un procedimento che riguarda soltanto lo specialista. Nel passato non v’era una distinzione netta tra l’artista e lo spettatore: l'artista era uno
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ricordare ancora l’impegno di fornire allo spettatore qualcosa di più d’un elemento di passiva contemplazione (magari d’una contemplazione attivatrice
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del rilievo superficiale») consente allo spettatore di intervenire direttamente causando la protrusione o l’intrusione dei blocchetti metallici di cui l
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» luminosi. Questo ambiente dava inoltre un’ulteriore «carica dimensionale» allo spettatore in seguito alla presenza d’un percorso a piani inclinati e
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superfici a rilievi puntiformi alternate con altre del tutto pianeggianti o leggermente incurvate, permetteva allo spettatore di trovarsi in quella
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spettatore dello stesso spazio cinematografico, ci dicono come siano possibili oggi continue proliferazioni nel settore della visualità dinamica.
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polistirolo, che richiedeva la compartecipazione dello spettatore invitato a calpestare le minutissime sfere in un gioco allucinato ed ambiguo perché associava
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la volontà di traumatizzare lo spettatore.
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audiovisivi», infatti, le sollecitazioni percettive (auditive e visive) e il necessario intervento dello spettatore, fanno sì che queste opere permettano
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Spieltrieb dello spettatore. Le sue opere, così, si riallacciano a quel filone di invenzione magica e di oggettivazione dell’assurdo che ebbe già nel romano
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Questo fatto non costituisce ancora la presenza d’un dialogo tra creatore e spettatore, tra emittente e ricevente, come sarebbe auspicabile per il
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offre quindi nessuna possibilità d’una reciprocità d’intervento da parte dello spettatore e resulta immancabilmente e inderogabilmente «imposta dall
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’instaura tra l’immagine presente sul video e lo spettatore. Questo legame è impossibile nelle altre arti visuali, ed è molto ridotto persino nel cinema
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spettatore un «cibo» intellettuale più idoneo di quanto non fosse quello eccessivamente edonistico e formalistico di ieri.
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fosse vista da uno spettatore posto più in basso rispetto ad essa. In questo caso si tratta di uno scorcio non particolarmente pronunciato, ma
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palazzo, ma un’aulica e sovrabbondante cornice, che invece di fare da sfondo convoglia lo sguardo dello spettatore al di là di se stessa, nello spazio
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al dramma lasciando libero campo all'immaginazione dello spettatore.
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Il secondo punto di stazione non sarà neppure il punto di stazione di un determinato spettatore o ricevente, ma considererà l’opera d’arte
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irriducibile. Ma, questi due punti di stazione, non coincidono con quello dell’autore e con quello dello spettatore. Col primo punto ci volgiamo all
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’esperienza delle generazioni successive, viene a configurare lo spettatore-fruitore dell’opera, se ed in quanto ne realizzi la recezione, in una
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È chiaro dunque che, dopo che si è riconosciuta questa posizione dialettica dello spettatore verso l’opera, rientrerà nel metodo di una corretta
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Si può asserire che fino circa alla fine della seconda guerra mondiale, se pure vi erano stati vari sintomi dell’intenzione di attirare lo spettatore
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Questa è dunque la risoluzione normale del rapporto spettatore-opera d’arte, un rapporto dove si postula da un lato l’opera nella sua identità e dall
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, in lato senso classica, pur con tanta minore partecipazione dello spettatore: ma non fino al punto da poterglisi imporre dall’esterno come opera d
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’integrazione allo spettatore? Certamente noi non abbiamo mai asserito che sia una situazione privilegiata, quella delle arti del nostro tempo, di
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proprio perché, se non si rifaceva al passato, insisteva sull’hic et nunc e solo nell’hic et nunc della integrazione dello spettatore.
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quella del pittore. Ora è chiaro che il pittore, nel costituirsi l’oggetto, non si pone come spettatore dell’oggetto, ma anzi sospende l’oggetto dal
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possibile perché il pittore ha rinunziato alla sua posizione privilegiata di autore unico, ed è passato dalla parte dello spettatore. È passato dalla parte
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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
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’avvicinamento al moto d’integrazione dello spettatore, che la pittura, il teatro, il romanzo, la musica hanno realizzato. La partecipazione emotiva dello
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storica della sua caduta, lo spettatore si trova di fronte a una finzione, ovvero al riallestimento di quel monumento, ed è invitato a riflettere
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Dal punto di vista speculativo, queste tendenze, che per prime indagarono il rapporto tra opera e spettatore in una direzione che oggi definiremmo
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un fatto, potessimo prevedere con sicurezza quello che verrà dopo, questo non colpirà lo spettatore né susciterà nel suo animo i sentimenti di pietà e
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L’arte plastica consisteva in rappresentazioni ideali delle forme conosciute, in immagini alle quali idealmente si attribuiva realtà. Lo spettatore
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1949 - Primo ambiente spaziale nel mondo, né pittura, né scultura, arte immediata suggestione libera e immediata dello spettatore in un ambiente
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, spettatore collettivo.
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Riesce il pittore in questa sua ardua impresa a quagliare una immagine unitaria che trasporti lo spettatore in un ordine fantastico, autosufficiente
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Nelle scene di avventura l’energia poggia sullo scorcio di un elemento essenziale che guida l’occhio dello spettatore, come una canna di
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, cerca di allargare la presenza materiale dell’opera, ponendola in stretta relazione con lo spazio reale dove si muove lo spettatore. È soprattutto
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mente di un giovine non partecipe ma spettatore della gara romana del 1630: Velazquez.
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, proiettata allo spettatore nello spazio di una feritoia o d'un abbaino.
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non fosse altro che un artista ingenuo, il quale mostrasse al di fuori ciò che la natura gli va dettando al di dentro, e lo spettatore non fosse altro
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, bruna di carnagione, di capelli corvini, con un gattone nero piantato sulla spalla destra, che fissa gli occhi tondi negli occhi dello spettatore; i
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spettatore di sè medesimo: sempre veridico da un lato, sempre bugiardo dall’altro.
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centro del locale, lasciando vuoto un breve ambulacro da cui lo spettatore veniva risucchiato e insieme proiettato nelle quattro dimensioni
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spettatore, anche con violenza, ad altrettanti oggetti. Come ciò sia possibile, non tocca al poeta dirlo: egli gira la domanda, per una verifica, alla
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pittura particolarmente violenta e che si vale di vaste superfici in modo da dare allo spettatore una impressione di forza e di "azione." Tipici
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naturalisti e illusionisti, il che comporta, per conseguenza, lo shock, la sorpresa e l’impatto psicologico dello spettatore. [...] I soggetti che preferisco
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continua interazione tra lo spettatore e il quadro; e questo proprio per le caratteristiche strutturali di codeste opere che contengono in sé dei
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esempio — lo spettatore ottenga spostandosi effetti visivi diversi (come in certe composizioni di Vasanely o di Agam, di Soto e di Cruz-Diez, di
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