Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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piedi  sul  letto, concitatissimo.
aver stesa la tovaglia  sul  tavolino).
colla mantellina  sul  braccio, a Comare Camilla)
la mantellina e mettendosela  sul  capo)
mi lasci sola.... colla morte  sul  collo!...
la scranna furioso  sul  capo di lei.
la morte  sul  collo, tu ed io!
 sul  sedile di pietra accanto alla porta).
all'uscio della sua casetta colle mani  sul  ventre)
la mantellina e se la mette  sul  braccio)
Camilla rientra in casa. A un carabiniere ch'è affacciato  sul  terrazzino della caserma)
la bottiglia  sul  tavolino e va a parlare con gli altri sonatori).
il bravo, tirando su i calzoni, incrocicchiando le braccia  sul  petto, borbottando.
col fiasco colmo e colla mantellina ripiegata, che lascia  sul  panchetto della verdura)
lana; porta dei fiori che depone  sul  tavolino. È pallida, trascurata nel vestito; parla a voce
il vino per terra e posa il bicchiere  sul  deschetto. Rimangono a guardarsi un istante negli occhi).
portando una bottiglia di vino e un bicchiere che posa  sul  tavolino).
Non si sa mai! Sentite, Nino! Ho un velo nero  sul  cuore... Non ne parliamo più! Se Dio vorrà...
- S'ode uno scompiglio in cucina - Una ventata soffia  sul  lume e lo spegne.
di me. È delle figlie di Maria e ne porta la medaglia  sul  petto... Fossi io questa medaglia!
A un tratto, come colto da un'idea, metto una scranna  sul  letto, e fa per arrampicarvisi.
trovarvi incognita: l'albergatore m'aveva dato una finestra  sul  giardino, dove voi eravate a passeggiare. Come siete
uso specialmente degli Istituti di educazione. Appendice  sul  modo di scrivere lettere e sui giochi. • VALENTE F.
i venti, la pioggia, la tempesta; la morte vi coglie  sul  mare, su spiaggie inospiti, o viaggiatrici infaticabili.
la caserma dei carabinieri, a due piani, collo stemma  sul  portoncino. Più in là, sulla stessa linea lo stallatico
linea lo stallatico dello zio Brasi, con un'ampia tettoia  sul  davanti. Al primo piano, a sinistra, una terrazza con
ridevate forte e, non so perchè, quelle risa mi scendevano  sul  cuore come colpi di martello. Pensate a me almeno?
libro Maria Savi Lopez, e noi ci sentiamo trasportati quasi  sul  mare in quella magnifica nave accanto alla dolce figura
con la mente ammalata, il fantasma dello sposo, e che ritta  sul  ponte della bellissima nave bianca, scrutando le acque,
rauco, selvaggio, lacerante!... Che cosa hanno rovesciato  sul  mio petto? Una valanga? una montagna?... Aiuto!...
si compone delle impressioni raccolte giorno per giorno  sul  luogo di importanti e recenti avvenimenti. Il Rossi scrive
posto, accanto al braciere, di nuovo con lo scialle chiuso  sul  collo voluttuoso. E i suoi occhi erano tanto innocenti nel
con uno de' miei capelli, che ho baciate, che ho tenute  sul  mio cuore e che vi mando perchè le mettiate sul vostro;
ho tenute sul mio cuore e che vi mando perchè le mettiate  sul  vostro; così come vorrebbe esserci la vostra, tutta vostra
vibrazioni sonore che si fondono in una; questo strumento  sul  quale mani invisibili si esercitano, traendone suoni che
tenebre iperboree e il silenzio stagnava tutt'intorno.  Sul  dubbio orizzonte un'ombra incorporea si allontanava, ed era
amanti, escon fuori delineati bravamente da mano maestra,  sul  fondo verde della bella campagna lombarda, descritta con
benedetta coscienza, dove siam sempre in due; uno che sta  sul  grave, e l'altro che gira al faceto; uno che si loda, e
che lo canzona. Sorrise, dico; ma quello dei due che stava  sul  grave, non voleva essere canzonato. Perciò rispose a sè
romanzo. Questo prova che il Valcarenghi non si è fermato  sul  successo di quel primo lavoro, ma che ha voluto far qualche
un po' manesco; non soffre che una mosca gli sì posi  sul  naso; ma chiassone! Oh! Con lui. bisogna stare allegri per
sindachessa, e sopratutto lo zio vescovo nelle parole dette  sul  suo letto di morte, spiega il concetto morale del lavoro.
