folli sogni per l'avvenire. Il vento gonfiava la tenda sopra la porta; un odore di pepe e di caffè usciva dal negozio come da una scatola di droghe
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della mia impotenza mi riprende, e con essa la vergogna di aver paura di tutto e di tutti. Mi pareva che il cielo sopra di me s'iniettasse di sangue
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Mi svegliai sulla sabbia: sopra di me il cielo era tutto cremisi, e una figura che mi pareva sospesa su questo sfondo come una nuvola dalle strane
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sopra uno specchio. Ed ecco il vecchio marinaio che di ritorno dalla pesca alla fiocina, con un cestino sgocciolante argento, lascia le sue orme di
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incrociate, riprese a parlare con la figliuola, finchè questa tirò a sè il paniere da lavoro che stava sopra la tavola, vi frugò un poco e da un miscuglio di
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passo, sul terreno molle tutto violaceo di foglie secche, o in qualche punto già ricoperto d'erba così fina che si aveva timore a passarci sopra, come
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brillava il vetro di un quadretto sacro. Altre immagini e statuette di santi popolavano la camera, e sull'uscio e sopra il letto pendevano rami di palme e
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d'erba era nel suo pieno rigoglio, gonfio, lucido di felicità. Sul ciglione sopra il muro alcuni vecchi tronchi, con solo pochi rametti in cima simili
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cose intorno a loro: solo uno brillava vivo come un faro, in alto, sopra il paese: e il cavallo lo fissava, riconoscendolo con gioia: era il fanale
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castigo, la felicità? Forse tutti e due assieme. Ma nulla, nessuno veniva. Vedevo il cielo sopra di me infuocarsi: poi dopo il tramonto si fece di un
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