Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: sostanza

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dello stesso libro avea riconosciuto dover esserci una  sostanza  superiore a quelle che sono costituite da natura, e questa
degli enti, ma essere universale, e la scienza di questa  sostanza  esser la prima di tutte le scienze, e universale, e trattar
causa. Questo primo motore deve essere una sostanza, chè la  sostanza  è la prima delle cose, l' altre tutte riferendosi alla
è la prima delle cose, l' altre tutte riferendosi alla  sostanza  e supponendola prima di sè (2). La qual sostanza deve
alla sostanza e supponendola prima di sè (2). La qual  sostanza  deve essere anche continuamente in atto, anzi la sua natura
attivo che si chiama natura (5). Essendoci dunque una prima  sostanza  immateriale fuori della natura, prima causa motrice, e
come dice. E se la intellezione è l' atto, perciò è la  sostanza  prima, cioè il primo intelligibile. L' intellezione per sè
è il primo intelligibile per sè, onde la prima ed eterna  sostanza  « « è intellezione d' un intelligibile che è la stessa
che è la stessa intellezione » » [...OMISSIS...] Nella  sostanza  prima dunque e tutta atto, conviene che queste cose si
di queste cose subiettivo, pensò, come sembra, che se la  sostanza  suprema ed ottima conoscesse le cose più vili si
non vide altra via se non stabilire che l' oggetto della  sostanza  ottima debba esser l' ottimo, e null' altro che l' ottimo.
essere l' oggetto ottimo di sè stessa: e dall' ottima  sostanza  così formata venne da Aristotele escluso il conoscimento
stessa considerata, come d' unica cosa, come d' una prima  sostanza  realmente singolare (benchè la stessa prima e singolare
realmente singolare (benchè la stessa prima e singolare  sostanza  egli senz' accorgersi la faccia poi universale), di cui l'
pensiero Aristotelico sciolto dalle pastoie? A questo: « La  sostanza  possibile (o universale) non può stare senza la
essere necessariamente un predicato . Distinse dunque la  sostanza  prima dalla sostanza seconda , e volle che la prima non si
un predicato . Distinse dunque la sostanza prima dalla  sostanza  seconda , e volle che la prima non si predicasse d' alcun
chiaramente il singolare reale dall' universale, la  sostanza  reale dalla sostanza ideale che si predica di quella. Ma
singolare reale dall' universale, la sostanza reale dalla  sostanza  ideale che si predica di quella. Ma questa distinzione gli
la prova. Nel VII de' « Metafisici » dopo aver detto che la  sostanza  prima è quella che non si predica d' altro, trova
questa proprietà, e finisce col conchiudere che « « la  sostanza  si predica della materia, della sostanza poi tutte l' altre
che « « la sostanza si predica della materia, della  sostanza  poi tutte l' altre cose » », [...OMISSIS...] . Quella
poi tutte l' altre cose » », [...OMISSIS...] . Quella  sostanza  dunque che prima non si predicava di nulla, ora si predica
confusione del reale e dell' ideale? Poichè o parla d' una  sostanza  reale , e in tal caso non si predica certamente nè della
nè della materia, nè di cosa alcuna: ovvero parla d' una  sostanza  ideale , e questa d' altro non si predica che della
ideale , e questa d' altro non si predica che della  sostanza  reale . Come dunque si può dire che la sostanza si predichi
che della sostanza reale . Come dunque si può dire che la  sostanza  si predichi della materia? Evidentemente questo non ha
Evidentemente questo non ha luogo se non intendendo, per  sostanza  , talune forme aventi un nome sostanziale, ma che veramente
questa materia è aceto ». Ma in tal modo « il predicarsi la  sostanza  della materia », vale ugualmente nell' ordine reale e nell'
vino e d' aceto »è lo stesso che predicarsi « l' idea della  sostanza  determinata », del vino e dell' aceto, cioè della sostanza
sostanza determinata », del vino e dell' aceto, cioè della  sostanza  reale. Ogni subietto dunque ed ogni singolare, secondo
così formalmente e astrattamente, che cessa d' essere una  sostanza  singolare. Di che è prova manifesta questa, che, come
esse. Dice dunque che nella serie degli intelligibili la  sostanza  è la prima, [...OMISSIS...] (1), e che delle sostanze è
può dire del concetto dell' ordine che non è certamente una  sostanza  individua , la quale è per Aristotele la prima di tutte le
non è un solo, ma più. Dipende dunque tutto il resto dalla  sostanza  pura, ma, come queste sostanze pure sono molte, neppur
considerazione appartengono le tre prime categorie, la  sostanza  , il quale e il quanto ; 2 le relazioni di più enti o
relazioni . Le tre prime poi si riducono a due, cioè alla  sostanza  ed all' accidente ; chè il quale e il quanto sono classi
Aristoteliche si riassumono in tre sommi generi, la  sostanza  , l' accidente e la relazione . Le specie adunque hanno
una potenzialità ad atti, ossia a specie diverse, perciò la  sostanza  varia secondo gli enti specificamente diversi, e non è una
analogici di specie, vide che l' accidente dipende dalla  sostanza  , sicchè quello non si può concepir senza questa, e questa
prima delle entità e anteriore di concetto fosse la  sostanza  . Ma questa sostanza, come dicevamo, non è che una classe
una classificazione di questi enti, per vedere quale  sostanza  fosse la prima. Gli enti dunque secondo questo rispetto
poichè 1 può essere la forma ultimata solo rispetto alla  sostanza  qual è l' anima umana, che dicesi entelechia , perchè è per
quale va filosofando. Egli vuole che si parta sempre dalla  sostanza  individua , e che tutto si riferisca a questa, come quella
tratteniamo. Aristotele suppone che ci sia passaggio da una  sostanza  all' altra. La sua maniera di ragionare degli enti con
(5). Ma questa mente in atto, secondo Aristotele, è una  sostanza  da sè, che avviene all' animale, e che non si corrompe,
la divina natura . E veramente, cercando qual sia « « la  sostanza  sempiterna e immobile » » e riferendo le altre opinioni,
che non si produce, che solo si vede o non si vede: e che è  sostanza  singolare ed ultimata. E veramente la ragione, per la quale
considera l' idea o specie, cioè in sè stessa come  sostanza  sussistente, e come universale partecipabile. Poichè
della prima filosofia, da una parte dice che è la prima  sostanza  separabile e per sè sussistente, dall' altra dice che è l'
, cioè ai Platonici, che ci debba essere un' eterna  sostanza  e separabile, non potendo esserci senz' essa l' ordine nel
esserci senz' essa l' ordine nel mondo (1) e che questa  sostanza  sia l' essere e l' uno, che sono, pare, i principŒ
si costruiscano e concepiscano come quiddità determinata e  sostanza  compiuta [...OMISSIS...] (2). Ma qui si fa egli stesso l'
dice, supponiamo che l' ente e l' uno sia una quiddità e  sostanza  determinata (3), in tal caso s' avrebbe l' assurda
non è già che l' essere , a cui si riduce l' uno, sia una  sostanza  separata ed eterna, ma che tale sia l' essere come
Che la prima filosofia tratti intorno all' Ente separabile,  sostanza  prima e singolare, Bene, Dio (1); 2 Che ogni scienza ed
L' essenza sostanziale invece non si predica che della  sostanza  singolare. Di più, tra le sostanze stesse che partecipano
a questo, ma riduce questo all' ente separabile, come a  sostanza  compiuta. Che se il filosofo col suo pensiero si fermasse
non sarebbe ancora giunto all' ultima e più ultimata  sostanza  e specie, e però non avrebbe la prima scienza (2). Non si
Aristotele nega assolutamente, che ciò che è predicato, sia  sostanza  ed oggetto della prima scienza? Ritorna qui quello che
sussiste da sè separato da ogni passione, e quest' è Dio  sostanza  suprema e singolare, l' altro poi è la specie comunissima
l' altre sostanze, non ammette se non due modi, cioè: 1 la  sostanza  singolare , 2 la specie sostanziale , che non esiste
, che non esiste separata da quella, e da sè come  sostanza  compiuta, ma solo separata di ragione e così esistente
che ammetta tre modi: 1 l' essere che esiste separato come  sostanza  compiuta, e questo è Dio; 2 l' essere comunissimo , che è
essere della cosa di cui esso si predica è reale o ideale,  sostanza  o accidente, assoluto o relativo; perchè l' essere
la predicazione. Quindi se l' essere si predica d' una  sostanza  reale e compiuta, egli stesso dopo la predicazione è
reale e compiuta, egli stesso dopo la predicazione è  sostanza  reale e compiuta. Ma se si predica di cosa accidentale e
sia ente compiuto , conviene che sia predicato della  sostanza  reale ; e tuttavia non è meno vero che avanti la
intellezioni: le specie che appartengono al genere della  sostanza  precedono alle altre in dignità per una maggiore attualità:
dalle sostanze singolari. Da questi universali esclude la  sostanza  in atto, poichè la sostanza collocata nel primo luogo tra
Da questi universali esclude la sostanza in atto, poichè la  sostanza  collocata nel primo luogo tra le categorie è la sostanza in
la sostanza collocata nel primo luogo tra le categorie è la  sostanza  in potenza, ed è anch' essa una certa qualità,
chiama generazione , e che riguarda la produzione d' una  sostanza  nova: ella si distingue dalle altre tre maniere di
della natura, che non può esser prodotta una nova  sostanza  , se non esiste già prima una sostanza della medesima
prodotta una nova sostanza , se non esiste già prima una  sostanza  della medesima specie in atto; laddove gli accidenti nuovi
Questo filosofo accorda veramente ai corpi la condizione di  sostanza  realmente individua (1), ma nello stesso tempo sente la
mente, ossia l' intellezione sia, secondo Aristotele, una  sostanza  da sè, senza abbisognare d' altro subietto, e in essa tutti
specie astratta . Questi tre modi dell' individuo, che è la  sostanza  prima d' Aristotele «protai usiai» (2) si permutano ne'
altra, conviene vedere se sia sostanza. Per vedere se sia  sostanza  conviene conoscere i caratteri proprŒ della sostanza.
