Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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se non per analogia, ma le materie sono diverse secondo le  specie  degli enti; questa materia è suscettiva di tali specie,
dalle quali solo può nascere una varietà di materie, varie  specie  di materia. Di poi, si cangi pure il composto, ma la
materie prime, secondo lui, aventi ciascuna diverse altre  specie  in potenza. L' argomento avrebbe forza per verità; ma ad
quelle cause sia veramente eterna. Le cause in potenza e le  specie  delle cause non possono essere infinite; gli atti di
sole e lo zodiaco (1), e queste due ultime non della stessa  specie  «ute homoeideis:» chè le sole cause puramente motrici
ella poi è puro atto, è altresì priva di materia, ed è pura  specie  , per la definizione stessa della materia e della specie,
stessa questo movimento, ma conviene che lo riceva o dalla  specie  pura, che è nella mente dell' artefice, o dalla specie che
specie pura, che è nella mente dell' artefice, o dalla  specie  che è congiunta alla materia e che vi produce quel
ce n' è una nell' universo che arriva ad attignere la  specie  altissima e divinissima, come la chiama, cioè la mente, e
sia tale; se la qualità d' intellezione può essere una  specie  comune, in tal caso, egli ha già in sè un elemento di
si può dire, come pretende Aristotele, che non abbiano la  specie  o almeno il genere comune: e se comunicano nel genere, già
l' atto compiuto di ciascuna cosa fu da Aristotele chiamato  specie  (2), e la potenzialità della cosa materia . Il filosofo si
diverse materie in potenza a diverse forme. Ma tutte queste  specie  hanno qualche carattere comune , quantunque tra di loro
generi di specie. Le classi di questi caratteri comuni alle  specie  di tutti gli enti sono le Categorie (3). Se si osserva l'
generi, la sostanza , l' accidente e la relazione . Le  specie  adunque hanno questi tre caratteri comuni, di qualunque
la materia diversa, o per una potenzialità ad atti, ossia a  specie  diverse, perciò la sostanza varia secondo gli enti
accidenti qualitativi e quantitativi. Ma tra gli atti ossia  specie  c' è una gradazione, di maniera che un atto è più ultimato
furono divisi in sensibili e intelligibili . Così le  specie  o forme si classificarono in tre modi. 1 In un modo
base di questa classificazione sono i caratteri comuni alle  specie  de' diversi enti. Questa classificazione distingue le
de' diversi enti. Questa classificazione distingue le  specie  in sostanziali, accidentali di qualità e quantità, e
di cui è suscettivo. Questa classificazione distingue le  specie  in sensibili e in intelligibili con tutte le suddivisioni
atto del corpo, e tuttavia è perfettibile rispetto alle sue  specie  o forme accidentali; 2 può essere ultimata totalmente, di
ad un atto maggiore (2). La causa finale è dunque l' atto o  specie  che l' ente vuol conseguire e che ha già in potenza; come
vuol conseguire e che ha già in potenza; come l' atto o  specie  che ha attualmente, è la causa efficiente interna. L' ente
cioè degli enti materiati , degli enti potenza7atto . La  specie  a cui tende l' ente che si fa, può appartenere all' uno o
cioè sostanza, quale, quanto e relazione . Se la  specie  cui tende di conseguire è sostanziale , il movimento dell'
generazione (e il suo contrario corruzione ); se quella  specie  è qualitativa , il movimento dicesi alterazione ; se è
se è quantitativa , il movimento dicesi aumento ; se quella  specie  è di relazione e riguarda lo spazio, il movimento dicesi
materie, ossia i diversi enti potenziali, sono in potenza a  specie  diverse. Ora tra questi enti potenziali ce n' anno alcuni,
n' anno alcuni, cioè alcuni corpi, che sono in potenza alla  specie  ossia all' atto della vita. Quando dunque questi corpi in
corpi in potenza alla vita, e che però appetiscono questa  specie  sostanziale come loro bene , ricevuto l' impulso
si mettono in movimento e arrivano a quell' atto e a quella  specie  che hanno già in potenza, allora mettono in essere l' anima
generica, secondo il suo metodo (1), per venire poi alle  specie  (2). Se poi tutti gli elementi corporei possano
cert' altri enti l' anima vegetale contiene in potenza la  specie  della sensitività (6), e quando concorrono le condizioni
adunque che ha in potenza la sensitività, tende alla  specie  o anima sensitiva come a suo fine, e a suo bene: chè in
anche il senso conosce (1). Che cosa conosce? Unicamente le  specie  sensibili . Queste specie o forme sensibili, che nelle cose
Che cosa conosce? Unicamente le specie sensibili . Queste  specie  o forme sensibili, che nelle cose corporee sono unite
ordine delle cose che sono per sè conoscibili. Ma queste  specie  sensibili , sebbene prive di materia, sono particolari: e
che opera col mezzo della specie; lasciando così la  specie  priva al tutto di personalità. Ora nella specie ripone la
così la specie priva al tutto di personalità. Ora nella  specie  ripone la divina natura . Ciò posto, non è più assurdo che
dunque naturali e organati c' è in potenza quella forma o  specie  che dicesi anima nutritiva o vegetale , in altri di più
, che si sviluppa per generazione. Venuta quest' ultima  specie  all' esistenza, ha in sè ancora della potenza che tende a
l' arte che tende a produrre. E che anche in quell' atto o  specie  naturale che si chiama anima intellettiva, ci sia la
due dirò così innati e due acquisiti. 1 L' atto o  specie  della mente in potenza , che dicesi atto rispetto all'
all' anima sensitiva che lo emette; 2 L' atto ulteriore, o  specie  della mente in atto (intuizione primitiva) che ha virtù di
la mente in potenza esca al suo atto; 3 L' atto ulteriore o  specie  della scienza , che è l' atto, a cui è già uscita la mente
sotto questo aspetto egli tutto fa, egli produce tutte le  specie  o forme delle cose. Così lo stesso essere in universale da
dà Aristotele alla sua mente in potenza, d' essere « « le  specie  in potenza » », [...OMISSIS...] , con che mostra
le specie; e d' essere medesimamente « « il luogo delle  specie  » » [...OMISSIS...] , giacchè le specie determinate altrove
« « il luogo delle specie » » [...OMISSIS...] , giacchè le  specie  determinate altrove non sono che nella specie
, giacchè le specie determinate altrove non sono che nella  specie  indeterminatissima, specie delle specie, come la chiama
altrove non sono che nella specie indeterminatissima,  specie  delle specie, come la chiama pure Aristotele, cioè nell'
opinioni, dice che « « alcuni la dividono in due » » (le  specie  e le entità matematiche) « « alcuni pongono nella stessa
matematiche) « « alcuni pongono nella stessa natura le  specie  e le entità matematiche, alcuni le sole entità matematiche
natura appetisce il bene, l' ottimo, il divino, per la  specie  a cui tende di pervenire (5), che, separata dalla materia,
pregiudizŒ del volgo (.). E veramente la cognizione e le  specie  delle cose vili non sono vili; benchè poco di bene saprebbe
veramente alla penna d' Aristotele, ad escludere alcune  specie  dalla sfera del divino? Quello che si può dire con
, la verità assoluta (3). Convien dunque ricorrere alle  specie  con cui conosciamo ogni cosa (4) per trovare una notizia
sia vero che un ente sia così. Della prima di queste due  specie  di verità, dice Aristotele, che il senso del proprio
Ma quello stesso che si muta si può considerare con una  specie  e con un pensiero che non si muta, e in questo giace la
nei sempre mutabili sensibili: come mai, in tal caso, le  specie  possono essere ne' sensibili, alcune in atto nella materia,
esse. In fatti, quando la mente distingue da una parte la  specie  d' un sensibile e dall' altra il sensibile , e vede che
sensibili imitino e simulino per un istante quella unica  specie  che mai non passa: ed è manifestamente insostenibile che la
che mai non passa: ed è manifestamente insostenibile che la  specie  incorruttibile sia o possa essere, o in atto o in potenza,
e che tutto si conosce non per la materia, ma per la  specie  e per l' atto; e la specie e l' atto sensibile è appunto il
non per la materia, ma per la specie e per l' atto; e la  specie  e l' atto sensibile è appunto il fuggitivo e l' apparente.
(2). Poichè l' anima stessa ha la sua verità nella  specie  con che è conosciuta, giacchè anche l' anima si conosce
che avea detto Platone? E quando Platone diceva che le  specie  o idee non sono le cose, ma contengono l' essenze delle
da sè una folla di questioni; ne indicherò quattro: 1 Le  specie  che sono innumerevoli si riducono ad unità, o il divino è
riducono ad unità, o il divino è diviso e molteplice? 2 Le  specie  non sono universali? e se sono universali non sono esse in
dunque saranno il divino che dev' essere puro atto? 3 Le  specie  e i generi si formano nella mente umana per via d'
sensibili: ma come si formano se sono eterne e divine? 4 Le  specie  sono partecipate dalla materia: or come il divino può
di concepire d' Aristotele, per la quale la stessa idea o  specie  diventa nelle sue mani più cose, secondo la diversa
ultimata. E veramente la ragione, per la quale nega che la  specie  sia separabile ed essente per sè, non è tratta propriamente
per sè, non è tratta propriamente dalla natura della  specie  stessa, ma dalla specie considerata in relazione con un
propriamente dalla natura della specie stessa, ma dalla  specie  considerata in relazione con un subietto che può averla ed
di fare che i principŒ sieno contrari, come sono le  specie  in relazione al subietto, perchè lo stesso subietto può
relazione al subietto, perchè lo stesso subietto può avere  specie  contrarie. [...OMISSIS...] . Distingue dunque il bianco in
, e condanna que' filosofi che dicono esser principio una  specie  in quant' è predicabile. Ora, se questa specie, che si vuol
e non il bianco predicabile. Da questo conchiude che niuna  specie  in quanto è predicabile , può essere il primo principio,
al primo principio; e i predicabili hanno d' anteriore le  specie  considerate in sè stesse, pure da ogni materia, onde a
Distingue dunque Aristotele e qui e altrove (2) la  specie  come specie pura, e la specie come predicabile d' un
dunque Aristotele e qui e altrove (2) la specie come  specie  pura, e la specie come predicabile d' un subietto. Altra
e qui e altrove (2) la specie come specie pura, e la  specie  come predicabile d' un subietto. Altra dunque è secondo
: la prima è detta da Aristotele semplicemente la  specie  , la seconda la cosa avente la specie (4); la prima è l'
semplicemente la specie , la seconda la cosa avente la  specie  (4); la prima è l' essere della cosa , come [...OMISSIS...]
questa seconda dicesi «to kath' hekaston» (5), cioè « «  specie  delle cose singolari » ». Quest' ultima denominazione
ciò che si predica de' singolari non è per Aristotele la  specie  pura e presa in sè, ma la specie nella materia. Nega bensì
non è per Aristotele la specie pura e presa in sè, ma la  specie  nella materia. Nega bensì Aristotele di molte specie che
ma la specie nella materia. Nega bensì Aristotele di molte  specie  che sieno fuori de' singolari, distinguendole però da'
secondo la ragione [...OMISSIS...] , e ammettendo che la  specie  e l' essenza è unica in molti singolari (7): ma questo
è unica in molti singolari (7): ma questo intende della  specie  nella materia, [...OMISSIS...] . E di questo biasima i
esistesse da sè stessa come un altro singolare. Della  specie  poi presa in sè stessa e non come predicabile,
discorso, e, per quel ch' io intendo, la riduce a certe  specie  ultime o all' ultimissima, l' essere o la mente in senso
consiste primieramente in questo: ammettendo che la stessa  specie  che è in un individuo sostanziale, sia un individuo
ella stessa, [...OMISSIS...] (1), si avrebbe qui una terza  specie  comune, che è quello che dicevasi il terzo uomo . Ora, egli
terzo uomo . Ora, egli dice, non c' è il terzo uomo tra la  specie  pura e la specie nella materia, [...OMISSIS...] (2). Poichè
egli dice, non c' è il terzo uomo tra la specie pura e la  specie  nella materia, [...OMISSIS...] (2). Poichè se ci fosse
[...OMISSIS...] (2). Poichè se ci fosse quella terza  specie  (3), per la stessa ragione ce ne dovrebbe essere una quarta
convenivano. In queste parole si ammette che esista la  specie  stessa, «par' hauton», e che esista il singolare composto
ma quello che si nega si è solamente che questa seconda  specie  inesistente nella materia abbia una sussistenza
Aggiunge poi Aristotele un' altra questione: « « se ogni  specie  considerata in sè, e non come predicabile, esista veramente
tutt' insiemeDico la materia e ciò che è con essa? » » (la  specie  nella materia). « « Poichè se non c' è, quelle cose che
(4). Se poi c' è qualche cosa, per certo che sarà la  specie  e la forma »(5) ». Quest' è questione diversa dall' altra:
altra: nell' altra si cercava se oltre questi due, 1 la  specie  stessa e 2 il singolare composto di materia e di specie, ci
si cerca se oltre il singolare composto esista la stessa  specie  in sè come sussistente, e risponde di sì, ma dice: « «
« essere difficile determinare rispetto a quali cose questa  specie  ci sia, e rispetto a quali cose non ci sia »(6) ». Toglie
». Toglie dunque a determinare rispetto a quali cose la  specie  in sè non esista separata e sussistente, e prima di tutto
esista separata e sussistente, e prima di tutto esclude le  specie  artistiche, poichè riguarda come cosa manifesta che la
artistiche, poichè riguarda come cosa manifesta che la  specie  della casa non sussiste in sè, ma solo nella casa (1): dove
(1): dove si vede che per Aristotele altro è esistere la  specie  in sè scevra da materia, e altro è esistere separata come
esistere separata come un ente da sè sussistente: poichè la  specie  della casa esiste scevra da materia nella mente dell'
sussistano per sè come enti separati e indipendenti nè le  specie  artistiche, nè le specie delle cose naturali. Pure le
enti separati e indipendenti nè le specie artistiche, nè le  specie  delle cose naturali. Pure le ammette, ma in che modo? Le
ma come appartenenze della mente: la mente poi è quella  specie  che sussiste in sè da ogni altra cosa separata,
divina. Trova dunque indegno della divinità l' ammettere  specie  eterne di cose corruttibili per sè essenti, poichè se così
e come scevera essa dalla materia e riduce in atto le  specie  che si riferiscono agli enti materiati? La mente, dice
non come genere (6), nè come privazione , nè tampoco come  specie  limitata , ma puramente come essere comune a tutti i
con quella. Quello dunque, che Platone disse di tutte le  specie  o essenze, Aristotele restrinse al solo essere , e non si
è Dio sostanza suprema e singolare, l' altro poi è la  specie  comunissima dell' ente. Ora rispetto a tutte l' altre
se non due modi, cioè: 1 la sostanza singolare , 2 la  specie  sostanziale , che non esiste separata da quella, e da sè
e questo è Dio; 2 l' essere comunissimo , che è la  specie  dell' essere che esiste separata nelle menti prese in senso
sostanze finite non si dà scienza, ma si conoscono colle  specie  loro che sono nella mente e col senso. Ma poichè l' essere
Ma poichè l' essere come essere è egli stesso ad un tempo e  specie  universale e singolare sussistente, risulta che si conosca
essere che è sussistente come singolare è anche universale,  specie  universalissima, specie delle specie. L' essere dunque è
come singolare è anche universale, specie universalissima,  specie  delle specie. L' essere dunque è per sè conoscibile. E
specie. L' essere dunque è per sè conoscibile. E poichè le  specie  dell' altre cose sono nella mente oggettivamente presa,
No certamente. Di qualche materia o potenza, di qualche  specie  od atto? In tal caso si supporrebbe che prima dell' essere
pure, perchè la mente non è tratta al suo atto, che da una  specie  di contatto cogl' intelligibili, [...OMISSIS...] (4).
E già abbiam veduto, che Aristotele distingue le  specie  in quelle che sono in natura, e in quelle che servono all'
distinzione osserviamo come Aristotele non concepisca la  specie  unicamente come un' idea, che fa conoscere le cose, ma
nella cosa stessa che non può certamente dare alla pura  specie  ideale , che sta nella mente dell' artista, la quale è
Platone, a cui Aristotele riferisce la distinzione tra la  specie  negli enti naturali, e nei prodotti dell' arte (2). Alla
negli enti naturali, e nei prodotti dell' arte (2). Alla  specie  artistica dunque nega a dirittura, come vedemmo, l'
nega a dirittura, come vedemmo, l' esisenza da sè; delle  specie  naturali non parla così reciso. [...OMISSIS...] Osserviam
su questo luogo che il negare il titolo d' essenze alle  specie  artistiche, riservandolo alle sole specie naturali, che
d' essenze alle specie artistiche, riservandolo alle sole  specie  naturali, che costituiscono la natura delle cose e il
S' osservi anche quell' espressione, « « che d' alcune  specie  non può accadere così » », [...OMISSIS...] , per la quale
, per la quale sembra che consideri come accidentale a tali  specie  il sussistere separate. Con questo egli allude
indubitatamente all' anima intellettiva, che considera come  specie  del corpo corruttibile, negando che preesista al corpo,
corrompendosi accidentalmente questo. Escluse dunque le  specie  artistiche, veniamo alle naturali che oltre esser mezzo del
potenza è eterno », [...OMISSIS...] (1), «e che se c' è una  specie  separabile, questa dee essere in atto », [...OMISSIS...]
(2). Questo principio ci conduce egli a qualche  specie  in atto compiuto e separabile? Primieramente non è da
non è da discorrere della privazione , che si riduce alla  specie  , essendo o il mancamento della specie, o la specie opposta
alla specie , essendo o il mancamento della specie, o la  specie  opposta (3). Di poi, i generi e tutti gli universali
materia (4). In terzo luogo, non possono essere separate le  specie  degli accidenti, perchè questi non hanno l' atto per sè,
tre classi di specie, che rimane? Rimane da sè la mente,  specie  ultimata, e separabile non solo di concetto, ma anche
Gl' intelligibili dunque, per riassumere, sono  specie  e generi, e le specie altre sostanziali, altre accidentali:
dunque, per riassumere, sono specie e generi, e le  specie  altre sostanziali, altre accidentali: queste ricevono il
accidentali: queste ricevono il loro esser da quelle; la  specie  sostanziale è più atto della specie accidentale. I generi
esser da quelle; la specie sostanziale è più atto della  specie  accidentale. I generi poi sono più potenza delle specie, e
delle specie, e ricevono il loro atto in queste (6). Le  specie  sostanziali ancora si considerano o come termini dell' atto
o almen frequente confusione che fa Aristotele tra la  specie  e l' atto . Secondo la prima considerazione, essendo ancora
Aristotele, di non avere abbastanza distinto l' atto dalla  specie  , termine dell' atto (1). Per ovviare dunque l'
dunque l' inconveniente di non ammettere come eterne tali  specie  che in sè contenessero del potenziale, Aristotele pose
e quello non è già un genere, ma una cosa con questa  specie  ultimata. E non basta che le specie sieno attuate e
ma una cosa con questa specie ultimata. E non basta che le  specie  sieno attuate e divenute intellezioni: le specie che
che le specie sieno attuate e divenute intellezioni: le  specie  che appartengono al genere della sostanza precedono alle
al genere degli accidenti, esistono per le prime. Le sole  specie  sostanziali dunque, ossia quell' intellezione che ha per
di tutte. Ma questo non basta ancora per arrivare a quella  specie  che sussiste da sè, secondo Aristotele, cioè alla mente .
ecco come egli lo fa. I generi sono materia delle specie,  specie  in potenza (1). Essendo, specialmente certi generi , quelli
riporsi nella natura separata ed immobile (2). La  specie  sostanziale dunque, presa come forma reale delle cose, è la
generazione e movimento (4). La generazione poi tende alla  specie  sostanziale come a suo fine (5). Tutto si move dunque da
come a suo fine (5). Tutto si move dunque da una  specie  sostanziale ad un' altra specie sostanziale. Operando così
Tutto si move dunque da una specie sostanziale ad un' altra  specie  sostanziale. Operando così la natura, l' ultima e più
così la natura, l' ultima e più eccellente e divina  specie  che perviene a produrre, secondo Aristotele, si è l' anima,
di permutazioni naturali, che producono solamente delle  specie  accidentali, che non riguardano la categoria della
, se non esiste già prima una sostanza della medesima  specie  in atto; laddove gli accidenti nuovi delle cose possono
attività della natura è, secondo Aristotele, annessa alla  specie  come forma reale, così tutta l' attività dell' anima
compresa sotto la denominazione di arte, è del pari la  specie  come idea, ossia mezzo del conoscere. [...OMISSIS...] . E
il primo movimento, che viene dal principio e dalla  specie  e lo chiama intellezione , quello poi che viene dall'
esempio addotto le fregagioni, lo chiama effezione (1). La  specie  dunque tanto nella natura quanto nell' arte è il principio
il principio dell' attività e de' movimenti. Ma se tutte le  specie  nell' anima sono acquisite, come l' anima sarà un principio
Aristotele risponde che la stessa anima intellettiva è una  specie  (2). E dice la mente, come abbiamo più volte detto, « la
(2). E dice la mente, come abbiamo più volte detto, « la  specie  delle specie ». Ma poichè il pensiero speculativo è il
la mente, come abbiamo più volte detto, « la specie delle  specie  ». Ma poichè il pensiero speculativo è il principio e il
Perocchè con questo sviluppo l' anima si provvede di  specie  determinate, di cui si compongono le arti, e ogni specie è
di specie determinate, di cui si compongono le arti, e ogni  specie  è nuovo principio d' azione. Dalle cose vedute fin qui
compendiare la prima in questo modo: « i corpi hanno le  specie  sensibili in potenza ; quando essi affettano un essere
un animale, suscitano nella sensibilità dell' animale le  specie  sensibili in atto . Queste specie sensibili nell' animale
dell' animale le specie sensibili in atto . Queste  specie  sensibili nell' animale hanno le specie intelligibili in
in atto . Queste specie sensibili nell' animale hanno le  specie  intelligibili in potenza . Quando l' animale di cui si
animale di cui si tratta, abbia un' anima intellettiva, le  specie  intelligibili che sono in potenza nella sua sensibilità, si
può intendersi in due modi: quindi due dottrine. O le  specie  sensibili sono in potenza ne' corpi così fattamente, che il
esse sono veramente ne' corpi, unite colla materia. O le  specie  sensibili non sono punto nè poco ne' corpi, ma coll' azione
senziente. Una simile alternativa si faccia rispetto alle  specie  intelligibili: e si avranno le due dottrine che dicevamo.
