Alzate prima del sole, dopo essersi bene sciacquato il viso | su | l'aia, accosto al pozzo d'onde tiravan su l'acqua fresca e |
Il romanzo della bambola -
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il viso su l'aia, accosto al pozzo d'onde tiravan | su | l'acqua fresca e limpida, esse accudivano a tutte le |
Il romanzo della bambola -
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tolto tutta la polvere appiccicata come un lurido strato | su | l'armatura del famoso paladino e anche qualche piccolo |
Il romanzo della bambola -
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che lo copriva. Dall'altra parte sedeva la Giulia, proprio | su | la pietra del camino, basso, come tutti i camini delle case |
Il romanzo della bambola -
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lietificata tutta al contatto dell'acqua fresca passatale | su | quel povero viso solcato di fregacci quando la Lucietta, |
Il romanzo della bambola -
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glie lo aveva passato come una carezza refrigerante | su | le guance, su la fronte, sul collo? Che sensazione di |
Il romanzo della bambola -
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aveva passato come una carezza refrigerante su le guance, | su | la fronte, sul collo? Che sensazione di piacere dà la |
Il romanzo della bambola -
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palustre o lividi d'un color di feccia di vino, s'agitavan | su | certi corpi scheletriti, coperti a pena d'uno strato di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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strato di pelle che ha perso ogni morbidezza, o posavano | su | masse di carne disfatta, cascante massime al petto e ai |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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uscita di moda: certe spalle rivelanti le lunghe ore scorse | su | la macchina da cucire o su la tavola da stiro. La donna |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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rivelanti le lunghe ore scorse su la macchina da cucire o | su | la tavola da stiro. La donna aveva in mano una scatoletta |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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giornale; passavan operai con la giacca buttata a traverso | su | la camicia a quadrelli, un tempo turchiniccia; e giovani |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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alla quale ella aveva fatta qualche piega sotto gli occhi e | su | la bocca, non si sa mai, perchè nessuno la ravvisasse in |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che s'ingolfavano dall'androne nella stanza d'ingresso e | su | per le scale, andavano a sedersi in fila su le lunghe |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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d'ingresso e su per le scale, andavano a sedersi in fila | su | le lunghe panche di legno scuro destinate a chi aspetta il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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cupo di quelli del bimbo e i folti capelli castagni, divisi | su | l'alto del capo e recati dietro le orecchie in due bande, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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inarcando la boccuccia biancastra, ella se lo cullava | su | le ginocchia, non ostante i tre anni di lui, come se avesse |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nè pure appariva sotto le pieghe della cotonetta nera. | Su | 'l sedile, accosto a sè, teneva un fagottino che ogni poco |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dalla troppo lunga aspettativa, che girava e rigirava | su | 'l sedile la larga circonferenza della sua persona accanto |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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riprincipiò a sbuffare. Qualche uomo, che passeggiava | su | e giù, con le mani nelle tasche o giunte dietro le reni, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ride....» - Rise anche lui, da spiritoso, e acciancicando | su | 'l banco le povere camicie, le restituì alla donna. - Non |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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— domandò ella con un lieve tremor nella voce, sollevando | su | l'impiegato gli occhi turchini pieni di stupor doloroso. — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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codesto stato non ne prendiamo — sentenziò lui. Ella teneva | su | 'l braccio il pegno rifiutato fissandovi sopra lo sguardo, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dal giorno avanti!... Un pallore cinereo le si stese | su | 'l viso; sentì come se il terreno le traballasse sotto i |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ormai senza tregua, appoggiata la testolina biondiccia | su | l'omero della madre: e tra quei piccoli singhiozzi gli |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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colossali per avvedersi di certe chiazze d' intonaco nuovo | su | 'l tufo della facciata; di qualche terrazzino dall'aerea |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a parecchie famiglie della borghesia, che andavano là | su | a villeggiare; e in questo modo avea perduto quasi a fatto |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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qualche queta ora del giorno, mentre il sole batte in pieno | su | 'l quadrato silenzioso della meridiana, forse consentivano |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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e di cavalieri effigiati a bassorilievo, lunghi distesi | su | 'l suolo; proiettando diffusi chiarori su qualche quadro |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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lunghi distesi su 'l suolo; proiettando diffusi chiarori | su | qualche quadro dello Spagnoletto, e su qualche santo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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diffusi chiarori su qualche quadro dello Spagnoletto, e | su | qualche santo d'antica terracotta tutto smagliante di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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pittorescamente co' rosolacci che onduleggiavano qua e là | su | tutto come frotte di farfalle porporine. Fra codesto |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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i cui cocci eran tenuti insieme da un fil di ferro, venivan | su | belle quanto mai le ciocche del basilico, seminato il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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tesa piatta, tutto lercio e slabbrato, se lo posava | su | la berretta nera che in casa le copriva la testa pelata. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dell'usciolino sciancato, che dal camposanto metteva | su | l'erta a fianco della badia, strideva; la Rosona veniva |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a farvi legna. Il bosco era piuttosto lontano. | Su | i sassi di quel sentiero che, girando a mezzo il colle |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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trovavano per terra, scansandosi del pari, tutte assieme, | su | o giù per un argine, se s'imbatteva in esse un carro tirato |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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belle sposotte fresche e rubiconde che venivano a strillar | su | l'uscio per richiamare a casa i bimbi, còlte da paurosa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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del cristallo di ròcca), il bosco, a dolce declivio | su | 'l Mugnone, si stendeva ampio e tranquillo, tappezzato di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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la Rosona passava una fune, ella trascinava il fastello fin | su | qualche masso sporgente: e piegata la schiena, con un altro |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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la schiena, con un altro sforzo finiva d'assicurarsi | su | le spallucce il carico delle legna. Al solito, dietro di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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le sue bestie s'erano già disposte al riposo: la Rosona | su | quel canile di materassa, e le galline appollaiate un po' |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di materassa, e le galline appollaiate un po' da per tutto, | su | le spalliere delle seggiole, su 'l fornello spento, su |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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un po' da per tutto, su le spalliere delle seggiole, | su | 'l fornello spento, su l'asse delle stoviglie e fino su |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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su le spalliere delle seggiole, su 'l fornello spento, | su | l'asse delle stoviglie e fino su l'orlo delle pentole. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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su 'l fornello spento, su l'asse delle stoviglie e fino | su | l'orlo delle pentole. Sembrerebbe che, per la continua |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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qualche goccia di sangue. Ma la Rosona, presa la gallina | su | la palma della mano, la soppesava calcolandone a un bel |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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volta | su | le mie labbra tornò l'epico ritornello. Ma non è più tempo |
D'Ambra, Lucio -