della sostanza. Questi caratteri sono i seguenti: 1 La  sostanza  (2) non si predica di alcun subietto, nè inesiste in alcun
indivisibile, una di numero, [...OMISSIS...] . 3 Laonde la  sostanza  è sempre questo chè determinato [...OMISSIS...] (4). 4 Le
specie (1), è anche in altre cose come nel quanto. 5 Una  sostanza  non è più o meno sostanza d' un' altra. 6 La sostanza non è
altre cose come nel quanto. 5 Una sostanza non è più o meno  sostanza  d' un' altra. 6 La sostanza non è capace di più e meno,
5 Una sostanza non è più o meno sostanza d' un' altra. 6 La  sostanza  non è capace di più e meno, cioè quello che essa è non si
ricorrere alla prima causa motrice, ch' egli riconosce per  sostanza  prima, allora la rende immutabile, e non punto suscettiva
Stabiliti dunque questi caratteri costitutivi della  sostanza  e posto per principio che non può esistere per sè, se non
posto per principio che non può esistere per sè, se non la  sostanza  (4), egli si fa a combattere le idee di Platone, in quanto
ancora che possono esistere cotesti caratteri della  sostanza  in una prima causa motrice, e in una prima causa finale
ella conosce se stessa, ed è in atto e separata » », cioè  sostanza  prima (2). Di qui dunque procede, che i generi, che si
tra le cose « « separate di ragione e le cose separate di  sostanza  o di grandezza »(2) ». Una cosa separata solamente di
potenza corporea che l' ha prodotta, ma essa stessa è in sè  sostanza  singolare, e però opera con qualche sua attività
il tempo che ne consegue, addimandano un' operante cioè una  sostanza  in continuo eterno moto. Ma se c' è un eterno moto, dunque
o eligibile (1). Conviene dunque che ci sia una  sostanza  prima dell' intelligibile, e semplice e in atto immanente
e dominante in un composto costituisce la forma e la  sostanza  del medesimo (2). E questo è forse l' unico, o certo uno
la cosa dall' altro verso e consideriamo la mente come una  sostanza  separata e per sè sussistente che, essendo Dio, inesista
di cozzo in un' altra sentenza d' Aristotele, cioè che una  sostanza  non possa essere composta da più sostanze in atto; sentenza
tal caso più sostanze in atto entrerebbero a comporre una  sostanza  sola (2). L' argomento si può rivolgere con più efficacia
con più efficacia contro di lui, se pur vuole, che la  sostanza  divina entri in composizione col corpo e coll' anima dell'
composizione col corpo e coll' anima dell' uomo, rimanendo  sostanza  in atto, essendo la vita della mente separata e da sè, come
un' idea di Platone, ma senza trovare più una  sostanza  o mente reale in cui risieda, perchè specie comune alla
e però le colloca al di là dell' ultimo cielo, quasi una  sostanza  che fascia il mondo (3). E certamente niuna figura più
determinato (5) è ad un tempo e in primo luogo la prima  sostanza  separata, e così costituisce il punto a cui l' universo è
come gli oggetti matematici, ma di fatto; questo è Dio: è  sostanza  singolare, [...OMISSIS...] ; e l' onorabilissimo tra gli
l' ente come ente, come un' altra natura diversa, e questa  sostanza  separata dagli enti composti di materia e di forma, ci deve
prima categoria, quella della sostanza, dice che il bene  sostanza  « « è la Mente e Dio » », [...OMISSIS...] (3), dove prende
il bene è l' ente come appetibile, e questo in quant' è  sostanza  è Dio, e la Mente. L' essere dunque non già indeterminato,
sotto il qual aspetto sarebbe materia (4), ma come  sostanza  prima è la Mente, o Dio. Questa certamente non ha soltanto
l' altra, la terrestre, corruttibile, la terza è la  sostanza  immobile: le due prime sono l' oggetto della fisica perchè
senso obiettivo. Poichè a quella scienza che tratta della  sostanza  immobile, cioè della mente, altrove attribuisce per oggetto
se medesima (3), quando le altre specie non sono che per la  sostanza  e però hanno un' esistenza accidentale che talora
i principŒ degli enti, universali o singolari? (4). Tale in  sostanza  è la difficoltà che Aristotele chiama « « difficilissima di
mente separata e la natura consisteva nell' esser ella  sostanza  per priorità, e per posteriorità così chiamarsi la mente
asseriscono consistere la perfezione, facendosi ogni  sostanza  dai contrari » ». Ma che ci sieno dei principŒ materiali
ma non è mica vero perciò, che l' atto dell' occhio sia la  sostanza  luminosa: qualora almeno non si volesse tornare a quegli
di vedere tutte queste cose nella loro idea? Non solo la  sostanza  dunque dell' uomo io posso contemplar nell' idea che gli
di valore; perchè questo è divisibile anche quando la  sostanza  materiale è semplice. Ma lasciando anco da parte tutti gli
loro dalle loro quantità . Due cose, che in quanto alla  sostanza  sono identiche, differiscono di quantità: così l' acqua di
principio senza che tuttavia s' immedesimi con esso; una  sostanza  può stare in un' altra sostanza: egli è questo il fatto. Si
agente è sostanza. Se dunque nel nostro sentimento cade una  sostanza  straniera, il sentimento dee sentirla, sperimentandone l'
ne trova le differenze, distingue il proprio dal comune, la  sostanza  dall' accidente; analizza e sintesizza; applica l'
della parola essenza dal significato della parola  sostanza  . Consultiamo su di ciò l' uso comune, che è la sola
più negative che non sieno gli astratti che sono generi di  sostanza  o di qualità o di quantità; e gli astratti che sono generi,
Ora di due qualità contrarie un subietto solo, una  sostanza  sola, non può averne che una, pel principio di
cose reali, è lo stesso che fare Iddio l' essere reale e la  sostanza  di tutte le cose, se ciò sarà provato una volta, dico, non
indivisibile, oggetto del nostro intuito, il quale è la  sostanza  delle cose, ed è Dio stesso. Risovvenitevi del Capo IV
e diretto, il quale ci rivela non la sola corteccia, ma la  sostanza  delle cose. Ora l' oggetto di quest' intuito, come oggetto
ci si rivela è « « non solo la corteccia, ma ben anco la  sostanza  delle cose ». » Or pel principio che due cose eguali a una
che Iddio è « « non solo la corteccia, ma ben anco la  sostanza  delle cose ». » Non siamo noi nella sostanza universale
ma ben anco la sostanza delle cose ». » Non siamo noi nella  sostanza  universale dello Spinoza? se non anco più in là, giacchè
la materia delle forze finite che egli fa sinonimo alla  sostanza  delle cose create . Udiamolo attentamente. [...OMISSIS...]
e più compiuto. Perocchè l' emanatista fa, è vero, che la  sostanza  di Dio sia quella stessa delle sue fatture, ma alla fine,
mica in Dio nè quanto alla loro forma, nè quanto alla loro  sostanza  materiale, [...OMISSIS...] . Ora di che cosa trattiam noi?
di spiegare unicamente come noi percepiamo la stessa  sostanza  materiale del corpo, e come noi stessi veniamo in
con questa sostanza. Ora il corpo, in quanto è  sostanza  materiale, non si trova in Dio, nè nell' atto creativo che
in Filosofia. Onde o convien dire che noi non percepiamo la  sostanza  materiale de' corpi, il che sarebbe un negare il fatto più
ed il Gioberti stesso nol nega parlando anch' egli di  sostanza  contingente e di materia; ovvero, volendo sostenere che noi
giacchè è giocoforza che collochiamo in Dio la stessa  sostanza  e materia corporea; e poichè tutto ciò che è in Dio è Dio;
perfettamente, ma non potremmo percepire la materiale  sostanza  dei corpi, nè alcuna creatura nel suo essere proprio e
espressione; e pure essi fecero il mondo della stessa  sostanza  di Dio (1). Egli dichiara che Iddio è l' oggetto del sapere
se le creature insiedono in Dio, come possono essere una  sostanza  da lui diversa? Perocchè qui non si tratta dell' insidenza
concretezza e la individualità nascono le creature. Ma la  sostanza  è ella unica, o sono più sostanze? Questo è quello che noi
da una parte un sistema intero da cui risulta che la  sostanza  è unica; ed abbiamo dall' altra una frase sfuggevole,
perchè le creature in tal supposto, lasciano a Dio tutta la  sostanza  e esse non sono che sue proprietà. Infatti il Gioberti dà
Gioberti dice che l' idea diretta e la riflessa hanno NELLA  SOSTANZA  un oggetto medesimo: la sostanza dunque è unica. 2 Che
e la riflessa hanno NELLA SOSTANZA un oggetto medesimo: la  sostanza  dunque è unica. 2 Che quest' oggetto sostanzialmente il
che s' immedesima collo spirito umano, sono nella  SOSTANZA  il medesimo oggetto, e differiscono nel modo; perchè è la
l' oggetto dell' intuito e quello della riflessione è nella  sostanza  il medesimo, come poi dite che differisce nella forma? in
contingenti non differisce, secondo il nostro Filosofo, di  sostanza  dall' ordine assoluto, ossia dall' Ente, che è il Dio del
assoluto, ossia dall' Ente, che è il Dio del Gioberti. La  sostanza  dunque di Dio e delle creature è la medesima; la diversità
signori; voi paragonate questo sistema a quello dell' unica  sostanza  di Spinosa, e ditemi che ci trovate di diverso, se non
che modale; perchè la riflessione e l' intuito hanno nella  sostanza  il medesimo oggetto . E la ragione che di ciò dà il
d' immedesimarsi colla causa seconda: ma lo chiami ancora  sostanza  prima, chiamando le creature sostanze seconde, con che
egli descrive l' attinenza delle sostanze seconde alla  sostanza  prima, come si descriverebbe appunto l' attinenza degli
si descriverebbe appunto l' attinenza degli accidenti alla  sostanza  che li regge e sostiene. Così Iddio diviene sostanza delle
alla sostanza che li regge e sostiene. Così Iddio diviene  sostanza  delle sostanze, e queste acquistano natura di accidenti di
vedemmo, identico l' ideale ed il reale, identico nella  sostanza  è ciò che dà l' intuito e ciò che dà la riflessione,
di Dio e Dio stesso nella creatura (rimanendo quell' idea e  sostanza  divina numericamente la stessa), di quel Dio che come
divina numericamente la stessa), di quel Dio che come  sostanza  informa, sostiene e regge le cose create, a quel modo che
sig. Gioberti un intuito appartenente alla causa ed alla  sostanza  prima, cioè alla mente divina, e quest' intuito divino ed
più l' atto contingente dell' idea, e l' idea essendo la  sostanza  stessa di Dio, quindi ogni cosa è la sostanza di Dio, più
essendo la sostanza stessa di Dio, quindi ogni cosa è la  sostanza  di Dio, più l' atto contingente di questa sostanza: così
più l' atto contingente di questa sostanza: così Iddio è la  sostanza  prima, e il suo atto contingente sono le sostanze seconde
