Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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piombo ma aria  sul  fiume.
di partire. Lui la respinge, lei gli si accuccia a fianco  sul  divano.
e nella testa come la tromba marina che oggi si è abbattuta  sul  litorale.
gli spiazzi erbosi, dal terrazzo non si vedono più i ponti  sul  Tevere e le cupole.
Il poeta riflette  sul  fatto che, nella notte seguente l'attentato, centinaia di
sua stanza, il passero di porcellana, la scatola d'argento  sul  piano di marmo del comò. Il figlio la sente dire ansimando:
mi rivolgo a te che per amore vero verrai qui,  sul  filo delle mie parole scritte. Lo faccio per riconoscenza e
un gaio color  sul  tuo pennello, e dipingimi un cielo al primo albore; poi fra
canti d'amore. Metti, se non puoi l'oro, almen l'orpello  sul  tuo pennello - amico dipintore, perché quel cielo rilucente
color grigio chiaro, il becco a uncino non lasciava dubbi  sul  rapace. Fu gettato tra le erbacce di un campo e amen, tutti
casa pochissima roba, un velo di sudore sulle labbra e  sul  corpo, tu che mangi di malavoglia: ma non ricordo cosa. Io
guardando la luna tonda  sul  tiglio. Con un vestito di seta azzurra siede davanti allo
sepolto! Quel tuo vergine volto dimmi a chi ride adesso?  Sul  tuo recente tumulo poc'anzi ancor sostai; inutilmente i
pura animuccia, silfide color di paradiso, a baciarla  sul  viso, a baciarla sul core!... Oh gli orrendi spettacoli del
silfide color di paradiso, a baciarla sul viso, a baciarla  sul  core!... Oh gli orrendi spettacoli del nostro cimitero! Un
scheletro che ieri han seppellito già rotolò stecchito  sul  tuo piccolo capo. Deh, quel giorno che, fracida la tua
di incontrate il paesaggio che arriva la vista si perda  sul  paesaggio che scompare, il nuovo arrivando di sorpresa,
leggìo di plastica poco più avanti, la lampada sui fogli e  sul  quadrato nero della scrivania, la sedia gialla vuota senza
l'uomo lo guarda posando una mano fugace ma ferma  sul  ferro. Poi se ne va puntando avanti e nella testa l'impulso
remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio!  Sul  cranio mio, tomba ove giace estinto un giovinetto, tu fai
mi stendo  sul  tappeto del salotto e guardo in alto, a volte c'è una mosca
s'interni, al di là di quel che gli si manifesta. Chino  sul  proprio corpo ne ha percepito gli umori e i mancamenti. Se
coll'ira ; nel fango, nell'aria, sui letti del mondo,  sul  capo profondo del Bello e del Ver!... Avviva i fantasimi
tormenta - addormenta l'illuso pensier!. . . Fratello,  sul  tumulo sei dunque arrivato; adesso raccontami l'immenso
plaudenti, non passate dinnanzi all'ospitale! Lasciate che  sul  misero guanciale rassegnati riposino i morenti, assopiti
di maestrine in sudore, zitelle mature coll'ombra distesa  sul  passo domenicale, Louis XIV (l'Italie c'est moi), sull'Arno
tolto alle aiuole vergini e tranquille, oh non languir  sul  petto al viaggiatore!. . . Io leggo il cielo attraverso
e caffè e m'accade di sfogliare il piccolo calendario ch'è  sul  banco: banchine in faccia al mare, bitte, funi, la schiuma
carrette, ceste, reti nei sacchi, fiasche e, appena scorta,  sul  bordo della foto in bianco e nero, a sinistra, la prua che
con una lunga verga metallica e quello precipitò  sul  pavimento.
come bella, fra i pallidi scogli della montagna, quando  sul  ghiaccio il tuo raggio si bagna! Ma chi dirà, divina, di
il tuo disco s'innalza e irradia il mondo! Ed io ti amai  sul  piano, ti amai, luna, sui monti, e nel cupo fragor
rancori, puerili pianti, capitomboli miei  sul  pavimento, rabbuffi delle serve intolleranti, e fiabe delle
e dalla luce. Se srotolo un tappeto o stendo un lenzuolo  sul  balcone è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata,
nella roccia fino ai ribollimenti arenosi di colline laggiù  sul  piano di Toscana: Castagno, casette di macigno disperse a
Volava senza fine sull'ali distese, leggera come una barca  sul  mare. Addio colomba, addio! Le altissime colonne di roccia
ancora tremare una viola... Illanguidiva la sera celeste  sul  mare: Pure i dorati silenzii ad ora ad ora dell'ale
nostri naufraghi cuori Battendo la tenebra l'ale celeste  sul  mare. Ma un giorno Salirono sopra la nave le gravi matrone
molli di caldi soffi incontro passavano lente: Sì presso di  sul  cassero a noi ne appariva bronzina Una fanciulla della
il lume Della sera e là le alte case parevan deserte Laggiù  sul  mar del pirata De la città abbandonata Tra il mare giallo e
No, guardate lassù che amena vetta! Domani io sarò là  sul  primo albore, a cogliere per voi timo e violetta. E se non
darle la mia sete di baci non noti al mondo; come un aratro  sul  suo sen giocondo vorrei passare, e nell'ansia vederla
qual giovin mai l'avrìa menata sposa? Vedea le forosette in  sul  sagrato occhieggiare or con questo ed or con quello ...