- Lo vede; e risponde che il corpo riceve l' unità dalla  specie  o forma, con che ammette veramente inesistere ne' corpi
con che ammette veramente inesistere ne' corpi bruti talune  specie  . - Ma che specie sono coteste? Non intelligibili. Forse
inesistere ne' corpi bruti talune specie . - Ma che  specie  sono coteste? Non intelligibili. Forse sensibili? Nè pure
nel subietto senziente non vi produca le sensazioni: le  specie  sensibili non possono essere che passioni del senziente,
ma in tal caso si vuol dire non già che ne' corpi ci sieno  specie  sensibili , ma soltanto una certa forza e virtù d'
e a questa virtù si dà la denominazione impropria di  specie  sensibili in potenza. Parliamo dunque chiaro: ne' corpi non
eccitate poi, sono nel medesimo in atto. Poichè dove le  specie  sensibili sono in potenza, ivi solo s' intende che possano
un atto esistente (1) » », e un atto dello stesso genere e  specie  (2). Ora, il corpo materiale non avendo nulla di sensitivo
questo movimento locale è in effetto nello stesso genere e  specie  della potenza che egli ha di moversi localmente: la
sensitivo che in potenza trovasi nello stesso genere e  specie  dell' atto della sensazione particolare, perchè l' anima
(3). La natura corporea dunque ed inanimata non ha  specie  sensibili (4): ma queste, se specie si voglion chiamare,
ed inanimata non ha specie sensibili (4): ma queste, se  specie  si voglion chiamare, appartengono ad un' altra natura, a
dello spirito. Indi l' illusione di credere, che le  specie  sensibili appartengano ai corpi esterni. E poichè la loro
degli elementi, perciò sembra che alcune di queste  specie  rimangano in potenza, altre poi sorgano all' atto. Ora su
E` dunque del pari falso, che quelle che Aristotele chiama  specie  sensibili sieno in potenza intelligibili . Infatti, si può
un ragionamento del tutto simile al precedente: che nelle  specie  sensibili non c' è affatto nulla dell' intelligibile; e
dottrina i corpi esterni sono cause occasionali delle  specie  sensibili, e le specie sensibili cause occasionali delle
esterni sono cause occasionali delle specie sensibili, e le  specie  sensibili cause occasionali delle intelligibili. E queste
è contradditorio. Convien dunque intendere che altro sia la  specie  della pietra nella mente, ed altro sia la forma o atto
ugualmente alla forma reale della materia reale, e alla  specie  intellettiva. Non distingue mai chiaramente queste due cose
di potenza e di atto , che non possono convenire; poichè la  specie  intellettiva ha nella mente tanto l' essere suo potenziale,
a riconoscere l' infinita differenza, che passa tra la  specie  intellettiva della cosa (e in questa specie tra la forma
passa tra la specie intellettiva della cosa (e in questa  specie  tra la forma ideale e la materia ideale) e la cosa reale (e
la mano è l' istrumento degli strumenti, e l' intelletto la  specie  delle specie, e il senso medesimamente la specie de'
la specie delle specie, e il senso medesimamente la  specie  de' sensibili » » (1). Vedesi che anche qui per Aristotele
comprende tutti gl' intelligibili. E per la stessa guisa è  specie  indeterminata delle specie determinate. Anche delle specie
E per la stessa guisa è specie indeterminata delle  specie  determinate. Anche delle specie sensibili? Così parve agli
specie indeterminata delle specie determinate. Anche delle  specie  sensibili? Così parve agli scoliasti doversi intendere quel
» (1). Nè noi ripugniamo, osservando solo che se la mente è  specie  delle specie sensibili, già con questo s' ha, che le specie
ripugniamo, osservando solo che se la mente è specie delle  specie  sensibili, già con questo s' ha, che le specie
specie delle specie sensibili, già con questo s' ha, che le  specie  intelligibili sieno poste dalla mente là, dove sono le
intelligibili sieno poste dalla mente là, dove sono le  specie  sensibili o i fantasmi; e in tal caso le specie
sono le specie sensibili o i fantasmi; e in tal caso le  specie  intelligibili non sono nè pure in potenza ne' fantasmi, se
la mente è data dalla natura, dice Aristotele, ed ella è la  specie  intelligibile delle specie sensibili. Onde anche dice, che
dice Aristotele, ed ella è la specie intelligibile delle  specie  sensibili. Onde anche dice, che « « l' intellettivo intende
Onde anche dice, che « « l' intellettivo intende le  specie  ne' fantasmi » » (2). Ora questo «to noetikon» è quel
la sensazione, ma insieme con questa » » (3). Onde nè le  specie  intellettive sono i fantasmi, nè qualche cosa che sia
specie, ma quelli che ricevono nell' anima intellettiva la  specie  della mente, e così s' intendono; sono dunque, come diceva
o rinunziare a parlare di essi. Nè si sottraggono alla  specie  per essere trascorrevoli e rimutabili; perchè c' è anche la
per essere trascorrevoli e rimutabili; perchè c' è anche la  specie  immutabile del mutabile. Concludiamo dunque, che il divino
essere eterno nell' individuo, s' eterna, come può, nella  specie  , [...OMISSIS...] . Pone ancora il principio, che sia « «
del corpo »carattere, che essendo generico è comune ad ogni  specie  di anime, ne viene la conseguenza, che quantunque l' atto
(1), e cioè nelle opere della natura deve preesistere la  specie  e nell' acquisto delle notizie, ce ne deve essere sempre
generazione di cose composte di materia e di forma, la  specie  ossia l' atto operante non è separato, onde dice parlando
dell' uomo che « « un tale nascimento avviene per la  specie  , poichè colui che genera è tale » » (2), cioè ha quella
cioè ha quella specie, è in quell' atto. Ma nell' arte la  specie  operante è senza materia, e dice che alcune cose si fanno a
natura di materia, cioè di potenzialità relativamente alle  specie  e alle definizioni (5), e non sono l' essere delle cose, ma
, ora scappandogli questo di mano, vi parla come fosse la  specie  piena , o l' individuo vago , ora come fosse la specie
la specie piena , o l' individuo vago , ora come fosse la  specie  astratta . Questi tre modi dell' individuo, che è la
confusione (3). Spesso dunque sembra non s' accorga che la  specie  stessa è universale, e la considera piuttosto come un
. I generi poi li considera come universali, e  specie  in potenza. E appunto perchè i generi, ossia, come egli
separati, ma solo insiti nelle specie; laddove le  specie  , almeno alcune, riconosce dover sussistere separate da
che la ragione della corruzione nasce dall' unione della  specie  o ragione e della materia: [...OMISSIS...] . E prosegue a
i generi non sono elementi componenti gli enti, laddove la  specie  è uno dei due componenti integrali degli enti: di che
due componenti integrali degli enti: di che parrebbe che la  specie  non potesse esistere separata e i generi sì. Dall' altra
enti già composti de' due loro elementi, la materia e la  specie  o nelle specie stesse (2). E` dunque da considerarsi, che
de' due loro elementi, la materia e la specie o nelle  specie  stesse (2). E` dunque da considerarsi, che la questione che
la questione che si fa: « se possano esistere separate le  specie  o i generi », riguarda la materia: cioè si domanda con essa
Se non possono sussistere, molto meno i generi che delle  specie  si predicano, e così sono un loro elemento iniziale. Se sì,
diversa e domandare « se possano esistere divisi dalle  specie  »(1). Ammette dunque Aristotele o non ammette qualche
ammette qualche natura separata dalla materia? E questa è  specie  o genere? - Che la ammetta, dopo quello che abbiamo detto,
accuratamente due significati in cui sono presi i vocaboli  specie  e genere . Talora s' intende sotto il nome specie o genere
vocaboli specie e genere . Talora s' intende sotto il nome  specie  o genere la natura significata da queste parole: talora poi
(2). Ora il proprio ed unico significato delle parole  specie  e genere , secondo l' uso moderno, è quello di significare
Ora solo in questo secondo significato da' moderni si dice  specie  . Ma gli antichi lo prendevano ora nel primo, ora nel
più la suscettività che ha questa natura di essere in molte  specie  , e solo in questo secondo significato è propriamente
individui, dal che acquista la propria significazione di  specie  e di genere, allora lo trova impossibile. Da questi due
esistere in sè: non possono dunque coteste idee che sono  specie  o generi e però indeterminati, esistere come enti da sè » »
a rendere gl' intelligibili determinati. In fatti, le  specie  sono quelle che determinano la materia e che la fanno
« questo qualche cosa » » «tode ti». Ora fin a tanto che la  specie  informa la materia, ne risulta un composto determinato a
atti, e con questi soli si determina. Ma non così quando la  specie  stessa si divide dalla materia: quella allora è
a più generi. Come si potrà dunque fare a spingere questa  specie  separata fino all' ultima sua determinazione? L'
specie, a un atto intelligibile ulteriore, quando da molte  specie  ne cava de' generi, e da questi generi de' principŒ, e da
in esempio le linee: di linee nulla si compone, non sono  specie  che informino qualche ente come sarebbe l' anima, nè sono
» » (2). Distingue dunque Aristotele manifestamente due  specie  d' intelligibili , gli uni che si fanno «to logo,»
delle sensazioni, benchè essi non sono sentiti. Ora le  specie  intelligibili de' sensibili non sono realmente separate, ma
detto prima, cioè che « « l' intelligibile è uno solo di  specie  » » [...OMISSIS...] . Quest' intelligibile uno di specie è
di specie » » [...OMISSIS...] . Quest' intelligibile uno di  specie  è quello che inesiste nella mente, e la costituisce in
Che cosa viene a dire che « l' intelligibile è uno di  specie  »? Quando più cose sono uno di specie, allora in ciascuna
specie, allora in ciascuna di esse conviene che ci sia la  specie  identica. Se dunque gl' intelligibili sono tutti un solo di
sono tutti un solo di specie, conviene, che la stessa  specie  intelligibile sia in ciascuno. C' è dunque un intelligibile
« l' idea dell' essere ». Quest' idea dunque è la  specie  per sè intelligibile, la mente in atto, e quella che è in
che è in potenza tutti gli altri intelligibili: perchè la  specie  presa da sè è in potenza tutti gl' individui ch' ella poi
ma è uopo arrivare ad una prima materia e ad una prima  specie  (2) e, in ogni ordine di cose, ad una prima causa. Convien
ad una prima causa. Convien dunque che ci sia una prima  specie  che produca le altre; e questo è l' intelligibile
comunissimo, uno di specie, ossia la Mente. Ma questa prima  specie  , che non può essere generata, non è come le idee di
esser comune alle ousie seconde, cioè ai generi e alle  specie  (1), è anche in altre cose come nel quanto. 5 Una sostanza
sostanza, ed anzi li ammette. Trova impossibile ridurre la  specie  alla materia , chè materia e specie hanno tra loro non
impossibile ridurre la specie alla materia , chè materia e  specie  hanno tra loro non contrarietà ma opposizione come l' atto
così trova ugualmente necessario ammettere una prima  specie  , un primo intelligibile. Solamente egli riconosce che non
specie, perchè rimarrebbe mera potenza senz' atto; ma la  specie  sì, perchè è atto, ed ammette da sè sola i caratteri della
causa finale dee essere un primo intelligibile, e però  specie  , e questa un primo appetibile e però fine , e questo,
loro esistenza individuale, e quella che loro viene dalle  specie  e da' generi: e questa è quella che importa al nostro
cosa essere una, quando « « il subietto sia indifferente di  specie  »(3) ». La materia, come vedemmo, è il subietto per
l' oscurità del parlare. Quando contrappone la materia alla  specie  , allora si dee intendere necessariamente d' un subietto
corporeo o reale. Ma qui « il subietto indifferente di  specie  »è il reale o l' ideale? Il contesto sembra indicare che
(4) e similmente circa le ousie incomposte » » (le  specie  e i generi), e ciò perchè tutte queste essenze sono essere
unifica, e in due modi, obbiettivamente per l' unità della  specie  colla quale le pensa, e subiettivamente per l' unità di sè
secondo il quanto ella intende, ma l' indivisibile di  specie  in un tempo indivisibile e coll' indivisibile dell' anima »
cose. Convien dunque che intenda anche un indivisibile di  specie  che comprenda tutte le cose: ora questa specie che tutto
di specie che comprenda tutte le cose: ora questa  specie  che tutto rende indivisibile, non può essere altra che
riconosce necessario in ogni serie di cause, anche nelle  specie  (causa formale): conviene in ogni cosa fermarsi, «anagke
mutando i suoi termini, la figura e il luogo, occasiona le  specie  sensibili , che sono appunto figure di essi diversamente
come fondo e radice, ossia senso comune . . Che queste  specie  sensibili diventano altrettante determinazioni dell' essere
intelligente e mente subiettiva, danno luogo ad altrettante  specie  intelligibili . Tutti gli intelligibili dunque sono
poi non viene dall' intelligibile stesso, che è una  specie  sola; ma dalle relazioni diverse con un elemento straniero,
a quell' ultima specie, che si chiama mente. Quest' ultima  specie  riesce così perfetta, che non ha più bisogno della potenza
Ma perchè in un corpo si svolga questo novo atto e  specie  sostanziale, si esige che già ci sia prima in atto la mente
E poichè l' attività della generazione viene dalla  specie  , convien dire che, secondo i principŒ aristotelici, la
all' anima dal di fuori? Certamente come tutte le altre  specie  avvengono agli enti generabili, cioè mediante quell'
di materia e di forma; in questo conseguono una  specie  che mente si dice, che è separabile da essi essendo ente da
mente alle conseguenze, si sarebbe accorto che la parola  specie  ha due significati diversissimi, e che è di tutt' altra
significati diversissimi, e che è di tutt' altra natura la  specie  nel senso d' idea o lume della mente, e la specie nel
natura la specie nel senso d' idea o lume della mente, e la  specie  nel senso, com' egli suol usarla, di atto sostanziale o di
Laonde quando dice, che « « l' arte è il principio e la  specie  di ciò che si fa, ma in un altro »(1) », gli rimaneva a
medesima. Ma egli ci dice, come vedemmo, che è la stessa di  specie  e non di numero. Ma « la specie identica di specie »è una
vedemmo, che è la stessa di specie e non di numero. Ma « la  specie  identica di specie »è una logomachia, ed è una
di specie e non di numero. Ma « la specie identica di  specie  »è una logomachia, ed è una contraddizione, poichè la
»è una logomachia, ed è una contraddizione, poichè la  specie  identica di specie non è che la specie identica di numero,
ed è una contraddizione, poichè la specie identica di  specie  non è che la specie identica di numero, chè qualunque
poichè la specie identica di specie non è che la  specie  identica di numero, chè qualunque differenza avessero le
identica di numero, chè qualunque differenza avessero le  specie  tra loro costituirebbero un genere e non potrebbero più
tra loro costituirebbero un genere e non potrebbero più  specie  aver di comune la specie. D' altra parte la domanda è
comune la specie. D' altra parte la domanda è questa: « la  specie  idea, è identica coll' atto reale della cosa »? Il dire che
coll' atto reale della cosa »? Il dire che è identica di  specie  suppone che quest' atto reale sia la stessa specie: suppone
filosofo, ma confermiamole con un' altra. Prendiamo una  specie  reale, e questa sia l' anima. Egli vi dice che « « niuna
ossia l' idea, e la forma della cosa reale, sono forme o  specie  dette così equivocamente. Non c' era dunque bisogno di
ripugnante che l' ultimo atto di molte nature della stessa  specie  riesca ad essere identico di numero, parrà impossibile ad
sono tanti di numero quanti gli enti, eppure della stessa  specie  ; oltre quegli atti distinti c' è dunque una specie comune
stessa specie ; oltre quegli atti distinti c' è dunque una  specie  comune , e questa una di numero. In tal caso si tornerebbe
a distinguere, contro la sentenza d' Aristotele, la  specie  dall' atto impropriamente detto specie. Ma non potrebbe
impropriamente detto specie. Ma non potrebbe esserci una  specie  che, essendo una di numero, e avente una propria
numero veramente unica: e si potrebbe dire che è la stessa  specie  sussistente. Ma come questo derivi dal ragionamento
superficialmente, sembra condurre a un Primo motore uno di  specie  e non di numero. E veramente ogni cosa tende al Bene, ma
che appetisca, se così si vuol parlare, una mente uguale di  specie  a quella del suo generatore che è la sua causa motrice. Ma,
è intellettiva se non aspira e tende col suo appetito a una  specie  più sublime e del tutto incorporea, che dal corpo non può
seme, [...OMISSIS...] . Dunque l' appetito tendente alla  specie  è nel corpo e in tutti gli enti naturali, ma l' ultimo
uguale di specie. Ma se uguale di specie, c' è dunque una  specie  comune anteriore alla mente divina e alla nostra, il che
nel contemplare, [...OMISSIS...] (6). Riconosce dunque una  specie  comune negli atti contemplativi. Ma la specie comune è
dunque una specie comune negli atti contemplativi. Ma la  specie  comune è anteriore a quelli che ne partecipano, non essendo
non essendo che un elemento di essi (1): ammette dunque una  specie  anteriore agli Dei ed agli uomini: quest' è un ammettere
una parte è costretto ad ammettere il divino ultimato, la  specie  ultimata, Dio stesso nella natura, il che conduce ad una
una sorte di panteismo (1); per la composizione poi della  specie  divina colla materia (2), da un' altra, venuto a certi
pensiero, e torna a confessare, che la mente umana e le  specie  ultimate della natura non sono più, come Platone diceva,
di cui una cosa più o meno partecipi, il che conduce ad una  specie  comune , che sarebbe necessariamente un' idea di Platone,
più una sostanza o mente reale in cui risieda, perchè  specie  comune alla prima e all' altre menti e però anteriore a
il cielo, come costituisce poi le menti degli uomini e la  specie  pura a cui tende tutta la natura? Questo miscuglio di
potrebbe essere la mente (1). Ma la mente è il luogo delle  specie  pure di materia, e le specie pure di materia sono immobili
Ma la mente è il luogo delle specie pure di materia, e le  specie  pure di materia sono immobili ed anteriori alle specie
e le specie pure di materia sono immobili ed anteriori alle  specie  unite alla materia: poichè le specie sono la causa formale
ed anteriori alle specie unite alla materia: poichè le  specie  sono la causa formale delle cose, causa incorruttibile ed
convien fermarsi ad un principio, anche nell' ordine delle  specie  (5). Laonde se non c' è un primo non c' è niuna causa (1).
perchè anche la generazione tende ad un fine, ad una  specie  sostanziale, ed è media tra l' ente e il non ente: convien
(6). Poichè la natura opera come l' arte mediante la  specie  insita in essa, e ciò che ha questa specie in potenza tende
arte mediante la specie insita in essa, e ciò che ha questa  specie  in potenza tende di pervenire all' atto come a suo fine
sebbene a torto, come vedemmo (3). Non nega dunque le  specie  platoniche, ma le dichiara insufficienti a portare da sè l'
Aristotele? L' intelligibile, il desiderabile: una prima  specie  e ad un tempo intellezione divina, che niente opera per sè;
e non introduce un terzo principio, ma alla stessa idea o  specie  prima dà ad un tempo la qualità di specie, di motore e di
un tale esempio dalla medicina, dove dice che oltre la  specie  della sanità e oltre il partecipante che tien luogo di
che tien luogo di materia, c' è il medico che applica la  specie  al partecipante come causa motrice; e così, aggiunge,
mente obiettiva, i bruti ne sono privi, ma se divina è la  specie  , tutte le cose ne sono partecipi, sebbene, essendo in esse
le cose ne sono partecipi, sebbene, essendo in esse la  specie  alla materia congiunta, riman cieca, intelligibile, ma non
delle parti componenti il corpo umano, non però la  specie  , che appartiene al seme (4): e questo calore non è già
[...OMISSIS...] (3). Il che è lo stesso che ammettere una  specie  di creazione eterna e continua. Non attribuendo dunque un
un essere suo proprio alla materia, rimane che l' ente sia  specie  o forma , e certamente forma universale. Di che deduce che
e questa ancora sarebbe essere [...OMISSIS...] (4). Questa  specie  dunque, cioè l' essere, è necessaria. Ora da ciò che è
potenza ammette de' contrarŒ cioè è suscettivo d' avere una  specie  o la sua contraria, d' aver un certo atto e di non averlo:
altra si trovi predicato universalissimo de' generi, delle  specie  e degli individui (secondo una maniera puramente dialettica
essenza prima. Ora i veri predicabili dell' essenza sono le  specie  e i generi essenziali, ed indicano una qualità, un modo,
ideale dalla reale e affermativa. Sotto il nome di  specie  essenziale ( ousia categorica) egli intende talora la
essenziale. Variando dunque di significato la parola  specie  (e proporzionatamente si dica il medesimo della parola
essere in potenza) sia sempre attribuito da Aristotele alle  specie  che si riducono in generi, e che fuori di queste non si
può sussistere da sè nessun ente, nessuna quiddità, nessuna  specie  che non sia pienamente determinata; se non è determinata
e Dio. [...OMISSIS...] . E che cos' è quest' ascendere di  specie  in specie fino all' ultima specie, se non andare da una
. E che cos' è quest' ascendere di specie in  specie  fino all' ultima specie, se non andare da una specie a cui
in specie fino all' ultima specie, se non andare da una  specie  a cui resta qualche materia e potenzialità, e non è
e potenzialità, e non è ultimata, fino a trovare una  specie  che non abbia materia alcuna e sia puro atto? Poichè dice,
[...OMISSIS...] (1). Riconosce dunque che ci debbono essere  specie  sussistenti da sè ed eterne altrettanto che Platone;
(2). Avendo dunque fatto consistere l' ultimazione della  specie  nell' essere questa non solo intelligibile ma intelligente,
della materia, la quale non è qualche cosa se non per la  specie  (5). Ma gioverà indicare altresì da che fosse indotto
che in esso tutto si veda contenuto: e però tutte le  specie  sono in lui, ond' anco la mente è detta da Aristotele « il
ond' anco la mente è detta da Aristotele « il luogo delle  specie  ». Ma come l' ente contiene le specie? Aristotele, come
nel principio subiettivo dell' intellezione) contiene le  specie  di tutte le cose finite, come il circolo contiene tutte le
(3). Onde dunque, secondo Aristotele, l' origine delle  specie  finite? - Dalla tendenza, crediamo noi, che egli dà alla
e gradi, secondo il proprio nativo potere, nascente dalla  specie  che già hanno e che tende a riprodursi con eterno circolo.
arrivare nessuna di esse al sommo, accade che si vestano di  specie  varie, che non adeguan la prima, ma tengano tutte qualche
la prima, ma tengano tutte qualche cosa di essa. Così le  specie  limitate, che informano gli enti naturali e corruttibili ed
di nuovo, ma non fanno che riprodursi, perchè tutte le  specie  sostanziali sono ab aeterno in natura, non già separate ma
è la stessa mente divina (se identica di numero o solo di  specie  difficilmente si può definire) (2), e però in sè non ha che
ad un corpo sensibile, dal sentimento raccoglie le  specie  e i generi, valendosi di quel lume che la forma, cioè dell'
intelligibili, l' uomo all' incontro accogliendo anche le  specie  finite delle cose naturali, conosce queste oltre di quelli.