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immane scheletro dall'esterna ossatura di legname, | su | fino a un'altezza che pareva smisurata. La luna, nelle |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di muraglia in costruzione, li posava regolarmente uno | su | l'altro o uno accanto all'altro, fermandoli a mano a mano |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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sgretolato; a forza di veder levarsi e tramontare il sole | su | fabbricati nuovi gli si eran fatti bigi i capelli, bigia la |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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l'operaio sorrideva, sereno e soddisfatto, quando la sera, | su | 'l vespero, osservava il lavoro a grado a grado fornito. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a grado a grado fornito. Par nulla, eh? E pure, mattone | su | mattone, mestolata su mestolata, pietra su pietra, si |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Par nulla, eh? E pure, mattone su mattone, mestolata | su | mestolata, pietra su pietra, si arriva a fare tutto quel |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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E pure, mattone su mattone, mestolata su mestolata, pietra | su | pietra, si arriva a fare tutto quel che si fa. Quelle, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di due, di tre, di venti, poi di cento; e i palazzi venivan | su | come i funghi; così era sorta un'altra grande città |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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una finestra all'altra avevan sciorinati i panni del bucato | su | le funi tese; s'erano aperte botteghe di vino, di pane, di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Ormai era un pezzo che, fuggendo il villaggio nativo | su | la riva dell'Arno, perchè lassù i ricordi lo facevan troppo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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assaggiare il vino toscano?) e sedutasi accanto al padre | su | l'assito o sur un pezzo di muro, rideva e mangiava. — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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per conto proprio a buttar giù in fretta un boccone lì | su | 'l luogo, se c'era chi glie lo portasse; o pure scendevano, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dove si trovava, tirandosi la falda del cappello a cencio | su | gli occhi, e faceva quella siesta de' muratori, cui non |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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lento, in silenzio, a grossi pezzi, girando di sotto in | su | gli occhi lustri e selvatici. Aveva, come indicava in |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Nanni, posando, con una scrollata di testa, il bicchiere | su | la tavola d'un'osteria fuori porta, dove, la domenica, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che il suo quello della figliuola. Peppe, piantato ritto | su | le gambe larghe, con le mani infilate nella cinghia dei |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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visto; e piu d'un sorriso bonario e canzonatorio era venuto | su | la bocca rossa della ragazza. — Lasciatelo fare — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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gli arnesi; si faceva tardi. Allora, di vicino a un ponte | su | cui la Rachele stava per passare tornandosene via col |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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So che passione ci ho qui dentro... — e si dava pugni | su | 'l petto. - Basta! — ordinò la donna, stanca, seccata. - |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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la scala esterna, Peppe, a pena ella si fu incamminata | su | l'assito, le corse dietro, e con una spinta poderosa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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spinta poderosa rimosse dal suo punto d'appoggio la tavola | su | cui passava la fanciulla. L'infelice mise uno strillo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ch'è il Castel dell'Ovo, proiettavano una larga ombra nera | su | l'acque, meno cupe e tragiche a mano a mano che uno vogava |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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e di serenità allietava l'anima. Girando gli occhi a volte | su | Capri, che, di lontano, somiglia il letto di qualche |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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il letto di qualche oceanina cullato dal mare, a volte | su | la curva della riva, ornata di palazzi e di ville |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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le correva giù dalla nuca. Dio buono! Trovarsi ogni giorno | su | l'imbrunire così sola fra cielo e mare con un assassino! |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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più che di femmina le aveva spinta quella domanda | su | le labbra. Voleva conoscer l'animo dell'individuo che le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Che notti tranquille ho passate in que' tempi sdraiato | su | 'I barroccio, che andava avanti piano, intanto che cantavo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Pensavo alla mia innamorata che mi veniva incontro | su | l'uscio, al ritorno, appena sentiva di lontano i campanelli |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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i muli, mi sentivo far il solletico dietro un orecchio, | su | 'l collo; era lei, entrata senza far rumore, che mi |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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aveva per farne uscir di frammezzo gli acini dell'avena | su | cui era caduta supina.... I suoi di casa non s'avvidero di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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— esclamava battendosi tutte e due le mani aperte | su | 'l ventre, che le cresceva. Una sera, ero tomato a punto |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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contorto e arrossato a chiazze. - Che c'è? — tonai, di | su | la porta. - Lasciatela stare! Un grande stupore apparve su |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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su la porta. - Lasciatela stare! Un grande stupore apparve | su | 'l viso del vecchio, che si sollevò per guardarmi. Poi, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nè dell'uno nè dell' altro, e per di più con un bimbo | su | le spalle. — Quando ci si vuol bene non ci son guai, — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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s'asciugò una grossa lacrima che stava per iscorrergli giù | su | 'l mento. Subito riprese: - Tinuzza m'ammiccava dietro le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a segno che, da questo lato, la partenza mi fu di sollievo. | Su | 'l medesimo piroscafo che mi trasportava da Palermo a |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Lei era andata a alloggiare in una cameretta a pianterreno | su | la svolta d'una via che s'allungava a destra dietro la |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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appena vedevo spuntar mia moglie che mi veniva incontro | su | 'l marciapiede dirimpetto. - Accidenti, che bella biondina! |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che le feci un rimprovero, e ci lasciammo piuttosto freddi | su | la soglia della portineria. — Vedi quanto sei stupido! — mi |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ch'ella portava in braccio. Là ci mettevamo in libertà, | su | qualche prato. Lei posava a terra il bambino, che scherzava |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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lontano. Sdraiato accanto a lui, io gli facevo il solletico | su | le gambe sotto i calzerotti a rigoline, e, mentr'egli si |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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sotto i calzerotti a rigoline, e, mentr'egli si rovesciava | su | la sottana di sua madre, ridendo, da pazzarello, e mostrava |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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come il latte appena spuntati, la mia mano saliva, saliva | su | fino alle coscette, e allora ci ravvoltolavamo insieme, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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toccava; ci si specchiava il visetto roseo che appariva lì | su | l'ottone allargato e gonfio come una palla. - Una seconda |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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baciato e ribaciato quel povero angiolo, che mi lasciava | su | le mani e su la bocca un'impressione come di metallo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ribaciato quel povero angiolo, che mi lasciava su le mani e | su | la bocca un'impressione come di metallo scaldato, tornai al |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Io stavo intontito a guardare il mio bimbo. Mi ero seduto | su | la sponda del letto e gli appressavo la bocca su le labbra |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ero seduto su la sponda del letto e gli appressavo la bocca | su | le labbra enfiate da cui usciva un alito infocato. Lo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che mi morisse lì per lì fra le mani, lo posai di nuovo | su | 'l letto e corsi in cerca d'un medico. In due farmacie mi |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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con una treccia de' suoi capelloni biondi disfatta | su | 'l petto; e vidi Puddu Cassione, che cercava nascondere la |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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statura dietro certe gonnelle di lei attaccate a un chiodo | su | 'l muro. C'erano su la tavola due bicchieri di vino quasi |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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gonnelle di lei attaccate a un chiodo su 'l muro. C'erano | su | la tavola due bicchieri di vino quasi vuoti. Mi bastò |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Il crepuscolo s'oscurava diffondendo una tinta di mistero | su | la distesa enorme dell'acque. La signora sollevò la testa; |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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lui; — e poi dicono che non li avevo sorpresi proprio | su | 'l fatto. Insomma ci sono, e pazienza — concluse |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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e senza cominciare come fan gl'innamorati a chiacchiere | su | 'l più e su 'l meno, con le labbra che gli tremavano, le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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cominciare come fan gl'innamorati a chiacchiere su 'l più e | su | 'l meno, con le labbra che gli tremavano, le domandò se lo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ma i due ultimi versi dello stornello calabrese gli venivan | su | le labbra anche più spesso. