io non dormo mai sopra il drappo della gatta.
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, torrioni, dorsi d'animali immensi. Creste, crinali, forcelle. Il volo del falco sopra i canaloni. E i ghiacciai che splendono contro il grigio del
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C'erano nel bianco riverberi di bianco, che spumeggiando rotolavano su una distesa bianca, il cielo, sopra, era bianco, un cielo perso nella luce che
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biciclette che svoltano col freno stridente e un aquilone di carta oleata blu sopra le logge e il pallone che rimbalza sulla saracinesca, da quale aprile
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La luna che si nascondeva dietro la massa nera della nuvolaglia non si sa se lo faceva di proposito, ma protendendo la sua luce sopra i contorni
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indifferenza. La mia forza è che io ci ragione sopra: la signora non regge, non si fa tutti questi pensieri e men che meno ne scriverebbe. Ma stasera forse
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. ... Inconsciamente io levai gli occhi alla torre barbara che dominava il viale lunghissimo dei platani. Sopra il silenzio fatto intenso essa riviveva il suo
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ininterrottamente Sopra l'ombra del bosco che la annega Sale in lontano appello Insaziabilmente Batte al mio cuor che trema di vertigine
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cuspidi una torre quadrata mette quadretta svariate di smalto, un riso acuto nel cielo, oltre il tortueggiare, sopra dei vicoli il velo rosso del roso
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nello scatto e nell'urlo improvviso Sopra l'anonima fucileria monotona Delle voci instancabili come i flutti Stride la troia perversa al quadrivio Poiché
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sotto la linea del sopra ciglio nero i chiari occhi grigi: la dolcezza della linea delle labbra, la serenità del sopra ciglio memoria della poesia
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La rondine di mare che ieri, mia dolente, volava sopra il lago, con l'alucce sgomente, erra sempre e la sorte del suo tenero volo? brutal piombo la
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soffitti pallidi, il cielo, talvolta sopra lo sfacelo delle cose. Lacrimava dolcemente quietamente per ore e ore, come un piccolo fanciullo malato. Dopo
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che non cala lento e stanco a sera in mare ma la luce sfolgorare vedo sopra il vasto mar. Senia, il porto non è la terra dove a ogni brivido del mare
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La finestra socchiusa contiene un volto sopra il campo del mare. I capelli vaghi accompagnano il tenero ritmo del mare. Non ci sono ricordi su questo
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, alla noia ed agli incùbi; e il tuo sguardo frattanto si riposa sopra un abisso di deserte nubi. In casa di Cletto Arrighi il 21 dicembre 1862.
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dolorando l'anima rendea. * * * Marzo è nipote di Vulcano e d'Eolo sopra l'onde sbuffanti e sui metalli. Oh! ben vengano i venti a narrarci di cime e
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almeno il Signor ce lo die' ". Razza mesta, alle celie bersaglio della plebe, cui sopra tu stai, sul mio volto quel dì non vedrai insolente il sorriso
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