è una mera modalità. Onde, spiegando che cosa intenda per  sostanza  seconda, egli l' aveva definita [...OMISSIS...] . Con che
. Con che nulla si crea veramente, poichè la stessa  sostanza  che esisteva prima in un modo, comincia ad esistere in un
l' intuito e la riflessione convengono insieme « « NELLA  SOSTANZA  del loro oggetto » », giusta la dottrina del nostro
intuito sono idee, e perciò hanno la divina natura, e nella  sostanza  s' identificano perfettamente. La loro intelligibilità
ma solo nel modo. Se dunque il soggetto uomo è una  sostanza  seconda che non si trova che nell' oggetto della
e se l' oggetto della riflessione non differisce di  sostanza  dall' oggetto ideale dell' intuito, che è la sostanza
di sostanza dall' oggetto ideale dell' intuito, che è la  sostanza  prima; convien dire che le sostanze seconde non
che egli cava dal nulla la cosa stessa, la materia o  sostanza  e la forma, come insegna la Chiesa cristiana cattolica. Ma
nella sua individuazione; onde l' idea generale si chiama  sostanza  prima, e l' idea generale nella sua individuazione si
Gioberti nondimeno trova assai utile di chiamare Iddio  sostanza  prima e le creature sostanze seconde): Iddio è l' oggetto
la questione del panteismo è sempre quella di sapere se la  sostanza  di Dio e quella delle creature è una e la stessa, o diversa
e infinitamente diversa. Se la radice del Gioberti è di  sostanza  diversa affatto dalla sostanza delle due piante che si
la radice del Gioberti è di sostanza diversa affatto dalla  sostanza  delle due piante che si fanno nascer da essa (la generalità
adopera non saranno più che frasi poco esatte; ma se la  sostanza  della radice di quelle piante è identica, il panteismo sarà
perchè in tal sistema non solo la radice è della stessa  sostanza  dell' albero, ma anzi ella si trasfonde nell' albero
retto e sostenuto; laddove se la radice fosse di  sostanza  totalmente diversa, non vi sarebbe bisogno alcuno di
la radice per percepire i rami della pianta, perchè una  sostanza  è ciò appunto che si concepisce dalla mente senza ricorrere
non credete, che dicendo « è questo corpo », si affermi una  sostanza  morta? Certamente. Ma siete ingannati: il corpo che s'
diceva, che al composto appartiene massimamente l' esser  sostanza  (1), sentenza che Aristotele ripete come sua propria (2),
cui chiama anche « generi dell' ente », divide l' ente in  sostanza  e accidente , i quali son due elementi di cui si compongono
ente: e quest' è l' ente del Sofista, che risponde alla  sostanza  o al supposito d' Aristotele. Ma l' altre cose che si
quest' ordine di cose si debba considerare come un' altra  sostanza  o ipostasi. E lo stesso dice dell' Anima rispetto alla
tutto, ora una qualità per una sostanza, e viceversa una  sostanza  per una qualità, ora il contenente pel contenuto, ora un
come a ragion d' esempio nel vocabolo ente applicato alla  sostanza  ed all' accidente; nel secondo caso i due oggetti,
senso composto, nel qual caso può il predicato essere una  sostanza  o un subietto reale, come: « chi ride è uomo »; e dicesi
alle Categorie. L' ente singolare e sussistente, cioè la  sostanza  prima, è triplice: 1 l' una sensibile e corruttibile; 2 la
che riguarda la sostanza. Primieramente dunque la  sostanza  è il primo, come dicevamo, della filosofia aristotelica,
il primo filosofico d' Aristotele, non è l' idea di  sostanza  (essenza sostanziale), nè pur l' idea piena; ma la stessa
(essenza sostanziale), nè pur l' idea piena; ma la stessa  sostanza  reale. Questo suo concetto il dichiara, tra gli altri
luoghi, nel libro delle « Categorie », dove parla della  sostanza  (4). [...OMISSIS...] Non poteva designarsi in un modo più
Non poteva designarsi in un modo più preciso la  sostanza  individua e reale; perchè, essendo questa il subietto reale
altro non sarebbe che una logomachia assurda. Questa  sostanza  dunque, ovvero «usia» prima , non può essere la sostanza
sostanza dunque, ovvero «usia» prima , non può essere la  sostanza  categorica, perchè le « Categorie » sono i sommi
» sono i sommi predicabili (1). Appresso, di quella  sostanza  che appartiene alle Categorie, e che è l' idea o specie di
soggiunge così: [...OMISSIS...] . Non dunque la  sostanza  reale, ma le specie e i generi della sostanza, dette da noi
alla categoria aristotelica della sostanza; dappoichè la  sostanza  categorica, come l' altre categorie sono comuni , dicendo
sono comuni , dicendo Aristotele, che « « fuori della  sostanza  e dell' altre cose che si predicano, niente v' ha di comune
2 agli accidenti distribuiti in nove classi (1). Ora la  sostanza  è un vocabolo che nomina l' ente con una relazione agli
e questa relazione è un ente razionale. Di più la parola  sostanza  divide l' ente da' suoi accidenti. Ma questa divisione e
ci sia distinzione, non vi ha separazione, cioè non c' è  sostanza  (propriamente detta) divisa dagli accidenti, nè ci hanno
nè ci hanno accidenti divisi dalla sostanza; ma la  sostanza  e gli accidenti formano un ente solo perfetto. Nei dieci
che spettano alla condizione dell' ente razionale. Insomma  sostanza  ed accidente si possono dire elementi dell' ente finito, ma
aristoteliche rimane escluso l' ente assoluto . La parola  sostanza  , involgendo una relazione coll' accidente, non si può in
unificano nel Verbo. Epperò nè pure è vero che vediamo la  sostanza  divina, o le idee nostre quali sono nella divina sostanza.
la quale suppone antecedentemente la sostanza, e una  sostanza  reale, e di più una sostanza determinata, cioè quella che
la sostanza, e una sostanza reale, e di più una  sostanza  determinata, cioè quella che riceve il più e il meno. S'
soggetto; Dunque egli non esiste che come tale, cioè come  sostanza  ». Ora il Kant dice che questa conclusione è dedotta per
una definizione legittima, e non già arbitraria, della  sostanza  «( Psicol. , p. 104) ». Dopo aver dunque Kant preteso di
una antinomia. La seconda tesi si è: « « che ogni  sostanza  composta è composta di semplici, e non esistono che
ad uno , egli è chiaro e non bisognevole di prova, che ogni  sostanza  composta è composta di semplici, perchè questa proposizione
s' intende privo di estensione , in tal caso non ogni  sostanza  composta è composta di semplici, ma di parti estese. Così
estesi. Onde questa maniera di composizione risulta da una  sostanza  semplice (inestesa) con una sostanza non semplice (estesa e
risulta da una sostanza semplice (inestesa) con una  sostanza  non semplice (estesa e composta di estesi). Onde in questo
ma sarà finta e illusoria. A questa difficoltà Kant in  sostanza  risponde consigliando la ragione a rinunziare a questa sua
si può concepire più perfetto. [...OMISSIS...] Questo è in  sostanza  uno degli argomenti da noi usati per provare che tutti i
all' incontro confuse questa produzione accidentale colla  sostanza  dell' uomo, e suppose che l' uomo non fosse prima che
e però non pone la propria sostanza: ma nella propria  sostanza  pone un accidente coll' atto del conoscere. Quando poi si è
il mondo. Tanto è lungi che l' uomo possa nulla sulla  sostanza  del mondo, ch' egli non può levare nè aggiungere al mondo
anzi il potere dell' uomo è limitatissimo, non solo sulla  sostanza  materiale, ma ben anche a modificarla; sicchè le
essere dell' uomo con ciò che è assoluto , ragionando in  sostanza  così: « L' atto dell' esistere umano è il primo di tutti
le categorie dalla filosofia come inesplicabili; il che in  sostanza  aveano fatto pure i suoi maestri. Non potendosi però negare
fichtiana una mera fenomenologia del pensare. Era in  sostanza  la critica stessa che gli avea fatta Schelling. Questi
suggerito la filosofia di Kant; e Schelling ed Hegel in  sostanza  non fecero che un tentativo di svolgere quel principio più
supponga esistere nulla di diverso da sè. Questa critica in  sostanza  era quella stessa che aveva fatta Schelling al suo maestro,
che dicesse che il nero è bianco, o che l' accidente è  sostanza  (3). L' idea pura adunque non contiene nulla di reale ,
cui restringe poi ad una sola. Per sè, al suo parere, la  sostanza  è la causa in quanto esiste, e la causa è la sostanza in
la sostanza è la causa in quanto esiste, e la causa è la  sostanza  in quanto opera: sicchè sostanza e causa differiscono come
esiste, e la causa è la sostanza in quanto opera: sicchè  sostanza  e causa differiscono come due rispetti sotto cui si
nè quella di tempo, si può ridurre menomamente a idee di  sostanza  e di causa; come nè tampoco vi si possono ridurre le altre
sono sostanze, ma modi di alcune sostanze, non di tutte (la  sostanza  assoluta, cioè Dio, non avendo nè quantità, nè qualità, a
loro, e però non si può ridurre, nè pur essa, alle idee di  sostanza  o di causa. Il signor Cousin adunque non procede in questo
accuratamente quali sieno le differenze tra il concetto di  sostanza  e i concetti delle categorie kantiane, le quali differenze
lascia ridurre a quella. In secondo luogo nei concetti di  sostanza  e di causa non si contengono i concetti dei modi delle
aggiungervi la categoria dei modi; dividendosi l' ente in  sostanza  e modi della sostanza. Ma la divisione non quadrerebbe
collocare l' Essere Supremo: non nella categoria di  sostanza  in opposizione a' suoi modi, perocchè la natura divina è
perocchè in Dio non v' hanno modi realmente distinti dalla  sostanza  medesima. In terzo luogo è un errore fondamentale il dire
è un errore fondamentale il dire che tra il concetto di  sostanza  e quello di causa non passa reale differenza. Il quale
stanno queste cose. La quale osservazione ci dà, che la  sostanza  è il principio, il soggetto, e, se si vuole, anche la causa
modi; che non hanno lui per soggetto; e sono o un' altra  sostanza  o modi d' un' altra sostanza (1). Pretende dunque questo
soggetto; e sono o un' altra sostanza o modi d' un' altra  sostanza  (1). Pretende dunque questo filosofo di ridurre ad unità le
di ridurre ad unità le categorie di Kant, cioè all' idea di  sostanza  ch' egli identifica con quella di causa: il che non è
a classificare i modi delle sostanze, dove ragiona della  sostanza  per sè: di Dio. Ma disavvedutamente avviluppandosi in
il Verbo è la stessa natura, e, se si vuole usare la parola  sostanza  , la stessa sostanza divina, che giova meglio dirsi
natura, e, se si vuole usare la parola sostanza , la stessa  sostanza  divina, che giova meglio dirsi sovrasostanza. Quanto poi al