è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli  sul  prato, né carro appar nel piano interminato; solo un tempio
che dan gli anni alle rovine, come raggio di un martire  sul  crine, siede grande e severa alla sua porta, e par che
e polvere. Chissà dov'è rimasta la tua gonna, se a Fiesole  sul  muro della casa o in un albergo d'Arno; chissà dove ho
un Virgilio  sul  mio bruno scrittoio legato in vecchio cuoio, che comperai
parente aveva già prenotato per sé e per i suoi addirittura  sul  disegno, sulla carta, riuscendo così ad accaparrarsi i
gridando : - Guai! - Quando rugge la pugna, e si agonizza  sul  campo di battaglia: quando pei valli dell'orrenda lizza la
DANDOLO Mi parve una farfalla, ed era un bruco. Movea  sul  tavolo coll'incesso di un bimbo o di un bisavolo;
bisavolo; zoppicava, aleggiava, certo in cerca di un buco,  sul  foglio sparso di versi neonati. Rideano i giorni in cui
e restìo, e s'accomanda a Dio... Ha fatto il salto, è  sul  terren sabbioso: ogni gleba è montagna, ogni zolla è
i contorni sempre in movimento della nuvola pareva quasi  sul  punto di sciogliersi nel cielo più segreto, e meno male che
or già comincia ad esser bianco il crine, e più spessa  sul  core cade la neve... - Svaniron le larve, il sogno sparve.
a questo ingegno infermo, angelo tutelar dì e notte chino  sul  mio destino! Tu ancor mi adduci, solitario e mesto, alla
i galli col canto rauco; e le lanterne erano sgorbii gialli  sul  cielo glauco. Qualche tempio qua e là si dipingeva di negre
chiarore tranquillo, quasi una luce. Poserà un'ombra scarna  sul  volto supino. I ricordi saranno dei grumi d'ombra
sereno!... Vidi arrivar la bianca camiciuola, e si adagiò  sul  profumato petto come una stola. Io sospirava: - Tu porrai
cingendole il fianco; e le corna mi fean con pieghe strane  sul  lato manco, da quella parte ov'è annicchiato il core!...
mandava una luce sepolcrale, fatta di sete e di malinconia,  sul  capezzale. Ella era uscita. Pari a lungo e blando solco
svanirà tra un istante, senza tristezza nè parole umane,  sul  campo del mare.
in onde gravide. Passa radendo sui pioppi tremoli -  sul  nero piano incombe il peso della ciclopica lotta
per lacerarti, o secolo, quel manto d'arlecchino; e  sul  tuo muto Golgota cacciarti col tuo Dio, e imprecarti
vecchie note, o vergine, le troveranno ammodo, e ci diran  sul  sodo: - Bene, bene davver! - A1di là dei comignoli se
gora la farfalla uscirà! Musa, quel dì la lapide peserà  sul  poeta: ma tu, prona al mio tumulo, di serti e incensi
dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta urli  sul  viso e spenga col tuo raggio ogni mio sogno!
* No, ma guardava il pendolo; e dicea le orazioni. Vuoi che  sul  focolare ti ravvivi i tizzoni ?... Il tuo libro ti
* * E' per lui che ritorno talvolta a mezzanotte, spesso  sul  far del giorno!... Tu che a piè della madre dormi nel
manda il chiavistello. La precede nel buio. L'accetta pende  sul  muro scrostato. La piccola fugge via e di lì a poco l'uomo
Segno del suo pallore, Non so se fu un dolce vapore, Dolce  sul  mio dolore, Sorriso di un volto notturno: Guardo le bianche
vegliardi dallo scettro d'oro! Quando la mia scarpetta in  sul  verone tutta avvizzita facea la rugiada, e tu madre,