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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visione. La stanza mobiliata a pianterreno, che guardava | su | questo giardinetto, somigliava a una delle tante che le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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forme. Quest'ambiente non sembrò fare alcuna impressione | su | suor Istituta, la prima volta ch'ella vi penetrò: forse |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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lance, aste, zagaglie, era appoggiato e proiettava | su | le pareti i profili della mobilia, neri, bizzarri, enormi. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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girò intorno lo sguardo esperto, fissandolo un momento | su | 'l corpo lungo disteso che sollevava ritmicamente le coltri |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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un oriolino la cui catena d'oro, larga e corta, serpeggiava | su | 'l cassettone, s'accostò alla lampada, preparò con la punta |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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aperte le palpebre, volse la pupilla vaga e dilatata | su | quella ignota figura di donna, così prona sopra di lui da |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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posto, riprendeva il rosario, facendo scorrere senza rumore | su | la cima delle sue piccole dita, gli acini della corona di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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misura, una fogliona ovale di palmizio, a mo' di ventaglio, | su | 'l viso cocente del malato; e dalla finestra socchiusa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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— e stendeva le braccia tremanti come a chiamar qualcuno | su | 'l suo petto. Suor Istituta rimase a mezzo d'un'avemaria, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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subito riprese a recitare. — Oh, guarda.... gli albatri.... | su | l'acqua.... Par che dormano.... E sospirò: — Dormire!... - |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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tratto, l'infermo, allontanando con violenza le coltri di | su | 'l petto, prese a dire affannosamente: — Orribile!... |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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affannosamente: — Orribile!... orribile.... il riverbero | su | la sabbia!... Scotta gli occhi... il cervello, la gola! |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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tenendo fissa la pupilla sbarrata, piena di meraviglia, | su | la mano alabastrina e sottile che gli porgeva quel |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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refrigerio; e quando ebbe finito di bere, alzò gli occhi | su | la donna. Di nuovo i loro sguardi s'incontrarono e rimasero |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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gettando a pena a canto a se un riflesso giallastro | su | le lame delle lance e delle zagaglie aggruppate |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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gli attaccava a ciocche compatte i capelli scomposti | su | la fronte e su le tempie; le braccia ingiallite ed inerti |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a ciocche compatte i capelli scomposti su la fronte e | su | le tempie; le braccia ingiallite ed inerti gli pendevan |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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pian piano, dopo avergli posata una sua mano callosa | su | 'l cuore, spinto da un subitaneo terrore, avvicinava la sua |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di giornali esteri, per la maggior parte illustrati, | su | i quali piovevano i raggi d'una enorme lampada sospesa e le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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s'adagio in una poltrona. Bencini fumava una sigaretta | su | 'l terrazzo che guardava il mare. Un grande orologio di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che guardava il mare. Un grande orologio di bronzo, | su | 'I caminetto, sonò lentamente i tre quarti e poi le undici. |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di giovinezza e di felicità, con un incarnato più diffuso | su | le guance e leggermente scomposti i capelli rossicci che le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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che le mettevano, vista contro luce, un'aureola d'oro | su | la testolina. — Meno male che siete stati esatti! — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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— gli rispose ridendo San Teodoro, mentre si faceva aria | su | 'l viso col berretto piccolo e piatto. Allora, si formò un |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ballati, s'era stanca e accaldata. La madre la carezava | su | la fronte e le lisciava i capelli, quando Emma, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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l'ufficialino: il quale si difendeva, in vano, giurando | su | tutti i toni e in tutti i modi ch'egli non ne intendeva una |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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si fu alquanto acquetato, Emma andò a posar la testa bionda | su | l'orlo odoroso della vasca di gardenie, come una colomba |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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è atroce, sai! — esclamò battendosi tutt'e due le mani | su | le ginocchia. — Chi poteva immaginare che quell'animale si |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ci guastiamo! — Caro Sampieri, ci guastiamo senza dubbio e | su | 'l serio, se tu non mi giuri su 'l tuo onore che domattina |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ci guastiamo senza dubbio e su 'l serio, se tu non mi giuri | su | 'l tuo onore che domattina stessa andiamo via di qui. Ma il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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l'ostinazione del conte, il Bencini protestò energicamente | su | 'l proprio intervento in una ridicolaggine come quella; e |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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un corpo pesante rotolò da una catasta di cenci, le passò | su | la testa, e venne a caderle a' piedi. Ella si smosse |
Il romanzo della bambola -
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a sè nel vuoto, con le braccia abbandonate lungo il corpo | su | le coltri, mentre le mani magre e ceree a tratto a tratto |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a chi esce da una grave e penosa malattia, egli si sedeva | su | 'l letto, con una pila di cuscini dietro le spalle, e |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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sparpagliando su'l pavimento i fogli che s'ammucchiavan | su | la tavola, sbattendo gli usci tra sibili e mugolii lugubri |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ei medesimo da bere, s'era rovesciato un po' di vino | su | 'l lenzuolo. Suor Istituta andava e veniva per la camera, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dell'altre portò dentro un'ondata di pioggia che s'abbattè | su | 'l pavimento: il lume si spense, e mugghiò un tuono che |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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- Al bagliore d'un lampo, egli vide un sorriso beato | su | le labbra pallide della sua infermiera. Allora insistè: - |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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a canto alla medesima terrazza, con gli occhi fissi | su | 'l medesimo cristallo della finestra, in somma tale e quale |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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calva, come d'avorio tornito. Non rispose, ma fiatò forte | su | 'l cristallo della finestra e, appannato che l'ebbe, vi |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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della finestra e, appannato che l'ebbe, vi tracciò | su | lentamente con l'indice una E maiuscola; si scostò, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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stropicciando col fazzoletto le lenti che si era tolte di | su | 'l naso: e mise un altro sospiro ancor più profondo. - Che |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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con un sospirone più profondo di tutti i precedenti. - | Su | via, spiegati, o mi farai andare in bestia! - Bencini! — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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stizzito. L'avvocato che in tanto s'era messo a passeggiar | su | e giù per la sala, gingillandosi con la catenella |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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e incredulo gli domandò lentamente: - Ma Tonino, che dici | su | 'l serio o mi canzoni? Innamorato? Innamorato, tu? Contessa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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di bel nuovo, rivolto ancora al cristallo confidente, | su | cui si ripreparava a tracciar l'iniziale misteriosa. - Oh, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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in cui l'eroina si leva in presenza dell'amante, lì seduto | su | 'l tappeto, certe calzette a trafori... - stile moderno, ma |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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ondulati, e lucidi come finissima seta; li portava rialzati | su | la nuca da un pettine di tartaruga bionda, senz'alcun |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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Impacciato e tremante, questi dichiarò ch'e' stava | su | 'l punto d'uscire, e balbettando qualche scusa lanciò una |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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all'alleanza di lui, e sparve. - Quant'è curioso! — saltò | su | a dire Emma, non a pena il conte ebbe richiuso l'uscio, |