come pure la materia reale inesiste e sussiste nella  specie  (6). Ora la materia inesistendo nella specie riceve da
sussiste nella specie (6). Ora la materia inesistendo nella  specie  riceve da questa insieme coll' esistenza l' unità , e un'
pietre e mattoni ma sono casa, quando hanno ricevuta questa  specie  o forma (1). Ma quest' unità e questa quiddità degli enti
quiddità degli enti finiti è forse data loro dall' ultima  specie  cioè da Dio? Aristotele insegna espressamente di no, ma
è generato o prodotto da un altro che ha già quella  specie  finita che comunica; 2 ma che l' ente generante o
di atto, attribuisce la comunicazione della propria forma o  specie  a quelli che ancora non l' hanno e la possono da essi
prova decisiva di quello che dicevamo, che Aristotele fa la  specie  nella mente identica di natura alla specie che informa le
Aristotele fa la specie nella mente identica di natura alla  specie  che informa le cose reali, perchè dice le opere dell' arte
cose reali, perchè dice le opere dell' arte formate dalla  specie  nella mente dell' artista allo stesso modo come le opere
artista allo stesso modo come le opere della natura dalla  specie  che è nel loro generante. Ed essendo identica questa
pure nella mente vengano i ragionamenti (2). Dalla stessa  specie  vengono queste tre cose; la teoria è comune, la specie la
specie vengono queste tre cose; la teoria è comune, la  specie  la stessa: altrimenti il ragionamento aristotelico sarebbe
il ragionamento aristotelico sarebbe un gioco di parole. La  specie  dunque contiene in sè i singoli enti, ed è la ragione del
(4): gli elementi inesistenti appartengono alla materia, la  specie  poi non è un elemento, ma un principio, una causa dell'
che dà la forma e l' unità alle singole cose, ma è la  specie  loro preesistente, [...OMISSIS...] . Come dunque dice che
tuttavia tutte le forme. E infatti come la materia è nella  specie  (1), così le specie sono contenute nel genere, che
E infatti come la materia è nella specie (1), così le  specie  sono contenute nel genere, che costituisce l' unità e
e identità delle cose che differiscono d' essenza ossia di  specie  (2); i generi poi sono contenuti nell' essere, che si dice
essere a tutte comune, e che tutte contiene. Se dunque le  specie  degli enti naturali sono eternamente in questi, e quelli
questo Bene, si considera da Aristotele come scevro da ogni  specie  finita , e nel primo modo separato di concetto,
separato dunque, il Dio d' Aristotele, non ha in sè le  specie  finite, ripugnanti alla sua perfezione, è del tutto
non produce il mondo alla guisa d' un artefice, e le  specie  stesse delle cose non sono in Dio, ma nè tampoco la causa
causa efficiente o la forza, [...OMISSIS...] (1): quando le  specie  o forme delle cose mondiali sono e sono sempre state ab
loro essenza e causa formale, o specie; epperò tutte le  specie  e le categorie, a cui come in classi si riducono, formano
che è. Ma non esisterebbe questa scienza, se le essenze o  specie  delle cose non si potessero riferire all' essere come
uno costituisce il fondo di tutte, poichè non potendo le  specie  degli enti mondiali sussistere separate, rimarrebbero molti
perchè esista la materia, trovasi che questa causa è la  specie  o essenza specifica (1). Ora di questa essenza specifica,
Poichè gli elementi materiali prima di essere uniti dalla  specie  o essenza specifica non hanno nome, nè sono qualche cosa
riceve il nome della specie, per esempio casa , e così la  specie  casa è divenuta questa casa reale [...OMISSIS...] (5): non
ma esclude dall' esistere, così separate e da sè, le  specie  artistiche, dicendo che fors' anco esse non sono essenze
parla in un modo vacillante, prendendole talora per vere  specie  operanti (1) talora poi negando che sieno essenze
fine ultimo d' ogni movimento. Onde in generale l' atto, o  specie  de' corruttibili, per Aristotele è ciò che si predica d'
la natura le sue forme. Apparisce però costantemente che le  specie  sono contenenti, e la materia è contenuta, onde il cercare
esempio: « « la causa, perchè esiste un uomo, è una data  specie  d' animale »(2) », cercare perchè un uomo è un uomo, è
cose è vero, ma l' uno comune, non proprio delle singole  specie  e generi (1). L' essere attualissimo adunque è ideale e
col suo conato a gradi diversi: il primo è quello delle  specie  degli enti inanimati ; il secondo è quello delle specie di
specie degli enti inanimati ; il secondo è quello delle  specie  di vegetabili , il cui complesso, e il cui nesso è la vita
nesso è la vita o anima vegetativa; il terzo è quello delle  specie  sensibili , il cui complesso e il cui nesso è la vita o
che costituisce l' animale; il quarto grado è quello delle  specie  intellettive , il cui complesso e il cui nesso è l' anima
intellettiva. Ogni ente mondiale è costituito da una sola  specie  sostanziale che gli dà l' essere (1), e perciò non può
essere prende più o meno dell' atto, e così è piuttosto una  specie  che un' altra (2), [...OMISSIS...] . Aristotele dunque pone
. Aristotele dunque pone una vera identità tra la  specie  nella cosa e la specie nella mente, salvochè questa è
dunque pone una vera identità tra la specie nella cosa e la  specie  nella mente, salvochè questa è considerata separatamente
enti, che acquistano l' unità da un nuovo atto sostanziale,  specie  od essenza specifica: e gli elementi hanno ragione di
vale perfezione (da «enteleches») e si potrebbe tradurre  specie  finiente o finita , rispondente al «to peras,» e al «to
Essa è una facoltà che ha l' anima umana di raccogliere le  specie  sparse nella natura (per mezzo de' sensibili, nel modo che
[...OMISSIS...] ; una facoltà di trovare in queste stesse  specie  ciò che v' è di più universale, i generi fino all'
le ragioni. Piuttosto è da dirsi che Aristotele ammetta due  specie  d' induzione: l' una è quella che riguarda una collezione
uomo sapere ciò che sia nelle cose indifferente secondo la  specie  , se non conoscesse immediatamente la specie? la quale per
ridurre in atto gl' intelligibili in potenza, cioè le  specie  sparse nella natura, s' egli stesso non avesse una mente in
e nel posteriore come identica. Le forme tutte dunque o  specie  sono quelle che chiama «analloiota, apathe,» e altrove
per via d' imitazione o di partecipazione delle  specie  (3). E accusa oltracciò Platone di non aver fatto uso se
se non si collocasse il principio del moto nelle  specie  stesse (2) e nella materia tendente alla forma. Riconosce
esitante, e talora ritrarne il piede, ora dare alla  specie  la mente (subiettiva) per spiegarne l' azione, ora
la forza, [...OMISSIS...] , ora mettere in dubbio che tali  specie  sieno veramente essenze. - In quarto luogo , o le specie
specie sieno veramente essenze. - In quarto luogo , o le  specie  delle cose naturali sono identiche colla prima e suprema
di diversa natura. Se sono identiche, essendo tutte una  specie  sola senza differenze, perchè si suppone che sieno molte e
a quella, in modo che ciò che ha l' una solo convenga nella  specie  o nell' idea medesima. La similitudine in fatti è fondata
reali diverse di numero sono identiche di specie, e molte  specie  identiche di genere, e tutt' i generi identici in quanto
Ottimamente. Ma la forma che è in ciascuno, cioè la loro  specie  sostanziale (per fermarci a questa), tostochè è nella mente
che nel concetto sono i medesimi, è dunque distinta la  specie  nella mente, che è il concetto e che è uno e comune, dalle
nella mente, che è il concetto e che è uno e comune, dalle  specie  reali che sono più e proprie di ciascun ente. Ci hanno
ciascun ente. Ci hanno dunque due maniere di specie, e le  specie  reali o imiteranno o parteciperanno delle specie mentali:
e le specie reali o imiteranno o parteciperanno delle  specie  mentali: siamo dunque ricondotti di novo alle specie
delle specie mentali: siamo dunque ricondotti di novo alle  specie  platoniche, di cui i sensibili non sono che imagini: e la
platoniche, di cui i sensibili non sono che imagini: e la  specie  nella mente dell' artefice non sarà operativa, ma
sua opera distinta dalla specie, nè si potrà dire, che la  specie  della sanità nella mente del medico sia la sanità nell'
più che Aristotele stesso è obbligato a confessare che la  specie  nella mente dell' artefice nulla patisce: che se nulla
e il nominarsi delle cose venga dalla predicazione delle  specie  (3). Ma il nodo più duro a sciogliere nella dottrina d'
Poichè questa stessa è ella una o più? E se una, è una di  specie  o anche di numero? E se è una mente sola di specie, ma
specie, ma molte di numero, anche le menti dunque hanno una  specie  comune , l' idea della mente, che dev' essere anteriore
perchè distrutta la mente non è distrutta con questo la sua  specie  e possibilità, ma sì viceversa. Ora, che la mente sia una
valore se ci potessero essere più menti o di numero o di  specie  diverse. In fatti più menti diverse di numero colla stessa
cagionato almeno più individui: più menti diverse di  specie  anche diverse specie di enti. Attribuisce dunque puramente
più individui: più menti diverse di specie anche diverse  specie  di enti. Attribuisce dunque puramente alla diversità delle
umana, colla quale non può nè manco aver nulla di comune nè  specie  nè genere. Nello stesso tempo apparisce come questa
che tutto ciò che è moltiplice di numero ed uno solo di  specie  ha materia, [...OMISSIS...] , col qual principio vuol anco
conseguenza, che la mente è, e non può esser altro che una  specie  sussistente avente il finimento di sè in se medesima. Ma
astri? Si dovrà probabilmente dire, che sono altrettante  specie  diverse, ciascuna sussistente ed una di numero. Ma in tal
il convenire solamente nel genere non impedisca che la  specie  subordinata possa esser una di numero, ultimata e
la specie, essendo atto, non ha materia. In questo caso la  specie  non determina e informa alcun subietto materiale, ma è ella
certi confini. Aristotele riduce gl' intelligibili ossia le  specie  alle dieci categorie. Ma avverte, che la sola specie
le specie alle dieci categorie. Ma avverte, che la sola  specie  sostanziale può essere spinta ad un atto che si costituisca
da sè, e che meriti il nome di entelechía, ossia  specie  che ha il proprio finimento in se medesima (3), quando le
ha il proprio finimento in se medesima (3), quando le altre  specie  non sono che per la sostanza e però hanno un' esistenza
talora Aristotele paragona al non ente (4). Laonde le sole  specie  sostanziali sono eterne nella natura, e se una di esse non
non potrebbe più essere rinnovata (5). All' incontro le  specie  accidentali non è necessario che sieno eterne in atto nel
che ci sieno in potenza, per esservi poi attuate dalla  specie  sostanziale in cui sono. Quindi ancora la specie
dalla specie sostanziale in cui sono. Quindi ancora la  specie  sostanziale è il massimo intelligibile (6). Quando dunque
è il massimo intelligibile (6). Quando dunque una  specie  sostanziale perviene ad un atto puro in cui si libera dalla
accade nella generazione umana rispetto all' anima che è la  specie  del corpo, anzi solo rispetto a quella parte dell' anima
la mente. La mente umana dunque è la più eccellente tra le  specie  sostanziali che quaggiù si trovino, la quale, uscendo dalla
menti; la subiettiva poi è nella natura, e si svolge da una  specie  in potenza che perviene fino all' atto della pura
fino all' atto della pura intuizione. Ma questa è una  specie  sostanziale , in cui le specie accidentali inesistono.
intuizione. Ma questa è una specie sostanziale , in cui le  specie  accidentali inesistono. Queste non sono necessarie alla
che la mente umana va acquistando sono appunto queste sue  specie  accidentali; e come la specie sostanziale ha tutte le
sono appunto queste sue specie accidentali; e come la  specie  sostanziale ha tutte le accidentali in potenza, così pure
Poichè si prenderanno per mente, o sia per divinissimo, le  specie  di cui ogni ente anche inanimato è fornito? In tal caso
incontro la mente umana, che è l' ultimo atto, l' ultima  specie  sostanziale a cui può giungere la natura: 1 Nascendo per un
(3); 4 La mente umana uscita dalla natura come  specie  sostanziale pervenuta allo stato d' entelechia , non avrà
solamente l' ottimo, ma altre cose ancora che sono le  specie  della natura, le quali ella acquista coll' induzione,
separandole dalla materia, che così diventano sue proprie  specie  accidentali, ond' ella è detta specie delle specie. E qui
diventano sue proprie specie accidentali, ond' ella è detta  specie  delle specie. E qui ha luogo la distinzione tra la mente
cioè la vista intellettiva e subiettiva dell' anima vede le  specie  ne' sensibili, allora ella acquista tali nuove specie, e
colla morte dell' uomo, e non si conserva la memoria delle  specie  acquistate, perchè queste si vedono nelle sensazioni e
nomina come peritura [...OMISSIS...] , intenda le  specie  acquistate coll' uso dei sensi per induzione, vedesi
chiaramente dall' unirla alla memoria , che suppone tali  specie  già acquistate. All' incontro che la mente tanto fattrice
Dice dunque che questa mente, che non ha ancora ricevuto le  specie  « deve essere impassibile, suscettiva delle specie, e che
impassibile, suscettiva delle specie, e che sia queste  specie  in potenza »(2). Qui parla chiaramente della mente ancora
è puramente il possibile (3), non avendo ancora niuna delle  specie  naturali in atto, ma solo il possibile, che è quanto dire
una stessa ed identica mente, anteriore all' acquisto delle  specie  naturali, che poi formano la mente passiva . Questa mente
la mente non pensi sempre, e l' attribuisce all' essere le  specie  unite colla materia, onde il pensiero intermittente, di cui
arrivare a pensare queste specie, ha bisogno di separare le  specie  dalla materia perchè la mente se le approprŒ (3). Ma per
i colori che sono in potenza (5), così la mente fa delle  specie  che sono ne' sensibili e nelle cose materiali. La mente in
in atto rispetto a se stessa ed è in potenza rispetto alle  specie  che sono unite colla materia negli enti naturali (1).
è solo in potenza. Se quest' intelligibile nelle cose è una  specie  sostanziale tale, che giunga a spogliarsi della potenza e
è « « la potenza priva di materia di tutte l' altre  specie  che sono nelle cose » » [...OMISSIS...] (1). Dal qual luogo
la connessione che pone Aristotele tra la mente umana, e le  specie  che sono negli enti composti di materia e di forma. Una di
negli enti composti di materia e di forma. Una di queste  specie  sostanziali diventa mente ed ha in potenza tutte le altre.
tutte le altre. All' occasione delle sensazioni, le altre  specie  che ha in se stessa in potenza, si attuano, e così s'
potenza, si attuano, e così s' arrichisce di cognizioni. Le  specie  dunque nelle cose sono identiche a quelle nella mente (2),
nella mente (2), e sono contenute nella mente come in una  specie  maggiore che è in atto, quasi accidenti della medesima, i
atto: « « l' intelligibile dunque propriamente è uno di  specie  » », [...OMISSIS...] , il che è quanto dire, è una specie
specie » », [...OMISSIS...] , il che è quanto dire, è una  specie  sola, che abbraccia l' altre come sue attuazioni
mente poi quando si considera in relazione all' altre  specie  che sono miste di materia e di forma, dicesi da una parte
fattrice o agente in quanto ha virtù d' attuare in sè le  specie  naturali scevre di materia, all' occasione delle
e dicesi mente in potenza , in quanto ha queste stesse  specie  in potenza; dicesi poi mente passiva , in quanto ha attuate
poi mente passiva , in quanto ha attuate già in sè queste  specie  e le conserva in atto, la qual conservazione dicesi
che ha l' anima dell' eterna e prima essenza rispetto alle  specie  mondiali è l' attività conoscitiva, e così acquista la
maturità (2). Osserva dunque che sebbene la mente sia la  specie  eccellentissima di tutte pervenuta a costituirsi come atto,
come atto, entelechia, tuttavia ci sono delle altre  specie  sostanziali nella natura che arrivano ad attuarsi per via
appetitivo (5), il sensitivo, il motivo di luogo. Le quali  specie  sostanziali sono così connesse tra loro, che sebbene
dalle precedenti. Nell' uomo poi nel quale c' è la  specie  ultima cioè la mente, conviene che ci sieno pure quelle
cioè la mente, conviene che ci sieno pure quelle quattro  specie  anteriori e d' inferiore eccellenza, e nascendo la
nell' uomo, questa deve ridurre in se stessa in atto le  specie  della natura e così rendersi mente patetica. Per questo
Per questo appunto accade, che tutte quelle quattro  specie  sostanziali, il vegetale, l' appetitivo, il sensitivo, il
e così è naturalmente ordinata a raccogliere tutte le  specie  naturali, che ha in sè e di cui è essa il contenente, cioè
da lui contemplato è tanto eccellente che tutte le  specie  mondiali lo deteriorerebbero se vi si mescolassero, come
»(2) », e alla sua vita naturale ha bisogno di conoscere le  specie  della natura, e per questa via non solo acquistarsi le
dall' uso d' un tale strumento ed è ella stessa tutte le  specie  naturali in atto: la prima è la tavoletta su cui si scrive,
(3). Adunque tra il primo stato della mente, priva delle  specie  mondiali e fornita solo d' un primo atto che contiene in
ta eide,» e l' ultimo stato in cui ha acquistate queste  specie  in atto, c' è la disciplina [...OMISSIS...] , che è come la
cui procacciarsi coll' induzione e col raziocinio tutte le  specie  della natura (3). Questa raccolta delle specie naturali
tutte le specie della natura (3). Questa raccolta delle  specie  naturali fatta dall' anima coll' organo della mente, per
senso de' singolari, ma che sia un senso che raccoglie le  specie  ultime , che noi chiamiamo specie piene, o le specie
un senso che raccoglie le specie ultime , che noi chiamiamo  specie  piene, o le specie astratte (non generi ancora) (2). Per
le specie ultime , che noi chiamiamo specie piene, o le  specie  astratte (non generi ancora) (2). Per riassumere adunque,
poi sono l' essere delle cose; «to ydati einai» è la pura  specie  sostanziale dell' acqua, «to megethei einai» è la specie
specie sostanziale dell' acqua, «to megethei einai» è la  specie  pura della grandezza, e così via (5). Raccogliendo dunque
nella natura. Ma come in molti enti reali inesiste una  specie  comune, così in molte specie inesiste un genere comune, e
molti enti reali inesiste una specie comune, così in molte  specie  inesiste un genere comune, e in tutti i generi poi trova
e sia natura (1), allo stesso modo come suppone che la  specie  nella materia e la specie separata sia una e la stessa, ma
stesso modo come suppone che la specie nella materia e la  specie  separata sia una e la stessa, ma in quant' è nella materia
perchè c' è l' uno in più enti naturali (5), cioè la  specie  sostanziale che è una e singolare e che rimane nell' anima
di mente, in occasione della sensazione (6). Onde a questa  specie  attribuisce ad un tempo d' esser uno , e d' esser
Tutte le altre cose accidentali si predicano di questa  specie  sostanziale, e sotto questo aspetto, ella diventa subietto,
questi diversi aspetti, ne' quali si può riguardare la  specie  sostanziale, disputa lungamente e ritorna spesso
si è che Aristotele tiene costantemente divise le  specie  , sparse nella natura, dalla specie massima divisa da essa
costantemente divise le specie , sparse nella natura, dalla  specie  massima divisa da essa totalmente: eterne quelle e questa,
e s' avvicina a quella, ma imperfettamente (1). Essendo le  specie  che sono sparse nella natura determinate, distinte ab
si concepisce come contenuto nell' uno; così le diverse  specie  della natura hanno unità, perchè contenute nella specie
specie della natura hanno unità, perchè contenute nella  specie  massima, cioè nell' essere, che è una. Infatti non
come uno, non fosse informato dall' unità: così le  specie  non avrebbero nè continuazione nè unità, se tutte non
ci sia l' universale, che colla mente s' astraggano le  specie  dalla natura: questo fa anche il matematico; ma le entità
essere non esiste separato nella natura, ma esistono delle  specie  unite alla materia, le quali non sono universali, se non
e perfetta a cui appartiene il nome di Dio. Ma anche le  specie  ossia i generi delle cose naturali sono essere,
il circolo contiene il poligono, e però tratta anche delle  specie  e de' generi diversi, e de' contrarŒ e delle negazioni, non
. In fatti, esclusa la materia, non ci rimane che la  specie  pura, che è già un universale, in quanto essendo unica può
cotal potenza all' essere. Riguardo all' altre tre, se la  specie  è la causa prima e immediata degli enti naturali (2), l'
universalissimo sarà la causa ultima di quest' ordine, la  specie  di tutte le specie, il che ci ricaccia alla dottrina di
è la stessa mente. Accorda dunque a Platone che la  specie  esista eternamente in atto, ma solo nell' ente di cui è
esista eternamente in atto, ma solo nell' ente di cui è  specie  unita colla materia, e nella mente umana come incomposta.
