, una nostra parente aveva già prenotato per sé e per i suoi addirittura sul disegno, sulla carta, riuscendo così ad accaparrarsi i posti migliori
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Il rione è mutato, sono spariti gli spiazzi erbosi, dal terrazzo non si vedono più i ponti sul Tevere e le cupole.
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L'aria della metropolitana mi ruota nel petto e nella testa come la tromba marina che oggi si è abbattuta sul litorale.
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Sa poco il testimone. Il suo sguardo non va, per quanto s'interni, al di là di quel che gli si manifesta. Chino sul proprio corpo ne ha percepito gli
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In casa pochissima roba, un velo di sudore sulle labbra e sul corpo, tu che mangi di malavoglia: ma non ricordo cosa. Io devo partire il giorno dopo
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Nota Il poeta riflette sul fatto che, nella notte seguente l'attentato, centinaia di milioni di telespettatori avranno presumibilmete sognato, in
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Non piombo ma aria sul fiume.
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questa trasformata dal vento e dalla luce. Se srotolo un tappeto o stendo un lenzuolo sul balcone è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata
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di fronte ascolto il profumo d'anice e caffè e m'accade di sfogliare il piccolo calendario ch'è sul banco: banchine in faccia al mare, bitte, funi, la
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tua gonna, se a Fiesole sul muro della casa o in un albergo d'Arno; chissà dove ho lasciato me ad attendermi, contemplando un cancello o a un tavolino
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Da vicino si scoprì trattarsi di un falchetto color grigio chiaro, il becco a uncino non lasciava dubbi sul rapace. Fu gettato tra le erbacce di un
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precipitò sul pavimento.
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Muore a ottant'anni. Guarda i mobili della sua stanza, il passero di porcellana, la scatola d'argento sul piano di marmo del comò. Il figlio la sente
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Sospira guardando la luna tonda sul tiglio. Con un vestito di seta azzurra siede davanti allo specchio dell'armadio. Ricorda la strada lungo il fiume
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Adesso mi rivolgo a te che per amore vero verrai qui, sul filo delle mie parole scritte. Lo faccio per riconoscenza e per un poco certo amore mio
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Sedersi al finestrino con le spalle alla testa del treno, così che invece di incontrate il paesaggio che arriva la vista si perda sul paesaggio che
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L'inclinazione dello schermo del computer che è la stessa del leggìo di plastica poco più avanti, la lampada sui fogli e sul quadrato nero della
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Se non funziona il cancello automatico l'uomo lo guarda posando una mano fugace ma ferma sul ferro. Poi se ne va puntando avanti e nella testa
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Quando mi stendo sul tappeto del salotto e guardo in alto, a volte c'è una mosca a volte un moscerino che volando descrive traiettorie stranamente
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sempre in movimento della nuvola pareva quasi sul punto di sciogliersi nel cielo più segreto, e meno male che adesso grazie al vento è ritornata netta e
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Lui s'inventa l'amante, lei minaccia di partire. Lui la respinge, lei gli si accuccia a fianco sul divano.