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gesto di ribrezzo, passandosi rapidamente il fazzolettino | su | la bocca). - De malo in peius... — badava a pensare il |
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pollici infilati al panciotto sotto le ascelle, agitando | su | 'l petto le altre dita tese e dimenando il capo con piglio |
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stanno intente parecchie facce esotiche, con occhiali d'oro | su | 'l naso e veli turchini su' cappelli di paglia, a caccia di |
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verso la porta d'ingresso. Dietro il banco di legno lucido, | su | cui a mano a mano si mostrano gli oggetti e si distendono |
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ogni volta che un otto è venduto, si toglie la penna di | su | l'orecchio e scrive: scrive in un lungo e voluminoso |
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parve un trofeo di consonanti allo scritturale con la penna | su | l'orecchio. Era una scrivania Luigi XVI a intarsi |
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qualche altro forestiero, caldato, s'era messo a lottare | su | 'l serio; venne un momento che quella scherma di cifre |
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bruna, la cui casa a Roma è nota come un museo, s'agita | su | la sedia, vuol rivedere il piatto per la decima volta e ne |
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giunchi, dove un soldato galoppa a briglia sciolta, curvo | su | 'l collo dell'animale fremente. Da un bosco vicino devono |
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sciolti, quali raggi aurei, lungo il collo, eran coperti | su | l'alto del capo da un velo verde leggiadramente ravvolto a |
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— fosse molto grande e soleggiato, la portineria, situata | su | 'l cortile, era angusta e quasi buia: un'unica stanza, il |
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era un camino dalla cappa nera, di rado acceso, con in giro | su | la cornice qualche stoviglia sbocconcellata ma lustra per |
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femmina vociava forte: - Lucia! Lucia! — e appariva subito | su | l'uscio a vetri la portinaia, levando la testa a domandare |
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dov'era lui, e i palchi che s'aprivano per lasciar apparire | su | 'l dinanzi tante figure sorridenti di donne da' cappellini |
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a uno spettacolo dove egli avea parte; poi sfogliava, | su | 'l leggío che gli stava davanti, le pagine manoscritte |
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prime battute, e provava qualche nota, qualche breve volata | su | 'l clarino, con una sensazione geniale d'intimo benessere. |
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La prima sera che rimase a casa, in portineria, passeggiò | su | e giù, giù e su, un pezzo, dal paravento al camino, dal |
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un sudor ghiaccio gl'inumidiva la fronte e la nuca, mentre | su | gli occhi della cornea ingiallita stendevasi un velo che lo |
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che, non reggendosi in piedi, s'era buttato a sedere | su | la bilancia, sfinito, il principale, nel passargli accanto, |
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d'indicibile tristezza del povero malato mozzò la frase | su | le labbra al principale. Il facchino fissava, con occhi |
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in un vecchio scialle della moglie, col cappello calato | su | 'l viso esangue, con lo scaldino in mezzo alle gambe; |
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teneva i gomiti puntellati alle ginocchia e i pugni serrati | su | gli occhi. Che cosa gli frullasse per il capo in quelle |
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aperta e l'urto de' panni fradici, sciacquati e battuti | su | la pietra del lavatoio; ma i tre bambini, ai quali la madre |
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i piccini, la moglie che battesse un po' più forte i panni | su | 'l lavatoio, bastavano a mettergli un diavolo per capello; |
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usciva dal petto affaticato della Lucia, povero petto | su | 'l quale, non ostante i suoi robusti trentacinque anni, non |
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fastidio, i bimbi dovettero essere coricati, la notte, chi | su | la cassapanca, chi sur una sedia, pure di non farli stare |
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poco poteva badarle. Due o tre domande indifferenti | su | lo stato del facchino morente, a monosillabi più che altro, |
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guardarla, la poveretta corse via a scoppiare in singhiozzi | su | la strada; si mise a camminare rasente i muri per non |
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un sorso di brodo o di limonata, o che gli venissero tirate | su | le coperte verso la rimboccatura, o messi degli altri |
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di rantoloso ruggito, e diede, più forte che potè, un pugno | su | le coltri. Il ragazzetto guardavasi qua e là da torno |
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che gli lavavano il viso, Santino alzava appena il capo di | su | lo scritto. — Ha troppo giudizio per la sua età: ho paura |
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le braccia al collo della madre, le appoggiava la testolina | su | la spalla, e zitto, senza darle baci, stava in quella |
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castagni, gli faceva, con un sorriso beato, il solletico | su | 'l labbruccio inferiore, poi chiedeva sottovoce: — Le |
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còmpito, s'interruppe più d'una volta per chinare il capo | su | la carta, e quando sua madre gli scodellò la minestra di |
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- Nulla, non ho fame. — Così dicendo il bimbo s'appoggiava | su | la spalliera della seggiola e mentre gli altri mangiavano, |
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in cortile a ruzzare, e il fratello maggiore andò a sedersi | su | le ginocchia della mamma. - Tu ti senti male, bambino! — |
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che portava giornalmente, e perfino il tappeto che stava | su | la tavola da lavoro. Batteva i denti come uno nudo di |
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La madre, a ogni istante, gli posava la palma della mano | su | la fronte, tirandogli su i ricci, che dovevan dargli troppo |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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gli posava la palma della mano su la fronte, tirandogli | su | i ricci, che dovevan dargli troppo caldo; poi stendeva il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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santa, non poteva più! E si torceva le mani; se le passava | su | la fronte per cacciarne il pensiero tormentoso, insistente, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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promise di tornare il domani, al più presto possibile. Ma | su | la sua esattezza non c'era da far troppo conto. Era un |
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dal far visite giù in pianterreni bui come sotterranei o | su | in vetta a squallide soffitte riarse dal sole, anzi che |
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Era buono con tutti; educato a segno di levarsi il cappello | su | la soglia di qualunque tugurio, e dimostrava una certa |
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la lasciava a mezzo, per tornar a piegare il viso | su | 'l suo bambino e sentirne l'alito cocente, o per mettergli |
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— masticava l'Adele, scrollando il capo, impensierita | su | 'l serio. Tornò verso sera il medico, e s'accigliò nel |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nel vedere il malatino. La madre lo guardava fisso, spiando | su | 'l viso di lui che cosa ella dovesse sperare o temere; ma |
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del suo, non ci rimetteva niente, e tutti eran contenti. | Su | lo spedale la madre non fermava affatto il pensiero; le |
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la grande insegna color di rame, a lettere cubitali gialle | su | l'alto della vetrina, e le lunghe targhe ai due lati con la |
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Come le gambe la ressero, camminò fino a casa, e si buttò | su | la sedia accosto al capezzale del figliuolo, più bianca di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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pareva più lei, tanto la gravità della situazione le pesava | su | 'l cuore. Più presto di quel che credevano si fece rivedere |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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- - Nessuno: è la regola. — Ella piegò più giù la testa | su | 'l petto, ammutolita, vinta. Più tardi, raccolta ch'ebbe la |
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pesante, tutto abbandonato. Ella non osava tirargli | su | neanche un lembo dello scialle per vederlo in faccia, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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da un infermiere, sua madre gli scoccò due, tre, dieci baci | su | 'l viso rosso, tumefatto, su gli occhi chiusi, vischiosi. - |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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scoccò due, tre, dieci baci su 'l viso rosso, tumefatto, | su | gli occhi chiusi, vischiosi. - Madonna santa, beneditelo! — |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nel desiderio d'un sorso fresco; ella sentiva come scottar | su | la propria bocca quel labbruccio arido, enfiato ; un suono |