è unita con materie diverse. Nè si può dire tampoco che la  specie  separata, e la specie negli enti sia una specie comune (il
Nè si può dire tampoco che la specie separata, e la  specie  negli enti sia una specie comune (il che condurrebbe all'
che la specie separata, e la specie negli enti sia una  specie  comune (il che condurrebbe all' infinito), perchè la specie
specie comune (il che condurrebbe all' infinito), perchè la  specie  separata è anteriore, e la specie negli enti è posteriore,
all' infinito), perchè la specie separata è anteriore, e la  specie  negli enti è posteriore, e tra l' anteriore e il posteriore
in appresso: [...OMISSIS...] . Ammette dunque che la  specie  abbia un' esistenza separata, come un' essenza determinata,
dunque sostituisce per ispiegare la partecipazione della  specie  a molte materie? Sostituisce la priorità e la posteriorità,
e la posteriorità, e abolisce il comune. Dice, che la  specie  ha un' esistenza anteriore e così è una e individua; ha un'
una e individua in ciascuna materia che la riceve; che la  specie  non ha dunque un' esistenza comune , e che questo comune
si dà tutta la cura di distinguere interamente le  specie  che sono nella natura e da questa passano nella mente
nella natura e da questa passano nella mente umana, dalle  specie  che stanno fuori della stessa natura, intorno alle quali
in composizione con alcuna cosa della natura, non sono le  specie  degli enti naturali (2), sono perfettamente singolari,
ha potenza di sorte: questo non costituisce propriamente le  specie  degli enti naturali, ma bensì il loro comune principio, di
conseguentemente il primo intelligibile. E quantunque ogni  specie  sia anche numericamente una, tuttavia la sua unità dicesi
la sua unità dicesi specifica (3), e quest' unità della  specie  è l' uno primo causa o principio, pel quale le essenze sono
ente, eterno, incorruttibile. Ma l' ente essendo uno di  specie  ne viene che egli, oltre esistere numericamente uno e primo
tutto ciò, che è privo di materia, come un' essenza o  specie  singolare ed una, e, se trattasi della specie prima, come
un' essenza o specie singolare ed una, e, se trattasi della  specie  prima, come esistente di necessità separata,
e non sciolti al tutto dalla stessa potenzialità, onde le  specie  mondiali: per il che l' essere intransmutabile (e veramente
ma soltanto come singolare. Lo stesso essere dunque, uno di  specie  (3) perchè specie, è considerato da Aristotele sotto due
sè esistenti. Aristotele concesse a Platone che ci sia una  specie  separata, la mente; negò che le specie intelligibili delle
che ci sia una specie separata, la mente; negò che le  specie  intelligibili delle cose, benchè eterne e semplici,
che la mente fosse nella natura, perchè c' erano le  specie  intelligibili, una delle quali si costituiva da sè, e
lasciando però in dubbio « « s' ella sia una di numero o di  specie  o di genere » », dove si vede la perpetua esitazione
suprema principio del moto, principio unico di numero, ma  specie  egli stesso. Ecco come Teofrasto compendia questa dottrina:
di animi, che alla fine produce nei vincitori una  specie  di furore simile a quello che si manifesta nei soldati al
la Trinità delle persone, egli cadde necessariamente in una  specie  di triteismo, errore che fu condannato e da lui ritrattato
degli individui? ». I realisti che si sollevavano ad una  specie  di platonismo, come Bernardo di Chartres, erano pochi, o
senza nome di sistema. Ma l' ammettersi che i generi e le  specie  sono dei reali , senza determinar di quale realità si
e particolarmente dei corpi: anche ai generi ed alle  specie  davasi dunque con somma facilità questa realità che è in
d' errori: vi era precipitato Aristotele ammettendo le  specie  eternamente congiunte colla materia. Aristotele di più
partecipa il mondo, non ci può esser più che una cotal  specie  d' emanazione della divina sostanza. Io credo, coi più
necessariamente dal realismo delle idee. Se le idee, la  specie  e il genere sono realità, come si dicono reali le cose
le sensibili, in tal caso la realità del genere e della  specie  deve essere la stessa realità delle cose; perchè la realità
è tutte le categorie e le categorie abbracciano tutte le  specie  e non hanno altra esistenza che negli individui: la loro
differenze in quattro specie, la seconda delle quali  specie  di cose [...OMISSIS...] . Infatti, convien dire che le
e i realisti : perchè questa controversia riguardò le  specie  e i generi, ossia le idee che sono oggetti della mente
la parola, e sostituendo quelle di forma e di  specie  . Le realizzò primieramente confondendo l' oggetto , che
realismo in Aristotele se ne congiunge un altro. Poichè le  specie  mondiali sussistono ab aeterno reali negli enti reali del
atto, e però l' intelligibile è un reale ; b ) le forme o  specie  esistono nella natura come atti nella materia , e nella
la seconda quello del concettualismo , che è anch' egli una  specie  di nominalismo. Coloro che posero mente alla proposizione
che posero mente alla proposizione che « i generi e le  specie  non esistono che nella natura, cioè negli individui reali
attenzione fu più colpita dalla prima proposizione che « le  specie  sono nelle menti come puri atti », conchiusero a ragione
Il realismo aristotelico consisteva nell' aver dato alle  specie  ed ai generi, cioè alle idee delle cose mondiali, una
Se questo sistema, riguardato da una delle sue facce, è una  specie  di panteismo, riguardato dall' altra, è naturalismo e
fossero le essenze dei singolari. Egli dunque disse che le  specie  si separano bensì colla mente, ma sono realmente negli
col fare la materia eterna e immutabile, e ridurre le  specie  ad un' ultima eterna sostanza, scevra d' ogni materia,
tendendo incessantemente, come al bene, acquistassero la  specie  di cui sono capaci. Così credette d' aver trovato due punti
di questi luoghi è appunto quello in cui pretende che le  specie  stesse, che nella mente sono universali, inesistano come
il tutto, «to holon», la composizione, «he synthesis», e la  specie  «to eidos» (3). Che cosa dunque è la quiddità, il «to ti en
significato « « non c' è quiddità in altri se non nelle  specie  del genere »(4) »: poichè questa è l' oggetto della
la quiddità è una specie, «to eidos», ma non tutte le  specie  sono « specie del genere ». Infatti la parola specie s'
è una specie, «to eidos», ma non tutte le specie sono «  specie  del genere ». Infatti la parola specie s' applica da
le specie sono « specie del genere ». Infatti la parola  specie  s' applica da Aristotele al genere stesso e a tutte le
la quiddità è la specie, deve intendersi unicamente della  specie  sostanziale, che è la sostanza categorica, che si predica
Ora se la quiddità è la specie, o come anche dice, è la  specie  del genere, dunque è un universale: tant' è vero che
Ora il tutto ideale, e la composizione ideale è la stessa  specie  sostanziale , quando però il tutto abbia unità, senza di
Non l' aveva già affermato dicendo che significa la  specie  e che significa il genere? Per Aristotele non c' è
mai può, da Aristotele che le sostituisce i vocaboli di  specie  e di genere . Il secondo nome di individuo vago non si
la forma e la specie. Or come ciò? Si badi; la forma e la  specie  non prese in se stesse, ma inesistenti nelle cose reali o
reali o singolari, [...OMISSIS...] , però quella forma e  specie  che sia un che determinato realmente, [...OMISSIS...] . E
più volte di colore. Di che queste conservano un' altra  specie  di universalità predicabile, oltre quella propria dell'
da sè; ma inesiste come proprio e singolare nella  specie  e non esiste da sè, separato. Vero è, che tutto ciò, che si
Aristotele credeva di uscire da quell' ambiguità, da quella  specie  d' antinomia, in cui la questione degli universali
stessi enti qualche altra cosa (l' essenza seconda, cioè la  specie  e il genere, e l' altre categorie), che si predicavano
Quest' è quella qualità sostanziale, quell' universale (la  specie  e il genere), che illustra, fa conoscere la sostanza prima,
della cognizione umana, come pure quello de' generi e delle  specie  delle cose, rimane insoluto, nelle mani del discepolo
una nuova difficoltà: se cioè la forma reale e la  specie  siano cose perfettamente identiche. Il sistema aristotelico
questa identità, perocchè in un tale sistema non esistono  specie  fuori degl' individui reali; e però spesse volte Aristotele
di dare due significati diversi alla stessa parola  specie  , o alla stessa parola forma . Chi non sente qui l'
. Chi non sente qui l' imbarazzo e la contraddizione? La  specie  è diversa di materia in Callia e in Socrate, ma è la
di materia in Callia e in Socrate, ma è la medesima di  specie  . Conviene dire che la specie riceva in queste parole due
Socrate, ma è la medesima di specie . Conviene dire che la  specie  riceva in queste parole due significati, cioè sia adoperata
riceva in queste parole due significati, cioè sia adoperata  specie  per forma reale , la quale è molteplice e può considerarsi
come subietto [...OMISSIS...] , e sia pure adoperata per  specie  o idea universale, qual è nella mente, che certamente è una
specie, [...OMISSIS...] , allora non s' accorge, che questa  specie  appunto, e non altro, è l' universale; onde il dire, che l'
sarebbe andato d' accordo con Platone. Ma parlando delle  specie  in relazione agli enti reali della natura, pretese, che
se le sostanze prime e singolari sussistono nelle  specie  come potranno essere i primi degli enti? Il contenuto
e la sua definizione, e quindi la sua quiddità (2) dalla  specie  che di essa si predica, e che perciò è universale.
La quiddità dunque viene alla sostanza singolare dalla  specie  universale, che le s' attribuisce, e quella si conosce
Come dunque non deduce, secondo lo stesso principio, che le  specie  abbiano un' anteriorità a quelle singolari sostanze, e in
ad un tempo (2). Se sono dunque ad un tempo la materia e le  specie  componenti la sostanza reale, come questa può esser prima,
che il vedere la ragione della cosa sensibile, ossia la  specie  , la quale non è certamente lo stesso sensibile reale, nè
producono le altre colla generazione, e non producono la  specie  separata dalla materia, ma tutt' insieme. Quei primi
ben tosto appresso, quando convien spiegare come la  specie  , essendo una e comune a molti, non sia qualche cosa di
oscurità. [...OMISSIS...] (2). Dunque s' abusa della parola  specie  , perchè 1 si dice che la specie mia non è la sua , la
s' abusa della parola specie , perchè 1 si dice che la  specie  mia non è la sua , la specie di ciascuno singolare è
, perchè 1 si dice che la specie mia non è la sua , la  specie  di ciascuno singolare è diversa (qui si prende
come forma reale ); 2 e pure si dice, che queste diverse  specie  non differiscono di specie o di ragione . Sono dunque due
pure si dice, che queste diverse specie non differiscono di  specie  o di ragione . Sono dunque due le specie, l' una singolare
dei singolari, l' altra universale, comune a tutte le  specie  singolari. Aveva dunque ragione Platone di dire che le cose
ragione Platone di dire che le cose sensibili non hanno la  specie  universale , ma solo la imitano, che la forma de' singolari
non avrebbe fatto altro, che estendere la denominazione di  specie  a quello che non è veramente specie , fondando il suo nuovo
la denominazione di specie a quello che non è veramente  specie  , fondando il suo nuovo sistema sopra un equivoco di
è nella mente dell' artefice, confessa apertamente, che la  specie  è anteriore all' opera. E questo per lui è un nuovo
di uscire. Confessa dunque, che nell' opere dell' arte le  specie  sono anteriori, ma queste, dice, inesistono nell' opifice,
in un altro; [...OMISSIS...] . Onde, quando si cercasse la  specie  dell' opifice stesso, allora si troverebbe coesistente alla
involta questa risposta? La prima è quella di sapere, se la  specie  , che è nell' artefice, sia specie dell' artefice stesso. A
quella di sapere, se la specie , che è nell' artefice, sia  specie  dell' artefice stesso. A ragion d' esempio: la specie della
sia specie dell' artefice stesso. A ragion d' esempio: la  specie  della casa, che è nella mente dell' artefice, è la specie
specie della casa, che è nella mente dell' artefice, è la  specie  dell' artefice, o dell' opera futura dell' artefice?
con altra forma, la stessa questione: « se l' arte sia la  specie  dell' artefice, che opera secondo l' arte, o della sua
l' arte, o della sua opera futura ». Quand' anco dunque la  specie  , secondo cui opera l' artefice, si chiamasse arte , non
arte , non sarebbe con questo sciolta la questione: « se la  specie  della casa nella mente dell' artista sia la specie dell'
« se la specie della casa nella mente dell' artista sia la  specie  dell' artista, o qualche cosa di diverso da esso, sostanza
nome non scioglie la questione. Oltracciò il confondere la  specie  coll' arte va in opposizione cogli stessi principŒ d'
l' uno interno e l' altro esterno, e insegna pure che la  specie  all' incontro è ciò, in cui tende il moto, [...OMISSIS...]
nè move, nè si move » » [...OMISSIS...] , poichè le forme o  specie  sono immobili [...OMISSIS...] . Dunque le specie non sono
le forme o specie sono immobili [...OMISSIS...] . Dunque le  specie  non sono l' arte , come l' arte non è l' artista, sostanza
più nobile di quelle cose, che sono al fine (5). La  specie  dunque è qualche cosa d' anteriore alla sua realizzazione,
un principio abituale attivo: dove osserviamo, che se la  specie  ha bisogno di quest' aggiunta, dunque essa da sè non è
che altrove fa risultare l' individuo dalla materia e dalla  specie  , qui il fa risultare dalla materia e dalla natura ,
risultare dalla materia e dalla natura , sostituendo alla  specie  la natura, e per poter far ciò v' inserisce un abito
la specie, e la privazione. Ma in fatto non bastandogli la  specie  a spiegare la produzione delle cose, ci aggiunge un abito
un quarto principio, che egli dissimula, e chiama così la  specie  , resa da lui attiva, col nome di natura . Tornando dunque
che fa Aristotele, per conciliare il suo sistema « delle  specie  non altrove esistenti che nelle sostanze reali » col fatto
operazioni e produzioni dell' uomo, che si fanno dietro le  specie  che sono nella mente dell' uomo stesso, e non nelle cose.
Ivi si propone di mostrare che « « nè la materia, nè le  specie  si fanno » ». E, tra gli argomenti, che adduce, il
in cui termini l' operazione ( «eis ho») e quest' è la  specie  . La materia dunque e la specie sono condizioni di ogni
( «eis ho») e quest' è la specie . La materia dunque e la  specie  sono condizioni di ogni trasmutazione: dunque nè l' una nè
andrebbe all' infinito, convenendo, che, se la materia o la  specie  fosse l' effetto della trasmutazione, ci fosse un' altra
trasmutazione, ci fosse un' altra materia, e un' altra  specie  anteriore, e così senza fine. Ma la specie , che è nella
e un' altra specie anteriore, e così senza fine. Ma la  specie  , che è nella mente dell' artefice, è ella forse il
in aliquid »)? - Qui comparisce la difficoltà, perchè la  specie  reale, in cui termina la trasmutazione, non è nella mente,
appresso, rinfrancato, ne parli in modo assoluto: quella  specie  dunque, che è l' arte , è fuori della casa reale, che è la
quello delle cose naturali. - Qui confessa, che l' arte, la  specie  nell' artefice, è, ma in un altro modo da quello in cui
artefice, è, ma in un altro modo da quello in cui sono le  specie  nelle sostanze naturali (e certamente anche nelle sostanze
anche nelle sostanze prodotte dall' arte, dove la  specie  è unita intimamente colla materia e da questa
generano, nè corrompono: con che confessa di più, che tali  specie  sono privilegiate sopra quelle che si generano e si
, cioè alle sostanze reali composte di materia e della  specie  che la finisce e determina. Ora questa mi pare, che voglia
si devano già riferire alla materia, essendo proprio della  specie  l' esser fine, e non della materia, che è indeterminata e
deve sott' intendere, per quant' io credo, «usia», che è la  specie  sostanziale, la seconda sostanza [...OMISSIS...] , finale
e sensibili sono l' altro o il diverso delle specie, e le  specie  l' altro o il diverso delle cose «alla tuton»: di qui vuol
di qui vuol conchiudere Aristotele, che le cose e le  specie  sono relativi indisgiungibili. Avea detto ancora Platone,
ancora Platone, che le essenze delle cose tutte sono le  specie  , e poichè nominandosi le cose si nominano le loro essenze,
seconde sostanze, [...OMISSIS...] , quali per lui sono le  specie  sostanziali, si predicano delle prime, cioè delle sostanze
physei» (3). Da questo adunque argomenta Aristotele, che le  specie  non ci possono essere, secondo Platone, che delle sole cose
Platone, e resterà poi sempre a spiegare, che cosa sia la  specie  nella mente dell' artefice. Ora questo procura veramente di
qui a bada con delle metafore, è da conchiudersi, che le  specie  non sussistano solo nelle sostanze reali, ma anche
e rinnega il proprio sistema. - Vuol egli dire, che queste  specie  prima si trovano nelle sostanze reali, e posteriormente
elemento separandolo dalla materia? - Ma d' altra parte la  specie  comune non può stare in nessuno dei singoli, chè un
quest' uno da' molti per opera dell' intelletto, s' ha una  specie  sola partecipata da' molti, che è quello appunto, che
delle frasi contradditorie. A ragion d' esempio dice che la  specie  è l' « uno ne' molti »(2), cui l' intelletto poi separa.
che « le cose non si potrebbero conoscere per mezzo delle  specie  qualora queste non fossero nelle cose »verremo contro lui
cose »verremo contro lui stesso ad argomentar così: « le  specie  che sono universali non possono esistere ne' singolari
che niente ha di comune colla realità degli altri, e la  specie  universale e comune, che coll' astrazione si può segregare.
che coll' astrazione si può segregare. Dunque questa  specie  universale, che è l' intelligibilità de' reali, vien posta
degli enti finiti, sia numericamente la medesima colla  specie  , che è nell' intelletto che li conosce, o se questa sia
ideali (1). Nè varrebbe cos' alcuna l' aggiungere, che le  specie  dell' intelletto sono simili alle specie o forme delle cose
aggiungere, che le specie dell' intelletto sono simili alle  specie  o forme delle cose reali: poichè lo stesso può dir Platone;
siano simili se non confrontandole? E per confrontare la  specie  reale e l' ideale, conviene avere presenti all' intelletto
«( Ideol. 107, not.) ». Di più, se sono simili hanno una  specie  comune , e intorno a questa rinascerà la stessa questione,
questione, onde s' andrebbe all' infinito colla serie delle  specie  «( Ideol. 11.0 7 11.9) ». Dirà dunque, come effettivamente
riconosce, che la forma degli enti è singolare; e che la  specie  dell' intelletto, con cui si conosce, è un universale . Il
che si possa aggiungere o levare alla specie, ma la  specie  è universale essenzialmente, e questa universalità deriva
universalità deriva intrinsecamente dalla natura della  specie  stessa; 2 Aristotele dice, che [...OMISSIS...] ; dunque la
stessa; 2 Aristotele dice, che [...OMISSIS...] ; dunque la  specie  nell' intelletto si produce all' atto dall' operazione
dunque esser la stessa cosa la forma de' reali , e la  specie  dell' intelletto , facendosi quella in atto, quando questa
opera dell' intelletto. Nell' intelletto dunque la forma o  specie  è separata dalla materia, ed è quello ch' egli chiama l'
tempo, separata ed unita colla materia: dunque di nuovo la  specie  , che è nell' intelletto, non può esser quella stessa che è
Aristotele è obbligato dal suo sistema d' ammettere, che la  specie  nell' intelletto e ne' reali sia veramente identica, poichè
perchè queste stanno anche fuori della mente. Ma se le  specie  esistono nell' anima intellettiva solo in potenza, anche l'
la mente in atto trae la mente in potenza a divenire le  specie  in atto, e però quella è diversa dalle specie in atto da
a divenire le specie in atto, e però quella è diversa dalle  specie  in atto da essa prodotte, e pure, quella sola è immortale e
convien dire che c' è qualche cosa di più eccellente delle  specie  stesse in atto, e queste periscono, quella poi sopravvive.
la scienza in atto, la quale è appunto il complesso delle  specie  in atto, come avea detto avanti? e queste stesse specie in
specie in atto, come avea detto avanti? e queste stesse  specie  in atto aveva detto essere quella mente possibile che
Senso. Vediamo come questo senso sia suscettivo delle  specie  . In fine al secondo libro degli Analitici posteriori, dopo
operazioni, e in questo l' arabo Commentatore poneva la  specie  , ponendo poi un intelletto agente separato dall' uomo, e
intelletto agente separato dall' uomo, e unico per tutta la  specie  umana (1). Ma avendo Aristotele espressamente insegnato la
la distinguono affatto da ogni cosa sensibile , e però la  specie  della mente, secondo questa dottrina, conviene che sia
altro modo può essere, perchè l' intelligibile è unico di  specie  [...OMISSIS...] . Quant' è chiaro e lungo Aristotele nel
sono nell' anima, e per un atto di questa si attuano, la  specie  intellettiva e quella, di cui partecipano le cose reali
[...OMISSIS...] . Questa mente dunque « materia di tutte le  specie  », viene ad essere il medesimo della « materia ideale »di
a queste; onde non gli rimase che la via di unire le  specie  alle cose, e di fare le specie nelle cose e nella mente
che la via di unire le specie alle cose, e di fare le  specie  nelle cose e nella mente identiche, temperando poi un tale
esse veramente, in quanto sono fuori della mente, non c' è  specie  o forma alcuna. Confondendo dunque le cose reali in sè
data ad esse quando si conoscono, essendone la forma o la  specie  l' essenza intelligibile. Questa confusione d' elementi
», dove la materia è detta potenza , e l' atto è detto  specie  o forma , [...OMISSIS...] ; quando la specie o forma è
atto è detto specie o forma , [...OMISSIS...] ; quando la  specie  o forma è diversissima dall' atto, essendo puramente
intelletto. La confusione di questi due concetti, atto e  specie  od oggetto , si confermò nella mente di Aristotele, o si
detto francamente che la scienza e la sanità sono forme e  specie  e ragioni dello sciente e del sano, non osa poi dire, con
corpo, organizzato sì, ma per sè del tutto materiale, e di  specie  , onde il puro corpo sarebbe il subietto della specie .
e di specie , onde il puro corpo sarebbe il subietto della  specie  . Vedesi che Aristotele non colse punto nè poco la
e l' obiettiva (2), e però non intese, che la  specie  o idea è una forma obiettiva, e che ha quindi bisogno d' un
Così ora la fa atto subiettivo del corpo vivente (1), ora  specie  ossia forma oggettiva, confondendo l' una cosa coll' altra.
all' atto suo proprio e primo, che è quello d' intuire le  specie  e gli astratti, che Aristotele unisce sotto gli stessi nomi
passaggio, nello spiegare come la mente si provveda delle  specie  determinate , che le mancano da principio, onde si paragona
solo l' uno e non i molti, come prima abbiamo veduto della  specie  che dirige l' arte (.0 e segg.). E che la cosa sia così,
ed esser tutte le specie, quand' è in atto, poichè ogni  specie  e idea è sempre l' essere variamente determinato,
foggia d' abito indeterminato, appunto perchè non è alcuna  specie  determinata. 3) Abbiamo veduto che Aristotele confonde in
»(1), e finalmente con tutta chiarezza « «specie delle  specie  », [...OMISSIS...] »(2). Ora niente più propriamente di
osservato altrove, e d' altra parte l' appellazione di  specie  , e molto meno « di specie delle specie », non può
altra parte l' appellazione di specie , e molto meno « di  specie  delle specie », non può convenire a niuna facoltà
l' appellazione di specie , e molto meno « di specie delle  specie  », non può convenire a niuna facoltà subiettiva. 4) In
determinato (3). Ora la mente umana, prima che acquisti le  specie  determinate, è detta da Aristotele materia . Ora, se la
ideale , come quello che giace per fondo di tutte le  specie  determinate e subietto, e forma universale , ossia « specie
specie determinate e subietto, e forma universale , ossia «  specie  delle specie »come lo chiama appunto Aristotele. Al modo
e subietto, e forma universale , ossia « specie delle  specie  »come lo chiama appunto Aristotele. Al modo stesso i generi
Al modo stesso i generi , che sono ciò che c' è in più  specie  di comune, sono detti da Aristotele materia rispetto alle
di comune, sono detti da Aristotele materia rispetto alle  specie  , benchè ne siano allo stesso tempo la forma. Ed è
e questa mente oggetto, egli la chiama propriissimamente «  specie  delle specie », e la rassomiglia alla mano (3), che è per
oggetto, egli la chiama propriissimamente « specie delle  specie  », e la rassomiglia alla mano (3), che è per l' uomo « l'
fondamentale , dove si può dire, che ci sono in potenza le  specie  sensibili delle cose sentite (5), perchè diviene tutte le
in appresso, luogo delle specie, [...OMISSIS...] (6), anzi  specie  delle specie [...OMISSIS...] ? (7). Continua Aristotele
luogo delle specie, [...OMISSIS...] (6), anzi specie delle  specie  [...OMISSIS...] ? (7). Continua Aristotele proponendosi
anima, essendo composte di materia e di specie. Ora la  specie  può esser nell' anima. C' è dunque una specie colle cose
Ora la specie può esser nell' anima. C' è dunque una  specie  colle cose fuori dell' anima, e una specie nell' anima, che
C' è dunque una specie colle cose fuori dell' anima, e una  specie  nell' anima, che fa sentire e conoscere le cose. Tornano le
dice « « che la mente è tutte le cose, perchè è le  specie  stesse, e queste sono le cose » » o conviene intendere
di questione. In quarto luogo dice bensì Aristotele che la  specie  intelligibile è veduta dal contemplante nella specie
che la specie intelligibile è veduta dal contemplante nella  specie  sensibile , ma con ciò stesso distingue quella da questa. E
perchè nel sensibile c' è un atto che corrisponde a una  specie  che ne rappresenta alla mente la forma possibile: onde l'
che s' avrebbe, che « « le sostanze reali sarebbero nelle  specie  intelligibili, e queste nelle specie sensibili, e le specie
reali sarebbero nelle specie intelligibili, e queste nelle  specie  sensibili, e le specie sensibili nelle sostanze reali » ».