dei dispettucci. Una gli buttava giù i soldatini schierati  sul  tavolino; un'altra gli faceva abbaiare il canino di
s'era messo in testa il berretto da viaggio, s'era buttato  sul  braccio il plaid, aveva preso la valigia sempre pronta per
un cenno impercettibile della signora, finse di ubbidirlo.  Sul  pianerottolo Lulù si voltò addietro. Gli pareva impossibile
nella sua cameretta semplice e stretta come una cella,  sul  suo lettuccio duro, con la sua camicia lunga e accollata e
si allevasse da noi.,, La zia lesse, poi volse la testa  sul  guanciale, con un atto stanco indifferente. Bastò questo
della zia ricominciò ad irritarmi, poi mi impensierì  sul  serio, perchè oramai si stendeva a tutte le cose. Nei primi
non capivo che questo. Stetti a lungo con gli occhi fissi  sul  foglietto, come sprofondato in un sogno. Quando li sollevai
come un pallone, coi lunghi orecchini che le pendevano fin  sul  petto, le mani incrociate sul grembo come chi è deciso a
che le pendevano fin sul petto, le mani incrociate  sul  grembo come chi è deciso a non far niente, nè durante
ginocchioni davanti a voi, con le mani in croce, la fronte  sul  tappeto. Lasciatemi baciare le vostre scarpette piccine!
Giannotta con tanto ardimento e così buon gusto ha lanciata  sul  mercato librario; ed anche stavolta la scelta dell'editore
Costantinopoli, sulla sventurata nostra isola di Sardegna e  sul  momento critico della Spagna nella guerra ultima con
e sentí la prima tortura di ricercar le doppie lettere  sul  frusto vocabolario che era appartenuto a suo padre, e
ella le fece in un modo nuovo, mai veduto, cioè non  sul  margine del foglio, sibbene sul corpo stesso delle parole
nuovo, mai veduto, cioè non sul margine del foglio, sibbene  sul  corpo stesso delle parole errate; talché ne germogliò una
di piume di struzzo nere, ch'ella aveva con arte aperto  sul  suo scarno petto; emergeva come da un'ala, che poteva anche
mio essueme mille forme, io sento due mortellini battermi  sul  cuore mortificandolo di colpi; io ho una vite d'acciaio che
le preghiere per scongiurare gli spiriti maligni, mettermi  sul  capo la stola e aspergermi di acqua santa; deve battersi il
mentre un domino silenzioso e prudente misurava i passi  sul  marciapiede. I due o tre caffè della piazza furono presi
mancavano parecchi bottoni ed ella se la teneva incrociata  sul  petto coi pugni chiusi, curva nelle spalle, battendo i
sorrisi di una follia, la quale per il momento si occupava  sul  serio a divorare un pezzo di selvaggina. Nella sua gola
in camera mentre l'uomo accendeva i fiammiferi, ella cadde  sul  primo mobile che si trovò accanto. — Scommetto che hai
della casacca; così apparve un misero petto incavato,  sul  quale recenti traccie di vescicanti formavano piaga. —
tempo! adesso era vecchia e malata, una carcassa da buttare  sul  letamaio. Qualche cosa di umido le spuntò sulle palpebre —
ad un cugino di Raimondo, appena Pietro andò a raggiungere  sul  divano il suo amico, ch'era seduto vicino alla signora. - È
- Forestiera. Credo sia piemontese. - La conosco. -  Sul  serio? - So il suo nome, almeno potrò insegnarglielo e non
in silenzio quei veroni oscuri, poscia chinò la testa  sul  petto con un sospiro, mormorando: - Stassera al teatro si
di numero... Non so più a qual numero sii... buona lana! -  Sul  serio; sono innamorato come uno stolido. - E di chi? - Di