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mai; scendevano e salivano inservienti, medici, impiegati, | su | e giù per l'ampia scala che mena alle corsíe; la donna |
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alla militare e una giacchetta da borghese, si presentò | su | la soglia, occupando l'intero vano con la sua poderosa |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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diamine! Siete matta! Nome, cognome, età, sta scritto tutto | su | la tabella. Come volete che non sia il vostro? Guardatelo |
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tanto per fare: raccontò qualche aneddoto straordinario | su | 'l vaiolo, che rende irriconoscibili anche alle persone di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nel petto e una stretta alla gola. Teneva fissi gli occhi | su | la porta: una porta mezzo sgretolata, da cui sperava, a |
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la faccia, ombreggiata dal cappello, e, piantando i gomiti | su | la tavola, mentre badava a stropicciarsi le mani all' |
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del grazioso pulpito, e s'affacciava a un tratto di là | su | con una sonora risata da monello: allora la Madonna di Luca |
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monello: allora la Madonna di Luca della Robbia, sporgente | su | 'l magnifico lavacro, pareva figger con attonita maraviglia |
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figger con attonita maraviglia i lucenti occhi di creta | su | questa goffa scena borghese; e i pallidi volti degli angeli |
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spariva dietro l'uscio; ne ascoltò un istante il fruscìo | su | 'l tappeto del corridoio; poi, appoggiati i gomiti su la |
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su 'l tappeto del corridoio; poi, appoggiati i gomiti | su | la tavola, in atto confidenziale, scrollò leggermente il |
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dell'inverno verso le sei. Acceso un lumicino che spandeva | su | l'oscure pareti un barlume fioco fioco da stanza mortuaria, |
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guardandosi in un pezzo di specchio rotto che s' appoggiava | su | le ginocchia. Aveva de' capelloni lunghi, folti, |
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notte, grazie. - - Buona notte! — E, sorridendo, correva | su | tutta contenta di appendere a un arpione lo scialletto a |
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di paglia, e di mangiar finalmente quel po' di minestra | su | l'acqua che la mamma avea preparata. Qualche sera, quando |
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legata sotto il mento, e una a fiorami rossi incrociata | su | 'l seno, piegava il naso fin quasi al piatto, biasciando |
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i bocconi; la giovanetta, con una cornice di capelli bruni | su | la fronte, due begli occhi d'un grigio d'acciaio brunito, |
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nè quando. Bruna, snella, con due lunghe trecce penzoloni | su | le spalle, indossava un vestito d'ultima moda fatto di seta |
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eloquente ad Emma, quando il capitano lasciò cader | su | la tavola un pugno che fece voltare tutti quanti. - |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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conte — disse — mi dispiacerebbe assai che voi prendeste | su | 'l serio quel che aggio ditto pe' pazzia' — (il conte |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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— chiedeva la fanciulla con un sorriso adorabile. - | Su | 'l mio onore non sono stato io! — rispondeva posandosi una |
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onore non sono stato io! — rispondeva posandosi una mano | su | 'l petto San Teodoro. Lei badava a insistere: - .... nessun |
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nella vita e più ci stringe e ci raffittisce la benda | su | gli occhi. — Questo non prova nulla — si ripeteva il |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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deluso, mentre la ragazza si consigliava con la madre | su | 'l vestito da indossare; quindi ella gettò rapidamente |
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in tanto che s'avviavano a braccetto verso Posillipo. Ma | su | le labbra del conte s'affacciava il solito risolino di |
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- E vedi, se stasera quell'imbecille non fosse saltato | su | a strapparmela con quell'invito a bruciapelo: un invito che |
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caminetto acceso, e tutta intenta a rimetter con le molle | su | gli alari d'acciaio traforato certi tizzi ribelli che, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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togliersi di bocca il sigaro, rovesciò la bella testa | su | la spalliera della poltrona, e gli porse la fronte al |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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una vaporosità da fantasmagoria. S'era méssa a passeggiare | su | e giù per il salotto, con le braccia incrociate. — |
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del busto una lettera tutta spiegazzata, ma ancora chiusa. | Su | la soprascritta, una calligrafia grossolana e incerta aveva |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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la casa piena di mobili di costo e di gingilli capricciosi, | su | cui si spampanava ogni giorno una profusione di fiori |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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tenerezza dell'esiliata verso la famiglia lontana; e | su | gli occhiali dal metallo annerito cadevan calde e grosse le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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in processione, incamminandosi verso la parrocchia che sta | su | su in vetta, dove la tramontana soffia tanto forte che a |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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processione, incamminandosi verso la parrocchia che sta su | su | in vetta, dove la tramontana soffia tanto forte che a |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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poco si presentò la cameriera. In tanto, Leda aveva scritto | su | due fogli diversi una lunga lista di commissioni. - In |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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al Borgo la portava la diligenza del procaccia; da Borgo in | su | avrebbe chiesto qualche calesse, o una bestia da cavalcare: |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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per tutto il Borgo un veicolo qualsiasi che la portasse | su | dai suoi. Nulla. La vigilia del Natale ciascuno se ne stava |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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infernale per manifestare la sua contentezza. Venne gente | su | l'uscio. - Chi è? — chiesero diverse voci esili e robuste |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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tu? — badava a ripeterle. Leda le aveva chinato il viso | su | la spalla, e non le diceva nulla: piangeva. Fu una sera |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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casa. Se appena gli occhi di qualche passante si fermavano | su | 'l sorriso di quella testina cerea, emergente dalla tela, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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dove il fanciullo dormiva con le novelle del Hoffmann | su | le coltri. Ma egli non sentiva nessuno stimolo d'appetito, |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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perito aveva accennato, quell'audace duchessa di Gragnano, | su | la quale corre qualche storiella delle più scollacciate? O |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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chiarore vivente, le pietre preziose, tra 'l velo verde, | su | 'l capo, sprizzavan bagliori; il broccato della gamurra |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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inconscio pari a un sonnambulo, si protese tutto | su | 'l balcone, dietro la fuggente larva allettatrice, e |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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una gran bella cosa per lei, aveva voluto mettersela | su | le ginocchia, e badava a guardarla e a sorridere al suo |
Il romanzo della bambola -
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di compiacenza. A poco a poco distese tutto sur un sofà e | su | le poltrone del salotto: e parve allora che in quella |
Il romanzo della bambola -
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un grido, e rizzatasi a seder sul letto, si chinó tutta | su | la sua nuova amica. - T'amo! - soggiunse questa nella sua |
Il romanzo della bambola -
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loro vita comune, ella non s'era mai raccolta a riflettere | su | l'enorme sacrificio fatto da lui, quando l'aveva scelta a |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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nell'animo fuorchè quando lo aveva visto lungo disteso | su | 'l loro letto nuziale, magro come uno scheletro, con le |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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bianco e color marrone, dal muso sonnolento allungato | su | le zampe davanti, ella, da mattina a sera tarda, piegava su |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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su le zampe davanti, ella, da mattina a sera tarda, piegava | su | 'l lavoro il viso, non più fresco nè roseo, costretto in un |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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come tornar piccino; e rivedere lei bella e giovane, curva | su | la sua culla con quel blando sorriso che non le aveva più |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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strofe da amante, che per non si partivano mai, quelle, di | su | 'l tavolino dall'impiallacciatura scortecciata, nella |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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e cominciò subito a baciarlo, specialmente in fronte, | su | quella stella bianca, che pareva fatta apposta per indicare |