è, non dovrebbe in ogni caso dirsi che egli è un modo della  sostanza  divina o sovrasostanza, ma piuttosto ch' egli è un modo
modo dell' essere non è un accidente, laddove il modo della  sostanza  è un accidente. Venendo adunque il Cousin a classificare i
laddove in Dio, in ogni persona si ripete tutta affatto la  sostanza  divina senza pluralizzarsi . Onde la varietà che è in Dio,
dell' essere del mondo sia un' idea? Un' idea è ella una  sostanza  sussistente e reale? Quando ciò fosse, l' idea del mondo
che disconoscendo la natura dell' universale, veniva in  sostanza  ad annullarlo altrettanto quanto Roscellino, per evitare l'
al medesimo: poichè l' uno e l' altro sistema annulla in  sostanza  l' ordine ideale (4): i nominalisti più schiettamente,
le cose create, dunque anche queste sono composte della  sostanza  di Dio. Se avessero conosciuto che le idee hanno un altro
e l' ultima divina forma . Ma questo era un ricadere in  sostanza  nel sistema del suo maestro circa le idee: perchè concedeva
intendersi unicamente della specie sostanziale, che è la  sostanza  categorica, che si predica degl' individui, e non deve
anch' egli (1); onde questo secondo apparterrebbe alla  sostanza  seconda, che si può predicare della prima (2). La parola
quella propria dell' essenza sostanziale. Quindi la sola  sostanza  si divise in prima e seconda: intendendo per prima l'
ciò che è, cioè un' ousia prima . Or se quella non fosse  sostanza  (essenza sostanziale), sarebbe una qualità o tal altra cosa
accidentale; e come allora potrebbe essere costituita una  sostanza  da ciò che non è sostanza, ma cosa di posteriore alla
predicata può essere essenziale, ed è quella che si dice «  sostanza  seconda », e significa un quale circa la sostanza prima,
si dice « sostanza seconda », e significa un quale circa la  sostanza  prima, [...OMISSIS...] . Quest' è quella qualità
(la specie e il genere), che illustra, fa conoscere la  sostanza  prima, e però si chiama sostanza seconda (4). Ecco dunque
illustra, fa conoscere la sostanza prima, e però si chiama  sostanza  seconda (4). Ecco dunque che cosa sono gli universali d'
sono sostanze diverse dalla mente, e non la medesima  sostanza  prima, «usia protos». Il problema dunque della cognizione
di cui tutto si predica, anche l' essenza sostanziale, o  sostanza  seconda. Il composto di materia e di forma è un subietto,
Del subietto come forma, cioè dell' essenza sostanziale o  sostanza  seconda, si predicano del pari gli accidenti (1): onde
nostro parlare alla forma, cioè all' essenza sostanziale o  sostanza  seconda, questa è quella, come vedemmo, che fa conoscere l'
Se questo filosofo avesse posta la necessità d' una  sostanza  singolare precedente a tutto, mente infinita, dove fosse l'
. Di più egli riconosce senza esitazione, che la  sostanza  singolare riceve il suo nome e la sua definizione, e quindi
è universale. [...OMISSIS...] La quiddità dunque viene alla  sostanza  singolare dalla specie universale, che le s' attribuisce, e
volendo provare, che non ci sono elementi comuni alla  sostanza  e all' altre categorie, dice che, se ci fossero, sarebbero
dunque ad un tempo la materia e le specie componenti la  sostanza  reale, come questa può esser prima, e non tutt' al più
la specie dell' artista, o qualche cosa di diverso da esso,  sostanza  operante, che la possiede, qualche cosa fornita di
le specie non sono l' arte , come l' arte non è l' artista,  sostanza  reale e prima per Aristotele. Di più, se la specie, per
dunque, che è l' arte , è fuori della casa reale, che è la  sostanza  composta di materia e di forma. [...OMISSIS...] ; in un
io credo, «usia», che è la specie sostanziale, la seconda  sostanza  [...OMISSIS...] , finale della prima [...OMISSIS...] . Trae
si suppone che dalla passione sofferta dall' azione della  sostanza  reale resti qualche cosa nell' intelletto, a quel modo che
che resta, sarà un segno, come sarà rappresentativa d' una  sostanza  reale? Il nodo sta qui, e sfugge interamente ad Aristotele.
intelligibile. Dice che la forma, in quest' azione della  sostanza  reale sull' intelletto, si separa, e conchiude che « come
poi separa. Ora mentre qui fa, che la specie, cioè la  sostanza  seconda, inesista ne' molti singolari e reali, che sono le
essere chiamato da Aristotele « « quella che da prima è  sostanza  » » [...OMISSIS...] . Questa dottrina l' applica egli anche
la natura delle cose mondiali, da dichiararlo per sè  sostanza  , [...OMISSIS...] : onde ammette che possa sussistere per
. Quest' anima dunque, secondo Aristotele, è una  sostanza  dell' ordine delle specie , che quantunque si può predicare
Quivi prende a dimostrare che ci deve essere « «una qualche  sostanza  eterna ed immobile », [...OMISSIS...] ». Egli muove la sua
. Ora è qui da risovvenirsi che, secondo Aristotele, ogni  sostanza  che sia pura da materia, è per sè un intelligibile e un
[...OMISSIS...] . Dice in appresso che quest' immobile  sostanza  è « separata da' sensibili »e che è « priva d' ogni
una serie per sè: tra gl' intelligibili poi la prima è la  sostanza  che logicamente precede agli accidenti, e tra le sostanze
primo dunque tra tutte le cose è « « un intelligibile puro,  sostanza  in atto » ». Ma tale non potrebbe essere, secondo
intellezione, intelligibile, [...OMISSIS...] e sia una sola  sostanza  eterna e divina, onde conchiude, [...OMISSIS...] , « poichè
sussistere, e però essere un' essenza sostanziale, anzi una  sostanza  prima, che chiamò Mente. Questa Mente oggettiva poi nell'
Aristotele divide tutto ciò che può cadere nel pensiero in  sostanza  e accidenti (1), riducendo alla prima, come vedremo, gli
sostanza, e ai secondi le privazioni (2). Ora divide la  sostanza  in tre classi: gl' individui reali , la specie e il genere
e l' Ontologia. Assegna dunque per primo carattere della  sostanza  individuale che [...OMISSIS...] . Questa è una eccellente
per lo contrario disse, che anzi prima di tutto è la  sostanza  completa, individuale e reale. Consideriamo le ragioni più
logica tra quelle idee che si dicono generi e specie, e la  sostanza  individuale e reale. Poichè quelle idee si predicano di
la specie piena , per esempio, la specie piena di una data  sostanza  «( Ideol. 5.9 7 594) »; 2 la facoltà di affermare un
sostanze prime, cioè posso dire che d' un' idea piena di  sostanza  si predicano i generi e le specie «( Ideol. 591) », con che
Si dirà non di meno che un' idea specifica piena di  sostanza  non ha il carattere che Aristotele assegna alle sue prime
ragione ontologica a favore della preesistenza della  sostanza  singolare e attualmente reale alle universali è di maggior
le specie e i generi si predicano d' un subietto che è la  sostanza  individuale, e che gli accidenti (idee degli accidenti) non
degli accidenti) non si predicano, è vero, d' un subietto  sostanza  individuale, ma sono in un tale subietto ». Dunque questo
propriamente sostanze, ma piuttosto « « qualità circa la  sostanza  » » [...OMISSIS...] , e si distinguano dagli accidenti,
» » [...OMISSIS...] (2); non c' è dunque veramente altra  sostanza  che l' individuale, perchè questo è un subietto che non si
non c' è nulla di comune, il chiamare collo stesso nome la  sostanza  idea non partecipata, e la sostanza partecipata non sarà
collo stesso nome la sostanza idea non partecipata, e la  sostanza  partecipata non sarà più che un equivoco, come il chiamar
semplice (1). Se dunque, come dice lo stesso Aristotele, la  sostanza  esiste in se stessa, e in ciò di cui è sostanza,
e non c' è più bisogno di dire che cosa sia quest' altra  sostanza  o essenza diversa da quella de' sensibili, che Aristotele
continuo a Platone. Ora che questa duplicità di essenza o  sostanza  sia un puro equivoco d' Aristotele (proveniente forse dalle
luogo si vede chiaramente: 1 Che Aristotele ammette una  sostanza  separata non per semplice concetto, ma di essere proprio,
essere proprio, dalle sostanze fisiche e sensibili: questa  sostanza  è immateriale, immobile, perpetua, causa del movimento
è più completa d' ogni altra sostanza. Questa natura o  sostanza  è per sè ente e non per accidente, e di essa sono i
a caso, per così dire, senza una singolare e compiuta  sostanza  in cui fossero? No, certamente; ma la sede delle sue idee
sono enti in potenza (2), e che perciò deve esserci quella  sostanza  singolare che non si predichi d' altro, in cui sieno, non
Ma nello stesso tempo riman fermo il suo principio « che la  sostanza  reale e singolare, come quella che è perfettamente attuata,
degli estremi, congiunge in sè le opposte nature. La  sostanza  dunque media di Platone, su cui tanto fu disputato, altro
biga subalata e da un auriga » » (2), dove il carro è la  sostanza  media che lega gli estremi, l' auriga rappresenta il
da una parte l' alta mente di Platone che ben vide solo una  sostanza  semplice e vivente potere contenere in sè il numero e l'
e l' idea universalissima; rimane a vedere di quella terza  sostanza  che li congiunge quasi nel mezzo di essi, [...OMISSIS...] ,
da entrambi [...OMISSIS...] . Essendo dunque questa media  sostanza  che termina nelle due estreme e ad esse essenzialmente s'
la percezione intellettiva abbraccia lo spazio sentito e la  sostanza  media (3), giacchè solo per questa percezione può
quattro ottave, Iddio riempì d' altre porzioni della stessa  sostanza  trina ed una, gli intervalli tra i numeri della prima e
quale si computava 273 3 .fratto . . .diviso . 256. Così la  sostanza  trina ed una dell' anima fu distinta in membra rispondenti
fu osservato da Adrasto presso Teone Smirneo (1). Così la  sostanza  una e trina, distribuita in altrettante membra per una
secondo la mente di Platone. Primieramente essendo nella  sostanza  dell' anima lo spazio immensurato, c' è il luogo dove Iddio
(4). L' anima dunque dell' uomo, formata colla stessa  sostanza  dell' anima del mondo, e quindi de' tre elementi del
quindi de' tre elementi del medesimo , del diverso e della  sostanza  media, e ordinata colle stesse proporzioni armoniche (5),
de' tre elementi, del medesimo , del diverso e della  sostanza  media, e finalmente i sensibili , i quali nascono quando le
da Platone come elemento mesciuto e rimestato da Dio nella  sostanza  dell' anima. Onde nel Fedone dice che all' anima appartiene
di «usia» (3) e di «to ti en einai» (4) come alla  sostanza  composta, denominazioni che nega interamente alla materia.