Perdio! perchè ti fai triste?... ne saresti innamorato  sul  serio?... - Sei tanto ingenuo da crederlo? - Fatti
che le fanno la corte... Del resto sento che non son fatto  sul  loro stampo... poichè non saprei amarla in comune, com'essi
scena. L'ultima carrozza avea deposto l'ultima signora  sul  marciapiede, e Brusio non si muoveva ancora. Raimondo
che sembrava appena accennato nel suo stivalettino di raso,  sul  predellino, e saltò sul marciapiede. Con un perfezione di
nel suo stivalettino di raso, sul predellino, e saltò  sul  marciapiede. Con un perfezione di grazia assai distinta,
l'occhialetto, appoggiandolo, col braccio disteso,  sul  velluto del parapetto, mentre lo fissava ancora ad occhio
alcuni secondi in quella positura; indi lasciò quasi cadere  sul  parapetto il binocolo, e fece un leggiero movimento di
di terminare la recita Brusio lasciò il suo posto e si recò  sul  corridoio. ll suo occhio era acceso e brillante; le sue
fosse abbassato, udì aprire la porta di un palchetto  sul  corridoio, e dei passi che si avvicinavano, mischiandosi al
dato la mano agli altri, e partire. Egli rimase immobile  sul  limitare. - Non vai a casa? - gli disse alle spalle la voce
ove abitava la contessa di Prato. Giungendo sotto i veroni,  sul  marciapiede di faccia, gli sembrò di vedere qualche cosa di
faccia, gli sembrò di vedere qualche cosa di nero immobile  sul  lastrico. Si avvicinò esitante e lo chiamò per nome a voce
cogli occhi, di una sorprendente lucidità, fissi  sul  lume che brillava dietro le tende di seta del verone.
sorpassare. Quindi, non si lanciano coriandoli o altro  sul  viso, tanto meno con violenza; non s'insiste troppo con una
i casi, ad ammirare o a criticare gli altri. La maschera  sul  viso non si deve che tener per poco; al piú al piú, per il
sentì mancare; ebbe quasi paura. La prima persona che vide  sul  marciapiede della stazione, in mezzo alla folla, fu
l' aspettava, solo. Ella si strinse con forza il manicotto  sul  cuore, quasi le mancasse il respiro. Roberto le baciò la
quasi le mancasse il respiro. Roberto le baciò la mano,  sul  guanto, e passarono insieme pel cancello. Intanto
nel suo cantuccio, chiusa nella pelliccia, col velo  sul  viso. — Bice sarà tanto contenta! — mormorava lui — tanto
corse nella camera della figlia, convulsa. Bice era supina  sul  letto, bianca, estenuata, con gli occhi socchiusi e ancora
e gli occhi arsi di febbre, in fondo alle occhiaie livide,  sul  volto solcato. La bambina fu battezzata Carlotta Danei. *
si sa che cosa pretenda da lei.... E il Kant resta aperto  sul  tavolino, e la pipa si spegne, perchè mi sono accorto che
in camera del professore madre e figlia Garacci, istallate  sul  divano, in confidenziale conversazione: o la madre sola,
il professore, o la figlia sola che rassettava le carte  sul  tavolino e ripuliva il tappeto verdognolo tutto schizzato
che dirigeva una rivistina letteraria nella città di * * *,  sul  mare, la invitò ad andare ospite in casa sua: ed ella vi
dallo stagno, come sgorgassero dall'acqua, e disegnarono  sul  cielo una specie di arcobaleno: forse un miraggio: a lei
gialli, balzò verso la fanciulla, la prese quasi a volo  sul  predellino del vagone, la strinse al suo petto scarno, le
di porcellana erano stillanti di lagrime che le colavano  sul  naso aquilino e si confondevano con la saliva che le
beffa per la sua chiassosa ospite. Avrebbe voluto risalire  sul  treno e tornarsene a casa: ma era destino che quel giorno