Il romanzo della bambola -
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le labbra. Poi gli offrì parecchie palle di zucchero | su | la palma della mano ben tesa. Il Moro accettò ogni cosa, |
Il romanzo della bambola -
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sapeva perfino, oh dolore! di quella piccola stella bianca | su | la fronte, dove la Marietta lo baciava più spesso e più |
Il romanzo della bambola -
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per amor dell'arte l'arte dell' amore, e, raggiuntomi | su | la porta del suo camerino, mi ordinò senza discutere di |
D'Ambra, Lucio -
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già pronta, chè non aveva fatto che gettare un mantello | su | la toilette scollava del terzo atto. Vidi in questo una |
D'Ambra, Lucio -
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quindi permesso di sorvolare, abbassando un pudico velo, | su | la cena con Manon Manette e su le tenere manifestazioni che |
D'Ambra, Lucio -
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abbassando un pudico velo, su la cena con Manon Manette e | su | le tenere manifestazioni che la seguirono. Ma non posso |
D'Ambra, Lucio -
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della piu deliziosa donnina che mai si possa immaginare. E | su | questo, ahimè, avrebbe dovuto calare il sipario. Ma |
D'Ambra, Lucio -
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alle pagine di questi annali veridici e modesti. Sorvolo | su | le prime formalità che non hanno alcun interesse. Compiute |
D'Ambra, Lucio -
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piattaforma. Le custodie erano già pronto in bell'ordine | su | una grande tavola e, aprendole l'una dopo l'altra, Sua |
D'Ambra, Lucio -
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altri dieci minuti occupati da una fittisima conversazione | su | autori francesi e commedie parigine. Un romanziere non si |
D'Ambra, Lucio -
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Ma quando? Proprio quando Sua Altezza si trovava | su | le braccia un'altra donna che non poteva tenere nè poteva |
D'Ambra, Lucio -
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donna che non poteva tenere nè poteva mandar via, così, | su | due piedi, quando appena una parte dei programma era stata |
D'Ambra, Lucio -
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sul muso. Ne aveva ancora naso ed orgoglio ammaccati. E, | su | mia richiesta, Sua Altezza narrò succintamente anche la |
D'Ambra, Lucio -
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sedie... - Aprite bene la finestra, - fece l'uomo, sempre | su | lo stesso tono - perchè io non compro la roba senza |
Il romanzo della bambola -
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stavano per uscire, lo sguardo della signora Amalia cadde | su | la bambola. - Ah, Dio mio! Chi se ne ricordava? - esclamò. |
Il romanzo della bambola -
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futuri inevitabili ricercatori di documenti sul suo regno e | su | la società che lo costituiva, devo confessare sinceramente |
D'Ambra, Lucio -
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le idee più fresche che avevano corso in quelle settimane | su | pei banchi della maggioranza. E, ringraziando Iddio che non |
D'Ambra, Lucio -
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un'aria di malinconia che faceva venir voglia di piangere | su | l'inclemenza del suo lacrimevole destino. La duchessa di |
D'Ambra, Lucio -
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torcendosi i baffetti, muovendosi continuaniente | su | le gambe come se avesse l'argento vivo addosso o un |
D'Ambra, Lucio -
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vivo addosso o un esercito di formiche all'assalto | su | pei regali polpacci. Lo guardavo da lontano, fumando in |
D'Ambra, Lucio -
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ogni volta che m'incontrava, per avere da me dei lumi | su | la situazione internazionale che a lui sembrava sempre, |
D'Ambra, Lucio -
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per il quale il mio regale amico avrebbe barattato il | su | regno. Il che non mi sembrava, del resto, un'esagerazione. |
D'Ambra, Lucio -
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e, per la prima volta, vidi passare un'ombra di fastidio | su | quel volto impenetrabile e impassibile, mentre, tuttavia, |
D'Ambra, Lucio -
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intimità d'un pijama. Aveva indosso la pelliccia aperta | su | lo sparato un po' spiegazzato e teneva la guancia sinistra |
D'Ambra, Lucio -
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Ad un dato punto ho perduto la testa, una benda m'e caduta | su | gli occhi e.... Lei era su una larga dormeuse, era |
D'Ambra, Lucio -
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la testa, una benda m'e caduta su gli occhi e.... Lei era | su | una larga dormeuse, era deliziosamente scollata, profumata |
D'Ambra, Lucio -
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più quali. Ricordo solo che a un dato punto mi sono gettato | su | lei, che l'ho afferrata per le braccia, che l'ho rovesciata |
D'Ambra, Lucio -
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Anche lei si solleva sui cuscini riaccomodandosi i capelli. | Su | la porta, pallidissimo, è don Alvaro, tornato a casa, forse |
D'Ambra, Lucio -
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l'ha fatto ricadere violentemente sul mio volto, qui, | su | la guancia sinistra.... Guardi! E scoprì la guancia |
D'Ambra, Lucio -
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da lei, gli ostacoli, ballava la polka, camminava ritto | su | le zampe di dietro, s'inginocchiava; poi quando ella era |
Il romanzo della bambola -
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aveva anche portato parecchi ritratti di Jenny, fotografata | su | quel gioiello di cavallino. La Marietta non istava alle |
Il romanzo della bambola -
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d'un lettino a tende di cotone bianco, d'una tavola, | su | cui la bambina faceva le sue lezioni per la scuola, d'un |
Il romanzo della bambola -
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un angolo si vedeva un lavamano col mesciacqua scompagnato. | Su | la tavola era un canestro da lavoro con tutto l'occorrente |
Il romanzo della bambola -
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da qualche dolce mangiato a un ballo; e ripetè | su | lo stesso tono: - Badiamo a perdere il tempo co' balocchi, |
Il romanzo della bambola -
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i piccioni che roteavano, apparendo e sparendo a stuoli | su | quel pezzo di cielo che si vedeva dal cortile, la facevano |
Il romanzo della bambola -
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di qualche mobile, proiettata dal lume fioco per terra o | su | le pareti, le sembrava troppo grande e nera e d'una forma |
Il romanzo della bambola -
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corpo. Terminato che l'ebbe d'attaccare, la fanciulla rizzò | su | la tavola la Giulia, che pareva un'altra volta sana. Fu |
Il romanzo della bambola -
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- Mamma! - proprio quando Camilla le premeva la bocca | su | la guancia; perchè sentiva che la sua vera mamma, quella |
Il romanzo della bambola -
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lui, accarezzarlo... Accanto alla finestra che metteva | su | 'l giardino, dinanzi allo specchio dell'armadio, su la |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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metteva su 'l giardino, dinanzi allo specchio dell'armadio, | su | la stessa poltrona bassa e nascosta dov'ella pregava e |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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labbra dall'ordinanza, gli colava da un angolo della bocca | su | la guancia, e andava giù a bagnar il cuscino. Ritta in |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
|
dell'infelice; un «sì» più debole d'un respiro gli alitò | su | la bocca.... In tanto, la febbre era scemata come per |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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negli stracci; ma non Ashley! Egli doveva tornare a casa | su | un purosangue, vestito di abiti eleganti, con una piuma sul |
Mitchell, Margaret -
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grazie a Dio - e Pietro fissò uno sguardo severo prima | su | Melania e poi su Rossella, dando loro immediatamente la |
Mitchell, Margaret -
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- e Pietro fissò uno sguardo severo prima su Melania e poi | su | Rossella, dando loro immediatamente la sensazione di essere |
Mitchell, Margaret -
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Tutti ridevano, ad eccezione di Pietro, che si dondolava | su | un piede e sull'altro con crescente indignazione. - Cosa |
Mitchell, Margaret -
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perché avere tanta paura? E non avere cavalcato | su | questo ronzino per riportare badroncine ad Atlanta? Non per |
Mitchell, Margaret -
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non ti avrà mandato con l'idea che tu potessi ricondurci | su | quel sacco d'ossa? A questa domanda il viso rugoso di |
Mitchell, Margaret -
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prendere piedi. Miss Carolene, reggere sua testa. Mettere | su | divano in salotto. Fu un tumulto: tutti erano attorno a |
Mitchell, Margaret -
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zamponi di Modena, olive di Spagna, ogni grazia di Dio. | Su | le botteghe de' fruttaioli si vedevano accatastate le mele |
Il romanzo della bambola -
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tutti i gusti. Tra la folla lì pigiata qualcuno sollevava | su | le braccia i ragazzi, perché potessero veder lo scimmiotto, |