le une e le altre; per esempio: sotto il genere di  sostanza  si comprendono tutte le sostanze singolari, siano pure
dunque congiunta colla specie nell' ente composto, che è la  sostanza  perfetta, è inerente un principio di moto che tende a
avrebbe imaginato che dall'aqua si potesse trarre una  sostanza  invisibile che abbrucia il ferro e il diamante. Gli
l' effetto come un segno ed espressione di quella  sostanza  che lo ha prodotto? La quale sostanza serve a noi essa
espressione di quella sostanza che lo ha prodotto? La quale  sostanza  serve a noi essa stessa di espressione viva di quell'
serie delle sostanze e delle cause che si perviene alla  sostanza  prima, alla causa prima e quindi al primo essere. Ma questo
non sarebbe bastato all' uomo conoscere Iddio come prima  sostanza  e come prima causa, giacchè come tale il conoscerebbe
un insipiente. Dell' una e dell' altra interpretazione la  sostanza  è, che non si deve mescolare il sacro e il profano e
nomi che in latino riescono neutri, equivalgono a dire una  sostanza  luminosa, una sostanza estesa. Tali erano i nomi comuni che
neutri, equivalgono a dire una sostanza luminosa, una  sostanza  estesa. Tali erano i nomi comuni che in origine servivano
mirabilmente aiutavano la mente a dar corpo per così dire e  sostanza  a tali idee. Così l' istituzione de' simboli ebbe origine
d' ogni stupore che l' umanità dell' Uomo7Dio assuma la  sostanza  del pane e del vino in sè e la tramuti in sè stesso? Se in
senza bisogno che venga applicata al corpo umano alcuna  sostanza  medicinale per così esprimermi, se non come segno stabilito
apparecchiamenti e che sola per ciò formava propriamente la  sostanza  del patto medesimo. Per ciò dice Isaia del futuro
alla cognizione di quella. IV. Il carattere è nella  sostanza  dell' anima. E` proprio del Verbo il congiungersi coll'
abbiam provato, egli deve aver sua sede nell' essenza o  sostanza  dell' anima nostra. Questa sentenza si può conciliare con
si tenga la sentenza nostra che egli giaccia nella stessa  sostanza  dell' anima, la quale viene modificata o piuttosto
la generazione l' uomo comincia ad essere acquistando la  sostanza  di uomo, e però PUO` fare poscia gli atti da uomo; così
riceve la potenza degli atti soprannaturali, e colla sua  sostanza  è veramente nell' ordine soprannaturale, cioè congiunta al
(2); altra volta egli è il seme marcito sotterra dalla  sostanza  del quale sbuccia l' albero rappresentante la Chiesa (3): e
assuma e transustanzii nelle sue carni e nel suo sangue la  sostanza  del pane e del vino. Non può adunque dirsi che la
del Concilio di Trento, dove si dichiara mutarsi « tutta la  sostanza  del pane nel corpo, e tutta la sostanza del vino nella
mutarsi « tutta la sostanza del pane nel corpo, e tutta la  sostanza  del vino nella sostanza del sangue«. » Or a questo canone
del pane nel corpo, e tutta la sostanza del vino nella  sostanza  del sangue«. » Or a questo canone si oppone certamente la
del pane e del vino, senza il pane ed il vino, senza la  sostanza  loro. Conciossiachè il corpo di Cristo ha ben degli altri
vita non è necessario 1. ch' egli perda qualche parte della  sostanza  di cui si compone, come avviene ora in noi, 2. nè che egli
Cristo glorioso incorpora a sè e comunica la vita sua alla  sostanza  del pane e del vino; dovrebbe la mole del suo corpo or
soprannaturale operazione, rapisce a sè e s' appropria la  sostanza  del pane, questa sostanza col corpo permanente di Cristo
rapisce a sè e s' appropria la sostanza del pane, questa  sostanza  col corpo permanente di Cristo divien pure corpo vero e
del pane e del vino avviene la conversione di TUTTA la  sostanza  del pane nella sostanza del corpo di Cristo Signor nostro,
avviene la conversione di TUTTA la sostanza del pane nella  sostanza  del corpo di Cristo Signor nostro, e di TUTTA la sostanza
sostanza del corpo di Cristo Signor nostro, e di TUTTA la  sostanza  del vino nella sostanza del sangue di lui« (2): » di
Cristo Signor nostro, e di TUTTA la sostanza del vino nella  sostanza  del sangue di lui« (2): » di maniera che è bensì di fede,
di lui« (2): » di maniera che è bensì di fede, che tutta la  sostanza  del pane e del vino si converta; ma non è già di fede che
trova in virtù delle sacramentali parole. 3. Che tutta la  sostanza  del pane e del vino si converte. 4. Ma non che si converte
il corpo di Cristo quanto è lungo e largo; ma contiene la  sostanza  del corpo di Cristo, le dimensioni del quale, sebbene per
che non ci era; così il pane ed il vino si convertì nella  sostanza  del corpo di Cristo, senza che ci sia bisogno dire, che si
nutrizione. E veramente nella nutrizione tutta la  sostanza  del pane e del vino cessa interamente dall' esser sostanza
sostanza del pane e del vino cessa interamente dall' esser  sostanza  del pane e del vino e diventa sostanza della carne e del
dall' esser sostanza del pane e del vino e diventa  sostanza  della carne e del sangue di Cristo: il soggetto stesso
Scritture. Nel nostro sistema all' incontro sebbene la  sostanza  sia trasmutata e non sia più sostanza di pane e di vino ma
incontro sebbene la sostanza sia trasmutata e non sia più  sostanza  di pane e di vino ma sostanza del corpo di Cristo; tuttavia
sia trasmutata e non sia più sostanza di pane e di vino ma  sostanza  del corpo di Cristo; tuttavia niun essere creato è perito,
dee intendere per essa rigorosamente una conversione della  sostanza  del pane e del vino, nella sostanza del corpo e del sangue.
una conversione della sostanza del pane e del vino, nella  sostanza  del corpo e del sangue. Ora nella nostra sentenza il
operazione, in virtù della quale vien ridotta al niente la  sostanza  del pane e del vino, e sotto le specie del pane e del vino
del corpo e del sangue di Cristo nel posto della  sostanza  del pane e del vino annichilato. Ora gli avversari
. Il santo Dottore riconosce adunque, che la  sostanza  del pane non si annichila, perchè si cangia in quella del
a sè degli accidenti, più tosto che distruggendo una  sostanza  perchè a suo uso rimanessergli gli accidenti di quella? io
che il Bellarmino ammette questi due dogmi: 1. che tutta la  sostanza  del pane e del vino cessi interamente nell' Eucarestia; 2.
contemporanei e unificati della cessazione di tutta la  sostanza  del pane, e della presenza del corpo di Cristo; allora pare
la transustanziazione contiene in sè e la cessazione della  sostanza  del pane, e il ponimento della carne di Cristo. Per tutte
colla sua divinità tocca e si unisce ed infonde nella  sostanza  del pane penetrandola di guisa da tramutarla in sè
dignità d' una più eccelsa natura, questo trasfondere nella  sostanza  del nostro corpo sono frasi assai calzanti, e che mostrano
paresse che nel nostro sistema rimanesse qualche cosa della  sostanza  del pane non mutata nel corpo di Cristo, ai quali dirò
quali dirò così: Il Concilio di Trento definì che tutta la  sostanza  del pane e del vino si cangia nel corpo e nel sangue di
Simigliantemente adunque nel sistema nostro tutta la  sostanza  e la stessa materia del pane diventa vero e adorabil corpo
per una ineffabile assunzione e incorporazione della  sostanza  del pane e del vino nel corpo di Cristo, in tal caso anche
comunica del suo spirito abitante nella sua umanità alla  sostanza  del pane, e l' assimila al suo corpo, e diventa essa pure
in questa similitudine niente si distrugge, ma solo quella  sostanza  del corpo della Vergine che era predestinata a dover essere
interamente per cotale ineffabile operazione da esser  sostanza  di pane e di vino. .. E` frequente l' incontrare ne' Padri
corpo di Cristo colla consecrazione si pone nel luogo della  sostanza  del pane che viene ridotta a nulla. Premessi questi punti
e però chi lo legge attentamente trova che ei confessa in  sostanza  tutto ciò che noi abbiam detto, dove viene a parlare della
in più luoghi. Ora posto che nulla s' aggiunge alla  sostanza  di questo corpo, l' essere addotto in più luoghi senza
la conversione terminerebbe in un accidente, anzichè in una  sostanza  (1). E veramente il corpo di Cristo non avrebbe sofferito
accidentale e non è vero che nasca un trasmutamento di  sostanza  in sostanza. Io non veggo in qual maniera possano gli
e in una parola tutto ciò che« non tocca, non muta la  sostanza  dell' essere«. Ora che la mutazione che nasce rispetto al
il luogo (2). Se dunque non nasce mutazione nè quanto alla  sostanza  nè quanto agli accidenti, tutta la mutazione si dee ridurre
vera transustanziazione sia consentita dalla natura della  sostanza  corporea. E qui si dee partire da questo principio che una
quantità, non varrebbe punto ad esprimere l' identità della  sostanza  o sia l' unità totale. Or questo è appunto ciò che avviene
questo crescimento nella quantità, non è crescimento nella  sostanza  o nella individualità. Mediante la nutrizione adunque nasce
o noi non conosciamo cosa alcuna di vero intorno alla  sostanza  corporea, o pure dobbiamo a quel primo modo far fede. Ciò
questo descriverebbe più tosto l' essenza della  sostanza  in genere, anzichè quella della sostanza corporea. Convien
l' essenza della sostanza in genere, anzichè quella della  sostanza  corporea. Convien dunque nel descrivere l' essenza del
corpi essenziali (2). Posta questa distinzione reale fra la  sostanza  del corpo e l' estensione, egli è manifesto che non solo
può rimanere la dimensione e la qualità, tolta la  sostanza  (3). Applicando questa dottrina intorno alla natura del
mutazione avvenuta nel pane consista nell' aver perduta la  sostanza  propria (se pure non si vuol dire che questa sia uscita di
potrebbe dirsi) e ricevuta nel luogo stesso della  sostanza  propria l' estensione del corpo di Cristo. Ora questo
sotto le specie del pane è la sola estensione, o è anche la  sostanza  corporea? Se è la sola estensione: dunque sotto le specie
dogma. Se poi sotto le specie del pane voi ponete la sola  sostanza  del corpo di Cristo senza l' estensione, vi rimarrà a
senza l' estensione, vi rimarrà a spiegare come questa  sostanza  posta in tanti luoghi diversi non si moltiplichi (1). Di
(1). Di più rimarrà a dimandare, come la stessa identica  sostanza  di Cristo possa nello stesso tempo essere coll' estensione,
le specie del pane; perchè si parla della stessa identica  sostanza  metafisicamente considerata, cioè fuori di ogni luogo; la
sostanza. Riman dunque a spiegare che una stessa identica  sostanza  per sè fuori di luogo debba esser collocata in due luoghi
identità. Che se poi si pone sotto le specie del pane e la  sostanza  e l' estensione, in tal caso resta di nuovo a spiegarsi: 1.