specie intelligibili, e queste nelle specie sensibili, e le  specie  sensibili nelle sostanze reali » ». O bisogna dunque
o intendere che la mente vede gl' intelligibili nelle  specie  sensibili, non perchè quivi essi veramente ci sieno, ma
Aristotele che avea preteso contro Platone che tutte le  specie  intelligibili si riferissero alle cose reali, e che perciò
della scienza (5), e sia principio de' principŒ, e  specie  delle specie, e privo d' ogni corpo e d' ogni fantasma. Lo
sulla distinzione delle tre essenze elementari, materia,  specie  e composto . La materia è un concetto della mente, non può
sè, non è qualche cosa di determinato; [...OMISSIS...] . La  specie  o forma può stare da sè, perchè è già qualche cosa di
il composto di materia e di forma può stare da sè. La  specie  dunque ha due modi d' esistere, da sè, e unita colla
ha due modi d' esistere, da sè, e unita colla materia. La  specie  unita colla materia e formante il composto dà alla materia
ma sono sostanze prime, delle quali si predicano le  specie  come del loro subietto (5). Avendo dunque detto che l'
(5). Avendo dunque detto che l' anima rispetto al corpo è  specie  , e le specie si predicano del subietto, e non viceversa,
dunque detto che l' anima rispetto al corpo è specie , e le  specie  si predicano del subietto, e non viceversa, fece che il
e non viceversa, fece che il corpo di cui si predica la  specie  dell' anima sia il subietto di questa, e questa la qualità
secondo Aristotele, è una sostanza dell' ordine delle  specie  , che quantunque si può predicare del corpo vivente, come
può predicare del corpo vivente, come si predicano l' altre  specie  delle sostanze prime ossia composte (3), tuttavia è
materia e subietto di tutti gli altri intelligibili o  specie  più o meno determinate che sono suoi atti secondi. A questi
che sono suoi atti secondi. A questi atti secondi o  specie  intelligibili determinate, la mente ossia l' anima
non esce, se non quando è unita al corpo, perchè tali  specie  intelligibili le vede nelle specie sensibili, e le specie
al corpo, perchè tali specie intelligibili le vede nelle  specie  sensibili, e le specie sensibili non sono divise dalle cose
specie intelligibili le vede nelle specie sensibili, e le  specie  sensibili non sono divise dalle cose sensibili e reali,
d' Aristotele da Platone, poichè questi ammetteva tali  specie  o idee determinate come esistenti da sè fuori de' sensibili
e Aristotele lo nega. Ma nello stesso tempo ammette una  specie  prima pura da ogni materia e da ogni elemento sensibile,
e da ogni elemento sensibile, che è in potenza tutte quelle  specie  determinate, e questa è quella che chiama mente, «nus».
ed è pura specie. Ammette dunque Aristotele delle  specie  eterne, che sono sostanze senza materia, e menti in atto, e
parti e indivisibile (4). Queste dunque non sono di quelle  specie  che sono vedute dall' uomo ne' sensibili. Trova dunque
la formazione della scienza suppone avanti di sè un' altra  specie  di cognizione, che non è scienza, o abito di scienza, ma è
dicendo che si conoscevano i primi per analogia, che è una  specie  di ragionamento come vedemmo; [...OMISSIS...] . Sopra la
s' ha da intendere dunque quello che altrove dice che le  specie  intelligibili s' intuiscono dall' anima nelle specie
che le specie intelligibili s' intuiscono dall' anima nelle  specie  sensibili? Non può essere in alcun altro modo, se non così;
Non può essere in alcun altro modo, se non così; che le  specie  sensibili sieno l' occasione e quasi il luogo, dove la
l' occasione e quasi il luogo, dove la mente umana vede le  specie  eterne, sebbene queste sieno immuni da ogni corruttibile e
presentò alla sua mente la questione, « perchè le essenze o  specie  semplici ed incomposte sieno sempre in atto, e non si
avviene necessariamente per la natura dell' ente , che è la  specie  o essenza prima e indeterminatissima, a cui tutte le altre
ma non inganno circa di esse; 3 Che queste essenze o  specie  si riducono all' essere stesso [...OMISSIS...] , dal quale
alle verità delle cose », i quali, mettendo a confronto le  specie  per giudicarle, non poteano essere le specie stesse, e
a confronto le specie per giudicarle, non poteano essere le  specie  stesse, e doveano avere altresì per regola de' principŒ
intelletto. Poichè quantunque dica che si vedono da noi le  specie  intelligibili nelle specie sensibili , e quantunque faccia
dica che si vedono da noi le specie intelligibili nelle  specie  sensibili , e quantunque faccia venire la scienza nostra
»: onde questa potenza è generica e può variare di  specie  ne' diversi animali, nell' uomo poi questa potenza
che intuisce per natura, vede nelle sensazioni, cioè nelle  specie  sensibili , le specie intelligibili immateriali, ed
vede nelle sensazioni, cioè nelle specie sensibili , le  specie  intelligibili immateriali, ed universali, e di universale
dai sensibili reali non esistono, e che esistono solo le  specie  , e queste sono le forme , e le forme altro non sono che
non si intenderebbe come si dicessero essere della medesima  specie  e del medesimo genere: e però rimaneva sempre a spiegare
che cosa sia quest' uguale, simile, o comune, che si chiama  specie  o genere. Occorse a quest' incaglio il filosofo
di questo fatto Aristotele dovette convenire che oltre le  specie  che informano le cose reali e singolari e che sono unite
e singolari e che sono unite colla materia, ci sono altre  specie  separate dalla materia, il cui domicilio è la mente. Così
è la mente. Così cominciò ad ammettere in qualche modo le  specie  separate , intendendo per separate, prive della materia
la breccia, e cominciò a dire o a fare intendere che le  specie  nella mente, e le specie nelle cose reali, sieno identiche:
a dire o a fare intendere che le specie nella mente, e le  specie  nelle cose reali, sieno identiche: onde la sanità nella
la facoltà di separare nelle cose reali la loro  specie  dalla materia, e così separata in esse contemplarla. Ma il
ch' egli stesso dovette confessare che l' identità di tali  specie  non era che una metafora: confessione alquanto umiliante in
(1). Infatti è per ogni verso impossibile sostenere, che la  specie  intellettiva della pietra sia quella stessa specie reale ,
che la specie intellettiva della pietra sia quella stessa  specie  reale , se così si vuol chiamare, che è l' atto sostanziale
perspicacia stessa della sua mente ad ammettere, che le  specie  delle cose reali esistono anche separate da queste, cioè
reali (1), ma c' era una gerarchia di specie, cioè sopra le  specie  propriamente dette c' erano i generi, e questi si
Mente oggettiva poi nell' uomo la considerò in potenza alle  specie  inferiori fino alle ultime, cioè alle più prossime ai reali
propriamente impugnare nè l' esistenza delle idee o  specie  delle cose, nè l' immutabile ed eterna loro natura, ma
divide la sostanza in tre classi: gl' individui reali , la  specie  e il genere . I caratteri distintivi e definitivi di queste
613 not.) ». Le altre due classi di sostanze, cioè le  specie  e i generi, hanno per carattere comune che si predicano «
nome e la loro definizione. Così l' uomo e l' animale che è  specie  e genere si predica del subietto, cioè di quest' uomo
dà a questo tanto il nome di uomo quanto la definizione. Le  specie  e i generi dunque sono cose che « si dicono del subietto,
uomo o animale. Se dunque quegli universali, che si dicono  specie  e generi, involgono nel loro concetto una relazione alle
e la trae da questo, che le idee universali, che si dicono  specie  e generi, non sono a pieno determinate, e però non hanno l'
quelle idee universali, che si chiamano generi e  specie  , e che perciò queste non si potrebbero concepire senza
predicano; ma non prova punto, che avanti questi generi e  specie  devano esistere sostanze individue attualmente reali .
fino alle loro ultime determinazioni, colle quali si ha la  specie  piena , per esempio, la specie piena di una data sostanza
colle quali si ha la specie piena , per esempio, la  specie  piena di una data sostanza «( Ideol. 5.9 7 594) »; 2 la
che in qualche modo lo segna e distingue dalla  specie  piena, il qual individuo è un reale possibile . Ora essendo
d' un' idea piena di sostanza si predicano i generi e le  specie  «( Ideol. 591) », con che non si dice altro, se non che c'
quest' ordine tra l' idea specifica piena, e i generi e le  specie  (astratte) che di essa si predicano, e che questi sono
a Platone ch' egli si fermi alle idee, ai generi ed alle  specie  (poichè Aristotele a queste due classi le riduce); egli n'
dice che [...OMISSIS...] , e vuol dire che in ciascuna  specie  si può distinguere più cose col pensiero e però c' è delle
le cose per generi [...OMISSIS...] , e non confondere una  specie  coll' altra [...OMISSIS...] . La Dialettica platonica
non si può più oltre recare l' analisi e distinguerci nuove  specie  (2). Univa dunque Platone stesso tutte le cose in un grande
dice che il nome e la definizione, cioè l' essenza delle  specie  e dei generi si predicano delle sostanze singolari,
in essi quell' essenza appunto che si vede nelle  specie  e nei generi, dove solo quell' essenza è conoscibile? (3).
solo quell' essenza è conoscibile? (3). E non sono queste  specie  o idee dette da Aristotele ciò che è eterno,
noi, è il seguente: « Io osservo, viene egli a dire, che le  specie  e i generi si predicano d' un subietto che è la sostanza
. E` dunque necessario, che quelle idee che si dicono  specie  e generi, non sieno propriamente sostanze, ma piuttosto « «
poi, Aristotele pretende che l' essenza de' generi e delle  specie  consista unicamente in questo che sieno atte ad essere
loro univoci, nel sistema di Platone sono equivoci colle  specie  (2), abusa manifestamente di sottigliezza; poichè sono
manifestamente di sottigliezza; poichè sono equivoci colle  specie  presi da queste in separato per astrazione in quanto così
presi come già partecipanti alla specie, se è vero che alla  specie  dia Platone la medesima essenza che ai corruttibili,
Sembra evidente che da questi Aristotele distingua le  specie  de' sensibili, perchè queste non appartengono all' ente
dicendo che quelli che introdussero le specie, fanno le  specie  quiddità a ciascuna delle altre cose, e alle specie l' uno
le specie quiddità a ciascuna delle altre cose, e alle  specie  l' uno (2). Avendo dunque riconosciuto così Aristotele, che
queste parole parlare delle essenze che ne' generi e nelle  specie  si contemplano dalla mente, cioè di cosa che è anteriore
che fa letti e mense, e osserva che egli li fa secondo una  specie  , e che in questa è l' essenza e la natura propria del
propria del letto o della mensa che fa, ma non fa la stessa  specie  e però non fa « il letto »ma « un letto ». Quello che è
alla madre la materia corporea che riceve; al padre la  specie  da cui riceve; e alla prole la natura che ne risulta media
elementari, li dice prodotti e generati, cioè tanto le  specie  quanto la materia corporea, ma prodotti distinti, e in
così que' tre principŒ elementari in questi due, cioè nella  specie  , e nella generazione (che comprende la materia e i corpi
tende a imitare la specie, sempre da un altro, cioè dalla  specie  stessa, sorretta e portata, [...OMISSIS...] , e che perciò
d' intuire le idee, poniamo l' idea della casa, anzi la  specie  piena (facoltà d' intuire le idee); 2 il potere altresì di
la specie, così Iddio creando, pone colla materia la  specie  nella materia che crea, o per meglio dire figura la materia
crea, o per meglio dire figura la materia sul tipo della  specie  e ne fa un simulacro di questa. L' atto dunque col quale
ma suo Figlio, e boniforme , [...OMISSIS...] (1), ossia una  specie  impressa del Bene. L' altra impronta è quella del sensibile
prende da Platone l' Idea in questo senso, distinta dalla  specie  partecipata , che è diversa dal Bene, ed è la scienza e la
la rappresenta e per il quale s' intende, che noi chiamiamo  specie  piena, avendo quel gruppo una perfetta unità per l' unico
noi concepiamo raccogliendolo per astrazione dalle diverse  specie  di anime, ma per sè determinato intrinsecamente. Laonde io
l' Anima del Mondo dovette esser creata prima. Essa è una  specie  di sostanza, media tra quella che è sempre la medesima e
una tale armonia, si restrinse a considerare quella  specie  particolarissima di legge armonica che governa i suoni «(
quella (3). Distingue dunque Platone anche qui quelle due  specie  d' intelligibili di cui abbiamo parlato di sopra: 1 il
dell' anima e del corpo mondiale, narra la formazione delle  specie  d' animali minori, le quali sono tante quante ne vede Iddio
che suppone il pari e il dispari e le figure e le tre  specie  d' angoli ed altre cose simili, di cui, supponendo tali
che Platone chiama «dianoia». Alla formazione di questa  specie  d' intelligibile [...OMISSIS...] , secondo Platone « « l'
d' intelligibile [...OMISSIS...] . Questa porzione o  specie  d' intelligibili sono le ragioni ultime, e la ricerca di
mondo sensibile , e che l' uomo ha mediante la percezione (  specie  piene, specie astratte ). L' acquisto di queste idee non
, e che l' uomo ha mediante la percezione ( specie piene,  specie  astratte ). L' acquisto di queste idee non importa ancora
più su di quelle singole essenze (3). Avendo distinte tre  specie  d' anima (4), in rapporto a quel che è giusto per natura,
lo chiama, l' essenza semplicemente detta, è la prima  specie  che illumina la mente umana; la verità [...OMISSIS...] è lo
: in essi finalmente s' impronta e rifulge una cotale  specie  e squisita dipintura della divinità. Tale è l' ideale dell'
e sensibili sieno similitudini, ma dà a loro stessi le  specie  o forme, che diventano intelligibili, tosto che l' anima
oltre dividersi in individui, si classificano secondo le  specie  e i generi, così anche le materie (5). Le materie della
generi, così anche le materie (5). Le materie della stessa  specie  producono gli individui (è ciò che gli Scolastici
principio dell' individuazione), le materie di varia  specie  o genere appartengono ad individui di varia specie e
di varia specie o genere appartengono ad individui di varia  specie  e genere. Così la materia degli astri è specificamente o
la specie, e si parla di lei per via d' astrazione; della  specie  non osa dire il medesimo. In fatti riconosce una essenza
una essenza immobile che appunto per questo dee essere pura  specie  secondo il suo principio; [...OMISSIS...] . E però anche
il suo principio; [...OMISSIS...] . E però anche alla sola  specie  dà la denominazione di «usia» (3) e di «to ti en einai» (4)
generi che sono le categorie. Ci hanno dunque due generi di  specie  , secondo Aristotele: 1 Quelle che possono sussistere da sè
che non possono sussistere che nella materia, come le  specie  di tutte le cose sensibili, sieno celesti o sublunari.
predicati generalissimi; laddove la classificazione delle  specie  in pure e composte ha per sua base la natura delle forme
moto e della mutazione: in un altro modo la stessa forma e  specie  » »: ma questo per astrazione in quanto colla mente si
questo per astrazione in quanto colla mente si considera la  specie  come altra cosa separata dalla materia (2). [...OMISSIS...]
diverse, secondo Aristotele, dai due elementi materia e  specie  , di cui risulta il mondo, ma sono virtù efficaci inerenti
accusa ingiustamente Platone (2). Poichè se ci sono due  specie  della casa, devono aver qualche cosa di comune, e però ce
specie. Il che s' evita nel sistema di Platone, in cui la  specie  è una sola, e ne' sensibili c' è soltanto l' imitazione, la
la similitudine, che ha il sensibile colla specie, è la  specie  stessa imitata: di che anche a noi venne detto, che le idee
del terzo uomo anche facendo, che la stessa numerica  specie  sia nella mente e nelle cose; ma questo sistema, nel quale
via non giungendo a discernere la vera distinzione tra la  specie  , che solo alla mente appartiene, e il reale, come
un primo Motore) per questo appunto che ha in sè la  specie  , come opera appunto l' arte, perchè ha la specie , sebben
in sè la specie , come opera appunto l' arte, perchè ha la  specie  , sebben quella congiunta colla materia, e questa da ogni
ogni materia disgiunta. Alla materia dunque congiunta colla  specie  nell' ente composto, che è la sostanza perfetta, è inerente
si riducono finalmente alle due elementari, materia e  specie  , perchè la causa motrice è inerente nel composto alla
composto alla materia e alla specie, e dicesi natura , alla  specie  separata dalla materia, e dicesi arte . La privazione (2)
dunque che sussiste in natura il composto di materia e di  specie  , e che l' ultima materia, come l' ultima forma
; 2 la causa movente [...OMISSIS...] ; 3 il fine o  specie  a cui tende il moto [...OMISSIS...] . Da questo deduce che
sieno nelle stesse cose reali, perchè dice, se ci fossero  specie  fuori delle cose reali, queste nè potrebbero produrre o
permutando. Non è dunque più possibile che la forma o la  specie  abbia preesistito alla materia, e sia concorsa alla
si produce di qualche cosa e da qualche cosa, ed è di  specie  il medesimo » » col producente (1): dal che deduce che il
o l' origine della forma separata dalla materia. Questa  specie  è inseparabile dalla materia che informa, ma si separa di
. Le produzioni dell' arte, dice, sono quelle « « di cui la  specie  è nell' anima » ». [...OMISSIS...] (5). L' anima che vuol
principio. Il movimento dunque dell' anima, che dalla prima  specie  perviene a trovare l' ultima, la specie cioè di quel mezzo
che dalla prima specie perviene a trovare l' ultima, la  specie  cioè di quel mezzo che è in suo potere di produrre, dicesi,
produrre coll' arte, sia nell' anima, sia cioè la stessa  specie  finale dell' anima (1), tuttavia essa sola non è la causa
solo il movimento del pensiero, [...OMISSIS...] , trova la  specie  ultima a cui si rattacca l' azione, per esempio la
s' avrebbe ugualmente la sanità, benchè non ci fosse la  specie  pura nella mente. Di più, quando trovata dalla mente l'
con questa la sanità, non si produce la sola specie, ma la  specie  nella materia, cioè nell' uomo: la specie dunque non si
specie, ma la specie nella materia, cioè nell' uomo: la  specie  dunque non si genera sola, ma si genera il composto di
dunque non si genera sola, ma si genera il composto di  specie  e di materia. L' arte sola dunque nulla produce, ma
la frizione nel corpo umano produce il calore, e questo la  specie  della sanità, convien dire che questa specie era già in
e questo la specie della sanità, convien dire che questa  specie  era già in potenza nella materia, nè la materia era
in modo da acquistar l' ultima, cioè la sanità. Dunque le  specie  non si producono sole; nè separate dalla materia, quali
è sempre il composto de' due elementi, la materia e la  specie  ». Ma il primo movimento di questa trasmutazione può venire
le produzioni della natura; se viene dall' elemento della  specie  sola, si hanno le produzioni dell' arte; se viene dall'
limitate dall'orizonte del suo paese nativo: poche  specie  di piante alimentari, o medicinali, o venefiche; pochi
appena con attento studio discernere fra loro. Ben quaranta  specie  di trifoglio daranno al botanico quaranta sensazioni
col quale la speculazione tenta d' uscire da quella  specie  di caos, che alle prime si vede davanti nel mondo
concetti di massima comprensione attuale, i quali sono le  specie  piene che costituiscono classi minime. Le classi ultime
un concetto generico qualunque ha trovato tutti i numeri le  specie  e le differenze che vi si contengono, rimane ancora qualche
trovandosi il numero determinato, per es. il numero delle  specie  che contiene quell' uno (genere), e ricongiungendo poi le
che contiene quell' uno (genere), e ricongiungendo poi le  specie  trovate e determinate nell' unità (nel genere). Ma l'
tra l' uno e il numero indeterminato od infinito, come le  specie  sono medie tra il genere e gl' individui reali, onde da
, dice tre cose distinte: il genere «hen», le  specie  «kai polla», e gl' individui reali «kai apeira», i quali
indefiniti: 1 quello che c' è nelle idee generiche, cioè le  specie  immerse nel genere che la dialettica trova e distingue; e
mente considerandoli vi trova diverse cose distinte come le  specie  nel genere, e in un uno distingue più cose che in un altro
e il piccolo », che colla partecipazione dell' uno diveniva  specie  o numeri (1); e Simplicio dice che poneva un indefinito
l' unità (senza la quale non sarebbe numero), è la  specie  (3). Il numero dunque, fino a tanto che è ancora indefinito
Ora essendo quella in cui si trovano poi i numeri, cioè le  specie  distinte, ma in cui non ci sono attualmente; convien dire
Platone, non dissomigliantemente dai Pitagorici, farsi le  specie  e le cose. Già Filolao aveva chiamato il primo «ta polla» e
dà le forme e lo determina. Questo ci chiama alla mente la  specie  «eidos, idea» di Platone, il viso di Cicerone. Le specie
la specie «eidos, idea» di Platone, il viso di Cicerone. Le  specie  risultano per Platone dalla materia ideale che venendo
presenta alla mente un visibile, un apparente, una  specie  in somma: così gli enti speciali escono dall' oscurità
diviene forma: questa forma rispetto alle menti è la  specie  che rende visibili, cioè intelligibili gli enti: l'
è nella materia ideale, s' hanno i numeri determinati e le  specie  , e queste specie così costituite sono anch' esse forme
s' hanno i numeri determinati e le specie , e queste  specie  così costituite sono anch' esse forme all' ultima materia,
ad essa spetta la denominazione di « grande e piccolo ». Le  specie  dunque o numeri come forme s' applicano e congiungono a un
uno dialetticamente indefinito , tutte le specie, e nelle  specie  tutte le qualità distinguibili: queste qualità
solo, che era la stessa specie, e perciò diceva che la  specie  è un numero informato dall' unità; b) e trovando finalmente
informato dall' unità; b) e trovando finalmente sotto le  specie  gl' individui reali, che divisi dalle specie rimanevano
sotto le specie gl' individui reali, che divisi dalle  specie  rimanevano indefinibili, niun altro numero potendosi
atta più ad essere intesa, venendo tutta la luce dalle sole  specie  (1). Dalle quali cose si raccolgono i diversi significati
s' esercita l' analisi dialettica; principio de' numeri o  specie  , e per mezzo di queste e della materia reale principio
indefinita l' una e l' altra: dal primo si traggono le  specie  o numeri, dal secondo, colla partecipazione di queste, gli
dialettico ideale , dopo aver trovate tutte le differenze o  specie  elementari, finisce nelle ultime unità (specie piene), non
differenze, generi, specie, fino a quella che noi chiamiamo  specie  piena e che non ammette altre specie inferiori, rimane
che noi chiamiamo specie piena e che non ammette altre  specie  inferiori, rimane questa partecipata dalla realità, cioè s'
. La materia ideale ontologicamente ha in sè tutte le  specie  o numeri definiti, ma questi per l' uomo rimangono nascosti
Quindi c' è bisogno che la mente umana trovi tali  specie  o numeri. Trovate queste specie , ciascuna delle quali
la mente umana trovi tali specie o numeri. Trovate queste  specie  , ciascuna delle quali raccoglie in sè un certo numero di
indefinito, e come tale oscuro; non sarebbe ancora  specie  , che vuol dire visibile, intelligibile (1). Conchiude
il numero partecipando dell' unità come sua forma diventa  specie  . La materia reale all' incontro, non avendo in sè alcun
si conforma; da Platone poi fu detta partecipazione delle  specie  (2) ( «methexis»), onde le specie rimanevano distinte dalle
partecipazione delle specie (2) ( «methexis»), onde le  specie  rimanevano distinte dalle cose , come il partecipabile dal
Aristotele senza spiegarlo, che l' uno è la forma delle  specie  e de' numeri. E che l' uno sia tutto e parte, contenente e
non nel senso ristretto di moto locale, che è soltanto una  specie  de' varŒ moti che distinguevano gli antichi. Dice dunque
toccherebbero l' uno supremo, Dio; e non viceversa. Così la  specie  non tocca l' ente reale; e questo spiega come le specie si
la specie non tocca l' ente reale; e questo spiega come le  specie  si dicono da Platone separate, benchè l' ente reale tocchi
dicono da Platone separate, benchè l' ente reale tocchi la  specie  di cui è informato e in cui è come in se stesso; e così
in se stesso; e così pure Iddio non tocca la specie, ma la  specie  tocca Iddio, perchè essa è in lui, come in un altro,
ente. Di che conchiude che [...OMISSIS...] : perchè queste  specie  che si possano attribuire all' ente, benchè si possano
aggiunse Platone alla filosofia d' Elea è il non ente e le  specie  del non ente, come dichiara in appresso (1). Laonde un uno
, in quanto si considerano, ognuno da sè, come aventi delle  specie  subordinate. Il che per intendere come sia, dobbiamo
il genere riceve in sè differenze, e con esse produce le  specie  nelle quali egli rimane, perchè rimane nelle specie la
le specie nelle quali egli rimane, perchè rimane nelle  specie  la qualità generica; all' incontro se l' uno ammettesse
che riceve in sè differenze e ha specie, e si predica delle  specie  come loro quiddità comune. [...OMISSIS...] L' uno dunque
come quiddità d' alcuna specie, benchè inesista in ciascuna  specie  e in ciascun individuo, e non produce di sè nè ammette in
esclude il luogo, e il tempo. Il fare poi e il patire sono  specie  di moto , e così l' avere e l' atteggiarsi inchiudono una
scienza è una, e tuttavia ci sono molte scienze, che sono  specie  e parti di quella; così v' è una mente di cui l' altre sono
e parti di quella; così v' è una mente di cui l' altre sono  specie  e parti. La scienza una ha in potenza tutte le altre, ed è
che si dà alla gran mente, dove si suppongono tutte le  specie  solo virtualmente comprese (1). Viene agli altri generi.