Il romanzo della bambola -
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è andato difilato ad assestarne un colpo magistrale | su | la guancia sinistra di Sua Maestà. Questi, non potendo in |
D'Ambra, Lucio -
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dovuto alla Costituzione bastava adagiare la mia persona | su | una incomoda poltrona stile Impero invece che su una |
D'Ambra, Lucio -
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persona su una incomoda poltrona stile Impero invece che | su | una comodissima poltrona di marocchino rosso, presi posto |
D'Ambra, Lucio -
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dei fascini dei climi stranieri neppure un solo suddito | su | questi venti milioni di sudditi che costituiscono il suo |
D'Ambra, Lucio -
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don Pedro de Aldana furono seguìte da un silenzio di tomba. | Su | quindici ministri, idee neppure una. La percentuale era |
D'Ambra, Lucio -
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la via ai suoi avverbi. — Siamo dunque tutti d'accordo | su | questi quattro punti: un re, offeso, anche sanguinosamente, |
D'Ambra, Lucio -
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l'attenzione dell'onorevole Consiglio dei ministri | su | questo punto essenziale. Anche ammesso che il re debba |
D'Ambra, Lucio -
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ufficiali. I quindici ministri erano tutti col naso | su | la tavola come se dal rosso tappeto di peluscia dovessero |
D'Ambra, Lucio -
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come se dal rosso tappeto di peluscia dovessero saltar | su | al loro cervello le idee. E fu appunto a questo momento |
D'Ambra, Lucio -
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verbo al suo avverbio e il dotto filologo gridava, in piedi | su | una sedia e agilando le braccia come un ossesso: — |
D'Ambra, Lucio -
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riforma si senton rispondere che il ministro sta studiando | su | quella materia un disegno di legge. La cerimonia durava già |
D'Ambra, Lucio -
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da quest'impiccio. La volontà di Sua Maestà è esplicita | su | questo punto: per dire le cose col loro vero nome |
D'Ambra, Lucio -
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— Non c'è dunque che Zarzuelopoli: — Disogna pensarci | su | due volte, — ammonì il ministro degli Esteri. — Ci abbiamo |
D'Ambra, Lucio -
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gli altri, salutò me con un leggero cenno di mano e sedette | su | la poltrona Impero che io occupavo poco prima. Dalla comoda |
D'Ambra, Lucio -
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dopo aver scambiato poche parole indifferenti coi ministri | su | la bella giornata che si annunziava dal cielo limpidamente |
D'Ambra, Lucio -
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e il pensiero di tutti, laggiù fra gli eterni ghiacciai e | su | le pianure insidiosamenite minate dove i nostri soldati |
D'Ambra, Lucio -
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quartier generale grande, più grande o grandissimo, ma lì, | su | la Linea del fuoco, sott'i proiettili, lì dove si combatte, |
D'Ambra, Lucio -
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e un minuto dopo litigavano, ruzzolando per terra l'uno | su | l'altro, come involti di cenci portati da un turbine. Fu |
Il romanzo della bambola -
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- strillava con voce nasale, battendo la mano nodosa | su | la tavola da pranzo, nuda e nera. - Aspetta che ti voglio |
Il romanzo della bambola -
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cuore - dichiarò a testa alta il ragazzo. - Lucra perfino | su | la bambola! - E fa bene! - sentenziò il padre. - Non ruba |
Il romanzo della bambola -
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che rincasasse la Rachele, andata a visitare certi parenti, | su | a Roma Nuova. Fu Attilio che ricevette la bambola dalle |
Il romanzo della bambola -
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immobile. Attilio cominciò a passarle il temperino | su | le guance, facendo in lutto e in largo de' fregacci a uso |
Il romanzo della bambola -
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deturparla: l'aveva ferita in torno agli occhi, sul mento, | su | la fronte, da per tutto, stridendo sinistramente: come un |
Il romanzo della bambola -
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appunto poco prima aveva finito un racconto lungo e noioso | su | suoi guai domestici. Il cuoricino di Camilla ebbe una |
Il romanzo della bambola -
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curva con una larga pezzuola bianca sul capo e scendente | su | la nuca. - Li... Liberata! - chiamò Camilla e fece l'atto |
Il romanzo della bambola -
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dimenticata, bella mia. Ma stavo tanto lontano, là su, sai, | su | in cima a Villa Ludovisi; e non avevo tempo di far un passo |
Il romanzo della bambola -
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svanire in nulla il bel progetto, la interruppe, dandole | su | la voce: Come si fa, si fa bene. È vero, mamma, è vero? La |
Il romanzo della bambola -
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di giovani contadini e di fanciulletti s'erano riuniti | su | l'aia e ballavano allegramente, mentre la chitarra e il |
Il romanzo della bambola -
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invariabilmente la bimba, e abbassava il capo, mentre | su | la tinta cerea delle guance le si diffondeva un leggiero |
Il romanzo della bambola -
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la Cerchi, alzatasi dalla sua solita poltrona, passeggiava | su | e giù per la stanza, indispettita. D'improvviso si fermò. |
Il romanzo della bambola -
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le manine magre, che poi si passava sul viso e | su | le braccia, tentando inutilmente di richiamarvi un po' di |
Il romanzo della bambola -
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nella smania dell'insonnia, Camilla sbatteva un braccio | su | la pupattola: e subito la paura d'averla sciupata, più |
Il romanzo della bambola -
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perchè la bambina imparasse il tedesco, se n'era andata | su | due piedi per le impertinenze ricevute. |
Il romanzo della bambola -
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bagnata nell'acqua, per passarla delicatamente | su | le guance della pupattola, un po' ombrate dalle troppe |
Il romanzo della bambola -
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del vicinato, e i voli delle rondini e de' piccioni, | su | su in quel pezzetto di cielo guardato per iscorcio dalla |
Il romanzo della bambola -
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del vicinato, e i voli delle rondini e de' piccioni, su | su | in quel pezzetto di cielo guardato per iscorcio dalla |
Il romanzo della bambola -
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lasciar due pagine bianche e di scrivere: «Seconda parte» | su | la prima di queste due pagine bianche le quali contengono |
D'Ambra, Lucio -
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avvertì a bassa voce che una grande ora stava per suonare | su | l'orologio della monarchia e per la vita del nostro paese: |
D'Ambra, Lucio -
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con un volto contratto dal quale era facile indovinare che | su | venti milioni d'abitanti di Fantasia il solo che avrebbe |
D'Ambra, Lucio -
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pei contemporanei. Mentre scrivo queste righe sento | su | la mia fronte il peso delle mie trentasette primavere: si |
D'Ambra, Lucio -
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una fascia di crespo con cui mettere il segno del lutto | su | la sua bella tunica verde, ma anche una serietà che dava, |
D'Ambra, Lucio -
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che i segretari avevan deposti, debitamente annotati, | su | la scrivania regale. Li leggeva ad uno ad uno, Sua Maestà, |
D'Ambra, Lucio -
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del regno, non dimenticava la bella torre rimasta laggiù, | su | lo scacchiere di Pulquerrima, proprio alla vigilia di |
D'Ambra, Lucio -
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movendo la mano, portandola alla fronte, raggruppando | su | questa perpendicolarmente le dita, quando vuole far |
D'Ambra, Lucio -
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di don Pedro senza che un'altra idea nel cervello o | su | le labbra di un altro le offrisse il modo di venire al |
D'Ambra, Lucio -
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offrisse il modo di venire al mondo. L'idea forcipe apparve | su | le labbra di Sua Maestà, in un grigio giorno d'inverno, |
D'Ambra, Lucio -
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decidere: «Faccia lei!» Cadde così la scelta di don Pedro | su | la principessa Alice di Cardun, figlia del Re di Asturia. |
D'Ambra, Lucio -
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oltremodo alla politica di Fantasia e di Asturia porre | su | l'armata frontiera un ramoscello di fiori d'arancio. Se non |
D'Ambra, Lucio -
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accese una sigaretta, gettò il fiammifero ancora ardente | su | una portiera come avesse un'urgente necessità di mettere il |
D'Ambra, Lucio -
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reale, raccolse a terra i giornali europei, schiacciò uno | su | l'altro, bistrattandoli, su un divano di marocchino e |
D'Ambra, Lucio -
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giornali europei, schiacciò uno su l'altro, bistrattandoli, | su | un divano di marocchino e lasciandovisi cader sopra in |
D'Ambra, Lucio -
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fornirono a Sua Altezza tutti gli schiarimenti necessarii | su | la via da seguire per terra e per mare e sul miglior modo |
D'Ambra, Lucio -
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dopo avere spedito a Fantasia le comunicazioni necessarie | su | la nostra scoperta, che riprendemmo la via dell'amata |
D'Ambra, Lucio -
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inconcepibile redigere una conferenza tollerabile | su | una esplorazione che non ha avuto peripezie. Bisognava, |
D'Ambra, Lucio -
