Musto, la sorella più giovane, almeno di dieci anni, maritata, con un capo meccanico all'Arsenale, divisa da lui, che aveva un amante misterioso
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, la sorella, la rivale, era Amina Boschetti. Non so per quante sere, nelle vesti orientali, con l'ibis d'oro fermante i capelli bruni sulla fronte
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sua sorella maritata, la marchesa di Vallicella, a cui nessuno aveva osato dirlo ancora: non vi era la bruna e fine marchesa di Miradois, la spagnuola
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Povera sorella nostra!
Di Rosalia, mamma!, Di nostra sorella... della vostra figliuola.
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(alla sorella maggiore):
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Quella povera figliuola non vorrete lasciarla così. E' vostra sorella insomma! Ha da restar sola, stanotte, col morto in casa?
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chiedere niente a nessuno... Ha chiesto nulla a sua suocera? Vostra sorella ha forse chiamato in giudizio la madre? Un'altra avrebbe voluto gli alimenti
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(Segue la sorella).
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A noi non manca nulla... Ma quella disgraziata sorella nostra!... Povera Rosalia!... Era la nostra gioia, povera piccina... Le volevamo bene come a
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Dire, dobbiamo e vogliamo dirlo... Ma voi lo sapete meglio di noi com'è la mamma... che da tanti anni non possiamo neppur nominare nostra sorella in
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Sapete com'è? Io me ne vado, che qui non ho da far nulla. Dove sta di casa vostra sorella lo sapete; le gambe vi servono ancora: se volete andarci
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Io? Io no, sorella mia!... Prova tu, che ti dimostra un poco più di confidenza.
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Oramai i suoi conti ha da aggiustarseli egli stesso... Il mio cruccio è per quella povera sorella nostra, e per i bambini innocenti.
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E' cominciata la vecchiaia, sorella mia!
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(Le passa alla sorella).
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Proprio, sorella. Quando sono dinanzi alla mamma, mi pare, guarda, che un bel giorno potrebbe anche venire qualcuno a chiedermi in isposa!
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