la mente che contempla questi generi minori e queste  specie  non è più quella di prima, ma un' altra attività che alla
fonte da cui è uscito (1); procede che ci intervenga una  specie  di creazione, e che la prima Mente sia essenzialmente
universale, i cui oggetti sono tutti i generi minori e le  specie  distinte (6). E fin qui, dice Plotino, vanno le cose divine
costituita dalle specie, onde al pari della mente la chiama  specie  (2), quando continuando ad operare ed andando quindi colla
dall' Anima stessa che contemplando sè stessa, cioè le  specie  tutte, vede in esse la realità (1). Ma quest' atto che
più essenza (non più ente), perchè l' essenza è sempre una  specie  o idea. All' incontro l' Anima vegetale del Mondo, che è la
la Mente da' cinque generi, e questi trovandosi in tutte le  specie  in cui si dividono; per partecipazione in tutte queste si
generi o categorie sono nella Mente e la costituiscono; le  specie  che ne derivano sono nell' Anima e del pari la
col pensiero, ma non mai più subietti. Onde, od ogni  specie  è anche un subietto intelligente, e in tal caso i subietti
si chiamano anime intelligenti non sono una, ma più: o le  specie  non sono subietti intelligenti, ma solo obietti intesi, ed
che sia da questa diverso, nè un subietto può conoscere le  specie  se non ne' generi: e però il subietto, che conosce queste,
si troverebbe poi quello, che conoscesse le specie, se le  specie  stesse, molte come sono, quand' anco fossero subietti,
e perchè l' Anima, a ragion d' esempio, s' esaurisca colle  specie  ultime, e perchè subito dopo ne esca il Mondo sensibile, e
è questo perchè? Certamente è questo che nella serie delle  specie  quando il nostro pensiero perviene a quelle che sono
a quelle che sono pienamente determinate (dette da noi  specie  piene, «Ideol. , n. 650 »), allora non sono più concepibili
nelle quantità e ne' numeri, perciò è da separare questa  specie  di convenienza dalle altre, che verranno appresso; senza di
e classificarle condurrebbe a distinguere le diverse  specie  di analogia, e di nomi analogici. Ma quello che sommamente
si è il distinguere con accuratezza le due principali  specie  di analogia, di cui favelliamo; perocchè ci bisogna
cui favelliamo; perocchè ci bisogna distinguere queste due  specie  a spianarci il cammino per favellare esattamente delle cose
stanche e svogliate. Classificando accuratamente le diverse  specie  di predicazione, come abbiam tentato di fare, s' appiana la
analogia, si possono chiamare analogati . Quindi la prima  specie  degli analoghi abbraccia l' analogante coll' analogato; e
analogia non corre che tra due soli termini: la seconda  specie  degli analoghi è quella che abbraccia più analogati,
e poi astratti, benchè di natura sua dichiari anteriore la  specie  alla materia. Astratti poi non può ancora Aristotele
natura predicabili , chè solo per via di predicazione le  specie  s' apprendono congiunte alle cose reali. Pure quest'
mente, che si chiama predicazione , non produce punto le  specie  o le essenze ideali, ma non fa che usare di queste. Queste
altro, nè entra nell' altro, ma sono legati insieme per una  specie  di relazione essenziale . Così nel sentimento si distingue
è vera, si aggiunge un giudizio falso, un errore. A questa  specie  si riducono tutte quelle cose che sintesizzano, come gli
è conseguentemente realizzato anche ciò che esprime la sua  specie  ed il suo genere; e in quanto si considera realizzato in
anch' esse in generi e specie, e questi generi e  specie  sono come elementi formali delle relazioni medesime. IV
che [...OMISSIS...] . Riconosce dunque Aristotele, che la  specie  e la materia sono di diverso genere tra loro, perchè non si
e che cosa è l' ente di cui sono categorie? E se anche la  specie  e la materia sono generi, non diventeranno dodici i generi
conviene osservare che per Aristotele ogni genere è una  specie  (2), onde nomina spesso anche « « la specie della materia »
genere è una specie (2), onde nomina spesso anche « « la  specie  della materia » » (3). Ma la materia stessa non è una
riceve la specie, allora solo si figura e distingue: la  specie  all' incontro, che è il determinante, ha numero, cioè ci
della categoria dell' ente », equivale a dire « la diversa  specie  che si può predicare dell' ente »: l' ente poi, che è il
si può predicare (1). Rispose dunque Aristotele, che le  specie  più estese, e irreducibili, non sono una sola, ma dieci: e
si considera da Aristotele, come materia rispetto alla  specie  , e subietto delle differenze . Ma il subietto stesso e la
materia, è diverso »(4) »: di che deduce, che « la  specie  e la materia sono generi diversi », perchè, tanto la
come materia, «hos hyle», e se due generi sono « la  specie  e la materia », convien dire che ci sia una materia ideale
appartengono alla materia reale, ma all' ideale, e sono le  specie  più estese , secondo Aristotele, e però le meno determinate
col suo pensiero, egli si sarebbe avveduto ch' ella è una  specie  più estesa de' suoi dieci generi, e avrebbe ridotto questi
«he steresis») che non si fanno (2), la materia e la  specie  , e quest' ultima si parte, come nei sommi suoi generi ,
sostanza che appartiene alle Categorie, e che è l' idea o  specie  di sostanza, o l' essenza sostanziale, soggiunge così:
così: [...OMISSIS...] . Non dunque la sostanza reale, ma le  specie  e i generi della sostanza, dette da noi anche essenze
quante maniere si possano predicare le particolari  specie  di enti, nel qual caso il loro numero dovrebbe crescere
cavata principalmente dalla considerazione dell' infima  specie  degli enti, quali sono i corporei, anzichè dalla
quella di corpo; e se voglio conoscere il metallo o altra  specie  di corpo ho bisogno di altri concetti. Onde niun concetto
cioè l' esistenza , è un genere che si suddivide nelle due  specie  di esistenza necessaria , ed esistenza non necessaria ma
a priori , perchè senza l' esperienza non si conoscono  specie  determinate di realità comprese sotto quel genere » ». La
materia. Perocchè la immensa ripugnanza che hanno tutte le  specie  de' sensisti ad ammettere semplicemente un tal fatto, non
« Manuale della Storia della Filosofia » espone così questa  specie  di emanazione o di panteismo a cui s' abbattè Fichte quando
manca un cotal vestigio di trinità, avendovi l' essere, la  specie  (o forma) e l' ordine (2): altrove trovò in ogni ente il
e l' ordine (2): altrove trovò in ogni ente il modo, la  specie  e l' ordine (3); e S. Tommaso (4) riduce a questi tre il
tutta quanta la famiglia umana, fu: comunione sotto le due  specie  al popolo: il calice al popolo! Nel XV secolo, quel grido
tali relazioni molteplici in altrettanti enti; il che è una  specie  di sintesi soggettiva. Questo egli fa col ridurre tali
e coll' ente assoluto ; perciò proveniva dalle diverse  specie  di cognizioni umane non accuratamente distinte. I primi
altresì quella di specie, sia piena , sia astratta . La  specie  piena è la specie o concetto dell' ente vestito di tutti i
di specie, sia piena , sia astratta . La specie piena è la  specie  o concetto dell' ente vestito di tutti i suoi accidenti; la
o concetto dell' ente vestito di tutti i suoi accidenti; la  specie  astratta è la specie dell' ente spogliato dei suoi
vestito di tutti i suoi accidenti; la specie astratta è la  specie  dell' ente spogliato dei suoi accidenti, lasciatogli
rappresentativi si riferivano. Noi abbiamo detto che la  specie  astratta è quel concetto che ci fa conoscere « « l' atto
Quindi quella forza, quell' agente unico diventa la  specie  astratta; e l' astrarla è l' opera del principio razionale,
d' individui e non moltiplicità di specie, nè diversità di  specie  astratta, nè diversità di specie piena; perocchè anche alla
di specie, nè diversità di specie astratta, nè diversità di  specie  piena; perocchè anche alla specie piena possono
astratta, nè diversità di specie piena; perocchè anche alla  specie  piena possono corrispondere più individui nell' ordine
sì quella che questi. Quando, dunque, noi dicevamo che le  specie  astratte si dividono secondo l' atto diverso dell' essere,
solamente gli individui reali. A questi poi risponde una  specie  sola astratta; onde nell' ordine dell' idealità l' atto
dell' essere rimane uno e identico, e però una sola è la  specie  astratta, una sola la sostanza ideale di più individui
ideale di più individui eguali. Noi abbiamo detto che la  specie  astratta rimane la stessa, quando i diversi gruppi di
oltre la realità diversa, senza che perciò si muti la  specie  astratta: così una pera può variare di grandezza, di
tempi diversi, e tuttavia tutte si conoscono colla stessa  specie  astratta di pera. Al che si risponde che il gruppo degli
sensibili. Quale è il principio che moltiplica le  specie  piene? - Nelle specie manca la realità dell' ente, e però
è il principio che moltiplica le specie piene? - Nelle  specie  manca la realità dell' ente, e però manca quella
diversi per la sola loro realità diversa, corrisponde una  specie  sola. Ora i fondamenti sensibili sono dati dal sentimento
effetti; e ai sentimenti sensibili così vestiti risponde la  specie  piena. Accade però che tutti gli effetti sensibili, che si
per esempio, se un corpo è rosso, non può essere giallo; la  specie  piena poi, fa conoscere allo spirito nostro il fondamento
sensibili, contemporanei o compossibili; ed è perciò che le  specie  piene si moltiplicano, perchè lo stesso fondamento
effetti sensibili. Quale è il principio che moltiplica le  specie  astratte? - Le specie astratte fanno conoscere il solo
è il principio che moltiplica le specie astratte? - Le  specie  astratte fanno conoscere il solo fondamento sensibile dell'
effetti accidentali sensibili. La diversità dunque delle  specie  procede dalla relazione ontologica, che ha l' essere reale
In simil guisa egli cangia in ente ogni astratto, le sue  specie  possono moltiplicarsi senza che si moltiplichi l' ente a
può adunque domandare se questo concetto di materia sia una  specie  piena o una specie astratta, o che sia. Ed è evidente che
se questo concetto di materia sia una specie piena o una  specie  astratta, o che sia. Ed è evidente che non può essere una
astratta, o che sia. Ed è evidente che non può essere una  specie  piena, perchè si prescinde dai suoi effetti sensibili;
perchè si prescinde dai suoi effetti sensibili; neppure una  specie  astratta, che si riferisce anch' essa ad un fondamento
dell' ente. Onde la parola materia non significa alcuna  specie  di enti, ma ciò di cui molte specie di enti si compongono,
non significa alcuna specie di enti, ma ciò di cui molte  specie  di enti si compongono, ed ella ha due aspetti: 1 o si
al fondamento sensibile risponde nell' ordine ideale la  specie  astratta, e quando a più fondamenti sensibili rispondono
e quando a più fondamenti sensibili rispondono più  specie  astratte, allora si dice che quei fondamenti sensibili
dice che quei fondamenti sensibili differiscono fra loro di  specie  e non d' individuo meramente. Ora, se io prendo più
generico, dal quale per astrazione è stata tolta la  specie  determinata dal gruppo degli effetti sensibili, è un
è un fondamento sensibile informe, indi apparisce: Che la  specie  astratta fa conoscere la forma degli enti (1), pigliando la
forma, e però di specie. Ma qui nasce la questione se nella  specie  astratta o nella specie piena sia compreso l' individuo.
Ma qui nasce la questione se nella specie astratta o nella  specie  piena sia compreso l' individuo. Noi abbiamo di sopra
degli individui dalla realità. Ma altro è che nella  specie  non si comprenda la moltiplicità degli individui (individui
degli individui; sicchè colui che avesse sola la  specie  nella sua mente, non potrebbe mai conoscere il numero degli
mai conoscere il numero degli individui reali di quella  specie  (almeno parlando delle specie degli esseri contingenti a
individui reali di quella specie (almeno parlando delle  specie  degli esseri contingenti a noi conosciuti), ma nello stesso
a noi conosciuti), ma nello stesso tempo diciamo che nella  specie  si contiene l' individuo specifico , cioè ogni specie fa
nella specie si contiene l' individuo specifico , cioè ogni  specie  fa conoscere l' ente individuo, la cui realizzazione può
compiuta, altro non è che la loro individualità quale nella  specie  si conosce, e però si dice individualità specifica . Quindi
l' ente formato, e in questo secondo caso risponde alla  specie  astratta, esprime l' individuo come si trova in questa, non
vestiti dei loro gruppi di sensazioni sono più, quando la  specie  astratta con cui si conoscono è una sola; nel qual caso la
e non in quello dell' idealità. Così gli individui della  specie  umana sono molti, e l' uomo7concetto è uno solo; quegli
loro causa prossima; e ciò che si potrebbe dire di questa  specie  d' individualità è al tutto simile a ciò che si può dire di
dire non ci mostra nessuna perfezione sussistente, nessuna  specie  astratta sussistente, nessuna specie piena sussistente;
sussistente, nessuna specie astratta sussistente, nessuna  specie  piena sussistente; onde ci dice quello che Iddio non è (non
che Iddio non è (non essendo nulla di diviso in genere,  specie  e sussistenza), ma non ci dice già quello che è: « una
che nella sua semplicità racchiude ciò che ha la  specie  ed il genere »; non ci mostra, non ci fa percepire, pensare
l' avvicinarsi del sonno come l' avvicinarsi di una  specie  di morte. Questo orrore era il principio riflesso che lo
quello che abbiamo detto dell' immaginazione ad ogni  specie  di sentimenti interni. L' immaginazione non è che una
Ma posciachè giova non poco distinguere accuratamente quale  specie  e natura di armonia sia quella di che il principio
i suoi organi e apparati sensitivi, altrettanti quante le  specie  delle sue sensazioni. Ciascuno poi di tali sensorii ha una
complessiva che, presentendo lo spiacevole esito di una  specie  di movimenti, si sforza di determinare movimenti contrarii,
solo caso ella è una proprietà omogenea, ed eguale di  specie  per tutte egualmente le parti del corpo animato (1). Ora,
ritrosa, avversiva, irosa e simpatica . Ora tutte queste  specie  di movimenti animali noi crediamo che si possano
la stessa affezione; la storia dell' amaurosi ed altre  specie  di cecità lo comprovano. L' osservazione, che noi vogliamo
detta decidua dall' Hunter, non è che il prodotto di una  specie  d' infiammazione naturale; ricorda competere alla
di fatica, e più di facilità e con maggiore piacere, quella  specie  di operazione che ella ha già eseguita più volte. E qui si
qualche cangiamento, se questa attività agisce con quella  specie  di atti, a cui rispondono dei movimenti intestini nei
riesce così diverso che varia di tipo in ogni animale di  specie  diversa; e nella stessa specie non si può in alcuna maniera
di tipo in ogni animale di specie diversa; e nella stessa  specie  non si può in alcuna maniera credere che s' incontrino due
lo stesso tipo, il quale tipo è il fondamento della  specie  dell' animale stesso. Onde si vede che anche nel sentimento
in esso altrettante varietà corrispondenti. Molte sono le  specie  d' organizzazione, atte a dar luogo ad un sentimento
movimenti e stimoli, senza lotta o dolore; e queste  specie  di organizzazione, e questi corsi zoetici organicamente
tipo costituiscono le varie indoli , che in una stessa  specie  di animali si manifestano, i vari temperamenti , i vari
un diverso corso zoetico, il quale differisce nelle diverse  specie  d' animali, e negli individui della stessa specie. Il corso
del sentimento fondamentale. Per sensione intendiamo una  specie  di modificazione del sentimento fondamentale, non ogni
animale? Volendo trovare di queste mirabili varietà di  specie  e di grado la ragione ultima, che è veramente formale , si
di cui si compone il corso zoetico, rispondendo ad ogni  specie  di sensione una specie determinata di movimenti promossi
corso zoetico, rispondendo ad ogni specie di sensione una  specie  determinata di movimenti promossi dall' istinto sensuale.
dica di un gran numero d' altre malattie. Onde neppure la  specie  della malattia indica con sicurezza la sua causa e natura
istato di soverchia energia. Il Rasori confessa esservi una  specie  di debolezza nel viluppo capillare venoso, sede dell'
che nel viluppo capillare infiammato vi è una qualche  specie  di debolezza. Or questo è un confessare che anche nella
qualche momento. Indi il fenomeno che dicevamo. Si noti la  specie  d' opposizione, che somiglia a un antagonismo senza
esso quasi sempre interessato. II Causa, sensoria . - Una  specie  di sensioni assai vive impediscono altre sensioni meno
individui con una sola e medesima idea specifica, e molte  specie  con una e medesima idea generica, si dava alla mente l'
più estesamente la dottrina di Platone intorno alla doppia  specie  di elementi, i reali e gli ideali ; investigando poscia se
questo solo ha i caratteri assegnati da Platone a tale  specie  invisibile, suscettiva di tutte le forme «pandeches», non
E quantunque nella natura debba rispondere a questa  specie  una realità, tuttavia il concetto di questa realità sarebbe
dei veri elementi. Ma discendendo col discorso da quella  specie  intelligibile informe, che, come dicevamo, non può essere
alle cose sensibili e transeunti, viene a parlare di altre  specie  meno indeterminate, cioè del fuoco, come quello che è il
materiali. Di che conchiude: [...OMISSIS...] ; la quale  specie  così egregiamente descritta è l' idea, o per dir meglio l'
Agrigento distingueva degli elementi intelligibili, ossia  specie  ed esemplari degli elementi reali? Il che a noi pare che
dei numeri, fonte degli altri numeri, rappresentante le  specie  e i generi delle cose. Ora, poichè ciascun genere e
i generi delle cose. Ora, poichè ciascun genere e ciascuna  specie  ha l' unità, secondo i Pitagorici, perchè quei concetti
i corpi, la quale è perpetuamente un' altra; 3) di una  specie  di essenza media, che tiene delle due prime. Delle quali
non deve essere forma di corpo, perchè la forma o  specie  del corpo viene definita « l' atto e la perfezione del
si vede che la parola mente o intelletto si confonde colle  specie  che si acquistano dal di fuori, che è appunto l' errore da
vitale s' acchiude (1), poichè dice: [...OMISSIS...] . La  specie  dell' uomo, e la specie del cavallo o di ogni altro
poichè dice: [...OMISSIS...] . La specie dell' uomo, e la  specie  del cavallo o di ogni altro animale, è trattata ad uno
così torna in campo la difficoltà, perchè la ragione della  specie  non è che cosa intellettuale, e però non può essere nei
all' intelletto, il quale con una sola e medesima idea o  specie  li conosce. Onde l' uno secundum considerationem
cosa d' amor proprio. Mi domandate dunque circa questa  specie  di gioia interiore che voi ne provate: 1 Se ella sia un
soggettivo, di cui non si può dire altrettanto? Questa  specie  di piacere è quello che ha per fine noi stessi e la nostra
sembrano anche più superbi. Quello che accade in questa  specie  di sentimento, accade pure in ogni altra specie, quando il
sentimento delle proprie forze s' estende a tutte le  specie  di forze e di facoltà. Un sentimento infatti accompagna l'
e ogni sentimento puramente soggettivo, di qualunque  specie  sia, s' egli è vivace, è una tentazione di superbia, perchè
virtù. Ma infine del conto come il rimedio di quella prima  specie  di superbia, che viene eccitata dal sentimento della vita e
infinitamente migliore; così il rimedio della seconda  specie  di superbia, che nasce dal sentimento dei propri atti
è ignoranza e tenebra. Il rimedio poi verso quella terza  specie  di superbia, la più maligna di tutte le altre, che nasce
giudizio abituale di sè orgoglioso e superbo. Questa  specie  di superbia abituale si scopre più facilmente osservandone
attentamente si consideri, si vedrà che da questa seconda  specie  di giudizi superbi e falsi deriva anche la specie
seconda specie di giudizi superbi e falsi deriva anche la  specie  precedente di giudizi superbi e temerari, e che qui sta il
è atto a farci conoscere ogni essere reale. Questa è una  specie  d' infinità propria della natura intelligente, poichè
dir si possa, sicchè affissandosi in essa senza aiuto di  specie  sensibili o sentimenti non vede nulla di distinto. L' uomo
indefinitamente. Quindi la perfettibilità della umana  specie  è, sotto questo aspetto, indefinita: sentenza che non viene
quella troppo grande generosità torrebbe all' uomo molte  specie  di meriti, pei quali vien ricevendo i doni in mercede, e l'
e, come dice S. Agostino, devono aver tutte un modo, una  specie  e un ordine. Le categorie della quantità, della qualità,
suo Creatore. I generi delle cose le rendevano simili, e le  specie  le rendevano imagini o ritratti una dell' altra. Non era
e le imagini sono rinserrate nei generi e nelle  specie  alle quali appartengono. Le similitudini e le imagini
suono, l' altra un pensiero, e non convenendo per ciò nella  specie  nè in alcun genere. Ma all' incontro pigliando l' intero
male. Aiuta a principio il bambino in questo fatto qualche  specie  di sensazione delle più comuni e forti che egli soffra, e
acquistando per esse la cognizione. Ora fra queste due  specie  di sensazioni colle quali la grazia opera, ve ne ha una
accompagna una operazione soprannaturale. E a questa terza  specie  quelle sensazioni appartengono o sensibili segni, i quali
adoperino in modo non dissimile dalle prime di queste tre  specie  d' impressioni, le quali nulla significano; non avendovi
perchè nulla significano. Nè il significato di questa terza  specie  d' impressioni è inutile all' uomo che il conosce: perchè
viene in esse trasfusa: nè v' ha in cielo albero di altra  specie  che di questa, del legno della vita. Per la qual cosa dice
che esse cerimonie vogliono rappresentare. Queste due  specie  di segni emblematici appartengono alle percezioni. Anche le
parlare enigmatico delle sacre Scritture. Perciò a quattro  specie  si riducono i segni emblematici istruttivi, cioè 1. fatti o
discendere a divisare il simbolo che si traeva da tutte le  specie  di animali, e mi rimetto all' opera de' Principii discussi
di lana insieme e di lino; di non seminare la vigna di due  specie  di sementi (1). Il decreto è emblematico, e dimostra la
il sacrificio dell' eterno Sacerdote Gesù Cristo. Di tre  specie  di sacrificii erano nell' antica legge, l' olocausto, il
essi miravano a far entrare nelle menti degli uomini. Due  specie  di cognizioni sono insensibili, cioè le astratte e le
in separato), le parole possono tracciare e comporre una  specie  di visione nella nostra fantasia. E ciò esse fanno col
specifica delle cose, ritiene innanzi allo spirito la  specie  e la richiama: il che fanno i nomi comuni . III.