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in modo che poteva veramente illudere il popolo di Fantasia | su | gli oscuri eroismi del nostro pugno di prodi esploratori. |
D'Ambra, Lucio -
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ad ascoltarne l'indomani la lettura, anche per apprendergli | su | quale tono modesto e disinvolto gli eroi moderni devono |
D'Ambra, Lucio -
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un'ora e mezza. Questa volta ero disoccupato, e, disteso | su | un divano, fumando, potevo anche meglio della prima volta |
D'Ambra, Lucio -
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che camminava, con le mani in tasca e il naso verso terra, | su | e giù, furiosamente, per la biblioteca, per ricordargli che |
D'Ambra, Lucio -
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quando la governante le venne in aiuto. Presa la Giulia | su | le ginocchia, la pettinò tale e quale una signorina grande. |
Il romanzo della bambola -
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le occhiate di canzonatura del vecchietto dall'orologio, là | su | a Milano quando erano insieme nel magazzino de' giocattoli. |
Il romanzo della bambola -
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di carne. - Sarà un poeta quando cresce - aveva sentenziato | su | quel ragazzo una giovane signora - perchè è troppo |
Il romanzo della bambola -
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le persone di servizio; chi le scaldava dei pannilani | su | Io stomaco; chi le preparava una tazza di camomilla. E lei |
Il romanzo della bambola -
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guarirai! - le diceva la madre, facendole cento carezze | su | la testolina indolorita. - Dimmi che cosa vuoi, e il tuo |
Il romanzo della bambola -
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la scena senza potervi metter bocca, rifletteva da sè sola | su | molte cose non belle sul conto della Marietta. Dio mio, |
Il romanzo della bambola -
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la bimba; avvolse i bei capelli biondi in tanti nodi | su | l'alto del capo, passò tra questi nodi un nastro di raso |
Il romanzo della bambola -
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il volto. - Entra, - la invitò volgendosi faticosamente | su | un fianco. - Sono sveglia dall'alba. Vorrei chiederti una |
Mitchell, Margaret -
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chiederti una cosa. Rossella entrò e sedette sul letto, | su | cui battevano i raggi del sole. Melania le prese la mano, |
Mitchell, Margaret -
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quando Melania le riprese la mano e la tenne per un attimo | su | la sua guancia. I suoi occhi erano tornati tranquilli. - |
Mitchell, Margaret -
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si alzava un gruppettino di penne bianche; allo scollo, e | su | la sottana a strascico, portava delle trine tutte pieghe |
Il romanzo della bambola -
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occhialino d'oro a lungo manico; appoggiava l'altra manina | su | la tastiera del pianoforte - un pianoforte da bambole - |
Il romanzo della bambola -
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da due larghi occhi azzurri di vetro. E quando ella ebbe | su | le spalle quella testolina dalla folta capigliatura bionda |
Il romanzo della bambola -
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negli Dei garbati e bonari i più cordiali spettatori. | Su | la scena della Grecia antica solo gli Dei agivano e gli |
D'Ambra, Lucio -
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i contraccolpi di quelle loro azioni misteriose. | Su | la scena d'un regno come quello della modernissima Fantasia |
D'Ambra, Lucio -
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politica fra i due stati confinanti cominciava a traballare | su | le sue esili fondamenta. Sei mesi dopo il castello intero |
D'Ambra, Lucio -
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amiche che le rappresentano per sospingerle per forza | su | quel campo di battaglia dove per amore non si sarebbero mai |
D'Ambra, Lucio -
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di mille pericoli la sovranità di Rolando II, se metteva | su | le sue spalle abituate a pesi più leggeri il grave pondo |
D'Ambra, Lucio -
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ritenendo opportuno di comunicare a me le sue impression | su | l'incontro regale, esclamò: «Sua Maestà è molto affabile. |
D'Ambra, Lucio -
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che parlavo e guardava Isabella che taceva. Era irrequieto | su | le gambe nervosamente tese e distese, come sempre gli |
D'Ambra, Lucio -
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Ad un tratto lo vidi riaccendersi in volto, erigersi | su | le gambe tese ed immobili: segno evidente che la |
D'Ambra, Lucio -
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come più tardi mi giudicherà la storia. Levandomi | su | quel consiglio ch'era un ordine non battei ciglio, tanto il |
D'Ambra, Lucio -
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vedeva silenzioso e mortificato si levò, sorrise, mi battè | su | la spalla: — Del resto il duca di Frondosa, — disse, — sarà |
D'Ambra, Lucio -
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la Storia intanto elaborava le preparazioni d'un capitolo | su | cui fra cinquant'anni, se ancora non si sarà compreso che |
D'Ambra, Lucio -
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di Fantasia l'ho vista nascere, se oso esprimermi così, | su | le mie ginocchia, posso affermare invece che la rivoluzione |
D'Ambra, Lucio -
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di Sua Maestà, s'nchinava al re che pallido e abbandonato | su | la poltrona lo guardava con la bocca ancora spalancata, e |
D'Ambra, Lucio -
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eletto nella serata, Rolando II se ne rimaneva lì, | su | la poltrona, sempre a bocca aperta, con l'aria di chiedere |
D'Ambra, Lucio -
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Guardai dalla finestra la grande piazza esagonale | su | la quale aprivano le duecento finestre del palazzo reale: |
D'Ambra, Lucio -
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sarebbe stato semplicemente follia, si passò la mano | su | la fronte, vi raccolse un'idea, prendendo uno di quei fieri |
D'Ambra, Lucio -
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cioè che potesse venire a Sua Maestà l'idea di tornare | su | la sua prima, prudente e ragionevole deliberazione. Ma |
D'Ambra, Lucio -
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Rolando II intento ad arrampicarsi, per risalirlo, | su | per l'albero genealogico della regale famiglia, con lo |
D'Ambra, Lucio -
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di sicurezza d'innanzi a uno specchio a due luci aperto | su | un tavolinetto ch'era ai piedi della cuccetta ancora calda |
D'Ambra, Lucio -
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regale. Se Rolando II lavorava così a non aver più peli | su | la faccia, non era ancora lecito a me di non avere con lui |
D'Ambra, Lucio -
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era ancora lecito a me di non avere con lui finalmente peli | su | la lingua. Ma confesso che ne ebbi, per la prima volta, |
D'Ambra, Lucio -
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e fiorita, a varii chilometri dal paesello inerpicato lassù | su | la montagna. Accanto alla stazioncina una piccola trattoria |
D'Ambra, Lucio -
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sigaretta, che, nell'estasi, s'era dimenticato di scuotere, | su | le spalle dell'elegante giovinetto. Il quale, irritato |
D'Ambra, Lucio -
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sua sbadataggine che già la mano di Rolando II s'appoggiava | su | la guancia del giovinetto con assai minor leggerezza di |
D'Ambra, Lucio -
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con cui la cenere della sigaretta regale s'era appoggiata | su | la sua spalla. Ai grandi urti seguon, di solito, lunghi |
D'Ambra, Lucio -
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partenza che la lasciava sola in quel luogo perduto, e con | su | le spalle, per modo di dire, un'automobile noleggiata ad |
D'Ambra, Lucio -
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loro presenza agli uomini in marcia. Oh, quella strada nera | su | cui gli uomini sembravano fantasmi senza voce; solo il |
Mitchell, Margaret -
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che non poteva dormire se non fra lenzuola di lino e | su | materasso di piume, aveva dormito sulle tavole come una |
Mitchell, Margaret -
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una misera schiava. Volse gli occhi abbacinati dal sole | su | Melania e sussultò inorridita. La povera donna era cosí |
Mitchell, Margaret -
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fosse morta. Sembrava una vecchia, coi lineamenti stirati, | su | cui le ciocche di capelli neri cadevano in disordine. Ma |
Mitchell, Margaret -
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che una figura femminile, alta e giovane, era comparsa | su | la porta di camera. Un lungo velo bigio, come un vapor di |
Contessa Lara (Evelina Cattermole) -
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se avessimo continuato ad andare avanti di buon passo | su | quella via spregiudicata in cui il principe non si rendeva |
D'Ambra, Lucio -
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tanto da perderli addirittura di vista. Avevo già veduto | su | lo scacchiere mondano di quella società elegante tutt'il |
D'Ambra, Lucio -
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alfieri dovevano decentemente servir di presidio. Ero | su | lo scacchiere anch'io ed ero diventato anch'io un docile |
D'Ambra, Lucio -
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alfiere in quel giuoco galante. Andavo di qua e di là, di | su | e di giù, pronto a un cenno, a un sorriso, a una parola, a |
D'Ambra, Lucio -
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da me. Ma Sua Altezza non perdette tempo ad illuminarmi | su | la singolare missione che stava per essermi affidata. — Le |
D'Ambra, Lucio -
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che le son cari, io non ho avuto che da fare un passo | su | la scacchiera perchè tutte le più salde torri crollassero |
D'Ambra, Lucio -
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