basso e fissavano in terra. Poi il sarto chiese sottovoce: — Dorme? La donna non osò rispondere a parole; accennò soltanto di sì col capo. Il bambino
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. Le voci giungevano attutite ma le parole si distinguevano benissimo. Nemeciech gongolava. Ghereb parlava sottovoce come se avesse paura d'essere
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chiese sottovoce: — Sei stato tu a prendere le biglie a quel ragazzo nel Giardino del Museo? — Sì — rispose piano il Pastor. — C'era anche tuo fratello
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. Dopo averla fissata con amarezza, disse sottovoce: — Ecco. Quello è stucco! — E sarebbe? — chiese il professore. — E' una pasta con la quale i
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espiato la propria colpa. In quest'occasione io gli restituisco il suo grado di tenente. Ghereb arrossì. — Grazie! — disse; poi aggiunse sottovoce: — Ma
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cappotto quando udì il nome di Nemeciech gli chiese: — Sei tu Nemeciech? — Sì... — disse sottovoce il biondino; e si accostò all'uomo barbuto. Questi
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