come nome proprio di Adamo, quanto come nome comune della  specie  umana. La natura adunque degli antichissimi nomi propri è
si può conchiudere da ciò che abbiamo detto che in questa  specie  di nomi il comune si congiunge e lega col proprio e si fa
perchè si veda che lo spirito umano sostantiva non solo la  specie  ma anco il genere, quando a questo è pervenuto. Ma questa
all' incontro intorno alla perfettibilità della  specie  umana consiste ne' capi seguenti: 1. L' uomo fu creato da
in più luoghi avervi una degradazione continua dell' umana  specie  abbandonata a sè stessa, a cui riparare dovette Iddio,
esplicita, 3. Ad una fede più esplicita corrisponde nuova  specie  di grazia, 4. La rettitudine della volontà corrispondente
aggiunta a questo Sacramento colla divina Risurrezione? La  specie  poi dell' azione nacque al Battesimo dall' aver in quel dì
de' Sacramenti si contiene, e per esso corpo, sotto la  specie  di pane e di vino, la grazia nel suo effetto della
differenti quanto all' individualità loro, ma quanto alla  specie  e nell' altre condizioni perfettamente uguali. Io credo di
dallo Spirito Santo definì bensì che « sotto entrambe le  specie  e sotto ogni parte di ciascuna specie si contiene tutto ed
« sotto entrambe le specie e sotto ogni parte di ciascuna  specie  si contiene tutto ed intero Cristo« (1); » ma parlando
da quella dottrina teologica la quale insegna che« sotto le  specie  eucaristiche sta bensì in forza delle parole tutto Cristo
pane e tutta la natura di pane; così medesimamente sotto la  specie  del pane e del vino, cioè sotto quella piccola dimensione
del vino, cioè sotto quella piccola dimensione che da esse  specie  viene determinata nello spazio, non istà mica tutta la
questo punto dell' identità del corpo di Cristo sotto le  specie  del pane e del vino, e del corpo di Cristo in croce. Ora
al niente la sostanza del pane e del vino, e sotto le  specie  del pane e del vino stesso si colloca il corpo di Cristo.
coll' adducimento del corpo e del sangue di Cristo sotto le  specie  del pane e del vino. 2. Che quest' unica operazione si
cose sono qui da osservarsi. 1. Non si vede perchè la prima  specie  di conversione si chiami conservativa più tosto che
(3). Cristo dunque s' asconde sotto il velo delle mistiche  specie  per un atto d' amore, ed è questo che volle dire l' amoroso
avrebbe un sito di più in cui si troverebbe, cioè sotto le  specie  del pane e del vino (2): or questo non sarebbe sicuramente
proprio corpo nella dimensione di spazio circoscritta dalla  specie  del pane e del vino. Non si può rispondere, che o sì, o no.
che Gesù Cristo in quella dimensione di spazio che dalle  specie  Eucaristiche è circoscritta non ha il sentimento
non si verifica che esista nello spazio disegnato dalle  specie  consecrate il corpo di Cristo: perchè l' essenza del corpo
veramente ingrandito, estendendosi agli spazii che dalle  specie  sono coperti. Perocchè io ho dimostrato che la vera
all' esterno costituisce l' essenza del corpo; sotto le  specie  sacramentali non ci sarebbe più il vero e real corpo di
di Cristo, nè con noi, in quanto sta ne' luoghi dalle  specie  circoscritto: il che distrugge l' idea del corpo. All'
i Cartesiani. Perocchè l' estensione circoscritta dalle  specie  dell' ostia consacrata, avendo un' altra figura e un' altra
estensione propria, anche nell' estensione descritta dalle  specie  del pane: di guisa che l' identica essenza del corpo sia
Imperciocchè: 1. Nel mistero Eucaristico si trova sotto le  specie  del pane consecrato il corpo, l' anima e la divinità di
di Cristo. Hassi dunque a spiegare non solo come sotto le  specie  del pane si trovi l' identico corpo di Cristo, ma anche
spiega egli la esistenza del medesimo corpo sotto diverse  specie  nel Leibniziano sistema? Forte ne dubito. Perocchè avendo
corpo, rimane a dimandare: ciò che voi collocate sotto le  specie  del pane è la sola estensione, o è anche la sostanza
sostanza corporea? Se è la sola estensione: dunque sotto le  specie  del pane non esiste il corpo di Cristo, ma solo un suo
si appella; il che sarebbe contro il dogma. Se poi sotto le  specie  del pane voi ponete la sola sostanza del corpo di Cristo
che si pone in due luoghi diversi in cielo, e sotto le  specie  del pane; perchè si parla della stessa identica sostanza
che perda la sua identità. Che se poi si pone sotto le  specie  del pane e la sostanza e l' estensione, in tal caso resta
2. come l' estensione, che ha il corpo di Cristo sotto le  specie  dell' ostia, aggiunta all' estensione che ha il corpo di
si sarebbe ingrandito e disteso; 3 supponendo che sotto le  specie  sacramentali sussista il corpo di Cristo colla sostanza e
Leibniziano a dimandare, la sostanza che sta sotto la  specie  colle sue dimensioni, è ella qualche cosa che fosse
corpo di Cristo in cielo acquistò qualche cosa, se sotto le  specie  egli esiste colla sostanza e coll' estensione, se cosa
come dunque si dirà che il corpo di Cristo sia sotto le  specie  del pane e del vino? come si dirà ch' egli, se non è
dell' eresia pelagiana consisteva nel disconoscere quella  specie  di moralità buona o malvagia che è nell' uomo non per
o positiva (2). 17. Come questa abitudine è varia e di  specie  e di grado, così lo stato morale dell' uomo ammette
lo stato morale dell' uomo ammette altrettante varietà di  specie  e di grado, quante sono le varietà possibili di essa
nella natura umana, ad esso è uopo attribuirsi anche questa  specie  di attività che si spiega col cedere all' azione, che
è proprio d' una persona, è a distinguere le due accennate  specie  di proprietà: poichè altro è esser proprio d' una persona
l' essenza del peccato, in essa si abbracciano tutte le  specie  di peccati, e che perciò tutti que' mali morali, ai quali
però a questo conviene la denominazione di peccato per una  specie  di priorità e all' abituale per una specie di posteriorità,
peccato per una specie di priorità e all' abituale per una  specie  di posteriorità, secondo la distinzione che fanno i logici
due nozioni nelle menti voleva che fossero istituiti due  specie  di sacrifizii, gli uni per il peccato, gli altri per il
cosa rispose loro Agostino? Che conveniva distinguere due  specie  di peccato, la prima di quelli che sono peccati e non anche
e non anche pena di un altro peccato precedente, la seconda  specie  formata da quel peccato che oltre esser peccato è anche
è anche pena di peccato: alla prima sola di queste due  specie  convenire quella definizione, non alla seconda, a cui
e unde liberum sit abstinere, e che ci sia un' altra  specie  che si subisce, come pena, per via di generazione senz'
che falsamente si dicono suoi discepoli, non riconoscono la  specie  di peccati che si commettono dalla volontà libera dalla
il male nell' ordine delle cose volontarie in queste due  specie  appunto di: 1 male volontario, cioè liberamente voluto, e
in tutta la sua generalità, si fa a distinguere le due  specie  di peccato puro e di peccato imputato al libero suo autore.
il male, il peccato e la colpa: non paragona una  specie  di atti della volontà con altri atti, non paragona gli atti
non è peccato, mancandogli la forma, che è quella che dà la  specie  e il nome alle cose. Dunque non esiste alcun peccato
e quindi la loro eterna sorte, sarebbe stata esposta ad una  specie  di giuoco di sorte, poichè l' elezione libera di Adamo
solo nella sua origine con quel di Adamo, e della stessa  specie  del peccato abituale di lui, benchè numericamente diverso.
e che avrebbe avuto, se Adamo non avesse peccato, è una  specie  di privazione, sebbene questo più non sia dimandato dalla
l' uno naturale, l' altro elettivo, due devono essere le  specie  di moralità ben distinte che si manifestano in essa, l' una
che essa apprende e a cui aderisce come a fine, e questa  specie  di moralità non dipende attualmente e necessariamente dall'
e rigetta l' oggetto non buono e disordinato: e queste due  specie  di moralità sono riconosciute, come abbiamo dimostrato
in quanto è buono o cattivo, ordinato o disordinato, dà la  specie  e la condizione morale al suo atto ed al suo stato, e però
eleggere. 62. Dimostrato adunque che ci sono nell' uomo due  specie  di moralità, l' una dipendente dall' atto del suo libero
. 63. Gli eretici e gli increduli accampano due  specie  di argomenti contro alla cattolica verità, cogli uni
eseguire l' ufficio suo; laonde si possono distinguere sei  specie  di metodo, come si sono distinti sei uffici della mente
all' altra, per esempio, la trasporta dal fiore alla sua  specie  o classe, pensando che quella è una rosa centofoglie,
o di Portland; ovvero che quel fiore appartiene ad una  specie  o classe più ampia, quella delle rose, o alla famiglia più
rosa che vede, e poi farlo salire dall' individuo alla  specie  o classe minore, e poi a una classe sempre maggiore, fino
che vede come una pianta, e poi dal genere condurlo alla  specie  o classe maggiore facendol discendere a una minore, fino a
due varietà farò salire la mente del mio fanciullo alla  specie  delle Rose7damaschine . Ma in tutto questo lavoro dovrà
sua mente a concepire una classe più ampia che abbraccia la  specie  del Bengala non meno che la specie di Damasco. Ma la
ampia che abbraccia la specie del Bengala non meno che la  specie  di Damasco. Ma la menticina del mio fanciullo non potrebbe
non segna solo l' individuo che egli osserva, ma tutta una  specie  distinta in molte varietà, al che egli deve emendare, come
le quali si dividono di nuovo in classi o specie, e queste  specie  in varietà, dovrei fargli rinnovare il cammino pien di
individui che loro appartengono, fino che si giunge alla  specie  minore di tutte, che è quella che io ho chiamata Specie
specie minore di tutte, che è quella che io ho chiamata  Specie  piena (2). Noi abbiam trovato fin qui la graduazione che
individui possibili: ella determina dunque una classe o  specie  d' individui. Chiamo quell' idea specifica7piena , perchè
tirato dal piacere, prendendo la parola dolore per ogni  specie  di molestia, per ogni penoso bisogno. I bisogni penosi
egli è indubitato, che vi ha tra gli animali della stessa  specie  una tutto speciale domestichezza somiglievole all'
oggetti inanimati. L' affezione che i genitori di tutte le  specie  mostrano pei loro nati, è un istinto, che troverebbe
certa affinità sensuale si trova ben anche tra animali di  specie  diversa: il cane, il cavallo, l' elefante, ecc., prendono
e le idee degli oggetti. Divien dunque il linguaggio una  specie  di memoria artifiziale, e giova ad accrescergli l' uso
cavallo, crederà facilmente, ch' egli abbia già astratta la  specie  cavallina da' cavalli individui; ma egli s' ingannerebbe,
si è formato un concetto qualunque di ciò che distingue la  specie  de' cani dall' altre specie d' animali, o di ciò almeno che
di ciò che distingue la specie de' cani dall' altre  specie  d' animali, o di ciò almeno che egli crede che formi questa
proprio: indica un' astrazione, che ha per fondamento la  specie  astratta , sotto la quale sarebbe un altro astratto, che
la quale sarebbe un altro astratto, che non ha nome (la  specie  piena imperfetta), o più altri (1), prima di venire al nome
difficile il nominare le cose col vocabolo significante la  specie  più stretta, e si suole, il più, nominarle largamente col
i vocaboli significanti l' universale, i generi reali, le  specie  astratte , e le semi7astratte , come pure i sussistenti
, come pure i sussistenti (nomi proprii). Ora, poichè le  specie  semi7astratte possono essere innumerabili, rimane a vedere
la mente del giovanetto a conoscere in ciascuna cosa le  specie  semi7astratte. E di più conviene osservare, che queste
il cuore umano non può cominciare ad amar nulla se non sub  specie  boni , ma posteriormente degenera quell' amore e si
con quelle doti e pregi che ce li rendono amabili. L' altra  specie  d' amore all' opposto, di cui parliamo, ama i sussistenti
giusto. Ma in tal caso abbiamo l' amore di seconda  specie  illuminato dall' idea: un amore che non è esclusivo, ma che
adunate nello stesso spazio; per restringerci ora a questa  specie  di collezioni, come quelle, che sono più facili. Questa
morale. Egli ha bisogno di tutte e tre queste  specie  di attività, colle quali si sviluppa, ma debbono essere
si dee introdurre in essa due ordini: 1 L' ordine tra una  specie  e l' altra, che subordina e fa servire l' attività
applicassi la proprietà riscaldatrice. Questo prova che la  specie  di sintesi, che nasce in questa età, estende immensamente
e non provvisoria (1) che « un dato ente, cioè una data  specie  di enti non abbia altra maniera e grado di potenza »,
circa le azioni degli enti, e giunge ben presto ad una  specie  d' incredulità , cioè tostochè egli ha potuto chiudere e
la strada, che qui passiamo in revista le principali  specie  d' associazioni d' idee, ossia le ragioni diverse, per le
fanciullo senza scelta nelle idee, qualunque di queste tre  specie  d' associazioni sarebbe acconcia: è chiaro che l' arte
ugualmente fondare sulla prima, sulla seconda o sulla terza  specie  di associazioni, o su tutte e tre. Ma questo non basta,
non si ottengono, se non promovendo nel fanciullo la terza  specie  di associazioni fondata nella relazione intrinseca delle
basta per intendere che solamente quest' ultima  specie  di associazione ha uno stretto rapporto colla moralità:
Lo sviluppare poi questi cinque gradi successivi e  specie  diverse di religioso insegnamento; il rinvenire gli
L' operazione propria del quint' ordine è la terza  specie  di sintesi. La prima specie si fu la percezione (prim'
del quint' ordine è la terza specie di sintesi. La prima  specie  si fu la percezione (prim' ordine): la seconda specie si fu
prima specie si fu la percezione (prim' ordine): la seconda  specie  si fu la predicazione delle qualità delle cose (terz'
rapporti, che hanno tra di loro quei due elementi. La terza  specie  di sintesi adunque consiste, « nella determinazione della
che fa lo spirito umano al quint' ordine, sono di seconda  specie  od anco di prima. La materia di questa analisi vien
e a notarne la relazione fra di esse, mediante la terza  specie  di sintesi. Laonde egli pare, che prima del quint' ordine
qualsiasi sacrificio ». In questo principio compariva una  specie  di collisione tra il bene eudemonologico e il ben morale,
che è dovere, e quello che non è dovere ma piacere. Questa  specie  di collisione non muta propriamente la teoria morale;
è condizione e principio della bontà, è bona d' una sua  specie  di bontà nobile sommamente, vi si comprende la sapienza, ma
vanamente l' umana natura il sostenere, che questa nuova  specie  di moralità più eccellente, che nasce dal seguitare le
con essi si servono a gara per illuderli e perderli (1). La  specie  di errori immorali, di cui parliamo, mostrasi in un'
è proprio delle persone volgari. [...OMISSIS...] Questa  specie  d' egoismo è quello, che traversa e impedisce nel mondo i
egoismo dell' ignoranza. Nei fanciulli si manifesta questa  specie  di egoismo ogni qual volta hanno da fare con persona che
per sè non determini nessun individuo, ma solo delle  specie  e de' generi, tuttavia presi insieme determinino altresì un
spirito e vi producano delle sensazioni: non intende la  specie  di sensazioni che sono, ma intende il genere delle
sensazioni, a cui appartengono. Intende ancora che quella  specie  di sensazioni che formano, non ha nulla di simile colle
per intendere questo gli basta osservare che anche le varie  specie  di sensazioni, che egli patisce, sono tali che non hanno
ideali7negative . La luce dunque e i colori nella loro  specie  rimangono per lui perfettamente incogniti, perchè non ne
queste verità poi, la Teologia rivelata comprende un' altra  specie  di verità, cioè le verità non razionali, ma positive ossia
capo XIV di S. Giovanni. Il primo di questi effetti è una  specie  di onnipotenza che vien data al vero credente:
sia il soggetto della grazia in quanto essa appartiene alla  specie  delle nature intellettuali o razionali (5). Indi è che la
rivelare dal seguente ragionamento: L' anima umana è di una  specie  diversa da quella de' bruti pel solo intelletto . Ora,
intelletto . Ora, secondo l' Angelico, il fondamento della  specie  delle cose è la loro essenza . Dunque l' intelletto
appunto che chiamo specifiche , perchè costituiscono le  specie  delle cose (2): ed è di queste che parla S. Tommaso. E
idea di tutte le idee, o secondo la frase aristotelica, la  specie  di tutte le specie ; poichè ciò, per cui ogni altra idea è
o secondo la frase aristotelica, la specie di tutte le  specie  ; poichè ciò, per cui ogni altra idea è idea, è per esservi
che ha necessariamente in sè dell' infinito e una  specie  di onnipotenza. Questo sentimento creato in noi è la
agente nell' uomo, solleva quest' essere intellettivo a una  specie  nuova d' intelligenza, quale è la soprannaturale: la prima
la novità di questa legge non istà tanto in aver date  specie  nuove, quanto in aver rinnovate, ravvivate, svolte le
questa definizione è generale, e si possono distinguere più  specie  di cause formali, dalla quale accurata distinzione verrà
inizialmente , prende il nome di idea dell' essere o di  specie  (2), o di essere ideale o potenziale, ed è il lume della
si presenta al nostro spirito una pura e tenue idea, ma una  specie  operante e sostanziale nel nostro spirito, come uno stimolo
che sia un qualche cosa ; 2. che sia informata di qualche  specie  ; 3. e che tenga in sè qualche ordine , cioè che sia
S. Agostino le nomina altresì con questi tre nomi di modo,  specie  e ordine : e dall' entrare necessariamente somiglianti
essere reale . Il secondo elemento che ogni cosa « aliqua  specie  formatur », merita più attenta investigazione e analisi.
