Chiudiamo il paragrafo dedicato a Hogarth, che ci ha portato al cuore dei nostri argomenti, e ci apre ora la strada per guardare alla narrazione
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una piccola strada olandese, e l’altro è l’indimenticabile panorama che incantò lo stesso Proust, con il famoso muro giallo di fronte al quale muore
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e psichica. È un viaggio che l’arte compie avendo come compagna di strada la fisiognomica, che poi diventa psicologia e infine psicoanalisi. Come
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Gachet elenca criteri precisi di riconoscimento visivo di questa malattia, criteri che puntualmente e 67. Vincent van Gogh, Strada con cipresso sotto
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spirito, che è stata centrale da Aristotele a Sant’Agostino, da San Tommaso a Hegel, risulta dissolta. La strada era già stata aperta, del resto, dal
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misura minore la Germania, sono risultate dominatrici incontrastate dell’arte nella prima parte del Novecento, quando si sono fatte strada con vigore
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esistere e che attende semmai un rinnovamento. Aspettiamo che la storia davanti a noi, in una strada ancora tutta da percorrere, metta a confronto
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montaggio. Può essere un negozio in cui far nascere, esporre e vendere le proprie opere, come lo Store (1961) di Claes Oldenburg sulla seconda strada
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montare materiali di diversa natura in oggetti, suoni e ambienti. Su questa strada, che oggi definiremmo di postproduzione, si inoltrarono per primi
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• La fine dell’opera unica come strada privilegiata in favore, anche, della riproducibilità. Nonostante la struttura del mercato dell’arte tenda ad
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al sentire interiore ha agevolato la strada all’astrattismo non geometrico: intesa come diretta emanazione del sé, l’opera non ha più avuto bisogno
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stordirsi diventando manovalanza nelle fabbriche, se va bene, e se va male vendendosi o rubando per la strada.
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inizia a farsi strada già nella seconda metà dell’Ottocento, quando Edgar Degas veste la sua Petite danseuse di bronzo (1865-1881) con brandelli veri di
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fanciulle. La strada nuova per visioni nuove è aperta. Guai a chi rimane in senno. Il Bacco di Michaux sarà la mescalina, quello di Kerouac roba ben
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tonaca sacerdotale. Successivamente si ritrovano a Venezia per andare in Oriente e giungono invece a Roma dove fanno strada grazie a Paolo III Farnese.
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sperando che gli aprano la strada alla pietra filosofale e alla salvezza delle sue finanze. La fantasia prende il potere e non lo abbandonerà più relegando
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radioline e dell’alta fedeltà, e da pochi decenni se guardiamo alle automobili che girano per strada. Col Giappone imperiale l’Italia fu tristemente
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Secondo impero e apre la strada all’Art Nouveau.
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, un panorama di citazioni possibili che andavano a chiudere il gusto eclettico del Secondo impero e aprivano la strada a ciò che fra poco sarebbe stato
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di perenne patologia i nostri parenti d’Oltralpe. Dal Grand Dessein al Grand Verre la strada è breve, solo che il Grand Verre è un grand dessin
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, può segnare la strada evolutiva delle tecniche della percezione e della restituzione di questa percezione, può limitarsi all’evoluzione delle pratiche
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Nell’arte contemporanea, dunque, le opere perdono identità, vanno per destini imprevisti, hanno una strada che non è stabilita prima; e tutto questo
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Piero Manzoni, Merda d'artista, 1961. La situazione è disperante perché l’una e l’altra strada - quella astratta e quella neofigurativa -vanno
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