in tal caso resta di nuovo a spiegarsi: 1. come la  sostanza  posta in più luoghi non si moltiplichi; 2. come l'
le specie sacramentali sussista il corpo di Cristo colla  sostanza  e colla estensione, che è l' unico sistema che possa
cattolica; rimane nel sistema Leibniziano a dimandare, la  sostanza  che sta sotto la specie colle sue dimensioni, è ella
acquistò qualche cosa, se sotto le specie egli esiste colla  sostanza  e coll' estensione, se cosa certa è, che queste estensioni
di prima, se in tutte queste estensioni opera la forza o  sostanza  corporea, che ha virtù di effondersi ed operare nell'
di Leibnizio muove, come vedemmo, dall' aver distinta la  sostanza  (materia e forma sostanziale) del corpo, dall' estensione
Perocchè è manifestamente un atto diverso quello che fa la  sostanza  corporea ponendo la estensione soggettiva , da quello che
, cioè non come una quantità dimensiva; ma come una  sostanza  (1). Perocchè la sostanza del corpo si mantiene, quand'
quantità dimensiva; ma come una sostanza (1). Perocchè la  sostanza  del corpo si mantiene, quand' anco ella non si commisuri a
ed espressioni è veramente orientale nel fondo e nella  sostanza  (1). Cerdone fece fare un passo innanzi all' erronea
Ora il sistema che del male formava una propria natura e  sostanza  compì, come dicevo, il suo primo periodo in Manete, che
e ricorre ad un principio eterno che è quell' immaginata  sostanza  del male, onde riman sottomesso, come osserva S. Agostino,
natura e come un accidente di questa, ma come una cotale  sostanza  intrinseca rea. [...OMISSIS...] Di che avviene, che la
è un vizio che si sani, come diciam noi cattolici, ma è una  sostanza  sola che si separa, e sanno ancora, quegli acuti ingegni,
[...OMISSIS...] Dal qual luogo chiaramente si vede, che la  sostanza  dell' eresia pelagiana consisteva nel disconoscere quella
amministrati agli infanti. Il principio adunque e tutta la  sostanza  della pelagiana eresia consiste in questa proposizione:«
dubbio. 44. Con questa distinzione adunque, comune nella  sostanza  a S. Agostino e a S. Tommaso, rimane da una parte atterrato
culpae (2) » e nel peccato originale in luogo della  sostanza  dell' atto distingue la sostanza dell' abito della natura,
originale in luogo della sostanza dell' atto distingue la  sostanza  dell' abito della natura, che chiama « quaedam inordinata
tra il peccato entitativamente considerato che è la  sostanza  dell' abito, e la colpa che è l' imputazione del medesimo «
in maniera che quell' atto elettivo entri a costituire la  sostanza  di quella moralità; l' altra dipendente dalla sua propria
quanto indica e dimostra agli uomini che la patiscono, una  sostanza  sussistente e agente: e quindi non poterono affiggere al
scienza non può essere mai altro che teoretica , perchè in  sostanza  teoria e scienza o cognizione sono due sinonimi: e pratica
da loro un' azione sostanziale, cioè che venga dalla loro  sostanza  in noi prodotta. L' idea non è propriamente un' azione, ma
, cioè costituenti l' IO, la essenza specifica, la  sostanza  dell' anima. E` singolare e degno di ogni attenzione il
che in esseri dotati di senso e di intelligenza, perchè la  sostanza  di Dio è vita e luce. Per ciò tutte le operazioni che Dio
e conchiude che Dio deve agire realmente e colla stessa sua  sostanza  nelle anime loro, e non puramente mediante idee o
disciplina, convien però avvertire, che egli possiede una  sostanza  che non istà già ne' vuoti nomi della scienza, ma che
ma con questo divario tuttavia, che Dio è anche una  sostanza  , quando la medicina non è nulla più di un essere ideale .
la natura ideale della scienza medica dalla reale  sostanza  dello Spirito Santo. [...OMISSIS...] Dalle cose dette sin
che non si deve già credere che il Verbo siasi tramutato in  sostanza  umana, ma sì congiuntosi alla umana natura senza sofferire
fin qui ragionato risulta che negli uomini santi la stessa  sostanza  divina (2) opera immediatamente, e con essi formalmente si
il Verbo, ha tale idea, che non è solo idea, ma insieme  sostanza  e completamento dell' essere (essere reale). Udiamo adunque
formava la sua natura, ma completata, elevata, mutata nella  sostanza  divina. Conviene riflettere di nuovo, a maggiore
idea di Dio (modo ideale) senza avere la percezione della  sostanza  di Dio (modo reale). Sicchè Iddio non può informare la
la percezione di Dio , che Dio stesso colla sua propria  sostanza  si rende forma oggettiva di esse. Ai Padri della Chiesa non
dice il santo Dottore, la misura si riferisce alla  sostanza  della cosa limitata da' suoi principii, il numero alla
dalla forma intellettuale7morale, di cui è informata quella  sostanza  (1). All' incontro il mistero della santa Trinità, che
il mondo, perchè non avrebbe giammai potuto pensare che una  sostanza  in tre persone fosse possibile. A quello stesso modo come
può mai riguardar altro se non una di queste due cose, la  sostanza  o la relazione « (1) »: perocchè non v' ha altro in Dio se
ciascuno de' quali s' identifica colla sostanza, cioè è la  sostanza  medesima: ma in quanto que' termini della sostanza si
è la sostanza medesima: ma in quanto que' termini della  sostanza  si oppongono e escludono fra sè scambievolmente, intanto
fra sè scambievolmente, intanto distintamente nella  sostanza  stessa sussistono. [...OMISSIS...] Insomma il Padre è l'
persone, non escono dalla divina sostanza, ma nella divina  sostanza  si contengono e in essa sussistono. All' incontro le
e di esteriore alla stessa divina sostanza. La divina  sostanza  non esiste senza le persone, perchè sussiste nelle persone,
natura divina che già è increata. Non essendo dunque una  sostanza  nuova che si produce, ma una sola relazione che procede,
sola relazione che procede, non è necessario che operi la  sostanza  vestita, per così dire, di tutte le sue relazioni, ma sol
non è necessario e nè pur possibile che operi la  sostanza  se non vestita di quella relazione che la costituisce
non è necessario e neppur possibile che operi la  sostanza  divina se non vestita di quella relazione che la
una perfezione, ma si tratta di cavare dal nulla tutto, la  sostanza  stessa della cosa, la sua specie, il suo ordine. Quindi si
persone, ma è comune a tutte tre, in quanto è atto della  sostanza  divina a tutte tre comune; e quindi non c' è cagione da
sussistenti, sono tre persone, perchè ciascuna è « una  sostanza  intelligente IN QUANTO (questa espressione esprime la
tutte e tre sono perfettamente eguali, perchè sono non una  sostanza  diversa, ma la sostanza medesima numericamente una, e
eguali, perchè sono non una sostanza diversa, ma la  sostanza  medesima numericamente una, e quindi non v' è maggiore o
deiforme appartiene all' ordine soprannaturale. La  sostanza  divina si unisce formalmente coll' uomo giusto. Ma la
divina si unisce formalmente coll' uomo giusto. Ma la  sostanza  divina sussiste non in altro che in tre persone
che in tre persone indivisibili, ciascuna delle quali è la  sostanza  stessa divina con una relazione, che la costituisce in
avere uopo. Si legge che se l' uomo dovesse dare tutta la  sostanza  di casa sua per l' amore, dispregerebbe quella sostanza per
la sostanza di casa sua per l' amore, dispregerebbe quella  sostanza  per l' amore: [...OMISSIS...] . Ed è a considerarsi che si
tutto, perchè tutto le si trasforma in amore, quasi in una  sostanza  nuova che è amore; di che il chiamare che fa il Diletto non
e in terra per la grazia si faccia partecipe della divina  sostanza  in diversi gradi, tuttavia non è per questo Iddio
quel lume interiore dell' anima, col quale solo la divina  sostanza  si attinge e percepisce. Ecco com' egli descrive a' suoi
se non in tre principii originari sussistenti in una sola  sostanza  divina. Ma chi ha tanta forza di mente che basti a fare
rappresentavano sè stessi o il Verbo, non erano punto la  sostanza  divina, come dice S. Agostino, e ben lungi dal poterne dare
e come uomo è unito personalmente col Verbo che è una  sostanza  stessa col Padre, di cui ha perciò la visione beatifica,
del mondo, la qual non è diversa dalla stessa divina  sostanza  che è pur la sola cosa, che ha ricevuto dal Padre, e nella
in quelle mette l' essere il divino Spirito una  sostanza  santificante. Ecco come egli ragiona nella lettera che
lettera che scrisse al conte Terenzio, dopo distinta la  sostanza  dalla persona: [...OMISSIS...] . Cinque secoli dopo, S.