spesso in questo trattato, io ho dimostrato che la  specie  non è che il rapporto che ha la cosa colla idea (7); non è
uomini, i quali per nominare una classe di cose dicono una  specie  , usando questa parola, che nella sua forza etimologica non
le cose, se noi ne togliessimo via le idee; i generi e le  specie  delle cose perirebbero. Ma, innoltrandoci di più, troviamo
molto meno esistente. Da tutte queste cose apparisce che la  specie  di S. Agostino, propriamente parlando, è l' essere ideale
que' tre elementi di tutti gli esseri, invece di dire la  specie  , dice « ciò per cui si discernono le cose « », che è
che a imaginare una causa, la quale fosse fornita di quella  specie  di trinità, di cui fornito si scorge l' effetto, e nulla
dall' amore ed ebbra in lui già perde quasi fino la  specie  dell' oggetto amato, o non l' avverte più, ma nuota in una
intellettivo e sentesi una forza che ci fa passivi, ed una  specie  ed una bellezza ed amabilità che nella specie rifulge. Il
ed una specie ed una bellezza ed amabilità che nella  specie  rifulge. Il che tutto si avvera in ogni sentimento
agente in noi con una forza infinita e sussistente, una  specie  prima o conoscibilità sussistente, e un amore o amabilità
conoscibilità sussistente, e un amore o amabilità di quella  specie  prima pure sussistente: nel qual caso solo percepiremo tre
a un tempo passiva e attiva: in quanto è passiva, riceve le  specie  delle cose, il che costituisce l' intelletto; in quanto è
Ciò che dico delle sensazioni, deve applicarsi a tutte le  specie  intellettive, idee e percezioni: solamente con questa
perchè nè è simile a Dio nella specie, nè è un segno della  specie  divina. Un segno della specie o natura divina è la
specie, nè è un segno della specie divina. Un segno della  specie  o natura divina è la concezione dell' essere divino che col
non è simile a Dio nella specie, nè ad un segno della  specie  divina. E veramente l' essere innato non può essere simile
essere simile a Dio stesso in quanto alla specie, perchè la  specie  di Dio non è che la sostanza di Dio, ossia la divina
Qual cosa potrà somigliar a Dio in quanto alla sua stessa  specie  o sostanza? Chi potrà avere qualche cosa di simile col
la tentazione, purchè avesse voluto adoperarla. La stessa  specie  di grazia, secondo S. Agostino, era stata data agli Angeli
In somma come l' essere indeterminato che costituisce la  specie  umana è la vista più imperfetta dell' essere stesso, e però
dell' essere stesso, e però non fa che produrre tale  specie  di esseri intelligenti che è inferiore fra tutte le specie
specie di esseri intelligenti che è inferiore fra tutte le  specie  di esseri dotati d' intelletto; così la grazia congiunta a
tenue di tutte le grazie di cui fossero fornite le altre  specie  intellettive più eccellenti dell' umana. All' incontro la
determinazioni, le quali sono ciò che i teologi chiamano  specie  infuse . Potevano adunque vedere dell' essere non pure il
gli avanzamenti progressivi e l' ingrandimento della  specie  umana. Ma chi bene e imparzialmente considera i loro
in tal modo le differenze fra gli uomini de' meriti e delle  specie  di perfezione o pregi acquistati. Distinta adunque la
ogni dubitazione. Nello stesso tempo però che si dà questa  specie  di merito da desumersi e misurarsi dal grado di energia
in proporzione opposta a questa; si dà anche un' altra  specie  di merito che tiene proporzione col grado di luce e di
e si sublima. Or all' una e all' altra di queste due  specie  di merito, come dicevamo, corrisponde una grazia, e nelle
merito, come dicevamo, corrisponde una grazia, e nelle due  specie  al grado del merito il grado d' aumento della grazia. La
senonchè questo tempo stesso viene sovente rapito da tante  specie  d' infermità che in varie e crudeli guise straziano i corpi
di cui parliamo, cioè dello stato misero e triste della  specie  umana. Tutte le tradizioni e tutte le mitologie si
del peccato originale? Noi abbiamo distinto due  specie  di imputabilità, la imputabilità del peccato e la
essenzial cosa in ogni peccato. Lo stesso si dica delle due  specie  di demeriti che corrispondono alle due specie d'
delle due specie di demeriti che corrispondono alle due  specie  d' imputabilità (2). Ognuno ben vede quale de' due
natura il poter amare ogni altro oggetto che conosca sotto  specie  di bene? Egli è vero che il grado e la qualità dell' amore
chi dicesse: è utile questa operazione, è velenosa questa  specie  di frutti. Ma all' incontro il giudizio pratico abbraccia
Ma all' incontro il giudizio pratico abbraccia tutte le  specie  di beni, e, consideratele tutte, conchiude dicendo: qui e
ogni altra maniera di generazione che avviene nelle diverse  specie  di animali più perfetti. Dove si vede che il seme del
il fondamento della natura comune (2). Quest' unione di  specie  è toccata universalmente dai Padri. S. Ambrogio dice:
fede o prossima a [esser] di fede, che il comunicare nella  specie  non basta a comunicare nel peccato: perocchè se bastasse,
egli soffre sotto i colpi dei diversi accidenti, e le molte  specie  de' fenomeni che sortono dal contatto di più uomini e dall'
Provvidenza che non già nell' individuo, ma bensì nella  specie  umana si avverino tutti quei gradi e tutte quelle parti di
uomo, quasi che bastasse nominarlo per intendere tutte le  specie  dei suoi diritti, ma dei diritti stessi dell' uomo provati
»proposizione identica con quest' altra: - « Che tutte le  specie  di diritti e tutti i diritti in ciascuna specie dovessero
tutte le specie di diritti e tutti i diritti in ciascuna  specie  dovessero trovare nella Società Civile una rappresentazione
natura stessa dei diritti: sicchè sarebbe esclusa qualunque  specie  di rappresentanza , la quale non potesse convenire coll'
a ricusare d' entrare con essi, quasi fossero uomini di una  specie  inferiore, nella medesima società. Quando sia così, rispose
presente discussione, non fu già detto solo, che ciascuna  specie  di diritti dovesse ritrovare una rappresentanza conveniente
in appresso a mostrare le differenze che passano fra le tre  specie  di persone non libere, stabilendo che il diritto dei padri
osservare, che in tutto questo discorso considerava le tre  specie  di persone non libere come tali, senza definire però che la
Questi due ordini venivano in tal modo costituiti dalle due  specie  di diritti a cui convenivano due specie di
dalle due specie di diritti a cui convenivano due  specie  di rappresentazione. In ogni specie di diritti si trovavano
a cui convenivano due specie di rappresentazione. In ogni  specie  di diritti si trovavano più diritti, e per ciò i cittadini
e che li mette fra di loro anche in quello stato in una  specie  di società. Ora questa stessa relazione rimane nella
dovrebbero rendersi servi dei proprietarŒ. Ora questa  specie  di monopolio non fanno nè far debbono i proprietarŒ; ma nol
da quell' altro più generale già prima adottato, che ogni  specie  di diritti ed ogni diritto nella stessa specie trovasse
che ogni specie di diritti ed ogni diritto nella stessa  specie  trovasse nella società civile una rappresentazione
civile una rappresentazione conveniente e possibile. Le  specie  di diritti s' avevano trovate essere due, chiamate de'
reali. S' era pure trovato ed accordato che a queste due  specie  di diritti corrispondevano due specie di rappresentazioni;
che a queste due specie di diritti corrispondevano due  specie  di rappresentazioni; cioè la rappresentazione passiva e la
e dopo aver trovato la rappresentazione conveniente a tale  specie  di diritti, cioè la rappresentazione attiva, conveniva
prime alle arti, era indipendente; 2 che i fondi d' altra  specie  non erano così assicurati come le terre, le quali non
per conoscere la proporzione bisogna riportarsi ad una  specie  sola di cose, fra le quali la più comoda e la più usitata è
un' equa convenzione. 1) La Società civile dunque è una  specie  di convenzione generale riguardante tutti gli interessi di
parte che si può avere in detta società può essere di due  specie  che abbiamo contrassegnato coi vocaboli di rappresentazione
e l' attiva, la prima delle quali corrispondeva alla  specie  di diritti che è comune a tutti gli uomini, l' altra a
diritti che è comune a tutti gli uomini, l' altra a quella  specie  di diritti che è propria dei benestanti, erano d' un'
evitare i disordini ch' essa stessa genera, si cade in una  specie  di contraddizione, e in uno strano circolo; e si va ad
doveva appunto eseguirsi mediante la instituzione di una  specie  di Tribunale politico: e sono noti i progetti di Enrico IV
mali, cioè la Camera imperiale; e perciò trovavano qualche  specie  di Tribunale contro ai loro Sovrani; nuova ragione perchè
i supremi poteri della Società, così sono parimenti due le  specie  di cittadinanza, o i modi di entrare nella comunanza
si porta l' attenzione e il desiderio sopra questa nuova  specie  di ricchezza. Moltiplicando le riflessioni sopra gli usi
« « L' avere, » dice, «e la ricchezza delle famiglie è una  specie  di ostaggio e di pegno ch' esse danno alla repubblica »3).
per unico fonte di ricchezza il terreno a questa sola  specie  di proprietà attribuirono i diritti politici. Egli è vero
non è già per questo vero, che i possessori di quelle due  specie  di ricchezza mobiliare, sieno in una vera dipendenza di
alla ricchezza territoriale; poichè non potendosi questa  specie  di ricchezza nascondere e sottrarre agli eserciti, essa,
e sacrificare la libertà individuale. Quale di queste due  specie  di uomini ha ragione nel suo giudicio? la specie degradata
queste due specie di uomini ha ragione nel suo giudicio? la  specie  degradata allo stato quasi dei bruti, o tutto l' altro uman
ampliarsi. Or dunque nella società umana come vi sono due  specie  di diritti, personali e reali, così vi sono due forze o due
vi sono due forze o due energie corrispondenti alle due  specie  di diritti. Queste energie o instinti che ha l' uomo di
talvolta a deliberare per ComizŒ curiati e tributi? Queste  specie  di ComizŒ non sembrano una irregolarità rimasta nella
interessi, al quale calcolo venendo egli ammesso riceve una  specie  di emancipazione, ma non già per questo una sottrazione
temere, che quelle sommosse gittassero lo stato in quella  specie  di estremo torpore che l' Hume ha indicato colla parola
è, che vi sia equilibrio fra la moltiplicazione della  specie  umana nelle singole famiglie colla ricchezza delle
sue parti. Primo che non attenda alla moltiplicazione della  specie  chi non può mantenere i figliuoli; secondo: che vi attenda
egli soffre sotto i colpi dei diversi accidenti, e le molte  specie  de' fenomeni che sortono dal contatto di più uomini e dall'
Provvidenza che non già nell' individuo, ma bensì nella  specie  umana si avverino tutti quei gradi e tutte quelle parti di
uomo, quasi che bastasse nominarlo per intendere tutte le  specie  dei suoi diritti, ma dei diritti stessi dell' uomo provati
»proposizione identica con quest' altra: - « Che tutte le  specie  di diritti e tutti i diritti in ciascuna specie dovessero
tutte le specie di diritti e tutti i diritti in ciascuna  specie  dovessero trovare nella Società Civile una rappresentazione
natura stessa dei diritti: sicchè sarebbe esclusa qualunque  specie  di rappresentanza , la quale non potesse convenire coll'
a ricusare d' entrare con essi, quasi fossero uomini di una  specie  inferiore, nella medesima società. Quando sia così, rispose
presente discussione, non fu già detto solo, che ciascuna  specie  di diritti dovesse ritrovare una rappresentanza conveniente
in appresso a mostrare le differenze che passano fra le tre  specie  di persone non libere, stabilendo che il diritto dei padri
osservare, che in tutto questo discorso considerava le tre  specie  di persone non libere come tali, senza definire però che la
Questi due ordini venivano in tal modo costituiti dalle due  specie  di diritti a cui convenivano due specie di
dalle due specie di diritti a cui convenivano due  specie  di rappresentazione. In ogni specie di diritti si trovavano
a cui convenivano due specie di rappresentazione. In ogni  specie  di diritti si trovavano più diritti, e per ciò i cittadini
e che li mette fra di loro anche in quello stato in una  specie  di società. Ora questa stessa relazione rimane nella
dovrebbero rendersi servi dei proprietarŒ. Ora questa  specie  di monopolio non fanno nè far debbono i proprietarŒ; ma nol
da quell' altro più generale già prima adottato, che ogni  specie  di diritti ed ogni diritto nella stessa specie trovasse
che ogni specie di diritti ed ogni diritto nella stessa  specie  trovasse nella società civile una rappresentazione
civile una rappresentazione conveniente e possibile. Le  specie  di diritti s' avevano trovate essere due, chiamate de'
reali. S' era pure trovato ed accordato che a queste due  specie  di diritti corrispondevano due specie di rappresentazioni;
che a queste due specie di diritti corrispondevano due  specie  di rappresentazioni; cioè la rappresentazione passiva e la
e dopo aver trovato la rappresentazione conveniente a tale  specie  di diritti, cioè la rappresentazione attiva, conveniva
prime alle arti, era indipendente; 2 che i fondi d' altra  specie  non erano così assicurati come le terre, le quali non
per conoscere la proporzione bisogna riportarsi ad una  specie  sola di cose, fra le quali la più comoda e la più usitata è
un' equa convenzione. 1) La Società civile dunque è una  specie  di convenzione generale riguardante tutti gli interessi di
parte che si può avere in detta società può essere di due  specie  che abbiamo contrassegnato coi vocaboli di rappresentazione
e l' attiva, la prima delle quali corrispondeva alla  specie  di diritti che è comune a tutti gli uomini, l' altra a
diritti che è comune a tutti gli uomini, l' altra a quella  specie  di diritti che è propria dei benestanti, erano d' un'
evitare i disordini ch' essa stessa genera, si cade in una  specie  di contraddizione, e in uno strano circolo; e si va ad
doveva appunto eseguirsi mediante la instituzione di una  specie  di Tribunale politico: e sono noti i progetti di Enrico IV
mali, cioè la Camera imperiale; e perciò trovavano qualche  specie  di Tribunale contro ai loro Sovrani; nuova ragione perchè
i supremi poteri della Società, così sono parimenti due le  specie  di cittadinanza, o i modi di entrare nella comunanza
si porta l' attenzione e il desiderio sopra questa nuova  specie  di ricchezza. Moltiplicando le riflessioni sopra gli usi
« « L' avere, » dice, «e la ricchezza delle famiglie è una  specie  di ostaggio e di pegno ch' esse danno alla repubblica »3).
per unico fonte di ricchezza il terreno a questa sola  specie  di proprietà attribuirono i diritti politici. Egli è vero
non è già per questo vero, che i possessori di quelle due  specie  di ricchezza mobiliare, sieno in una vera dipendenza di
alla ricchezza territoriale; poichè non potendosi questa  specie  di ricchezza nascondere e sottrarre agli eserciti, essa,
e sacrificare la libertà individuale. Quale di queste due  specie  di uomini ha ragione nel suo giudicio? la specie degradata
queste due specie di uomini ha ragione nel suo giudicio? la  specie  degradata allo stato quasi dei brutti, o tutto l' altro
ampliarsi. Or dunque nella società umana come vi sono due  specie  di diritti, personali e reali, così vi sono due forze o due
vi sono due forze o due energie corrispondenti alle due  specie  di diritti. Queste energie o instinti che ha l' uomo di
talvolta a deliberare per ComizŒ curiati e tributi? Queste  specie  di ComizŒ non sembrano una irregolarità rimasta nella
interessi, al quale calcolo venendo egli ammesso riceve una  specie  di emancipazione, ma non già per questo una sottrazione
temere, che quelle sommosse gittassero lo stato in quella  specie  di estremo torpore che l' Hume ha indicato colla parola
è, che vi sia equilibrio fra la moltiplicazione della  specie  umana nelle singole famiglie colla ricchezza delle
sue parti. Primo che non attenda alla moltiplicazione della  specie  chi non può mantenere i figliuoli; secondo: che vi attenda
Niente altro se non trasportare la mia attenzione da una  specie  di cane all' altra. Ho forse distrutto per questo l' idea
tale, entri a formare l' oggetto della mente. Ma questa  specie  di cognizione, benchè sembri oscura relativamente alla
gli uomini, e gli stessi filosofi, non osservano questa  specie  di oscurità relativa che si trova nella maniera onde si
fatto della cognizione umana: trattasi di distinguere varie  specie  di questa cognizione, e fissarle mediante un nome: una di
cognizione, e fissarle mediante un nome: una di queste  specie  si è quella che noi distinguiamo col nome di cognizione
dunque si riduce a verificare questo fatto: « se tra le  specie  delle cognizioni umane ci ha quella che noi chiamiamo
umane ci ha quella che noi chiamiamo positiva; e se questa  specie  si estenda fuori del sentimento ». Cominciamo dall'
del sentimento ». Cominciamo dall' enumerare le diverse  specie  di cognizioni. Di noi, è certo che noi abbiamo il
e percezione dell' estrasoggettivo sono le tre prime  specie  di cognizione umana. Il carattere dell' essere intuito è la
l' intuizione e la percezione. Badate bene, queste prime  specie  di cognizioni, queste sole danno in fine la sua materia
che su di esse. Infatti è egli possibile trovare una quarta  specie  di cognizioni che non venga dalla riflessione, e che non
che volevamo cogliere e fermare si era, quali sieno le  specie  delle cognizioni umane. Che queste cognizioni di cui l'
uomo ogni cognizione, o conviene ammettere quelle diverse  specie  di cognizioni, che noi abbiamo descritte. E che l' uomo
sono generi, presentano più del negativo che gli astratti  specie  . Diamo un esempio di tutte e tre queste maniere di idee
discorso si può dimostrare che l' idee astratte di  specie  contengono anch' esse del negativo; ma ancor meno dell'
solo appartiene al genere degli animali, ma altresì alla  specie  degli animali ragionevoli, e tanto l' animalità quanto la
pel mio proprio sentimento. Nell' idea astratta di  specie  giace dunque più di cognizione positiva che non nel genere,
discorso, miei signori, non si possono distinguere due  specie  di cognizioni, delle quali l' una sia cognizione
non meno per avventura che dall' empietà, da una falsa  specie  di Religione: perocchè conviene ben poco conoscere lo
vanti d' aver nobilitata la scienza, e fattala divenire una  specie  di culto nobilissimo verso il suo Autore. Siamo qui
senza la forma. P. e. il fisico che parla delle diverse  specie  di sostanze corporee, prende forse ad oggetto della sua
Gioberti ponga nell' ordine delle cose contingenti qualche  specie  d' ideale . Poichè dove mai ha egli preso il suo achille
una facoltà senza ch' essa produca all' uomo qualche  specie  di sentimento? Non si possono dunque dare facoltà nell'
Cotal facoltà non può dunque non essere finalmente che una  specie  di sentimento ed una specie d' intelligenza; e questo è
non essere finalmente che una specie di sentimento ed una  specie  d' intelligenza; e questo è quanto apparisce chiaramente da
altrui libidini (2), e di commettere in una parola ogni  specie  di furfanterie e di scelleraggini, con infinito scandalo
uomo che la volontà libera: quindi escludendo ogni altra  specie  di moralità, fuor di quella che dall' uso della libertà si
il genere delle immoralità7personali, e però tanto la  specie  del peccato necessario7incolpevole , quanto la specie del
la specie del peccato necessario7incolpevole , quanto la  specie  del peccato libero7colpevole; ma nel parlare ordinario
la parola volontario significante il genere ad indicare la  specie  del volontario7libero, cioè perchè il peccato colpevole
segnano le specie, come colpa e libero , a significare le  specie  e non altramente. Indi non è maraviglia, se, a malgrado
esclusivamente la libertà; e poi lo si divide nelle sue due  specie  di necessario e di libero . Il qual metodo logico di
la pena a cui soggiacciono quanti individui dell' umana  specie  son generati, (eccettuata sempre MARIA Santissima) non
» [...OMISSIS...] . Ma questo genere si divide nelle due  specie  così: [...OMISSIS...] . Dove si noti, che nel peccato
è quel peccato [...OMISSIS...] . Onde noi dicemmo che tale  specie  di peccati [...OMISSIS...] . Così l' obbiezione che ci si
or nasce l' uomo caduto, l' uom peccatore; ma con un' altra  specie  di lotta, che nè sarebbe peccato, nè l' indurrebbe mai
suprema propensione, ella contragga od abbia in sè qualche  specie  di deformità morale; e 2 Altro è il domandare, se, posto il
che è dato alla sola libertà; ond' anco non ammette che una  specie  sola d' immoralità, il demerito. E tuttavia, come dicevamo,
pe' fedeli non teologi, che si cerca ingannare sotto  specie  di zelo per la pura dottrina, seguiterò a dir quello, che
adunque, la concupiscenza dell' uomo rinato differisce di  specie  e di grado dalla concupiscenza dell' uomo non rinato; e
soprannaturale è ciò che rende la sua concupiscenza di  specie  diversa da quella dell' uomo non battezzato, e che gli dà
perchè nascono da una concupiscenza, che è diversa di  specie  da quella de' non battezzati; essi sono poi anche minori di
insegnamento. Consideriamo a parte ciascuna di queste tre  specie  d' unità , dalle quali solamente possiamo ricavare l'
dei nostri tempi. E già movendo dalla prima fondamentale  specie  d' unità penetriamo tutta l' altezza di quel concetto che
all' uomo un gran fatto, la caduta morale di tutta la sua  specie  avvenuta nello stipite. Passa con volto irato a pronunciare
dipendendo tutta la sostanza e la essenza della umana  specie  dal ceppo, rassicurato questo che non si corrompesse, come
il Cristianesimo, sieno già indicate e comprese tutte le  specie  di unità di cui debbe esser fornita la perfetta educazione.
Ma ciò ch' io avverto si è, che si confonde questa  specie  di facilità con un' altra che consiste, come dicevo, nell'
sì, che per soverchia delicatezza e amore di questa seconda  specie  di facilità, non si privino della verità solida e
l' individuo aspira a nulla meno che alla tirannia sulla  specie  intelligente, e i molti individui disputantisi lo stesso
la libertà d' insegnare il bene. Da queste due  specie  di libertà bastarde è da tener conto, per non confondere i
con libertà il loro natural diritto d' insegnare. A questa  specie  di Governi, per lo più poco sinceri, appartengono quelli i
e gli armoneggia insieme. E per fare un cenno di questa  specie  di naturale limitazione anticipiamo qui qualche
di fatti appartiene la questione che vogliamo trattare? Due  specie  di fatti vi sono. I fatti esterni che appartengono all'
essere argomento dell' umano sapere; altre non sono. Varie  specie  d' essenze conoscibili, Vedi « Nuovo Saggio » (1). 3
certi principii d' azione che contengono virtualmente una  specie  astratta di atti , e che gli producono quando ne hanno lo
termini. (E` necessario aver qui a mano la dottrina delle  specie  e de' generi, quale è data nel « Nuovo Saggio »). Per
e come un legame solo, perciocchè è pace della stessa  specie  in tutti, cioè in tutti una partecipazione di quella di
nostro potere e in nostra natura: unendosi con noi sotto  specie  di cibo, e con noi immedesimandosi: per cui questo convito
Signore: [...OMISSIS...] . Col corpo vedemmo e toccammo le  specie  di Cristo, che è dono temporale: Cristo stesso coll' animo
Al mangiare pertanto che il nostro corpo fa le  specie  sacramentate, l' anima bene disposta riceve dentro a sè
gli ufficiali del tempio e delle sinagoghe vi avesse una  specie  di stenografi che gli raccogliessero, e che da questi atti
Pietro distingue questi due gradi, o piuttosto queste due  specie  di luce spirituale, l' una propria dei santi dell' Antico
con essa, e pur avendo identità di sostanza. Questa  specie  d' inesistenza non si avvera nel creato, e però la parola
secondo l' osservazione dell' Aquinate, ribattono tre  specie  d' errori (1). La prima clausola: « « Nel principio era il
sussistenza o natura divina. Ma, come dicevamo innanzi, le  specie  della vita che si ravvisano nelle creature sono diverse, e
nell' ordine naturale, noi troviamo in lui tre  specie  di vita. Perocchè troviamo primieramente la vita animale,
che le operazioni dell' uomo possono essere ornate di due  specie  di moralità, sia naturale, sia soprannaturale: la moralità
Dio, e della virtù prendendola per fine. Ora questa seconda  specie  di moralità era quella a cui Adamo doveva innalzarsi in
qual è l' allegrezza nel fare il bene significata dalla  specie  del vino che « laetificat cor hominis (3), » e la grazia
in molti individui che rappresentassero tutte le forme o  specie  di onore e di gloria di cui ella fosse suscettibile (1),
di peccati attuali, egli può premer bensì col dente le  specie  eucaristiche, secondo la frase di S. Agostino; riceve bensì
non del corpo, ma dell' anima; avendo anche l' anima quella  specie  di morte naturale di cui abbiamo parlato, oltre la morte
la rettitudine in ogni cosa, l' onestà, la carità e ogni  specie  di perfezione morale. Quindi egli doveva dare alla sua
umanità della Chiesa, anche gli Stati civili acquistano una  specie  di consacrazione, e partecipano in qualche modo di quella
Egli è indubitato che il governo civile nasce da una  specie  di mandato che una o più persone ricevono dal popolo, cioè
scegliere, i legisti (già s' intende, non tutti, ma quella  specie  di cui parliamo) scelgono che il principio della libertà di
trovarvi la pecora o il bove. Una sola di codeste utili  specie  animali o vegetabili bastava per inaugurarvi la vita
sante. Quanto a ciò che mi dice circa la differenza di  specie  fra l' anima di un buono e di un malvagio, non si potrebbe
e di un malvagio, non si potrebbe sostenere, perocchè la  specie  umana è costituita dall' aver per lume l' essere iniziale ,
compagno che non può fare la mortificazione, riceve quella  specie  di umiliazione, che gliene viene, da Dio e nel suo interno
e tanto meno il tollerate, quanto più vi si presenta sub  specie  boni , cioè come un sentimento di umiltà, giuoco finissimo
Quando il Signore chiama un popolo, suol nascere una  specie  di giudizio, una separazione fra quelli che egli assume e
buone in se stesse, e di buoni, e fatte per bene, o sub  specie  boni , che la potessero raffreddare o disviare da quel
il modo segreto con cui fu condotta, nè i maneggi d' ogni  specie  che vi si mescolarono, impedirono che io mi sottomettessi
sovente, che gli uomini che mutano leggermente, anche sotto  specie  di meglio, non raccolgono poi gran frutto. Circa quello che
passata e pienamente vinta l' infernal tentazione. Sotto  specie  di bene questa v' inganna facendovi credere che vi sarebbe
Consideri, signora Marchesa, quanto sia grande questa  specie  di virtù, sebbene meno appariscente e pomposa di quella che
prefiggermi di esercitare la carità solo per metà, in una  specie  di cose sì, e in un' altra specie no? Se fu la Provvidenza,
solo per metà, in una specie di cose sì, e in un' altra  specie  no? Se fu la Provvidenza, quella che m' impegnò in qualche
cuore di imitarli, ciò punto non vi turbi, perchè questa  specie  di ripugnanza la vincerete col tempo. Sopportate solamente
Per altro, senza inquietarci, prefiggiamoci di vincere ogni  specie  di ripugnanza, aspettando intanto il tempo che il Signore