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. L'accetta pende sul muro scrostato. La piccola fugge via e di lì a poco l'uomo viene a restituire la pollastra bianca e ha la faccia livida. Passano
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il vivente Segno del suo pallore, Non so se fu un dolce vapore, Dolce sul mio dolore, Sorriso di un volto notturno: Guardo le bianche rocce le mute
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, serponi e il domatore, ascelle di maestrine in sudore, zitelle mature coll'ombra distesa sul passo domenicale, Louis XIV (l'Italie c'est moi), sull'Arno
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una cavalleria di screpolature screpolature e screpolature nella roccia fino ai ribollimenti arenosi di colline laggiù sul piano di Toscana: Castagno
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grigie nubi e le respinge in onde gravide. Passa radendo sui pioppi tremoli - sul nero piano incombe il peso della ciclopica lotta dell'etere. Ma a lei più
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vuota. Basterà la finestra a vestire ogni cosa di un chiarore tranquillo, quasi una luce. Poserà un'ombra scarna sul volto supino. I ricordi saranno
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parola che lo contenga o accomuni alle cose passate. Ieri, dalla breve finestra è svanito come svanirà tra un istante, senza tristezza nè parole umane, sul
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volto dimmi a chi ride adesso? Sul tuo recente tumulo poc'anzi ancor sostai; inutilmente i pallidi giacinti interrogai... Seppellivano un vecchio, o
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Quando ti parlo,come uno sparviero sono leggero ; come l'augel che bee l'aure remote in cui le note vibran forse degli angioli d'Iddio! Sul cranio
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- Galoppa, farnetica, bestemmia, sospira, col sogno, coll'orgia, col dubbio, coll'ira ; nel fango, nell'aria, sui letti del mondo, sul capo profondo
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alle aiuole vergini e tranquille, oh non languir sul petto al viaggiatore!. . . Io leggo il cielo attraverso l'amore.
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. Vorrei darle la mia sete di baci non noti al mondo; come un aratro sul suo sen giocondo vorrei passare, e nell'ansia vederla agonizzare. E poi narrarle
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Ho un Virgilio sul mio bruno scrittoio legato in vecchio cuoio, che comperai per memoria di viaggio da un prete di villaggio; costui l'avea trovato
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agonizza sul campo di battaglia: quando pei valli dell'orrenda lizza la morte raglia, chi nei sentieri ove palla non giunge sta in guardia dei giumenti
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dibatte, appesa a un sogno isterico. Dalle cantine stridevano i galli col canto rauco; e le lanterne erano sgorbii gialli sul cielo glauco. Qualche
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sul profumato petto come una stola. Io sospirava: - Tu porrai sovr'essa molte maschere ancor, ma è tempo perso: la malizia dell'uomo è profetessa, passa
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carnefice, vorrei farmi becchino per lacerarti, o secolo, quel manto d'arlecchino; e sul tuo muto Golgota cacciarti col tuo Dio, e imprecarti l'oblìo
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Epifanìa, o son morti di freddo, o son malati, nei paesi del sole, i bei vegliardi dallo scettro d'oro! Quando la mia scarpetta in sul verone tutta
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Metti un gaio color sul tuo pennello, e dipingimi un cielo al primo albore; poi fra le piante e i fior di un praticello, un somarello - che canti
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che sul misero guanciale rassegnati riposino i morenti, assopiti aspettando il funerale corona alle sciagure, e ai patimenti. Lasciateli coll'angelo
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scogli della montagna, quando sul ghiaccio il tuo raggio si bagna! Ma chi dirà, divina, di che fulgor ti vesti, se tu sorgi infocata alla marina? Il
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Primi rancori, puerili pianti, capitomboli miei sul pavimento, rabbuffi delle serve intolleranti, e fiabe delle mie notti sgomento; giocatoli
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- A messa mi volete alle sett'ore? No, guardate lassù che amena vetta! Domani io sarò là sul primo albore, a cogliere per voi timo e violetta. E se
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sul sagrato occhieggiare or con questo ed or con quello ... povero cuor deserto e sconsolato! oggi un vecchio l'ha chiusa nell'avello! Brianza
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Ecco una landa solitaria e bella come la speme di un morente. Il cielo è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli sul prato, né carro
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eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno, una ultrice tempesta urli sul viso e spenga col tuo raggio ogni mio sogno!
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(Versi scritti in giardino) ALLA SIGNORA CONTESSA ERMELLINA DANDOLO Mi parve una farfalla, ed era un bruco. Movea sul tavolo coll'incesso di un bimbo
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E or già comincia ad esser bianco il crine, e più spessa sul core cade la neve... - Svaniron le larve, il sogno sparve. Quante stoltezze in questa
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guardava il pendolo; e dicea le orazioni. Vuoi che sul focolare ti ravvivi i tizzoni ?... Il tuo libro ti aspetta... * * E tu, fratello mio, non hai tu
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