità osservata è solo 0,60 della
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il suo consecutivo, come finora fu fatto; ma quelle che si ottengono paragonando lo stato del cielo di ciascun giorno con quello che ha luogo due
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Onde paragonare lo stato di ciascun giorno con quello del suo posdomani fu, per ciascuno dei 456 mesi d’osservazione, messo a confronto il giorno 9
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relativa da un giorno al suo seguente, con U2 fu indicata quest'altra variabilità che corrisponde a due giorni d’intervallo. I numeri U2 sono dati nella
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alla variabilità eventuale; e che quindi la persistenza del tempo dopo due giorni è già di molto affievolita. Il suo effetto è tuttavia ancora
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città dal lato di Greco: il suo letto, le sue diramazioni laterali, le sabbie, le isole ed i boschi occupano ivi uno spazio di circa mille e dugento
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volte, il suo risultato medio si appoggia sopra osservazioni di circa 880 giorni. La prima decade d’ogni mese comprende i dieci primi giorni 1—10: la
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92. Nel giornale di osservazione che serve di base alle presenti ricerche raramente si trova indicata la direzione del vento; ma sempre il suo grado
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maximum di primavera. Quanto al minimum invernale, sembra che il suo andamento non sia così regolare come d’ordinario si suppone, e che esso debba
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numerati a partire da quello, in cui la luna è passata al suo apogeo. Considerando la colonna V, dov’è data per ciascun giorno della rivoluzione
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Si vede che la neve nel nostro clima può estendere il suo impero sopra cinque mesi e mezzo dell’anno. Infatti la caduta più precoce di neve fu nella
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misti varia poco da una stagione all’altra, non oscillando che lievemente intorno al suo valore medio. Si paragoni altresì la colonna IX della tavola
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I. POSIZIONE GEOGRAFICA. — La città di Milano è collocata quasi nel centro della pianura del Po. Il suo orizzonte domina tutte le Alpi occidentali e
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, ricomincia a crescere, ajutata anche in ottobre ed in novembre dalle pioggie autunnali. Nell'inverno finalmente l'umidità relativa raggiunge il suo maximum
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Qualche volta s'indica la posizione di Milano con quella del suo Osservatorio astronomico, che sta nel Palazzo di Brera. La latitudine di questo
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è noto che le pioggie prevalgono quando il barometro è al disotto del suo stato medio; tale regola è però soggetta a numerosissime eccezioni, e anche
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pel numero totale delle osservazioni eseguite sullo stato del cielo. Il suo valore può variare alquanto secondo il modo tenuto dall'osservatore nello
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, col suo prolungamento inferiore, pel centro della Terra, ma incontra l'asse di questa in un punto compreso fra il centro ed il polo antartico, ad una
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barometro col suo abbassarsi dà segno delle tempeste. Quanto maggiore è la differenza barometrica per una data distanza orizzontale, cioè quanto più
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direzione anormale del suo cammino. Quel ciclone infatti non veniva dal Ponente ma dal Sud, e in cinque giorni dall'Algeria passò in Danimarca, seguendo una
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La forza del vento è in media a Milano quella che corrisponde a 5 chilom. di velocità oraria: il suo massimo diurno è fra mezzodì e le 4 pomeridiane
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La seconda causa è una circolazione d'aria che frequentemente si stabilisce fra il Mediterraneo occidentale e le Alpi, circolazione che nel suo modo
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. Però intorno a mezzodì, per alcune ore subisce una sensibile diminuzione, la quale importa in inverno circa quattro diecimillesimi del suo valore, in
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