principio della Triade, è quello che comunica la divina  sostanza  alle altre due persone, e a lui si suole applicare in modo
nozionale , è solo l' amore essenziale di Dio, è la divina  sostanza  che si fa sentire, ma in modo imperfetto, sicchè rimane
tutte le cose procedute [dal] Padre, avendo il Figlio nella  sostanza  divina ricevuta dal Padre le cose tutte. Nè quella frase di
immediatamente, per una comunicazione della sua propria  sostanza  fatta a noi. Or questa rivelazione interiore è tutta
dell' uomo (3), sulla quale non può agire nessuna creata  sostanza  (4). Indi è che i Santi, come non s' intendono se non fra
simigliantemente nessuno poter toccare due volte la mortale  sostanza  soffermata quasi in un medesimo stato, perchè essa per un
in quanto alla specie, perchè la specie di Dio non è che la  sostanza  di Dio, ossia la divina sussistenza; e nell' essere noi non
altro essere? Può forse avvenire che una parte della  sostanza  appartenga, sia posseduto da altri in proprio, come
creature delle quali si danno imagini che partecipano della  sostanza  o natura delle cose ritratte, ma non di tutto, e solo di
il Padre mio« (2) ». Imperocchè, se il Figlio è diverso di  sostanza  dal Padre, in che maniera si può vedere il Padre nel
adorna, una partecipazione dell' unica e vera imagine della  sostanza  divina, il Verbo eterno. A queste verità si riferiscono le
perfetto e ideale che pur trovava realizzato e in istato di  sostanza  nel suo sommo Fattore. Il quale progresso dalla bellezza
della giustizia naturale, non pecca nè in quanto alla  sostanza  del precetto, nè in quanto al modo. Si dirà probabilmente
ciò che si chiama l' ordine della natura. Ma la  sostanza  del Creatore è essenzialmente distinta dalla natura ed è
natura ed è superiore ad essa. Per ciò la percezione della  sostanza  del Creatore è ciò che costituisce l' ordine
e perduto una volta il sentimento di Dio, la divina  sostanza  le rimane come un bene incognito che non può essere più
e eccitasse in lui nuovamente il sentimento della divina  sostanza  (1). Egli è per questo che i santi Padri riconoscono una
corpo producesse l' anima, o l' anima dovrebbe essere una  sostanza  corporea, oppure una modificazione, un atto del corpo
oppure una modificazione, un atto del corpo stesso.  Sostanza  corporea l' anima non è: e non è nè pure una semplice
modificazione o atto di un corpo, poichè un tal atto non è  sostanza  per sè. Dunque l' anima non può esser fatta dal corpo. Ma
(4). Tertulliano dice che l' uomo è animato dalla divina  sostanza  (5): espressione con cui egli commenta il soffio divino
delle false Clementine dice pure che l' anima ha una stessa  sostanza  con Dio (6). E Sinesio nelle sue poesie non dubita di
giustizia e bontà divina con questo fatto. Perocchè questa  sostanza  spirituale non potendo uscire dalle mani del Creatore se
rivelazione, ossia quel complesso di dogmi che forma la  sostanza  della fede cattolica, suppone sotto di sè e accenna una
. Dal qual fatto ebbe origine la distinzione fra la  sostanza  e gli accidenti; perocchè quell' ente unico, a cui
l' operazione. Spiegata così l' origine del concetto di  sostanza  , è spiegata altresì quella di specie, sia piena , sia
nell' ordine della realità, e in ciascuno di essi essere la  sostanza  e gli accidenti, giacchè la diversa realità moltiplica sì
identico, e però una sola è la specie astratta, una sola la  sostanza  ideale di più individui eguali. Noi abbiamo detto che la
in più gocce si moltiplichi, essendo in ciascuna tutta la  sostanza  dell' acqua espressa colla parola acqua; ma bensì si divide
cioè dei movimenti e loro conati. Essendo dunque una la  sostanza  del corpo, non vi è ripugnanza a concepire che l' anima,
movimenti nel cervello; ma può essere forse il cervello,  sostanza  così molle, un punto fermo da appoggiare, direi quasi, la
nelle braccia, ecc.? Se l' anima imprime il movimento alla  sostanza  encefalica, e se è questa la quantità di movimento che deve
moto meccanico; si avrà mai l' effetto desiderato? Nella  sostanza  molle del cervello non può eccitarsi che una minima
Se quella minima quantità di moto, che si suppone nella  sostanza  tenerissima del cervello, fosse quella stessa di cui
sapienza della natura nell' aver fabbricati i vasi di una  sostanza  forte ad un tempo e sommamente elastica. Poichè da questa
quello di dominio, che esercita il principio vitale sulla  sostanza  che egli fa sua, rendendola termine del suo sentimento;
egli fa sua, rendendola termine del suo sentimento; questa  sostanza  (ed è la corporea) riceve il dominio e rimane modificata,
stesso si considererebbe la forza che lo costituisce, la  sostanza  dell' anima. Per facoltà di sentire nulla di questo noi
dall' intima natura del principio sensitivo, che è la  sostanza  dell' anima, noi siamo costretti ad affermarlo anche dalla
non potrebbero rispondere agli stimoli meglio d' una  sostanza  inanimata. Posta dunque un' attività vitale tanto nelle
semplice quanto alla natura della sostanza, ma la stessa  sostanza  può agire con forze diverse. A chi domandasse quale sia l'
in cui si può dare in conseguenza della molteplicità di  sostanza  e di forza degli agenti (rimedi, metodo curativo) e del
E questo non basta ancora; dato pure che fosse semplice la  sostanza  e la forza, sì dell' agente che del reagente, se ne può
più o meno disposta ad operare. Forze chimiche. - Ogni  sostanza  chimica agisce in modo diverso, secondo che deve agire in
notano con diligenza. Agisce in modo diverso, secondo che è  sostanza  elementare, o sostanza composta di più elementi, la
in modo diverso, secondo che è sostanza elementare, o  sostanza  composta di più elementi, la sostanziale unione dei quali
principio semplice di tutte le operazioni umane, come sia  sostanza  e in pari tempo principio d' un sentimento, come questo
di ogni cosa nell' acqua. Ippone di Reggio ripose la  sostanza  dell' anima nell' umore genitale, che perciò faceva vivente
di questa sentenza: l' aver voluto pigliare quei filosofi a  sostanza  dell' anima la sostanza più mobile e più sottile (9),
voluto pigliare quei filosofi a sostanza dell' anima la  sostanza  più mobile e più sottile (9), affine di spiegare l' anima
Zenone traeva la sua forza da questo principio, che « « la  sostanza  corporea (prescindendo dalla mente) non è che una relazione
serve di soggetto a quei modi sempre mutabili è la stessa  sostanza  che diviene ora fuoco, ora aere, ora acqua, ora terra; ma
. Dove il grand' uomo viene a insegnare che la  sostanza  o materia che forma il soggetto delle modificazioni
o che lo considerassero come principio della vita e  sostanza  divina (2), come io credo. Se dunque l' amicizia di
difficile altresì era ad afferrare che la stessa materia o  sostanza  opera comecchessia in noi, per quella forza con cui immuta
difficile tornava ancora l' accorgersi che non la sola  sostanza  materiale, ma egualmente o viemeglio le varie forme dei
neppure Platone, il quale nel Timeo fa passaggio dalla  sostanza  di una cosa all' idea, senza avvedersi che lo stesso
che egli confonde così con quella che separa la  sostanza  dall' accidente, mentre sì l' accidente come la sostanza
la sostanza dall' accidente, mentre sì l' accidente come la  sostanza  può ben essere ideale e reale. Ma la ragione, onde si
ragione, onde si sdrucciola dalla prima distinzione della  sostanza  e dell' accidente alla seconda dell' ideale e del reale, si
alla seconda dell' ideale e del reale, si è perchè la  sostanza  viene separata dagli accidenti per opera della mente, senza
cosa reale il quid che risponde a tale idea, e perchè la  sostanza  appare immutabile e simile in questa proprietà sua all'
e l' altra permanente ed entrambe oggetto della mente, la  sostanza  reale e l' ideale, furono confuse in una sola, nell'
sono. Quindi era agevolissimo il passare a riguardar la  sostanza  come meramente intelligibile, come essenza ideale; ciò che
Germania. Ma chi sottilmente osserva, vedrà che altro è la  sostanza  reale, altro l' ente che vi aggiunge la mente, pel quale la
reale, altro l' ente che vi aggiunge la mente, pel quale la  sostanza  stessa diviene conoscibile, divenendo ente, il che è quanto
identico (l' essenza sostanziale, confusa da Platone colla  sostanza  reale ); il cui opposto è ciò che è sempre da sè diverso, a
abbiamo descritti da Platone l' identico e il diverso, la  sostanza  (ideale e reale confuse insieme da lui) e i corpi formati
a sè stesso. Onde egli dice che la ragione, cioè questa  sostanza  dell' anima, partecipe dell' identico e del diverso, in
in ogni sentimento corporeo, in ogni sensazione vi è una  sostanza  diversa dall' anima stessa, che agisce a suo modo nell'
lui medesimo che si pone allo stesso modo. Il principio di  sostanza  è tolto via, giacchè facendosi in questo sistema che il
stesso che l' essere, è tolta affatto la distinzione della  sostanza  e dell' accidente; si fa che l' accidente sussista per sè
apparenze, non v' è più luogo a distinguere nel Non7Io la  sostanza  dall' apparenza; e però nemmanco ad affermare che il Non7Io
e però nemmanco ad affermare che il Non7Io rispetto alla  sostanza  fa un' equazione coll' Io, e rispetto all' apparenza si
si identificano. La differenza fra l' anima e il corpo è di  sostanza  a sostanza; e due sostanze, delle quali l' una è termine
la filosofia dei suoi predecessori, perocchè essi erano in  sostanza  pervenuti alla stessa conclusione. Ma si erano poco
le parole di materia e di forma, e se si definisce la  sostanza  « ciò che in un ente esiste per sè », definizione che
esiste per sè », definizione che implica la relazione della  sostanza  coll' accidente, che esiste per quel primo (il che è quanto
che esiste per quel primo (il che è quanto dire: la  sostanza  è l' atto pel quale sussiste l' essenza); in tal caso la
quale sussiste l' essenza); in tal caso la condizione di  sostanza  appartiene piuttosto alla materia che alla forma; perocchè
idea della sostanza, perchè le sensazioni non contengono la  sostanza  dell' ente esterno, ciò che vogliamo principalmente
, non è che dal corpo realmente la distingua; la chiama  sostanza  , ma per sostanza intende l' ultimo atto perfezionatore di
corpo realmente la distingua; la chiama sostanza , ma per  sostanza  intende l' ultimo atto perfezionatore di una data materia,
non è solamente esemplare del mondo, ma è la figura della  sostanza  di Dio (1); è questa stessa sostanza in quanto è luce o sia
ma è la figura della sostanza di Dio (1); è questa stessa  sostanza  in quanto è luce o sia verità, e in esso trova il mondo il
cui può essere limitata la sussistenza divina, non è che la  sostanza  divina riceva limitazioni, la quale non può riceverne. Ma,
e limitato; l' essere illimitato e immutabile è la  sostanza  divina, l' essere poi limitato è la creatura. Nella
ragione deriva dalla moltiplicità che si trova in ciascuna  sostanza  creata, niuna delle quali è perfettamente semplice,
lo stesso spirito intelligente dell' uomo è anch' egli una  sostanza  limitata, in modo che ha bisogno di varii istrumenti ed
nelle cose create alcun esempio in cui cada l' identità di  sostanza  con diversità di persona. D' altra parte nelle cose divine
mettere una unione simile a quella dell' accidente colla  sostanza  quale viene espressa dalla particella in applicata alle
è comune a tutte e tre le persone, ma nel Verbo è la  sostanza  nella figura, la sussistenza personale nell' oggetto, il
altra la sostanza. Perocchè è da riflettersi: 1 Che della  sostanza  divina non v' ha rappresentazione adeguata fuori di lei; 2
non hanno figura o tipo diverso da se stesse, qualora per  sostanza  s' intenda la sussistenza che è ciò che v' ha di proprio
di proprio nelle cose reali, onde conviene che se la prima  sostanza  ha figura, cioè espressione, conoscibilità, questa sia ella
alla sostanza, senza il quale nessuna materia, nessuna  sostanza  potrebbe esistere, e questo appartiene alla creazione,
di quelle forme che vengono concreate colla materia o colla  sostanza  delle cose; e di queste parla Mosè. Se dunque la mera
di Cristo. L' acqua mescolata col vino non diviene una sola  sostanza  con lui, non si combina con esso lui chimicamente; e pure
in questi due modi il suo spirito si unisce alla corporea  sostanza  come a termine del suo sentire. Ora, essendosi guastato il
apparendo, che si parla dall' Apostolo della sussistenza o  sostanza  di Cristo in noi, dalle prime parole del versetto: «
La carne ed il sangue di Cristo, in cui si è convertita la  sostanza  del pane e del vino, è termine del principio senziente di
del principio senziente dell' uomo che lo riceve. La  sostanza  del pane e del vino ha cessato intieramente d' essere
del pane e del vino ha cessato intieramente d' essere  sostanza  del pane e del vino, ed è divenuta vera carne e vero sangue
e del pari gloriosa. E questa parte aggiunta, cioè la  sostanza  del pane e del vino transustanziata, che forma una cosa
quella parte che risponde a quel tanto che v' aveva di  sostanza  di pane e di sostanza di vino nella transustanziazione.
