sarebbe ritrovato a Roma, in famiglia, dopo più d'un mese di lontananza. Che felicità nel suo cuore! Che feste nella sua casa! Quando gli affari da cui
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contadina; e questa, ridacchiando, li depose alla sua volta, nel proprio barroccino: quasi vuoto, perchè gli erbaggi e le frutta erano già stati venduti
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Lucietta, giungendo le mani. - È un omo - asserì sua madre. Nannina rideva, sollevando, guardinga, la visiera del famoso paladino cristiano. - È un
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la ricchezza del dono, voleva sfogar un po' la sua vanità dicendo alle amiche il gran valore della sua bambola. - Costa la promessa che tu sia buona
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valoroso. Orlando si sentiva un altro. Era grato alla buona bimba delle sue attenzioni, e non gli sarebbe parso vero di dichiararle la sua tenerezza in
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povero paladino da teatrucolo. Là, anzi, disprezzava tutti. Non esisteva un principe degno della sua manina inguantata di bianco. Poi avea pensato a
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, pregandola d'aprirle subito la finestra per poter vedere lì accanto la sua bambola; e prima di vestirsi per sè volle vestir la Giulia con l'elegante
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ancòra vestita da ballo, avrebbe voluto fare la parte sua per aiutar la Marietta. Ma in quale modo? Il suo corpo non aveva potere di muoversi quando
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farfalla portata dal vento sur un bioccolo di neve. Il signor de' Rivani, che non tralasciava occasione di far divertire la sua figliuola, le aveva
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, appena conosciuto, avrebbe corrisposto anche a quello della sua figliuoletta. Era poco più grande d'un cane di Terra Nuova, col pelo nero, interamente
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posizione a cui l'avevano condannata, scuotere la sua immobilità, aprire gli occhi e andare, come un'amica dimenticata a torto, incontro alla Marietta
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modo alla sua persona. I merletti dei piccoli capi di biancheria infantile diceva che li avrebbe staccati, tanto per la Camilla erano un lusso
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Giunta che fu a casa, Camilla s'affrettò a chiudersi nella sua cameretta con la Giulia. Era una stanza delle più modeste, mobiliata d'un lettino a
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' Rivani entrò nel magazzino e chiese che gli si facesse vedere la bambola celeste. Quella sì che sarebbe stata una bella cosa agli occhi della sua
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fiore sotto il grembiule, perchè nessuno glie lo vedesse. - Ecco, Giulia - diss'ella, con un sorriso felice, prendendo in braccio la sua bambola. - Questo
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delle mie creature malata come la sua, non so che cosa farei! La Cerchi si morse le labbra, ma si contenne. - Io faccio quello che posso per Camilla
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la sua bambola, alla quale voleva sempre più bene, a mano a mano che s'avvicinava il momento di dirle addio. Quanto alla Giulia, ella non capiva nulla
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la sua voce nasale. E cominciò a specificare: - Cinque lire il cassettone, tre il tavolino, mezzo franco l'una le seggiole; sono quattro, e formano due
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fiato aveva in gola. Alla sua chiamata si aperse quasi subito una finestra al mezzanino della casa stessa, e vi s'affacciò, spenzolandosi fuori, una
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! - Dammela! - A me, a me! - strillava un gruppo di bambine, pigiandosi contro la Rachele, che difendeva la sua bambola con manate e insolenze
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gente ci voleva bene, e ci dimostrava la sua affezione a quel modo. Ma quando la piccola orchestra intonava un motivo di marcia, e uno de' guerrieri
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più a farci parlare con quella sua bella voce di basso profondo: quest'altro, il nuovo padrone, aveva una vocetta di ragno che faceva compassione
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pensieri che a quelli della sua amica, mormorò: - Eh sì! qualcuno che ci voglia bene è necessario come il pane. Io non son troppo dolce di cuore, ma
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