risponde a quel tanto che v' aveva di sostanza di pane e di  sostanza  di vino nella transustanziazione. Ancora ne verrebbe che in
Ancora ne verrebbe che in virtù delle parole divine questa  sostanza  del pane e del vino si transustanziasse in carne e sangue
cattolica, secondo la quale è bensì di fede che tutta la  sostanza  del pane e del vino si transustanzia, ma non che si
il corpo di Cristo, ma solo quella parte che risponde alla  sostanza  del pane e del vino transustanziata; e neppur tutta questa,
dall' essere velo al corpo e sangue di Cristo, e tornata la  sostanza  materiale passa questa dal corpo del fedele per altra via.
Cristo, che rispondeva prima della transustanziazione alla  sostanza  del pane e del vino, contiene propriamente, se vere sono le
porzione del corpo e del sangue di Cristo che risponde alla  sostanza  del pane e del vino che era prima della transustanziazione,
e del sangue di Cristo che risponde alla quantità della  sostanza  del pane e del vino che era prima della transustanziazione.
della carne e del sangue di Cristo che risponde alla  sostanza  del pane e del vino che era prima della consacrazione. E
di Cristo, sieno corrispondenti a quella quantità della  sostanza  del pane che vi avea in ciascuna ostia prima della
e le apparenze in contrario; fra' quali dogmi rimase nella  sostanza  annientato quello del peccato d' origine, che oggimai non
ossia la colpabilità , quel de' bambini a spiegare la  sostanza  del peccato che viene imputato (2). Quindi egli è più
cogli eretici, colla quale, abbandonando loro la  sostanza  del dogma, si contentano di salvare alcune frasi, come
cessa l' assurdo obbiettato dagli eretici. Nel che sta la  sostanza  della risposta nostra a Teodoro. Ma ora passiamo a vedere
[...OMISSIS...] . I nostri teologi moderni (stando alla  sostanza  delle loro dottrine, benchè colle parole si dichiaravano
umana natura, incorrotta, com' ei la crede, che, secondo la  sostanza  del suo discorso, non ha di questa medicina del battesimale
spassionatamente potrà dubitare che i nostri Anonimi in  sostanza  rinnovano insieme uniti, e sotto color di pietà un assalto
Angelico: [...OMISSIS...] . Non è ella questa la genuina  sostanza  dell' eresia pelagiana, coperta ora più, ora meno, di
passo; perocchè con questa operazione egli s' avvede che la  sostanza  dell' oggetto non è l' attività da lui sentita, è qualche
massima un' idea specifica astratta, cioè l' idea della  sostanza  corporea. Tutta l' infinita scala di suddivisioni della
corporea. Tutta l' infinita scala di suddivisioni della  sostanza  corporea non è che una scala d' idee specifiche
fanciullo da poter esprimere tali proposizioni, ma la  sostanza  di esse passa indubitatamente pel suo spirito. Or poi, se
« un corpo colorato »io posso dividere in quest' oggetto la  sostanza  dall' accidente, e dire « quest' oggetto si compone di due
e dire « quest' oggetto si compone di due parti, cioè della  sostanza  e dell' accidente, del colore ». Nell' astrazione recata ad
parti, io pongo medesimamente la mia attenzione tanto sulla  sostanza  quanto sull' accidente e di più ne riconosco la loro
mediante il paragone , al quart' ordine si distingue la  sostanza  e l' accidente , l' ente ed il modo dell' essere nella cosa
solo, che egli deve essere l' effetto in ultimo di qualche  sostanza  o di più sostanze, e ha l' intima nozione della stabilità
soggetto, che gli sta presente, nota due cose, poniamo la  sostanza  e l' accidente, non consiste attualmente in un espresso
con questo; ma bensì implicitamente s' accorge, che la  sostanza  non è l' accidente, nè l' accidente la sostanza; benchè
appartengono ad un solo oggetto. Or l' accorgersi che la  sostanza  non è l' accidente contiene, dicevamo noi, implicitamente
non è l' operazione, con cui si scompone e distingue  sostanza  ed accidente, ma da quella operazione è supposto ed
la corruzion della prima. Perciocchè dipendendo tutta la  sostanza  e la essenza della umana specie dal ceppo, rassicurato
e streme nel concetto generale e nella stessa  sostanza  dell' opera. Poichè chi conosce a pieno il modo onde quegli
i quattro di cognizione , di contraddizione , di  sostanza  e di causa . - Esporre brevemente questi principii
si combatte il principio ontologico7materialista, che « una  sostanza  non può inesistere nell' altra ». - Varietà di maniere onde
bensì il volgo che egli facesse mestiere plebeo, ma in  sostanza  faceva allora uffizio infinitamente più illustre innanzi
lo stesso « splendore della gloria e la figura della divina  sostanza  (2): è la virtù e la magnificenza di Dio » (3). Dio adunque
chiamossi con vera ragione: « Principio in noi della divina  sostanza  » (3). Oh amore immenso! Oh carità smisurata di Dio!
sotto a cui siedono i desiderosi di lui, il principio della  sostanza  divina nell' uomo, l' ostia della salute del mondo, le
impuramente, tai cose. Si conosce però di qui, come in  sostanza  queste pratiche si fondano nella ragione delle cose; mentre
col maggior arbitrio, anzi col più crudele arbitrio, della  sostanza  e della vita dei più deboli; che si sentì giustificare
o sia due lavori, cioè l' amministrazione della propria  sostanza  e l' arte prescelta: e si renderebbero in tal modo servi
politici annessi a questa classe. 3 Finalmente rilevò la  sostanza  in fondi di tutti i benestanti sulle prove da loro offerte,
mila assi: la terza classe conteneva i particolari d' una  sostanza  almeno di 50 mila assi: la quarta quelli che ne avevano 25
e nobile tuono di cortesia e di generosità, rendendosi in  sostanza  con ciò stesso sempre più debile, i Signori all' incontro
fatto vedere che anche la legge regia presso i Romani in  sostanza  non era che una finzione, giacchè essa opponendosi alla
nè torna di alcun vantaggio la difesa di una piccola  sostanza  quando ad ottenere tal difesa bisogni usarne una grande.
all' origine delle cose per distinguere in esse la  sostanza  dall' accidente. Abbiamo mostrato coll' esempio di Rousseau
col maggior arbitrio, anzi col più crudele arbitrio, della  sostanza  e della vita dei più deboli; che si sentì giustificare
o sia due lavori, cioè l' amministrazione della propria  sostanza  e l' arte prescelta: e si renderebbero in tal modo servi
politici annessi a questa classe. 3 Finalmente rilevò la  sostanza  in fondi di tutti i benestanti sulle prove da loro offerte,
mila assi: la terza classe conteneva i particolari d' una  sostanza  almeno di 50 mila assi: la quarta quelli che ne avevano 25
e nobile tuono di cortesia e di generosità, rendendosi in  sostanza  con ciò stesso sempre più debile, i Signori all' incontro
fatto vedere che anche la legge regia presso i Romani in  sostanza  non era che una finzione, giacchè essa opponendosi alla
nè torna di alcun vantaggio la difesa di una piccola  sostanza  quando ad ottenere tal difesa bisogni usarne una grande.
all' origine delle cose per distinguere in esse la  sostanza  dall' accidente. Abbiamo mostrato coll' esempio di Rousseau
è insaziabile di abbassarsi: ma tutto questo non è in  sostanza  che turbamento, amarezza interiore, a cui succede l'
giusto, e che tanto ingrandisce i nostri cuori, perchè è la  sostanza  delle cose che abbiamo a sperare. [...OMISSIS...] 1.4. Non
quel bene. Poichè anche l' anima nostra acquista una certa  sostanza  ed immutabilità, e quindi una pace stabile, quando si
vi sembrino dure e temerarie, perocchè elle sono nella  sostanza  fedeli ed amorevoli): Pensate, o caro fratello, all' anima
Questi sviluppamenti del Cattolicismo non consistono in  sostanza  che in altrettante applicazioni pratiche ai bisogni degli